Seminari
CNC "Redemptoris
Mater"
incongruenze, mistificazioni
Un doveroso
aggiornamento, che tale rimane solo nelle
aspettative e nelle speranze, perché in
realtà a tutt'oggi nulla è cambiato!
Nonostante nel suo
discorso in occasione dell'incontro del 10
gennaio, il S. Padre abbia detto tra
l'altro... "Ringrazio il Rettore e i suoi
collaboratori del Seminario Redemptoris
Mater di Roma per l’opera educativa che essi
svolgono. Il loro compito non è facile, ma
molto importante per il futuro della Chiesa.
Li incoraggio pertanto a proseguire in
questa missione, adottando gli
indirizzi formativi proposti tanto dalla
Santa Sede quanto dalla Diocesi.
L’obiettivo a cui occorre mirare da parte di
tutti i formatori è quello di preparare
presbiteri ben inseriti nel presbiterio
diocesano e nella pastorale sia parrocchiale
che diocesana".
Ma come conciliare queste centrate
parole col fatto che lo statuto
continua ad assegnare il ruolo dominante di
guida ai laici, che lascia invariato quanto
stigmatizzato su questa pagina?
I Seminari RM, secondo lo Statuto,
"sono eretti dai Vescovi diocesani, in
accordo con l'Equipe Responsabile
internazionale del Cammino, e si reggono
secondo le norme vigenti per la formazione e l'incardinazione
dei chierici diocesani e secondo statuti
propri, in attuazione della Ratio fundamentalis
institutionis sacerdotalis. In essi i candidati
al sacerdozio trovano nella partecipazione al
Cammino Neocatecumenale un elemento specifico e
basilare dell'iter formativo."
Come è possibile che i Fondatori del cammino
abbiano sia nel ruolo formativo che fondativo
dei seminari la stessa dignità dei Vescovi?
Circa il fatto che i
sacerdoti che escono dai Redemptoris Mater
dipendano esclusivamente da Kiko (o da chi per
lui: i catechisti) non c'è assolutamente
dubbio. Altrettanto indubbio che questi
Seminari, pur essendo formalmente ancorati
all'ordinario diocesano, di fatto hanno un
percorso formativo e una gestione del tutto
autonoma.
Sono seminari paralleli a quelli tradizionali,
inutile negarlo.
Non
trascuriamo cosa pensava il Papa; il testo è tratto dal Discorso
di Giovanni Paolo II ai sacerdoti delle
Comunità catecumenali, Lunedì 9 dicembre 1985:
""La prima esigenza che vi s’impone è di
sapere mantener fede, all’interno delle
Comunità, alla vostra identità sacerdotale.
In virtù della sacra Ordinazione voi siete
stati segnati con uno speciale carattere che vi
configura a Cristo Sacerdote, in modo da poter
agire in suo nome (cf. Presbyterorum ordinis,
2). Il ministro sacro quindi dovrà essere
accolto non solo come fratello che condivide il
cammino della Comunità stessa, ma soprattutto
come colui che, agendo “in persona Christi”,
porta in sé la responsabilità insostituibile
di Maestro, Santificatore e Guida delle anime,
responsabilità a cui non può in nessun modo
rinunciare. I laici devono poter cogliere
queste realtà dal comportamento responsabile
che voi mantenete. Sarebbe un’illusione
credere di servire il Vangelo, diluendo il
vostro carisma in un falso senso di umiltà o
in una malintesa manifestazione di fraternità.
Ripeterò quanto già ebbi occasione di dire
agli assistenti ecclesiastici delle
associazioni internazionali cattoliche: “Non
lasciatevi ingannare! La Chiesa vi vuole
sacerdoti, e i laici che incontrate vi vogliono
sacerdoti e niente altro che sacerdoti. La
confusione dei carismi impoverisce la Chiesa,
non la arricchisce” (Giovanni Paolo II,
Allocutio, 4, 13 dicembre 1979: Insegnamenti di
Giovanni Paolo II, II/2 [1979] 1391).""
E, prima ancora, ricordiamo quanto segnalava
l'allora card Ratzinger nella lettera "Sacerdotium
ministeriale". Circa alcune questioni
riguardanti il ministro dell'Eucaristia,
del 6 agosto 1983
Pensate ne abbiano tenuto conto, mentre
sbandierano e si fanno forti di tutte le
parole di approvazione e di incoraggiamento. Ma
di queste, molto eloquenti e significative,
cosa ne hanno fatto e ne fanno tuttora? Andateglielo a dire, se ci
riuscite!
