Giunti a questa "tappa" del nostro percorso possiamo fare il punto
della situazione, scaturito dalle ultime riflessioni e testimonianze sul
nostro Weblog.
[Un aggiornamento sul
Family Day spagnolo del 30 dicembre]
Partiamo da questa considerazione di un nostro lettore:
"Un corollario: può il direttorio di una realtà che si definisce al
servizio della Chiesa essere tenuto segreto al mondo cattolico o non avrebbe
dovuto già da un pezzo essere reso disponibile a tutti?"
La segretezza del vecchio direttorio, come ormai noto, riguardava i
contenuti che presentano tante difformità con gli insegnamenti della Chiesa
e tante consonanze luterane e moderniste...Oltretutto esso serviva a far
credere agli adepti che i catechisti parlavano "su ispirazione dello Spirito
Santo", mentre si limitavano e si limitano a fare da "ripetitori" acritici
alle catechesi orali degli iniziatori. Realisticamente dobbiamo pensare che
i direttori consegnati alla Santa Sede siano stati epurati di quei
contenuti... ma sappiamo che essi continuano a essere tranquillamente
tuttora predicati nelle catechesi, che sono sempre le stesse di 40 fa, con
aggiunte posteriori, uguali in tutto il mondo e pedissequamente fedeli agli
"insegnamenti orali" dei fondatori... e nulla ci fa pensare che non
continueranno ad esserlo... pena la fine dell'identità del cammino, che si
regge proprio su questa diversità oltre che sulle gerarchie, metodi, prassi
anche liturgiche difformi dalla Chiesa come abbiamo più volte evidenziato.
Quello che ufficialmente non emerge e che la Santa Sede non può aver
esaminato perché non fa parte dei Direttori ufficializzati dopo tante
resistenze e correzioni, è quella parte degli "insegnamenti orali" e delle
prassi che si rifà pesantemente alla tradizione giudaica: Storia della
Salvezza basata prevalentemente sull'Antico Testamento, Midrash, Targum, kabbalah, simboli (la hannukkià
o a volte la menorah sulla mensa
che non è un altare al posto della Croce);
il Santuario della
Parola e l'enfasi data alla Legge vestita, more giudaico,
collocata nel Tabernacolo
con pari se non con maggiore dignità delle Sacre Specie; Cristo richiamato
solo in relazione alla lavanda dei piedi (iniziazione: nel rito "seduti a
mensa perché venga e servirli") e alla Risurrezione (simbolo del passaggio
dalla morte alla vita) bypassando il Sacrificio della Croce rappresentata
nella croce astile del
cammino con il Cristo vivo che ha su di sé la legatura di Isacco (il
figlio non più sacrificato); il riferimento ad Elia assunto in cielo sulla merkavà, che si trova simboleggiata proprio sotto l'anomalo crocifisso
appena evidenziato. Perché il Nuovo Testamento, secondo il Cammino, è il
Libro del Profeta Elia! Ultimo libro dell'Antico Testamento?... E le sue
Parole, nel limitato uso che se ne fa, vengono interpretate alla lettera, senza aggancio all'interpretazione
Ecclesiale e strumentalizzate ad usum cammini? Potremmo
continuare, ma crediamo che ce ne sia a sufficienza...
Ora risulta comprensibile anche l'osservazione di uno di noi riguardante il
fatto che nella sua comunità si parlasse sempre di Assunzione e non di
Ascensione di Gesù, Signore nostro e Dio nostro... è evidente che
l'Ascensione comporta una morte ed una resurrezione, l'Assunzione, come
quella di Maria, di Elia, di Enoch, avviene da questo mondo nel carro di
fuoco, la merkavà di Ezechiele, appunto... Insomma tutto l'Arcano che i
piccoli neppure immaginano ed è riservato a chi avanza nel cammino...
Se è vero che la nostra radice è innegabilmente ebraica, è vero anche che
il Vangelo ci consegna un'immagine FORTE ed eloquente: la Trasfigurazione,
CRISTO Trasfigurato (cioè già nella rivelazione della pienezza della Sua
Vita Divina che Egli riassumerà interamente con la Resurrezione, insieme
alla natura umana rigenerata, che ricollocherà Redenta nel Seno del Padre
con l'Ascensione al Cielo) che dialoga
con Mosè e i Profeti (cioè con la Legge e la Profezia dell'Antico Israele).
Egli
dialoga e non sostituisce, ma porta a compimento il disegno di Salvezza e
non ne è sostituito come avviene nel Cammino, che non è altro che l'ebraizzazione
e lo stravolgimento del cristianesimo anziché, com'è avvenuto nella storia
della Salvezza, il compimento della Legge e dei Profeti nella Creazione
Nuova portata dalla Risurrezione di Cristo, quella dell'Ottavo giorno
(Giovanni), il Dies Dominicus, tramandata e vissuta nei secoli dalla Chiesa
Cattolica...
Infatti ORA la salvezza è offerta in Cristo Gesù a tutti i popoli, "nella
Nuova ed Eterna Alleanza nel Suo Sangue versato in espiazione per i molti"
non più per una qualche forma di discendenza secondo la carne, ma per la
fede, nella Chiesa. Ricordiamo il Prologo di Giovanni: "a quelli che credono
nel suo nome, i quali non da sangue, né da volere di carne, né da volere di
uomo, ma da Dio sono stati generati". "A quanti... l’hanno accolto dà potere
di diventare figli di Dio" (cf. Gv 1, 12).
E non per elezione deterministica nonché predestinata e predestinante
riservata soltanto ad alcuni (gli "eletti" in quanto aderiscono al Cammino
NC, come dicono loro,
arrogandosi non si sa a che titolo le prerogative del "resto" di Paolina
memoria: lettera ai Romani); ma elezione, che è una chiamata, predestinata
nel senso che è riservata, per Grazia naturalmente, ma non in esclusiva ad
"eletti" per mera appartenenza, ma "a coloro che Lo hanno conosciuto e Lo hanno accolto"...
e a Lui solo appartengono, nel Suo Corpo Mistico che è la Chiesa.
Sfatiamo un altro luogo comune: Il fatto che i missionari e sacerdoti
siano sempre meno non è una buona ragione per affidare un incarico così
cruciale come l'evangelizzazione a sprovveduti o fanatici fuorvianti.
È come se, mancando chirurghi ed anestesisti negli ospedali, si decidesse di
affidare gli interventi a infermieri e portantini, essendo in maggior
numero...
A ciascuno il suo mestiere, dice l'adagio.
Il problema dei problemi: in che mani mettiamo l'evangelizzazione?
L'evangelizzazione è una tappa importante nella missione della Chiesa; ma se
poi "alle genti" si porta un messaggio di fede profondamente distorto o
alterato nell'essenza, nei caratteri originali, nelle verità di fede, nella
corretta celebrazione liturgica, non è meglio che si raggiungano meno
persone con un messaggio e una testimonianza cristiana autentici, anziché un
maggior numero ma con una concezione della nostra fede parziale o del tutto
distorta?
Giriamo la domanda ai nostri interlocutori in Vaticano, memori della visione di
una Chiesa eventualmente ridimensionata ma non meno presente nel mondo in
termini qualitativi più che quantitativi, affiorata in una vecchia
intervista al Papa quand'era ancora cardinale.