Giov 10,1

«In verità, in verità vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore per la porta, ma vi sale da un'altra parte, è un ladro e un brigante.»

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Stranezze liturgiche neocatecumenali 

La Croce di Kiko

Tra le tante trovate pubblicitarie del cammino neocatecumenale, abbiamo trovato una foto molto emblematica appena sopra il titolo "ULTIME DA TUTTO IL MONDO". Vi si vede appoggiata su una delle ringhiere che delimitano piazza San Pietro, "puntata" quasi contro la Basilica, una croce astile neocatecumenale disegnata da Kiko (uno degli emblemi del Cammino Neocatecumenale), come per indicare che il neocatecumenato preme da ogni parte del mondo verso il centro del potere cattolico.
Non è difficile interpretarla cosi. È inaudito, anzi repellente!

Abbiamo già fatto notare in altra pagina del sito come Kiko sia solito predicare impugnando la sua 'croce astile', simbolo del potere spirituale dei Vescovi...

Tratto da una catechesi di Kiko Argüello (testuali parole)
La Croce è tutta una catechesi. Il tripode è formato da tre serpenti. Che cosa significa ciò? Salendo nell’asta incontriamo un globo, questo rappresenta il Mondo. Tra il globo e la Croce c’è l’immagine di Maria che prega Cristo per noi peccatori. LEI È LA DONNA CHE SCHIACCIA LA TESTA DEL SERPENTE, come dice Genesi (3,15), per questo motivo ci sono serpenti nel tripode della Croce. Il Cristo ha il capo eretto perché è un Cristo Vivo. Non è morto. Risuscitò. Inoltre il Cristo ha una corda nella cintura... questo è un riferimento a Isacco, che è la prefigurazione di Cristo. AKEDA’ (in ebraico 'legatura': infatti è più esatto dire legatura di Isacco che sacrificio di Isacco. Non si comprende tuttavia questa, come tante altre commistioni - oltretutto forzose - con l'Antico Testamento -ndR). Nelle quattro punte (lati) della croce ci sono le figure dei quattro Evangelisti.  San Marco: il leone / San Luca: il bue / San Matteo: l’angelo / San Giovanni: l’aquila.

Osservazioni:

Ci chiediamo che senso ha mettere sulla Croce il segno della 'prefigurazione' di Cristo (la legatura di Isacco), quando abbiamo proprio Lui... Ed è vero che il Signore risuscitò; ma il momento della Croce è troppo drammatico e troppo 'forte' per snaturarlo in questo modo... Possiamo trovare una qualche analogia con le più antiche Croci astili. Esse riportavano sul recto il Cristo 'vivente' con gli occhi aperti, ma sul verso lo rappresentavano nel momento solenne e tragico della sua morte, con la testa e gli occhi chiusi. Forse perché chi lo guardava da dietro erano nella processione i suoi discepoli... "chi vuol venire dietro a me...", mentre l'annuncio alle genti (da davanti) è quello del Vivente e risorto? Non a caso i 'suoi discepoli' nella Chiesa durante l'Eucaristia lo ricevono recandosi processionalmente all'altare e vivono la sequela come Lui ha insegnato "Se qualcuno vuol venire dietro di me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua" (Mt 17, 24), mentre los kikos se lo passano di mano in mano seduti a mensa perché venga 'a servirli'... (lettera di Kiko al Papa [vedi]). In ogni caso il segno della 'legatura" di Isacco è ancor più inquietante se accostato agli 'occhi aperti' del Cristo, dal momento che Isacco è il figlio non più sacrificato... Quanto meno qualcuno dovrebbe chieder conto di queste ambiguità...