E, ancora,
dal Catechismo della Chiesa Cattolica:
1562 “Cristo,
consacrato e mandato nel mondo dal Padre, per
mezzo dei suoi Apostoli ha reso partecipi della
sua consacrazione e della sua missione i loro
successori, cioè i vescovi, i quali hanno
legittimamente affidato, secondo diversi gradi,
l'ufficio del loro ministero a vari soggetti
nella Chiesa” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen
gentium, 28]. “La [loro] funzione
ministeriale fu trasmessa in grado subordinato
ai presbiteri, affinché questi, costituiti
nell'Ordine del presbiterato, fossero
cooperatori dell'Ordine episcopale, per il
retto assolvimento della missione apostolica
affidata da Cristo” [Conc. Ecum. Vat. II,
Presbyterorum ordinis, 2].
1563 “La funzione dei presbiteri, in
quanto strettamente unita all'Ordine
episcopale, partecipa dell'autorità con la
quale Cristo stesso fa crescere, santifica e
governa il proprio Corpo. Per questo motivo, il
sacerdozio dei presbiteri, pur presupponendo i
sacramenti dell'iniziazione cristiana, viene
conferito da quel particolare sacramento per il
quale i presbiteri, in virtù dell'unzione
dello Spirito Santo, sono segnati da uno
speciale carattere che li configura a Cristo
Sacerdote, in modo da poter agire in nome e
nella persona di Cristo Capo” [Conc. Ecum.
Vat. II, Presbyterorum ordinis, 2].
...
1567 “I presbiteri, saggi
collaboratori dell'ordine episcopale e suoi
aiuto e strumento, chiamati al servizio del
Popolo di Dio, costituiscono col loro vescovo
un unico presbiterio, sebbene destinato a
uffici diversi. Nelle singole comunità locali
di fedeli rendono, per così dire, presente il
vescovo, cui sono uniti con animo fiducioso e
grande, condividono in parte le sue funzioni e
la sua sollecitudine e le esercitano con
dedizione quotidiana” [ Conc. Ecum. Vat. II,
Lumen gentium, 28]. I sacerdoti non possono
esercitare il loro ministero se non in
dipendenza dal vescovo e in comunione con lui.
La promessa di obbedienza che fanno al vescovo
al momento dell'ordinazione e il bacio di pace
del vescovo al termine della liturgia
dell'ordinazione significano che il vescovo li
considera come suoi collaboratori, suoi figli,
suoi fratelli e suoi amici, e che, in cambio,
essi gli devono amore e obbedienza.
1568 “I presbiteri, costituiti
nell'ordine del presbiterato mediante
l'ordinazione, sono tutti tra loro uniti da
intima fraternità sacramentale; ma in modo
speciale essi formano un unico presbiterio
nella diocesi al cui servizio sono assegnati
sotto il proprio vescovo” [Conc. Ecum. Vat.
II, Presbyterorum ordinis, 8]. L'unità del
presbiterio trova un'espressione liturgica
nella consuetudine secondo la quale, durante il
rito dell'ordinazione, i presbiteri, dopo il
vescovo, impongono anch'essi le mani.
Sono tutte cose alle quali,
al momento dell'ordinazione, sia pure solo 'formalmente',
i seminaristi R.M. aderiscono anche loro. Il
problema è che poi, anziché obbedire ai
Vescovi, obbediscono a Kiko e alla loro
strutturata organizzazione.
Quel che c'è da chiedersi, cosa dicono i Vescovi
di tutto questo? Perché hanno consentito il
proliferare e il perpetuarsi di questo
'minestrone indigesto'?
Sta di fatto
che i seminari R.M. servono a sfornare
"presbiteri" fedeli al kikismo, i
quali andranno a far parte in un prossimo
futuro di quella gerarchia ecclesiastica, (nel
cammino quella attuale è contraddistinta
pittoricamente dalla croce rovesciata [vedi
in riferimento a Giovanni Paolo II]), che
sarebbe in questo modo piegata dall'interno ai
voleri dei vertici neocatecumenali. Capirete la
differenza fra alti prelati ora favorevoli al
cammino e quelli che saranno alti prelati
fanatici del cammino e completamente dipendenti
da Kiko/Carmen (dalla loro prassi, dalla loro
teologia e liturgia, delle quali ora abbiamo
solo un "piccolo assaggio") e dai
loro discendenti legalmente costituiti.
