Riceviamo e pubblichiamo
In una importante diocesi delle Marche sono arrivate le chiare disposizioni
di non rivolgere più critiche al Cammino neocatecumenale perché è stato
riconosciuto dalla Chiesa e quindi è un organismo cattolico [...]
[quasi gli organismi cattolici siano comunque esenti da critiche o
infallibili per definizione (!?) -ndr]
Un anno fa, il 7 luglio, fu pubblicato il
Motu Proprio "Summorum
Pontificum" che, finalmente, riconosceva il diritto di celebrare la
Santa Messa con l'antico rito tridentino mai abrogato. Nella stessa diocesi,
come in altre "chiese locali", il documento Pontificio fu, nel migliore dei
casi, travisato nella sostanza tanto da renderne inefficace l'applicazione.
Non solo non sono arrivate disposizioni per attivare il Motu Proprio,
ma anzi alcuni zelantissimi pastori stanno compiendo atti di intimidazione
nei confronti dei confratelli, che dimostravano un benché minimo interesse
di celebrare la Messa nell'antico rito.
...
Le intimidazioni sono state poi estese, tramite appositi messaggi cifrati,
anche a diversi collaboratori diocesani. Gentile e molto caritatevole la
minaccia di scattare delle foto durante le celebrazioni dell'antico rito
fuori diocesi, per vedere se ci fossero collaboratori di Curia.
... Nelle Marche il Motu Proprio è stato abbandonato, come qualche snaturata
madre ha fatto con il proprio figlioletto appena nato. Neppure una parola a
sostegno di quel documento, neppure una celebrazione da parte almeno dei
cardinali più importanti. Nulla!
Il Motu Proprio e con esso i fedeli che, presi dal santo zelo, si
sono subito organizzati nella vana speranza che dopo decenni di persecuzioni
le loro posizioni avrebbero trovato posto nella realtà ecclesiale dei nostri
giorni, è stato ribattezzato "uno dei tanti frutti della neo-restaurazione".
Ho cercato fino ad ora di confutare questa definizione che ritenevo ingiusta
nei confronti di un documento importante del Magistero. Ora, non ho e non
abbiamo più la forza per reagire, ma solo di pregare e continuare a sperare
in un mondo ecclesiastico migliore.
Che il Signore Aiuti la Chiesa
(Lettera firmata)
Osservazioni:
Trattandosi di disposizioni pastorali, ci si sarebbe aspettati l'invito a
collaborare e ad accogliere, cercando di integrarsi, il Cammino
neocatecumenale neo-approvato. Meraviglia, invece, l'invito ad astenersi da
critiche; il che dimostra che critiche ci sono ed evidenti e sostanziali...
e continua a sfuggirci il PERCHE' di questa realtà neo-ecclesiale non si
debba e non si possa mettere in discussione nulla...
La diocesi è la stessa in cui si è verificato l'episodio del
Vangelo
accompagnato con il "velo omerale", come nella Chiesa si usa col SS.
Sacramento.
La regione Marche è quella che ospita il Faraonico Centro Neocatecumenale di
Porto San Giorgio...
Assistendo impotenti a tante incongruenze, per nulla cristiane, prima
ancora che cattoliche, non possiamo che ripetere con il nostro
interlocutore: Che il Signore aiuti la Chiesa!
Infatti è ora entrato nella Chiesa cattolica il Cammino neocatecumenale,
la sola realtà ecclesiale che sarà al disopra delle critiche, un assoluto
intoccabile... che dire: un dogma di fede!
Nella Chiesa cattolica oggi ognuno può criticare tutto e tutti, si può
criticare e contestare il Papa, il Successore di Pietro... ma NON il Cn ! Si
può contestare un documento del Papa, impedirne l'applicazione, farlo sapere
pubblicamente e ad alta voce. E nel contempo mettere a tacere chi ne chiede
l'applicazione.
Ma non si può e non si deve criticare il Cammino neocatecumenale!
Spuntano da ogni parte magisteri paralleli che contestano il Magistero
petrino e che hanno diritto anche agli onori della stampa cattolica
(1), ma
chi volesse esprimere la propria sofferenza o anche solo dubbi o fare
domande dovrebbe tacere, risulterebbe colpevole di criticare il Cn.
Diritto alla parola per gli uni, silenzio per gli altri.
Ci interesserebbe sapere da che fonte emanano le disposizioni citate nel
post. Ci consola il fatto che in linea di principio questo genere di
disposizioni suscita esattamente l'effetto opposto.
Crediamo che sia non solo un diritto ma un dovere per un fedele cattolico
esprimere tutte le sue domande, perplessità, dubbi, timori. Ci mancherebbe
altro che il Cammino neocatecumenale imponga a tutta la Chiesa le regole che
sono in vigore nel suo interno !
Detto fra di noi, ci sembra che è già da tempo che vige il silenzio sul
Cammino NC... del resto chi desidera parlare quali mezzi ha sua disposizione
per farsi ascoltare?
Tutto succede come se ci fosse una direttiva occulta :" taci, sta zitto, è
meglio che non ti immischi in questa storia!"
E quando questa direttiva raggiunge o emana da vescovi , c'è per lo meno da
preoccuparsi.
Inoltre riflettiamo che il Papa è garante dell`unità e per di più
Benedetto XVI è un uomo buono, mite che concilia e mai divide, non sarà mai
lui a dire una parola che potrebbe alimentare la discordia, come sempre
bisognerà leggere fra le righe e anche nei silenzi. E non possiamo non
ricordare che Kiko Arguello si è servito del Papa prima dell`approvazione,
facendogli dire cose che non ha mai detto, ha parlato del Papa durante la
conferenza stampa, come se parlasse del suo vicino di casa, ed ora tutto il
cammino con lui esulta... il Papa ci ha approvato.
