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IL CRISTIANESIMO E LE RELIGIONI
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IV. CONCLUSIONE: DIALOGO E
MISSIONE DELLA CHIESA
114. In questa fine del secondo millennio, la chiesa è
chiamata a dare testimonianza di Cristo crocifisso e risorto "fino ai confini della
terra" (At 1,8), in vasti mondi culturali e religiosi. Il dialogo religioso è
connaturale alla vocazione cristiana: si inscrive nel dinamismo della Tradizione viva del
mistero della salvezza, di cui la chiesa è sacramento universale; è un atto di tale
tradizione.
115. Come dialogo della chiesa, ha la sua fonte, il suo modello e il suo fine nella
Trinità santa. Manifesta e attualizza la missione del 'Logos' eterno$e dello Spirito
Santo nell'economia della salvezza. Per mezzo del Verbo il Padre chiama tutti gli esseri
umani dal nulla all'esistenza, ed è il suo Soffio che dà loro la vita. Per mezzo del
Figlio, che assume la nostra carne ed è unto dallo Spinto, si rivolge loro come ad amici:
"È apparso sulla terra e ha vissuto fra gli uomini", e rivela loro "tutta
la via della sapienza" (Bar 3,37-38). Il suo Spirito vivificante fa della chiesa il
corpo di Cristo e la invia alle nazioni per annunciare loro la buona notizia della
risurrezione.
116. Il Verbo può farci conoscere il Padre, perché ha appreso tutto da lui e ha
consentito di apprendere tutto dall'uomo. Così deve avvenire nella chiesa per quelli che
vogliono incontrare i loro fratelli e le loro sorelle di altre religioni e dialogare con
essi. Non sono i cristiani che sono inviati, ma è la chiesa; non sono le loro idee che
presentano, ma Cristo; non è la loro eloquenza che tocca i cuori, ma lo Spirito
paraclito. Per essere fedele al "senso della chiesa", il dialogo interreligioso
richiede l'umiltà di Cristo e la trasparenza dello Spirito Santo.
117. La pedagogia divina del dialogo non consiste soltanto in parole, ma anche in opere;
le parole manifestano la "novità cristiana", quella dell'amore del Padre, di
cui le opere danno testimonianza. Operando così, la chiesa si mostra come sacramento del
mistero della salvezza. In questo senso il dialogo interreligioso fa parte, secondo i
tempi e i momenti fissati dal Padre, della "preparazione evangelica". Infatti la
reciproca testimonianza è inerente al dialogo tra persone di religioni diverse. Qui,
tuttavia, la testimonianza cristiana non è l'annuncio del Vangelo, ma è già una parte
integrante della missione della chiesa, come irradiazione dell'amore diffuso in essa dallo
Spirito Santo. Quelli che, nelle diverse forme del dialogo interreligioso, danno
testimonianza dell'amore di Cristo salvatore, realizzano, a livello della
"preparazione evangelica", l'ardente desiderio dell'apostolo: "Essere un
ministro di Gesù Cristo tra i pagani, esercitando l'ufficio sacro ('hierourgounta') del
Vangelo di Dio, perché i pagani divengano un'oblazione gradita, santificata dallo Spirito
Santo" (Rm 15,16).
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