Continuando con la chiave di lettura "croce rovesciata", [vedi] ovvero l'odio verso la gerarchia ecclesiastica che perseguiterebbe i santi e non permetterebbe lo sviluppo dei carismi, la croce astile neocatecumenale si spiega ulteriormente; i tre serpenti di cui è formato il tripode hanno una funzione statica, anche nelle croci astili non neocatecumenali ci sono tre piedi di metallo ritorto: ma perché tre serpenti? Se la gerarchia ecclesiastica è la Babilonia dell'apocalisse, il simbolo del male, i tre serpenti simboleggiano tre ecclesiastici molto molto in alto, tre Papi, che hanno dovuto sostenere "loro malgrado" il cammino neocatecumenale nella sua ascesa ai vertici della Chiesa. Il messia crocifisso nella versione neocatecumenale ha gli occhi aperti, non è morto, "risuscitò" certo, ma NON È MORTO, non ancora: ricordiamo parte della formulazione del "Credo": Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre.", sembra una sottigliezza, ma l'affermazione kikiana scardina uno dei fondamenti della Fede cattolica, e questo ci introduce all'ulteriore problema del messianismo kikiano.
Kiko ha letto Dostoevskij, cita a modo suo una molto controversa frase dall'"Idiota" a sostegno della sua estetica, se odia la gerarchia ecclesiastica perché non ammettere che abbia letto, naturalmente a modo suo, "Il grande inquisitore" tratto da "I fratelli Karamazov"? Che succederà alla Gerarchia cattolica quando il cammino avrà carta bianca e potrà tranquillamente modificare teologia e liturgia, potrà portare a termine quello "svuotamento" progressivo dei Sacramenti della Chiesa cattolica che traspare sia dalle catechesi segrete del CNC sia dalla prassi attuale neocatecumenale? Dopo i tre "serpenti" un quarto non si dà?
A proposito di "la bellezza salverà il mondo: che significa "Mir spasët krasotà" (la stessa frase in russo)? Chi dice la frase? Sapete che nella costruzione russa della frase, l'autore con una anastrofe inverte oggetto e soggetto, "Il mondo salverà la bellezza", quasi a voler sottolineare che il punto centrale in tutto ciò di cui si sta parlando non è esattamente la bellezza? Sapete che "mir", in russo ha due significati: "mondo" e "pace"? Sapete a quale personaggio fa riferimento l'autore (il principe Miškin) e di che tipo è il suo cristianesimo? Conoscete l'obiezione fondamentale a questa affermazione posta dallo stesso Dostoevskij per bocca di Ippòlit: "Il principe afferma che il mondo sarà salvato dalla bellezza! (...) Quale Bellezza salverà il mondo? Siete un cristiano fervente voi? Kolja dice che voi stesso vi attribuite il titolo di cristiano"?

Queste riflessioni rivelano l'origine di molte suggestioni kikiane, che in questa luce appaiono tutt'altro che originali... Riteniamo sia opportuno approfondire questi aspetti con il riferimento anche alla sofiologia, pure sviluppatasi nella spiritualità russa, alla quale il 'nostro' molto sembra aver attinto, pensiamo in particolare alla 'nuova estetica' con la quale pensa di salvare la Chiesa... Saremo presto più precisi e circostanziati.

Tornando alle 'croci astili', il cambio iconografico dal Christus triumphans al Christus patiens è avvenuto nel XIII secolo ad opera degli ordini mendicanti verosimilmente per motivi pastorali: era necessario abbandonare una iconografia tendenzialmente più "monofisita" che aveva fatto il suo tempo per insistere più sull'umanità sofferente del Cristo. Un ritorno alle origini sarebbe già di per sé un assurdo. Consideriamo solamente il crocifisso del pastorale del Papa Giovanni Paolo II, così come la maggior parte dei nostri crocifissi che hanno anche la ferita al costato: la prova più evidente della vera morte di Nostro Signore Gesù Cristo sulla croce, alla quale seguì la sua vera resurrezione. 

