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III. ALCUNE CONSEGUENZE PER
UNA TEOLOGIA CRISTIANA DELLE RELIGIONI 80. Una volta studiata l'iniziativa salvifica del
Padre, la mediazione universale di Cristo, l'universalità del dono dello Spirito Santo,
la funzione della chiesa nella salvezza di tutti, abbiamo gli elementi per delineare una
teologia delle religioni. Dinanzi alla nuova situazione creata dal pluralismo religioso,
si ripropone la domanda sul significato universale di Gesù Cristo anche in relazione con
le religioni e sulla funzione che queste possono avere nel disegno di Dio di ricapitolare
in Cristo tutte le cose (Ef 1,10). Nulla impedisce che vecchi temi della tradizione siano
utilizzati per illuminare le nuove situazioni. Positivamente si deve tener presente il
significato universale di Gesù e del suo Spirito e anche della chiesa. Questa infatti
annuncia il Vangelo, è al servizio della comunione fra tutti e rappresenta tutta
l'umanità mediante il suo servizio sacerdotale nella celebrazione liturgica del mistero
pasquale. Negativamente, questa universalità è esclusiva: non c'è un 'Logos' che non
sia Gesù e non c'è uno Spirito che non sia lo Spirito di Cristo. In tali coordinate si
inscrivono i problemi che ora tratteremo: studieremo alcuni punti già indicati nello
'status quaestionis'. < Precedente | Indice | Successivo > |