Lo sappiamo,
è uno scenario che fa paura, ma è per
comprendere a fondo quanto sia necessario porre
un freno a questo fenomeno che rischia di
snaturare l'essenza stessa della Chiesa
cattolica apostolica romana.
Poiché ormai è assodato
che il cammino è fine a se sesso, che dire di
quelle famiglie e di tutti i seminaristi sparsi
per il mondo a fare la cosiddetta IMPLANTATIO
ECCLESIAE, ma in realtà a far proliferare il
verbo e i metodi kikiani?
Fermare Kiko e Carmen si può,
anzi si deve. È che la lettera di Arinze non
ha avuto effetto, non basta, la terapia deve
essere purtroppo più radicale, deve mettere in
discussione i principi e le figure basilari del
CNC, deve distruggere 'l'incantesimo' che tiene
legato il tutto (guardate con che abilità Kiko
si è posto al riparo 'sacrificando' una delle
sue pedine di spicco, il sig. Gennarini).
Il vero problema è: si
possono salvare 'capra e cavoli'? Se davvero il
CNC fosse un'iniziazione cristiana, i singoli
aderenti sarebbero per lo più al sicuro anche
se venisse meno la gerarchia neocatecumenale,
sarebbero protetti dalla tradizione cattolica e
dal primato di Pietro. Se davvero fossero
inseriti nelle parrocchie, il venir meno della
gerarchia neocatecumenale non avrebbe grosse
conseguenze.
Il fatto è che nel CNC
tutte queste caratteristiche sono solo
millantate, fumo negli occhi per i pastori e i
fedeli. Crediamo che la Santa Sede continuerà
i suoi richiami per gradi, nella speranza di un
ravvedimento di là a venire e che se per
alcuni verrà sarà un processo lungo e
difficile.
Ringraziamo
il Signore che ci ha dato Papa Benedetto XVI,
appoggiamolo anche nella preghiera e restiamo
fedeli al suo Magistero e nel frattempo,
teniamo gli occhi aperti per vedere la realtà:
Considerazioni
basilari:
Secondo Kiko Arguello i seminari
Redemptoris Mater nascono grazie al decreto
‘‘Presbyterorum Ordinis’’ n.10: « Ricordino
dunque i presbiteri che deve stare loro a
cuore la sollecitudine per tutte le
chiese... Dove lo richiedono motivi di
apostolato (la mancanza di sacerdoti) si
faciliti non solo una funzionale
distribuzione dei presbiteri, ma anche
l'attuazione di specifiche iniziative
pastorali... A questo scopo potrà esser
utile la creazione di seminari
internazionali... per il bene di tutta la
chiesa, secondo norme da stabilirsi per
ognuna di queste istituzioni e rispettando
sempre i diritti degli ordinari del luogo ».
E ancora: i Seminari R.M., secondo Lo
Statuto, "sono eretti dai Vescovi diocesani,
in accordo con l'Equipe Responsabile
internazionale del Cammino, e si reggono
secondo le norme vigenti per la formazione e
l'incardinazione dei chierici diocesani e
secondo statuti propri, in attuazione della
Ratio fundamentalis institutionis
sacerdotalis. In essi i candidati al
sacerdozio trovano nella partecipazione al
Cammino Neocatecumenale un elemento
specifico e basilare dell'iter formativo."
Prime evidenze che si possono notare:
Come è possibile che i Fondatori del cammino
abbiano sia nel ruolo formativo che
fondativo dei seminari la stessa dignità dei
Vescovi? Anzi maggiore, perché mentre un
vescovo ha giurisdizione nella sua diocesi,
Kiko ha giurisdizione su tutti i Seminari in
tutte le diocesi del mondo.
Conseguenze di tutto questo:
Nel cammino troviamo due
tipologie di sacerdoti:
-
coloro che non solo si sono formati nei
RM e che devono seguire non gli insegnamenti
della Chiesa (pur se prevedibilmente
frequentano corsi di teologia nelle facoltà
teologiche) ma vengono sottoposti a tutto
l'iter formativo neocatecumenale (tappe,
passaggi, scrutini, obbedienza ai
catechisti)
-
ma anche coloro che, pur avendo studiato
in un normale seminario diocesano, hanno
trovato la loro vocazione e hanno esercitato
il loro ministero sempre, o quasi, nel
cammino, o comunque legati alla loro
comunità e ne assorbono e si adeguano
perfettamente a contenuti e metodi, anziché
porsi come guide, reggitori della comunità,
come indica il Papa e com'è prerogativa dei
sacerdoti cattolici...
