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Disobbedienza eclatante

Riportiamo un fatto, accadute nelle Marche, che rendiamo di pubblico dominio ritenendolo grave per le sue implicazioni e ulteriormente rivelatore della seria ‘divisione’ tra cammino neocatecumenale e Chiesa. Abbiamo motivi per ritenere che il Vescovo ne abbia infornato la Congregazione competente. Così ci scrive un nostro lettore:

Domenica, 15 aprile 2007 - L'ottimo diacono, di rito neocatecumenale, incaricato di cantare, cosa che ha dovuto fare forzatamente nel modo "romano", il Vangelo durante la Messa di presa di possesso del nostro Arcivescovo, sfidando il cerimoniere, che glielo aveva proibito, ha indossato il velo omerale per recare il Vangelo all'ambone e dall'ambone all'Arcivescovo. Ha addotto poi che "quello" era lo "stile liturgico" dei NC !!!

Ecco lo stile dei NC: molto grave, e anche riprovevole, questa prassi del diacono di mettere il magistero di fronte al "fatto compiuto" contrariamente a quanto prescritto dalle normative vigenti e dal cerimoniere Arcivescovile, che si era pronunciato espressamente e chiaramente, in nomine Episcopi, mettendo il "velo omerale", che aveva nascosto preventivamente nel presbiterio, per prendere l'Evangeliario e proclamare il Vangelo.

Questo gesto è stato umanamente scorretto e ecclesiasticamente espressione di non comunione quindi, oserei dire, anche dal sapore scismatico da registrare senz'altro nella scheda personale del trasgressore. Si è trattato di un gesto dal sapore individualista e non in comunione con l'Arcivescovo e con il Presbiterato, un'indebita e grave "uguaglianza" con le Sacre Particole, quelle che, in verità, debbono essere trasportate col Velo omerale.


Commenti.
Ne risulta evidente una "estranea" strana e protestante esaltazione della Parola rispetto alle Sacre Specie ed alla Presenza del Signore ritenuta NON REALE in esse. Il che spiegherebbe anche l'uso del "conopeo" nero(1) nei tabernacoli che contengono le ostie consacrate durante la celebrazione che, sciolta l'assemblea, non recherebbero più la presenza del Signore! 

Dice il nostro interlocutore: "Il conopeo nero, che ho visto di persona, davanti al tabernacolo del "Santuario della Parola" nel Seminario Redemptoris Mater di Macerata mi ha fatto venire, non è una battuta, il voltastomaco e sono scappato via disgustato!" (il  nostro link ne mostra uno spagnolo...) [vedi]

Molti neocatecumenali, specialmente all'inizio del cammino, si meraviglieranno di questa nostra apparente meticolosità. Dico così perché probabilmente questo, che può apparire un dettaglio ma certo non è insignificante, perché è un evidente segno di neo-protestantesimo, può non essere noto ai NC che non sono abbastanza avanti nel loro cammino iniziatico; o magari è noto, ma non ne conoscono il senso teologico.

Se analizziamo l'accaduto, il gesto del diacono non è banale e sottende una diversa concezione della ritualità che a sua volta rispecchia una 'diversa' teologia. Come pure per nulla insignificante riteniamo l'uso del "conopeo" nero.

Se si trattasse di un fatto solo culturale o sportivo, le differenze potrebbero legittimamente coesistere, ma nel culto e nella vita di fede a un certo punto occorre stare da una parte o dall'altra, perché, a seconda di come si vive il culto, così si sviluppa la spiritualità e il conseguente atteggiamento della persona di fronte al mondo, agli altri e di fronte a Dio.


(1) [Conopeo: copertura in stoffa del tabernacolo contenente la riserva eucaristica. Generalmente è una semplice tendina posta davanti allo sportello, di colore bianco, laminato d'oro o d'argento, o del colore liturgico, eccetto il nero sostituito dal viola o dal rosso. (Dal Thesaurus del corredo ecclesiastico di culto cattolico)]

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