Nel nostro caso però, quello della 'croce astile' neocatecumenale disegnata da Kiko su cui ci siamo soffermati all'inizio, il Crocifisso non è "descrittivo", artistico, non rappresenta neppure una fase della crocifissione, ma per stessa circostanziata ammissione dell'ideatore, è UNA CATECHESI; il che significa che insegna una o più VERITÀ DI FEDE, solo il guardarlo è teologicamente rilevante.
Qui il crocifisso non è morto (al presente), ma vivo, e chi non è morto non può risuscitare. Ciononostante "risuscitò" (al passato): forse che il messia risorto è salito sulla croce una seconda volta? Si tratta di una seconda venuta? La prima è prefigurazione della seconda, così come Isacco lo è della prima? Sono solo svarioni teologici? O c'è di più?

Non c'è forse un legame anche con l'uso della famigerata 'mensa' (banchetto escatologico) in luogo dell' 'altare' (sacrificio negato)? [vedi]

Per completezza, riguardo alla raffigurazione del Cristo nelle croci astili, è bene conoscere anche la dichiarazione dei Padri del Concilio Trullano (692) che sta alla base delle prime raffigurazioni dello stesso Christus triumphans:
“Dopo aver accolto dapprima queste figure e queste ombre come segni ed emblemi, noi oggi preferiamo ad essi la grazia e la verità vale a dire la pienezza della fede. In conseguenza, e perché la perfezione sia esposta a tutti gli sguardi anche per mezzo delle pitture, noi decretiamo che in futuro nelle immagini si dovrà rappresentare il Cristo nostro Dio sotto la forma umana al posto dell'agnello. È necessario che il pittore ci conduca per mano al ricordo di Gesù vivente nella carne, sofferente, che muore per la nostra salute e opera così la redenzione del mondo “.

L'ultima frase ci pare illuminante.

Kiko, la Domus Galileae. Osservazioni e commenti


Veduta della Domus dal lato ovest

Kiko dice:
«Molti anni fa, i Francescani ci avevano offerto la possibilità, di utilizzare questo terreno, che era un terreno agricolo. Siamo venuti a vederlo era tutto sulla montagna all’alto del Monte delle Beatitudini. Era pieno di pietre e il posto era fantastico. Da qui si vede tutto il lago di Kinneret.
In principio pensavamo di fare qualcosa, forse una cosa piccola, ecc. Non sapevamo cosa voleva il Signore. Il sensum fidei dei fratelli… noi abbiamo chiesto una colletta ai fratelli... la maggior parte dei fratelli del Cammino sono gente povera, sono comunità di gente povera delle periferie… Sono stati i fratelli più poveri con le loro piccole collette che hanno contribuito poco a poco.
Tutta questa casa tiene un punto fondamentale l’Estetica cioè l’amore all’Uomo. Qui dovranno venire i fratelli alla fine del Cammino, come un viaggio di nozze con il Signore, noi vogliamo che si sentano come dei principi, come dei re. Allora volevamo fare una cosa soprattutto dove, attraverso la bellezza, si sentano amati.
E Cristo stesso dirà: “Andate a dire ai miei discepoli che vadano in Galilea che là mi vedranno”. In questo monte Cristo risorto apparirà e farà la missione universale, invierà essi a tutte le nazioni del mondo che ritorneranno a questa terra, ai gentili, e si adempie (la parola) del profeta Isaia (Is. 61) “Io vengo a riunir tutte le nazioni”. Cristo dice: “Andate e fateli battezzare nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Insegnandoli a mettere in pratica tutto quello che io vi ho comandato. Ecco che io sono con voi fino alla fine del mondo".

Per questo vedete che nella chiesa (della Domus Galileae) ho fatto nell’abside, un dipinto del Giudizio Finale alla fine del mondo. Cioè è importantissima questa missione universale a tutto il mondo a tutte le nazioni. Tra qualche anno saremo tutti morti e resterà qui come un monumento per quei fratelli che Dio ha scelto da prima della creazione del mondo per aprire il Cammino Neocatecumenale, che sarà un cammino molto importante per tutte le nazioni in tutte le Chiese».
 
Prima osservazione: Notate il grande spazio rosso vuoto, dove campeggia solo la figura di un demone? L'inferno è vuoto... Logica conclusione della concezione: se l'uomo non può non peccare perché è sotto il potere del maligno dov'è la sua responsabilità e quindi la sua possibile condanna? E che posto ha in tutto questo la nostra Redenzione?