Fermo restando che l'ordinazione dei
Sacerdoti Redemptoris Mater è valida perché operata
dai vescovi, ci si chiede tuttavia se la
loro azione sacerdotale non possa essere
inficiata dal credere e professare cose
diverse da quelle insegnate dalla Chiesa sia
nella celebrazione eucaristica (Cena
protestante e non sacrificio, Presenza
simbolica e non reale) che nella
somministrazione dei sacramenti, soprattutto
quello della riconciliazione ed inoltre nel
credere nella perfetta identificazione del
Cammino con la Chiesa, della quale sono
totalmente cancellati 2000 anni di storia e
di insegnamenti (da Costantino al Vaticano II, preso come fondante del Cammino, senza
applicarne la continuità come affermato e
ribadito dal Papa)... ergo si agisce e si
opera nel nome del cammino ritenendo che
esso sia
la vera Chiesa...
I Sacerdoti RM sono Sacerdoti validamente
Ordinati. Su questo non ci possono
essere dubbi. Ma la Validità dell'Ordinazione ricevuta non
implica una automatica Cattolicità del
Sacerdote stesso. Il Sacerdote validamente
ordinato è formalmente Cattolico. Le sue
Intenzioni - questione molto importante - e la
sua opera pastorale o mettono il sigillo a
questa Ordinazione... oppure la negano di
fatto. Il fatto che molti scismatici o
eretici fossero Sacerdoti Validamente
Ordinati non ha impedito che essi fossero o
scismatici o eretici. Semmai il loro Stato
Clericale aggrava il fatto.
I seminaristi dei RM frequentano vari corsi presso il
seminario diocesano e poi danno l'esame, come i loro colleghi non neocat.
Quindi formalmente è difficile accusarli di eresia. Sarà anche difficile che
un sacerdote NC metta per iscritto la propria visione di chiesa, proprio
perchè nel cammino non si prendono mai posizioni ufficiali e personali, solo
i fondatori lo possono fare, e quindi sarà impossibile dimostrare l'eresia.
Alla fine la più grande ambiguità,
quella di prevedere il Cammino come iter
formativo INSIEME all'iter normale
diocesano, nei Redemptoris Mater, si è dimostrata un
'cavallo di Troia' per insinuarsi nella
Chiesa, nonostante il tentativo di
cattolicizzare il cammino NC fatto
attraverso lo strumento degli Statuti
prima approvati ad experimentum, ed ora
definitivamente ma
-
com'è ben noto - mai applicati dal Cammino
stesso, che li ha considerati e li considera
soltanto il formale riconoscimento e
legittimazione della sua esistenza e della
sua coriacea identità, che non emerge dagli
Statuti, giacché molte delle prassi
ultraquarentennali non vi sono né previste
né quindi regolamentate, in quanto
continuano indebitamente ad essere soggette
all'"Arcano", termine che non si addice
tanto al cristianesimo quanto ad una setta...
Sempre in linea con il
ragionamento di prima, e tenuto conto di
cosa significhi il Sacerdozio Ministeriale
per la Chiesa, cosa dovrebbe fare un
Sacerdote RM - o anche non RM che vive la
sua pastorale all'interno del Cammino NC -
davanti a direttive del Papa, e del Vescovo
diocesano riguardo Pastorale e Liturgia,
tenendo conto della Linea Gerarchica della
Chiesa? In parole povere, perché si
obbedisce alle direttive di Kiko invece che
a quelle del Papa sulla liturgia, da lui
dettate con la lettera del card. Arinze? Non
ci dovrebbe essere un'azione e un'attenzione
della Chiesa nei confronti dei suoi
sacerdoti (ammettendo come suoi anche quelli
formati dai Seminari RM - che se non lo sono
de facto lo sono de iure -) che obbediscono
ad un laico anziché al Papa? Perché non si è
usata e non si usa la stesa severità usata
nei confronti dei Lefevbriani, molto meno
lontani dalla Tradizione cattolica?
Il cuore del problema è
come si possa accettare la funzione
ecclesiale di un sacerdote che per
formazione ricevuta ha imparato a rinnegare
alcune delle verità insegnate dalla Chiesa.
