Un
sacerdote caldeo di Mosul ha inviato ad AsiaNews la testimonianza del modo in cui i giovani
cattolici di Mosul vivono la GMG. La maggior parte dei giovani
cattolici irakeni non hanno potuto andare a Colonia, per motivi di
sicurezza o per questioni legate ai visti. Le chiese di Mosul hanno
subito nell’ultimo anno diversi attentati con auto-bomba.
A Mosul 400 giovani
uniti spiritualmente con Colonia
“La Chiesa cattolica
è una e non ha confini”. Questo lo spirito con cui ieri si sono
riuniti circa 400 giovani di Mosul “per essere uniti spiritualmente”
con i 400mila coetanei che da tutte le parti del mondo stanno
partecipando alla XX Gmg. A raccontare questo “pellegrinaggio
spirituale verso Colonia” – così lo definisce – un sacerdote
caldeo, padre Ragheed Ganni, che ha inviato oggi ad AsiaNews.it, l’agenzia
del Pime specializzata sull’Asia, la propria testimonianza. Egli
racconta del modo in cui i giovani cattolici di Mosul stanno vivendo
la Gmg; la maggior parte di loro, infatti, non è presente a Colonia,
per motivi di sicurezza o per questioni legate ai visti. Circa il
pellegrinaggio di ieri, il sacerdote scrive: “Ho conversato con i
giovani sul tema della Gmg 2005, “Siamo venuti per adorarlo”. Ho
parlato di cosa possiamo imparare dai Magi: incontrare Gesù, adorarlo
e dare continuità a questo gesto. Come i Magi - ho detto loro -
dobbiamo anche noi osservare e leggere i segni, cercare, discernere,
provare gioia, avere una visione nel profondo, offrire, convertirsi e,
infine, impegnarsi come testimoni della fede. Attraverso questi 8
stadi possiamo giungere a una vera adorazione del nostro Dio e
salvatore”. Al momento di preghiera, racconta ancora il sacerdote,
“era presente anche mons. Paul Faraj Rahho, l’arcivescovo di Mosul,
che ha celebrato l’Eucaristia. Nell’omelia egli ha spinto i
partecipanti a non avere mai vergogna della Croce di Cristo, ad
accettare tutte le sfide e le prove della fede nel nostro tempo”.
XX GMG: Messsaggio
dei giovani di Baghdad Papa e ai giovani presenti a Colonia
“Anche noi, giovani
cristiani di Baghdad, dopo adeguata preparazione, in spirito di
fraterna unione a vostra Santità et migliaia di giovani in Colonia,
abbiamo voluto celebrare in preghiera, riflessione et gioiosa festa,
la corrente Giornata mondiale della gioventù”. Inizia così il
messaggio che oltre un migliaio di giovani cattolici di Baghdad,
appartenenti a diversi riti, ed alcuni giovani ortodossi hanno inviato
a Benedetto XVI. I giovani irakeni hanno celebrato ieri, in spirito di
unione al Santo Padre e alle migliaia di giovani di Colonia, la loro
Giornata della gioventù. Dopo la celebrazione, hanno voluto inviare
al Papa, tramite il nunzio apostolico in Iraq, mons. Fernando Filoni,
un messaggio che “egli ha accolto – informa oggi la Sala Stampa,
pubblicando il testo integrale - con gioia e commozione”.
“Anche noi – scrivono i giovani partecipanti alla Gmg in Baghdad -
siamo convenuti per conoscere il Signore e chiederci cosa egli
desidera da noi in questo momento così difficile per il nostro Paese
e per noi. Ci accompagna l’esortazione di Gesù: “Coraggio, non
abbiate paura”, che vostra Santità ha recentemente riproposto all’inizio
del suo pontificato. Mentre desideriamo far giungere il nostro
affettuoso saluto ai giovani in Colonia, chiediamo a vostra Santità
la benedizione apostolica e accompagniamo spiritualmente le
celebrazioni in codesta città”.
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v. anche:
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l'Irak libero
Una comunità antica di 2000 anni