Osserviamo:

Sembra l'elucubrazione di un folle, il cui senso finale davvero appare la sostituzione in Galilea del Vaticano... 
 
Non è poi plausibile che un'opera del genere sia stata realizzata con le collette delle povere comunità di periferia, che pure dal canto loro si saranno dissanguate non poco...
 
Di fatto si tratta di una costruzione faraonica piena di simboli che non hanno nulla di ecclesiale, ma sono di esclusiva invenzione di Kiko e ad uso (e abuso) nel cammino... L'ultimo periodo del discorso sopra riportato parla chiaro. In effetti i neocatecumenali, arrivati all'ultima tappa del cammino diventano 'veri' cristiani con questi (ed altri) segni, ma questi sono i più eclatanti in un contesto che vuol dirsi cristiano cattolico: passando dalla Domus Galileae, ricevono l'Eucaristia nel Cenacolo, il battesimo nel Giordano... Alla faccia del Credo: "Professo un solo battesimo..." . Non è ininfluente quindi che nella lettera di Arinze li si inviti anche a seguire le rubriche del Messale Romano (Gloria, Credo, Lavabo, Orate fratres, Agnus Dei... ) nelle liturgie... Se poi colleghiamo il tutto al documento che presenta l'immagine del 'ruolo' del cammino nella salvezza, da portare anche ai cattolici (!), che ripubblichiamo qui sotto per maggiore chiarezza, non possono non aumentare le perplessità e anche lo sconcerto...

Legenda: Nel "grafico" che raffigura i credenti nel mondo che c'è a destra, il mondo religioso si divide in:

  • altre religioni

  • cattolici

  • protestanti

  • cattolici che soddisfano il precetto domenicale

Inscritto in questi ultimi sta il punto nero, il CNC, una scritta con freccia lo qualifica: "pueblo de Dios, luz" con le frecce (l'evangelizzazione) che raggiungono tutti i settori, compreso quello dei... cattolici.

Questo documento ci induce a introdurvi in una ulteriore riflessione. Nella pagina che osserviamo sulla nostra sinistra troviamo lo scritto "ancla" inscritto in un rettangolo, a fianco è disegnata l'ancora, la croce del cammino, che poi Kiko evolve successivamente in una variante del
crismon o monogramma di Costantino (composto dalle lettere greche maiuscole X e Ro, le iniziali di Cristo, ma in questo caso c'è solo la croce e mancano alfa e omega ai lati). Attenzione al fatto che esiste una derivazione di ankh (simbolo egizio della vita eterna) che rappresenta il pianeta Venere (e la donna), è una croce greca con alla sommità un circolo, sotto certi aspetti molto somigliante.

Questo dell'ancora è il simbolo iniziale della croce del cammino, forse potremmo dire un albero con le radici che partono da terra (no hay vida cristiana sin comunidad), la "comunità di chi viene dall'inferno pieno di ferite e di disprezzo", tramite la quale per Kiko si arriva al cielo ed alla vita eterna.

La croce che simboleggia la parrocchia e quella posta sul seggio del servo di Dio Giovanni Paolo II [vedi] sono invece rovesciate: mentre il cammino prenderebbe dalla terra e porterebbe al cielo, la gerarchia ecclesiastica prenderebbe dal cielo e porterebbe alla terra, esalterebbe la carne a detrimento dello spirito.

Con la croce rovesciata viene verosimilmente indicata la “grande prostituta che siede sui sette colli”, la città grande che regna su tutti i re della terra vedi Ap. 17, 1-18 ed Ap. 18, 1-8, in assoluto contrasto con la “Galilea delle genti” del CNC e probabilmente con la città santa, Gerusalemme, di Ap. 21, 10-27, che sarebbe prefigurata dal testo di Isaia 9, 1-3(4) cui si riferisce Matteo 4, 12-16 che i NC citano sempre a proposito della Domus...