In realtà, il Papa non ha ancora parlato, questa è la sola cosa sicura, lo
farà senza dubbio e lo ascolteremo. Ma come impedire a Kiko Arguello di
continuare a strumentalizzare il Papa ?
Lo ha fatto prima e nessuno lo ha fermato !
Dovrebbe scandalizzare chiunque, e ancor più un membro della gerarchia
ecclesiastica, sentire Arguello dire che adottare la Liturgia della Chiesa
cattolica sarebbe una catastrofe per il cammino, che il dovere Comunicarsi
come tutti sarebbe la fine del cammino. Ebbene, non solo nessuno si è
scandalizzato, ma il cammino è stato riconosciuto strumento di formazione e
iniziazione cattolica!
Immaginiamo che chi era contrario si è trovato con un bel bavaglio sulla
bocca !
Ci sono dei silenzi molto pesanti.
Leggiamo su Korazym,
una
lettera aperta di laici e sacerdoti toscani che sono in
attesa della nomina del nuovo vescovo di Firenze... Leggiamo, tra l'altro,
quasi in conclusione: “riflettere sui rapporti fra movimenti ecclesiali e
parrocchie per poter dire insieme: noi siamo chiesa e mai la chiesa siamo
noi”.
Significativo, no? Ma verrà raccolto?
In attesa del nuovo anno pastorale si ripropone l'interrogativo di come il
neo-approvato "metodo" sia integrabile nelle parrocchie, dal momento che
l'esperienza anche toscana dimostra che esso tende a monopolizzare più che a
integrarsi.
Sembra strano che se ne sia parlato apertamente nelle Marche nei termini
sopra detti, in Toscana vi sia un velato accenno, in altre diocesi del nord
siano stati già resi noti i piani pastorali del nuovo anno senza alcun
riferimento al Cammino, nel resto dell'Italia silenzio...
...Già. Questi avvenimenti, però, sono un chiaro segnale. Sono da
leggere, da parte dei cattolici, secondo le Istruzioni del Divino Maestro...
(1) ci riferiamo anche al recente Convegno di Bose sulla Liturgia,
di prevalente connotazione modernista, cui è
stato dato ampio risalto sull'Osservatore Romano...
Ma a questo punto sorge un dilemma. Oltre alla dicotomia presente nella
Chiesa con le numerose derive moderniste, se si dà credito a Kiko Arguello,
quando il 14 giugno dice che "il Papa dovrà vedersela con Arinze", ne
dovremmo dedurre che Benedetto XVI, contraddicendosi, avrebbe imposto alla
Congregazione del Culto divino e Disciplina dei Sacramenti l'approvazione
dello Statuto del Cn e del suo rito, o addirittura che non avrebbe tenuto al
corrente il card. Arinze del suo colloquio con Arguello durante il quale
avrebbe pronunciato il suo famoso "ottimo" a partire dal quale questa
approvazione sarebbe stata data per scontata, bypassando così il card.
Arinze e la Congregazione, ma con l'aiuto e incoraggiamento del card. Rylko
del Pontificio Consiglio dei Laici.
Le due ipotesi sono assurde e inconcepibili.
Ascoltando Benedetto XVI parlarci della Sacra Liturgia e vedendolo celebrare
la Santa Eucaristia, la persona provvista di buon senso si interroga e non
capisce la sua eventuale approvazione, la sua rinuncia all`esigenza
dell`adeguamento del Cn alla Liturgia della Chiesa.
Leggendo, l'intervista del
31 lugliodi Mons. Ranjith il quale, ricordiamolo, è il segretario della
Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, la stessa
persona dotata di buon senso ne deduce che il placet della sua congregazione
non c'è stato.
Sappiamo anche che la Congregazione per la Dottrina della Fede lavora
ancora, dunque mancherebbe pure il suo placet.
Siamo dunque in presenza di uno Statuto che è stato consegnato malgrado il
non placet di due Congregazioni vaticane.
Le anomalie hanno accompagnato tutto l'iter del cammino neocatecumenale, la
consegna del suo statuto ne costituisce l'apice. [vedi]
Ah, ma dimentichiamo che questa approvazione è arrivata dopo una lunga
battaglia, un braccio di ferro, sarà... ma quante zone oscure sul cammino
che ha portato alla consegna di uno Statuto incompleto!
Saremo ingenui, ma crediamo che il fedele cattolico ha il diritto di sapere
perché un pontificio consiglio per i laici ha introdotto nella Chiesa un
rito privato, creato da un laico per delle comunità private neocatecumenali,
decidendo che questo rito farebbe parte della pastorale liturgica domenicale
delle Parrocchie !
Sì in realtà siamo degli ingenui, perché è da anni che questo rito è non
solo tollerato ma accettato, anzi incoraggiato... persino con la costruzione
di chiese, progettate da architetti neocatecumenali, sotto la supervisione
artistica e... teologica (!!!) di Kiko Arguello, chiese nelle quali si
celebra esclusivamente il rito nc... e questo già nel 1980 (ne abbiamo un
esempio a San Bartolomeo in Tuto a Scandicci), in assenza di qualunque
approvazione - se si eccettua una nota laudatoria su Notiziae
risalente pare al 1972 ad iniziativa dell'allora segretario della
Congregazione per il Culto Divino, Mons. Annibale Bugnini (!?) di infausta
memoria: il massone al fianco di Paolo VI - ... sì siamo dei grandi
ingenui.
E restiamo con le nostre domande.