Si impone quindi una domanda ancora più
specifica: quando viene coinvolta la
coerenza e la fedeltà assoluta ai dogmi, ciò
non è motivo di delegittimazione
dell'ordinazione? Che senso ha dal punto di
vista del diritto canonico ribadire la
validità di un'ordinazione che nei fatti
rinnega una parte della teologia?
La sconfessione teologica ed il rinnegamento
dogmatico non sono forse motivo di
decadimento della validità ordinamentale?
Non erano esattamente questi i presupposti
che in passato hanno fatto condannare per
eresia tanti religiosi variamente creativi e
fantasiosi nell'interpretazione delle
Scritture e del loro ruolo? Questi quesiti,
prima o poi, dovranno arrivare sul tavolo
della Congregazione per il clero, poiché
investono direttamente l'essenza della
funzione sacerdotale, oggi gravemente
compromessa dalla formazione neocatecumenale
dei 'presbiteri' del Cammino.
La Chiesa dovrà pur tener
conto che ci sono molti cristiani che non
frequentano più la messa nelle Parrocchie
nelle quali operano solo neocatecumenali e
non esiste alcun'altra pastorale, non
ritenendo valida, in coscienza, la
celebrazione officiata dai Sacerdoti del
Cammino NC!
Per quanto ci
riguarda, sospendiamo ogni nostra
considerazione, rimettendoci a quello che la
Santa Sede non mancherà di indicare su tutte
le perplessità poste dal Cammino NC.
Ed ora, notizie di
attualità
Riportiamo dal sito
Catechumenium
Tre
nuovi Seminari Redemptoris Mater, uno anche in
Pakistan
Si è conclusa lo scorso fine settimana
presso il Centro Internazionale del Cammino
Neocatecumenale "Servo di Iahvè" a
Porto San Giorgio (Ascoli Piceno) la
tradizionale convivenza annuale dei seminaristi
provenienti da tutti i Seminari Redemptoris
Mater del mondo, insieme agli aspiranti
seminaristi provenienti dalle comunità sparse
nei cinque continenti, i quali hanno concluso
il tempo di discernimento personale sulla
vocazione al presbiterato, vissuto nei vari
centri vocazionali .
L'attesa per l'annuncio dell'apertura di nuovi
Seminari, oltre ai 64 già esistenti, non è
andata delusa. Infatti Kiko ha annunciato che
saranno a breve aperti 3 nuovi seminari RM:
- Murcia (Spagna) (che tante vocazioni
ha dato fin'ora; Kiko dice che non c'è
Seminario RM dove non ci sia una vocazione di
Murcia);
-Dar es Salaam (Tanzania) (dove il
Cardinale Polycarp Pengo da tanto tempo glielo
chiedeva; una speranza in più per
l'evangelizzazione dell'Africa, che procede pur
tra tante difficoltà);
- Pakistan (uno dei pochi paesi islamici
che lasciano entrare i missionari), evento
miracoloso in relazione anche agli ultimi
accadimenti che hanno coinvolto la persona del
Santo Padre per il (meraviglioso)
"Discorso di Ratisbona".
Inoltre si è poi dato vita al seminario
"misto" di Venezia, già
preannunciato l'anno scorso, ma che il
Patriarca Cardinal Ettore Scola ha
avviato solo quest'anno (come quello
sperimentato a Firenze) dove cioè i fratelli
(per ora un paio) vivono e partecipano alla
vita del seminario diocesano pre-esistente, con
il permesso però di proseguire il Cammino
nelle comunità locali, partecipare alle
convivenze, fare il periodo di itineranza
preparandosi alla missione come tutti gli altri
seminaristi RM.
Anche questa è una ottima notizia che
testimonia, ancora una volta se non fosse stato
già sufficiente per il passato, come il
Cammino è aperto alla collaborazione con le
Diocesi senza vedere snaturate le sue
pecularità di formazione dei ragazzi candidati
al sacerdozio provenienti dall'esperienza
neocatecumenale.
Di tutto questo possiamo giustamente dare Lode
a Dio.
A.S. - catechumenium.it
Commento:
'Il Cammino è aperto alla
collaborazione con le diocesi', come dicono, o
sono queste ultime che collaborano con il
cammino, accettando seminaristi alle condizioni
del cammino che continuano la loro formazione
NC.
Vi sembra esatta la dizione
'è stato aperto un seminario misto'? per la
semplice immissione di due seminaristi NC? Non
è la solita coniugazione dei fatti dal punto
di vista neocatecumenale, che va anche contro
ogni logica?