Naturalmente tutte queste interpretazioni sono fondamentaliste ed errate, tuttavia darebbero ragione della Domus e della basilare importanza della “Galilea delle genti” neocatecumenale.

Dato che un simbolo fa sempre riferimento ad un sostrato culturale condiviso, è molto difficile da sostenere che la croce rovesciata di Kiko sia un simbolo medievale dell'apostolo Pietro (martirizzato a testa in giù), dato che Kiko rifiuta questo periodo della storia della Chiesa e dato che oggi questo significato è irrimediabilmente perduto anche perché attualmente il simbolo possiede un significato denotativo fortemente negativo che anche gli atei conoscono: chi lo avesse nel proprio stemma (che non fosse satanista) si affretterebbe a toglierlo.

Il simbolo kikiano ha un suo sostrato condiviso, ma è solo per una sua ristrettissima cerchia. I comuni mortali ne sono esclusi, come in ogni setta che si rispetti.

Sapete, lo sanno i nostri Pastori, che Kiko ha già stabilito i suoi "apostoli" che devono portare il suo "verbo" fino agli estremi confini della terra? Sono guarda caso dodici, gli "illuminati"; li chiamano, sempre guarda caso, i "dodici Cefa", hanno un nome ed un cognome...
:: Che cosa ci si può aspettare da chi ha come principio la frase "questo non ditelo alla gente" (vedi catechesi segrete del CNC)?
:: Da chi afferma in faccia al Papa che la bellezza salverà il mondo, quando il mondo è già stato salvato da Nostro Signore Gesù Cristo morto e risorto?
:: Da chi critica in faccia al Papa la gerarchia ecclesiastica ( e quindi il Papa stesso che ne è il vertice) che non accetta il suo personale
"carisma"?
:: Da chi dà lui stesso le proprie sembianze al messia e le propone all'adorazione dei fedeli? Li espone nelle chiese cattoliche? Copre o
sostituisce con esse il Tabernacolo?

Kiko ha molto potere, ma ancora non abbastanza per imporre a tutti i cattolici la sua "visione". La segretezza dei contenuti del CNC è per i vertici vaticani, che ancora (ma per quanto?) possono impedire il cammino.

Sveglia, aprite gli occhi, leggetevi gli articoli del "portavoce" Gennarini sul Foglio che guarda caso parlano di messianismo e della "Galilea delle genti": ai vertici del cammino i giochi sono già fatti, si aspetta solo il momento opportuno!"

Maria (non la Beata Vergine Maria!) è forse la quarta ipostasi, la Sofia, la donna [mutuata dalla 'sofiologia', branca della spiritualità russa, alla quale la 'visionarietà' kikiana molto ha attinto. Tutti questi dati saranno oggetto di approfondimento nella sintesi in corso di preparazione -ndR] (vedi segno di Venere sull'ancla, che a quanto pare deriva da un 
ankh, simbolo egizio della vita eterna): la vita eterna si ha solo nella comunità. Dice Kiko: "Tra qualche anno saremo tutti morti e resterà qui come un monumento per quei fratelli che Dio ha scelto da prima della creazione del mondo per aprire il Cammino Neocatecumenale, che sarà un cammino molto importante per tutte le nazioni in tutte le Chiese"...
Si parla qui della memoria? Di che tipo di memoria? Che rapporto ha per Kiko il concetto di memoria o memoriale con la vita eterna? Forse esageriamo, ma... Maria è la comunità che gesta, la sofia, la donna bellissima con la quale conversare (forse che non si dice che Kiko abbia avuto a che fare con Maria ?) Ma non in senso "magico", cioè nel senso di Medjugorje per esempio, di Lourdes, insomma nel "nostro" senso di cristiani della domenica (ed anche degli altri giorni!). Tutto nella Chiesa è magico per lui, mentre (vedi Orientamenti, fase conversione) è la comunità che perdona i peccati (senso del saluto "la pace"). Ed è la comunità kikiana che fa l'eucaristia. 

