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Le esclusive di ‘Petrus’ -
Monsignor Clemens: “Tempi lunghi per l’approvazione degli Statuti
Neocatecumenali”. C'è chi parla di ‘pressioni’ del Cammino ma il Papa non si
lascia intimidire
Gianluca Barile, su "Petrus", 9 aprile 2008[Per
correttezza dobbiamo dire che oggi 10 aprile a Petrus è stato chiesto di
smentire l'intervista; il che ovviamente è stato giocoforza fare da parte
dell'Autore. Per il resto è invariato l'articolo il cui incipit ora è:
“Non ho mai rilasciato alcun commento sui tempi relativi all'approvazione
degli Statuti Neocatecumenali”]
CITTÀ DEL VATICANO -
“Non sono assolutamente previsti tempi brevi per l’approvazione definitiva
degli Statuti dei Neocatecumenali”. La dichiarazione rilasciata a ‘Petrus’
da Monsignor Josef Clemens, Segretario del Pontificio Consiglio per i Laici,
il Dicastero vaticano preposto al riconoscimento ufficiale dei nuovi
movimenti religiosi, arriva come una doccia fredda sulla testa di Kiko
Arguello, Carmen Hernandez e Don Mario Pezzi, gli iniziatori del Cammino che divide ormai da anni la
Chiesa cattolica tra favorevoli e contrari, tra ‘falchi’ e ‘colombe’, tra
chi considera questo vastissimo gruppo di fedeli ’una salutare ventata di
aria fresca dello Spirito Santo’ e chi, invece, ‘una setta con una propria
liturgia e una propria interpretazione - errata - delle Scritture’.
Quanto
detto al nostro giornale da Monsignor Clemens - per ben 19 anni braccio
destro del Cardinale Joseph Ratzinger - assume un peso ancora più rilevante
se si pensa che l’approvazione ‘ad experimentum’ degli Statuti del Cammino
Neocatecumenale, dopo i 5 anni fissati da Giovanni Paolo II, è scaduta da 10
mesi senza alcuna ‘fumata bianca’ per Arguello e i suoi collaboratori.
Benedetto XVI, all’uopo relazionato dallo stesso Clemens e dal Presidente
del Pontificio Consiglio per i Laici, il Cardinale Stanisław Ryłko, non ha
ritenuto ancora di dare il ‘via libera’ al riconoscimento ufficiale del
Cammino - i cui rapporti con il Vaticano hanno conosciuto diverse volte
momenti di tensione sia dagli anni ’90 - in attesa che lo stesso adegui la
Liturgia alle direttive impartite dal Cardinale Francis Arinze, Prefetto
della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, con
una Lettera del 1° Dicembre 2005 in cui si legge: “Nella celebrazione della
Santa Messa il Cammino Neocatecumenale accetterà e seguirà i libri liturgici
approvati dalla Chiesa senza omettere né aggiungere nulla. Questo è il
principio base. Seguire i libri approvati, non aggiungere e non sottrarre.
La Domenica è il giorno del Signore: il Santo Padre decide che per il
Cammino Neocatecumenale, almeno una Domenica al mese, le comunità devono
partecipare alla Santa Messa della Comunità parrocchiale. Per le altre tre
settimane, il Cammino Neocatecumenale in ogni diocesi sia in dialogo con il
vescovo diocesano. Le ammonizioni previe alle letture si possono fare a
condizione che siano brevi. Anche durante l’omelia, pronunciata sempre dal
sacerdote o dal diacono, si può fare qualche intervento occasionale che sia
breve e che non abbia apparenza di essere l’omelia. Anche questo si può
accettare. Poi, per lo scambio della pace: si concede che il Cammino
Neocatecumenale possa usufruire dell’indulto già concesso, cioè di fare lo
scambio della pace prima dell’offertorio fino ad ulteriori disposizioni. E
poi sul modo di ricevere la Santa Comunione: si dà al Cammino
Neocatecumenale un periodo di transizione, non più di due anni, per passare
dal modo invalso nelle loro comunità di ricevere la Comunione, per esempio,
seduti, con l’uso di una mensa addobbata posta al centro della Chiesa,
invece dell’altare dedicato; passare da questo al modo normale per tutta la
Chiesa di ricevere la Santa Comunione. Ciò significa che il Cammino
Neocatecumenale deve camminare verso il modo previsto nei libri liturgici
per la distribuzione del Corpo e del Sangue di Cristo. Infine, il Cammino
Neocatecumenale deve utilizzare anche le altre preghiere Eucaristiche
contenute nel messale e non solo la seconda preghiera Eucaristica. La
sintesi di tutto questo è che il Cammino, nella celebrazione della Santa
Messa, seguirà i libri liturgici approvati, tenendo conto delle
specificazioni appena pronunciate”.