Adesso andranno ad
'inquinare' anche i seminari diocesani? Forse
il Vescovo ha pensato di averli sotto
controllo, ma in realtà si è sbracato perché
lui li ospita e dà insegnamenti (a spese delle
diocesi) e loro continuano nella loro
formazione NC...!!!!
Comunque, se bastano due
seminaristi neocatecumenali nel seminario
diocesano per farlo diventare
"misto", immaginiamo cosa possono mai
significare gli "oltre 64 seminari R.M."
nel quadro generale.
Quanto alla dizione seminario
"misto", forse è molto più lineare
ipotizzare una sorta di punizione di Scola
inflitta ai seminaristi R.M. piuttosto che ad
un inquinamento neocatecumenale del seminario
diocesano (sappiamo già che i neocatecumenali
sono in grado di presentare le «bastonature»
ricevute come se fossero altissimi premi:
abbiamo ancora stampata sul volto l'espressione
di stupore per le interpretazioni acrobatiche
di Gennarini e di Kiko dell'inizio di quest'anno
in ordine alla lettera di Arinze).
A proposito: se cercate
nell'internet Ettore Scola troverete che
è un regista di commedie all'italiana, proprio
come l'annuncio dei tre nuovi
"seminari" R.M. Se
invece cercate nell'internet Angelo Scola
troverete finalmente il patriarca di Venezia.
Evidentemente, al
neocatecumenale redattore della notizia (e al
ripetitore copia-e-incolla del sito
Segnideitempi) sono più familiari i film
trasmessi in TV ("Se permettete parliamo
di donne", "L'arcidiavolo",
"Ballando ballando", "Il viaggio
di Capitan Fracassa", "Riusciranno i
nostri eroi a ritrovare l’amico
misteriosamente scomparso in Africa?",
"Brutti sporchi e cattivi", "I
nuovi mostri", ecc.: tutti titoli che
sembrano comicamente indirizzati ai
neocatecumenali) piuttosto che il cardinale
patriarca di Venezia.
Un vecchio adagio diceva:
"non detestare gli adulatori, poiché sono
utilissimi: infatti sanno identificare bene i
tuoi difetti e segnalarteli in modo
delicato".
Ecco, questo si applica
perfettamente al comunicato stampa
propagandistico neocatecumenale:
"Anche questa è una
ottima notizia che testimonia, ancora una volta
se non fosse stato già sufficiente per il
passato, come il Cammino è aperto alla
collaborazione con le Diocesi senza vedere
snaturate le sue pecularità di formazione dei
ragazzi candidati al sacerdozio provenienti
dall'esperienza neocatecumenale."
Traduzione in italiano:
«anche questa notizia (che
siamo come al solito obbligati a presentare
come ottima) testimonia ancora una volta che i
candidati al sacerdozio provenienti
dall'esperienza neocatecumenale non vogliono
formarsi in un seminario normale per non vedere
snaturate le peculiarità del cammino.
«Esatto, avete letto bene:
"snaturate"; non ha detto "poco
valorizzate" o "ignorate", ma
addirittura "snaturate":
evidentemente la "natura" del Cammino
è particolarmente in contrasto con le più
elementari caratteristiche richieste alla
formazione sacerdotale.
«Ciò contraddice nettamente
quanto affermato mezzo secondo prima, poiché
se il Cammino «collaborasse» con le diocesi,
non ci sarebbe bisogno di aprire seminari
neocatecumenali: un giovane che voglia
diventare prete missionario andrebbe lì e
basta (ma questo potrebbe succedere solo se il
Cammino facesse le stesse cose che fa tutta la
Chiesa, il che finora non è mai avvenuto).
«L'apertura di un seminario
R.M. è un'ottima notizia per il Cammino,
poiché significa la possibilità di propagare
il kikismo in altri posti del mondo e,
possibilmente, avere dei candidati vescovi per
il futuro (fermo restando il problema che per
diventare vescovi non basta affetto essere
preti).
È IL COLMO! CI
SCUSINO TANTO I VESCOVI, MA STANNO DORMENDO O
FINGONO DI NON VEDERE E SENTIRE?
Infine è stata annunciata
l'apertura di un nuovo seminario NC in
Pakistan!!! Una realtà 'sedicente' cattolica
in un paese musulmano!!!