Sapete il perché dopo aver letto Kiko/Carmen rimane sempre l'impressione che un po' abbiano ragione? Perché lui usa gli involucri (parole, concetti, dogmi...) per riempirli con un contenuto totalmente altro, così che in un certo senso li riconosciamo come nostri ma non lo sono. Il trucco è la chiave, la "rivelazione" kikiana, solo "in Cammino" si può entrare in questa vera e propria distorsione della realtà, ma non sei più in grado di riconoscerla perché travolto dalla propaganda e dalla pressione psicologica. Kiko è sicuro di sé, la teologia di supporto può essere adattata se attaccata, perché non si fa altro che giocare con le parole, riempire le parole con significati "ALTRI". La costruzione è teologicamente inattaccabile, nel castello kikiano ci entri solo con la sua chiave, che solo lui conosce, che è la sua rivelazione. Il fatto che si tratti di una vera e propria 'gnosi' alla quale si accede per gradi, non dà la possibilità di riconoscere 'l'inganno sottile' fin dall'inizio, soprattutto se già non si conoscono gli insegnamenti della Chiesa come, si è già sottolineato, accade soprattutto per molti cosiddetti 'lontani'... andando oltre, se mancano sufficienti capacità critiche, si resta invischiati in questa realtà totalmente 'altra' e ammaliati dalle sue immagini 'forti', canti trascinanti, contenuti affascinanti, che strumentalizzano e sovvertono la Scrittura e i simboli più sacri dell'universo spirituale ebraico-cristiano.

Come altro si spiegherebbe che un kikiano in cammino da vent'anni non abbia mai visto nulla che non sia in accordo con il CCC? Il Papa parla di "cammino"? Bene, parla del CNC! Esempio banale, ma non è solo propaganda, è che al concetto di cammino si è sostituito il concetto di CNC, solo la comunità kikiana è in cammino, gli altri no. La distinzione è sottile, ma mentre la propaganda si potrebbe vincere con una contropropaganda, la sostituzione concettuale no perché scende decisamente più in profondità nell'adepto. Se si esce dal CNC, i concetti kikiani non possono essere sostituiti con quelli della Chiesa cattolica, perché si dovrebbero risvuotare e riempire del loro (vero) significato. Come altro spiegare che ci sono neocat intelligenti che si leggono S. Agostino e le encicliche dei papi, e non ci trovano nulla di strano? È per questo che chi tra di loro è in buona fede e perché negarlo, è disperato perché non capisce perché noi non capiamo: ma è perché stiamo parlando di cose completamente diverse, solo l'involucro (il significante) è lo stesso, ma il significato è diverso e spesso opposto.

Il CNC, almeno ad un certo livello, non vuole essere fondamentalismo biblico (lo è probabilmente solo per i quadri inferiori) ma una vera e propria "gnosi", le parole avrebbero infiniti significati, sarebbero segni senza un significato univoco, privi di denotazione ma con infinite connotazioni, le parole assumerebbero un senso estetico, come i movimenti in una danza: che importano le parole quando tu "sai", hai la chiave per l'interpretazione, hai la "linfa" che scorre in te, ti nutre, ti trasforma...

Temiamo che la Chiesa qui dovrà fare come fecero con Al Capone, che è andato dentro per le tasse e non per i suoi innumerevoli ed efferati delitti (ci si scusi il paragone). Le "tasse" caponiane di Kiko sono al momento gli abusi liturgici: Kiko ha già ingannato tre papi con il suo giochetto, ha fatto vedere gli involucri da tutti accettati ed i "frutti". Giovanni Paolo II era buono, gli ha creduto, solo nel suo Magistero si vede l'assistenza dello Spirito Santo, per il resto pensiamo (è nostra opinione, ma di certo era anche male informato) che non si sia mai accorto di nulla. Anche il Cardinal Ratzinger agli inizi gli ha creduto, pensiamo che poi ne abbia valutato gli errori teologici ma anche sotto la pressione dell'allora Papa non ha potuto far molto. 

