Echi di chitarre e tamburelli provengono dall'atrio di uno stand. Siamo alla
Fiera del Levante di Bari, ma la musica non è di un gruppo folk
sudamericano, di indiani flautati con amplificatori da 1000 watts... no, si
tratta di un gruppo di Neocatecumeni intenti in puerili danze e canti degni
dei famosi Valleluja (quelli di "grazie, Signore, grazieeee!").
Che ci fanno i Neocatecumenali alla Fiera del Levante? Beh... è scontato...
raccolgono denari.
Denari per un seminario "missionario" in Albania. Il seminario esiste già,
ma provvisoriamente. Ora è necessario realizzare una megastruttura per la
formazione di sacerdoti del Cammino. E per far questo si raccolgono fondi.
Giusto, legittimo, impeccabile.
Ma mi sorge un dubbio: i Seminari
Redemptoris Mater servono a formare sacerdoti Cattolici o sacerdoti
Neocatecumenali?
Il catechismo della Chiesa Cattolica è infatti noto, pubblico, diffuso ed
approvato dalla Santa Sede, redatto addirittura sotto la supervisione
dell'attuale Pontefice; ma le catechesi del Cammino dove sono?
Sono pubbliche? No. Stampate? No. Approvate dalla Santa Sede? No. E allora?
Allora ci troviamo dinanzi ad un fenomeno unico, irripetibile ed inedito
nella storia del Cattolicesimo: un "movimento", un "percorso di iniziazione
cristiana" di cui sono ignoti i contenuti e le modalità. Tutto ciò non è
fenomenale, assurdo, inconcepibile?
Ma andiamo per gradi. Un'accusa da cui i Neocatecumenali si smarcano
frequentemente è quella di essere creatori di seminari propri del Cammino e
non alle dipendenze dei Vescovi. Questo è falso, ma solo in parte. Sebbene
infatti i Seminari Redemptoris Mater siano alle dipendenze dei Vescovi e
prevedano la medesima formazione degli altri seminari cattolici, condizione
per farne parte è l'appartenenza al Cammino: "Condizione per entrare in
questo tipo di seminario è quindi la partecipazione al Cammino
neocatecumenale. Si antepone, o meglio, si premette e si affianca così alla
formazione sacerdotale, l’iniziazione cristiana tout court. Ogni seminarista
proviene da una comunità neocatecumenale in cui ha cominciato a conoscere il
Signore e il suo amore, la comunione con i fratelli, il discernimento su se
stesso, la vita di preghiera e di liturgia. Tale percorso lungi dall’essere
sospeso durante il tempo di formazione sacerdotale ne è considerato parte
integrante. Sicché, oltre alla vita di preghiera, disciplina, studio e
servizio, propria di ogni seminario, i membri del Redemptoris Mater seguono
il “Cammino” nelle comunità locali e ritornano nella loro comunità di
origine per le “tappe” più importanti. Con l’ordinazione, costoro non si
inseriscono in una congregazione o fraternità peculiare, bensì sono
incardinati nel presbiterio di una chiesa locale per servire la missione
evangelizzatrice della Chiesa." (documento sui SRM presente sul sito del
Seminario Albanese)
E' quindi evidente che la cosiddetta "iniziazione" al Cammino diventa
elemento peculiare del futuro sacerdozio di tali seminaristi. Questi
sacerdoti non celebreranno l'eucaristia secondo le modalità proprie della
Chiesa Cattolica, bensì secondo quelle - discutibili e riprovevoli - del
Cammino. Idem dicasi per quanto concerne i percorsi formativi che
instaureranno nelle loro nuove parrocchie e via dicendo. Anche la struttura
dei seminari è dominata dal Cammino: "Il discernimento sull’idoneità
all’ordinazione spetta come di norma al vescovo, di cui il rettore è diretto
rappresentante. Quest’ultimo si avvale però anche del parere del Consiglio
pastorale del seminario, composto dall’Equipe responsabile del Cammino
neocatecumenale in quella data regione." I Consigli pastorali dei seminari
sono per l'appunto composti da membri del Cammino.
Un altro aspetto che ci tocca da vicino è quello artistico architettonico di
cui ho già parlato altrove. Anche questo Seminario prevede una chiesa ed una
chiesa a pianta ottagonale, piena di icone kikiane e impostata seguendo il
ginecomorfismo architettonico proposto dal signor Arguello.
Dunque, ricapitolando:
- Il seminario prevede l'accesso riservato ai soli Neocatecumeni;
- Il consiglio pastorale del seminario è composto da Neocatecumeni;
- Le chiese dei seminari sono realizzate secondo l' "estetica" kikiana e
l'architettonica ginecomorfica del pittore spagnolo.
Allora si tratta di seminari cattolici o seminari neocatecumenali?
Il Cammino Neocatecumenale si configura ormai apertamente come una vera e
propria setta "evangelica" incistata all'interno del Cattolicesimo. Con la
scusa delle molteplici vocazioni che il Cammino produrrebbe, non ci si
confessa la verità: il Cammino si fa strada grazie alle decime che prende
dai suoi adepti e versa alle Diocesi in cui si incardina. Oltretutto i
cattolici semplici e non intruppati in sette del genere devono sapere che i
metodi "missionari" del Cammino non si applicano soltanto verso i paesi non
cattolici, ma anche in quelli cattolici, attraverso l'invio di famiglie
indottrinate e fedeli verso diocesi (anche italiane) nelle quali il Cammino
non sia presente. Le famiglie sono come cellule che moltiplicano le
affiliazioni e cominciano a trasformare le chiese delle parrocchie in cui si
incardinano grazie all'ignoranza dei sacerdoti che approvano la loro
fervente devozione. Questa procedura "coloniale" del Cammino non ha paragoni
nella storia del Cattolicesimo. E non ha paragoni perchè tutto è coperto dal
segreto e dal silenzio: le catechesi, i rituali eucaristici del sabato, le
formazioni di gruppo, tutto è inaccessibile ai non neocatecumeni. E la
ragione addotta è che si tratterebbe di un "percorso iniziatico" al quale
non si può partecipare dall'esterno. Ma quale percorso iniziatico? Solo le
sette prevedono percorsi iniziatici!
Anche l'Opus Dei è un percorso di formazione, anche Comunione e Liberazione.
Pure, San Josemaria Escrivà parlava e parlava pubblicamente. E i suoi
scritti e le sue omelie sono pubblici. E lo stesso dicasi per Don Giussani,
le cui opere sono vera fonte di ricchezza spirituale per ogni cattolico
indipendentemente dall'adesione a CL.
Non lo stesso vale per la triade neocatecumena: personaggi come l'Arguello o
la signora Hernandez non sono minimamente paragonabili ai due fondatori di
percorsi formativi cattolici appena citati. Eppure agiscono come se fossero
direttamente incaricati da Dio per una missione di "conquista" del
Cattolicesimo. La Chiesa agisca presto, prima che la deriva neocatecumenale
possa arrivare a sostituirsi al cattolicesimo a partire da qualche inquilino
dei Sacri Palazzi.