Certo
non basta annunciare la nascita di un
seminario: finché non ne escono da lì dei
preti per il Pakistan, sarà solo una residenza
in una località geografica qualsiasi (solo,
più pericolosa delle altre).
Se fosse vero sarebbe
comunque un enorme colpo pubblicitario, il
fatto che poi in realtà funzioni sarebbe però
tutto da verificare.
Notate tuttavia l'astuzia:
Kiko cadrebbe in ogni caso sempre in piedi:
- se non succedesse nulla, bene, un fiore
all'occhiello per lui;
- dovesse mettersi male per quei poveretti in
Pakistan... provate un po' a pensare cosa
purtroppo ne ricaverebbe la propaganda del CNC?
Che dire
dell'uso della Bimah, come nelle Sinagoghe?
Lo abbiamo già mostrato per
la Domus
Galileae, ma ne abbiamo un ulteriore
esempio: nella foto pubblicata qui sotto è
visibile la Bimah del seminario Redemptoris
Mater di Macerata. Fa parte delle manie
pseudo-ebraiche che abbiamo già ampiamente
stigmatizzato... [vedi]
e [inoltre]
I principali elementi
costitutivi della Sinagoga sono: la Bimah
(chiamata Tevah dai sefarditi) che è il
pulpito da cui viene letta la Torah e l'Arón,
Arón ha-Kodes: "armadio sacro". È
l'armadio posto sulla parete orientale della
sinagoga, volta verso Gerusalemme. Vi sono
custoditi i rotoli della Torah, rivestiti dei
loro ornamenti.
Nella foto notiamo un altro
elemento più sinagogale che cristiano: l'uso
dei sedili senza inginocchiatoio (è noto che i
NC non si inginocchiano mai neppure durante la
Consacrazione). Nella sinagoga, ogni sedile ha
davanti a sé una cassetta che contiene il
Chummash (Sacre Scritture) ed i Siddurim (libri
di preghiere) appartenenti al singolo. In
effetti i sedili che vediamo nella foto, al
posto dell'inginocchiatoio hanno il leggio.
Ruolo maggiore della Scrittura nei confronti
della Parola Vivente?
Per completezza di
informazione: Testo riportato da Adista
" L'opposizione al Movimento
neocatecumenale travalica ampiamente i confini
nazionali. Nel 1996 il cammino si interruppe in
Inghilterra. Il card. Basil Hume, primate della
Chiesa cattolica d'Inghilterra, si rifiutò di
ordinare preti quindici seminaristi di
formazione neocatecumenale (v. Adista n. 67/96
e "Jesus" del gennaio 1997). La
motivazione fu che questi seminaristi, una
volta ordinati, avrebbero avuto come punto di
riferimento, più che il proprio vescovo, i
capi delle loro comunità, creando così
problemi all'interno della diocesi. "
Riportiamo, sempre da Adista, su
neocatecumenali e Regno Unito (le notizie sono
del 2002):
" Mons. Meryn Alban Alexander, vescovo di
Clifton, ha vietato la diffusione del Movimento
all'interno della sua diocesi. Già nel marzo
'94 lo stesso Alexander aveva promulgato un
decreto che imponeva per dodici mesi forti
restrizioni al Movimento: nessuna nuova
catechesi, niente veglia pasquale o messa del
sabato separata dal resto della comunità
ecclesiale. Alla fine del '96 (v. Adista n.
79/96), nella diocesi di Clifton vennero
pubblicati i risultati di una inchiesta sul
Movimento voluta dal vescovo, attraverso una
commissione presieduta da Tom Millington
(membro del Lord Chancellor's Department) ed
insediatasi nel gennaio di quello stesso anno.
Tale inchiesta si avvalse di incontri con
membri del Movimento, parroci, sacerdoti,
parrocchiani. Le conclusioni non furono
incoraggianti per i seguaci di Kiko: nessuna
nuova vitalità portata nelle comunità
parrocchiali dal Cammino, ma anzi divisioni e
danni apportati dall'introduzione
dell'esperienza nella diocesi e nella comunione
col vescovo."
Le informazioni riportate parlano di inchieste,
verifiche serie (che hanno messo in luce le
stesse cose che anche da noi vengono
denunciate), Decreti vescovili. Dov'è qui da
noi tutto questo? Certamente nella voce e negli
scritti di alcuni sacerdoti e diversi Vescovi.
Ma sembrano voci che gridano nel deserto, a cui
vogliamo aggiungere la nostra!
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