Lo stesso Benedetto XVI, nel 2006, pochi
mesi dopo la lettera di Arinze, aveva ‘fraternamente ammonito’ il Cammino
Neocatecumenale ad attenersi alla Liturgia di Santa Romana Chiesa durante un
incontro con 200 Famiglie del Movimento missionarie in tutto il mondo:
“L’importanza della Liturgia e in particolare della Santa Messa
nell’evangelizzazione, è stata a più riprese posta in evidenza dai miei
predecessori e la vostra lunga esperienza può bene confermare come la
centralità del mistero di Cristo, celebrato nei riti liturgici, costituisce
una via privilegiata e indispensabile per costruire comunità cristiane vive
e perseveranti. (…) Proprio per aiutare il Cammino Neocatecumenale a rendere
ancora più incisiva la propria azione evangelizzatrice in comunione con
tutto il popolo di Dio, di recente, la Congregazione per il culto divino e
la disciplina dei Sacramenti, vi ha impartito, a mio nome, alcune norme
concernenti la celebrazione Eucaristica. Dopo il periodo di esperienza che
aveva concesso il Servo di Dio, Giovanni Paolo II, sono certo che queste
norme, che riprendono quanto è previsto nei libri liturgici approvati dalla
Chiesa, saranno da voi attentamente osservate”.
Come accennavamo in
precedenza, non sono mai mancati i momenti di tensione tra la Santa Sede e
il Cammino Neocatecumenale nella persona di Kiko Arguello. Questi - accusato
dai suoi denigratori(1)
addirittura di dipingere il proprio volto al posto di
quello di Cristo nelle icone religiose, di tenere e autorizzare omelie da
parte di laici durante la Messa, di impugnare talvolta una sorta di bastone
pastorale pur non essendo insignito della dignità episcopale, di dare
interpretazioni sbagliate delle Scritture, di consentire l’amministrazione
della Comunione in modo non conforme - sin dal 2007 ha dato pubblicamente
per avvenuta l’approvazione definitiva, e non più in via sperimentale, degli
Statuti, passo obbligato per essere riconosciuti come Movimento religioso
dal Vaticano. “Se l’approvazione degli Statuti fosse all’ordine del giorno o
comunque prevista in un breve arco di tempo - aggiunge Monsignor Clemens
interpellato da ‘Petrus’ -, sarei tra i primi ad esserne informato e posso
assicurare che non è assolutamente così”.
Quella del Segretario del
Pontificio Consiglio per i Laici non è una bocciatura né la manifestazione
di una critica personale, ma solo la constatazione di un dato di fatto: il
Cammino Neocatecumenale dovrà attendere ancora - e necessariamente adeguarsi
alle direttive del Papa in materia di Liturgia - per ottenere il marchio di
riconoscimento pontificio. Intanto, lo scorso 29 Marzo, Kiko Arguello,
affiancato da Carmen Hernandez e da Don Mario Pezzi,
ha riunito 9 nove
Cardinali, 170 tra Vescovi e Arcivescovi e 54 rettori di Seminari
‘Redemptoris Mater’ per l’inaugurazione di una Cappella per l’Adorazione
Eucaristica perpetua sul Monte delle Beatitudini. La cerimonia di
inaugurazione è stata presieduta da Monsignor Michel Sabbah, Patriarca
latino di Gerusalemme, da Vescovi dei vari riti, dal Custode della Terra
Santa, Padre Pierbattista Pizzaballa, e dal Nunzio Apostolico, Monsignor
Antonio Franco. In un comunicato finale, riportato da “Avvenire”, i Vescovi
e Arcivescovi presenti all’incontro riconoscono “con gratitudine che, tra le
numerose grazie concesse dallo Spirito Santo alla Chiesa del nostro tempo,
il Cammino Neocatecumenale rappresenta con il suo itinerario di iniziazione
cristiana un carisma potente per rafforzare lo slancio missionario”. Il
carisma che “sorge dalla rigenerazione battesimale”, ricorda il testo, può
“dare una risposta alla situazione drammatica della scristianizzazione
dell’Europa”. Secondo i presuli, l’avvenire del Cammino dipenderà per gran
parte dall’amore paterno con il quale i Vescovi “accoglieranno questo
carisma”, accompagneranno “da vicino i seminari Redemptoris Mater” e
incoraggeranno “le famiglie tanto preziose delle Comunità Neocatecumenali”.
Ma se una parte del Clero ha plaudito a questa e ad altre iniziative del
Cammino, c’è chi in Vaticano ha storto il naso ed ha avuto l’impressione che
qualcuno, tra i Neocatecumenali, abbia voluto ingaggiare una sorta di
‘braccio di ferro’ con Benedetto XVI o, in ogni caso, con gli Uffici della
Curia (Pontificio Consiglio per i Laici e Congregazione per il Culto Divino
e la Disciplina dei Sacramenti) preposti ad esprimere parere favorevole per
l’approvazione degli Statuti (fermo restando che l’ultima parola spetta
sempre al Papa). Per l’esattezza, una domanda circola con insistenza tra i
Sacri Palazzi: ‘Quale messaggio in codice ha voluto lanciare Kiko?’.
(1)
Ci sembra un po' semplicistico definire
"denigratori" di Kiko Argüello chi denuncia, documentandole, le difformità
del Cammino dalla Chiesa e compie un'opera non tanto di "denigrazione" del
Cammino o del suo iniziatore, quanto di denuncia nonché un'informazione
corretta totalmente mancante all'interno della Chiesa su questa realtà che
si dice ecclesiale, come tale viene addirittura garantita, e poi introduce
in un percorso iniziatico di ispirazione giudeo-luterano-gnostica,
piuttosto che cattolica.
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