Ora Kiko, conscio del pericolo dottrinale che corre di fronte a papa Benedetto, cambierà il cambiabile nel direttorio catechetico. Il giochetto è sempre lo stesso. Ma ci sono cose su cui non può retrocedere, e su quelle bisogna metterlo alla corda, allora sbaglierà: una seria e severa riforma liturgica aiuterebbe non poco. Dottrinalmente si può far poco: il significato delle proposizioni dottrinali, come anche delle disposizioni della Chiesa vedi lettera di Mons. Arinze, ha la sua debolezza nel fatto che sono involucri, si possono riempire di altri significati, che altro è l'arrampicata sugli specchi di Gennarini? Che altro è l'uso fuori contesto dei simboli?

Sarà una dura lotta, ma le porte degli inferi non prevarranno. E non lo diciamo noi, ma lo ha detto il nostro Signore, Gesù...

E ancora sulla Domus...

Non possiamo passare sotto silenzio alcune delle altre svariate 'stranezze liturgiche' riscontrate proprio nella Domus...

La prima, una visione della imponente Aula Magna, sormontata da un'immensa cupola, nella quale è anche presente la 'mensa' di dimensioni rapportate all'importanza dell'ambiente, sulla quale fa bella mostra di sé una grande channukkià [abbiamo parlato più diffusamente in un'altra pagina dell'uso improprio di simboli ebraici e del significato dato dai necatecumenali a questo oggetto].

 

Così si presenta la cosiddetta "Sala dei 500"
(Gesù si manifestò dopo la resurrezione a più di cinquecento discepoli -ndR) durante le affollate celebrazioni: nell'immagine pubblicata a lato si notano anche gli elementi circolari della cupola, che stanno a simboleggiare 'i cieli'). Il che ci ricorda il “cielo stellato” a coronamento dell’edificio, nonché le ripetute allusioni all’Architetto dell’Universo che per fabbricare il mondo avrebbe usato la Torah come un architetto usa mappe e piante, citate dal portavoce NC Gennarini in un articolo su "il Foglio" (22 gennaio 2005)… Non vi ricorda qualcosa?... Cliccando sull'immagine diventa ben visibile, ingrandendo, anche l'enorme channukkià...
Il 'cielo stellato' comunque è un altro elemento sinagogale, presente nelle sinagoghe come lucernario, che consente a chi studia la Torah di guardare il cielo stellato...
 
In tutti i catechumenium si incontrano 'lucernari' realizzati con materiali trasparenti...
 
A conferma delle dichiarazioni per nulla velate di Kiko, sul fatto che al luogo scelto per la loro cittadella i neocatecumenali attribuiscono esplicite valenze messianiche: è la “Galilea dei pagani”, la “terra di Zabulon e di Neftali” annunciata da Isaia come il luogo della venuta del Messia,  Gennarini, in un altro suo intervento su “il Foglio” del 27 gennaio 2004, ha scritto: ""Questo monte è un luogo centrale nella storia della salvezza ed è come una cerniera tra l'attesa del Messia e la sua venuta, tra Israele e cristianesimo. Isaia lo aveva annunziato: "Terra di Zabulon e Neftali: in passato coperta di obbrobrio, in avvenire sarà coperta di gloria. La Galilea dei pagani, il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una gran luce": poiché questo fu il luogo della terra promessa dove venne sperimentato l'esilio e dove l'oscurità si fece più grande, quando verrà il Messia la sua luce brillerà per prima proprio qui, in Galilea.""

Pubblichiamo ancora, qui sotto, l'immagine della enorme inquietante channukkià in bronzo disegnata dall'immaginifico iniziatore dei NC

Crediamo che queste immagini si commentino da sole... Stando a quanto dice Kiko, un giorno andremo tutti da lui sul monte a pregare. Avevamo già sentito dire qualche anno fa, da alcuni Neocatecumenali di SFC, che alla Domus sarebbero andati i vescovi di tutto il mondo a pregare! Parola di Kiko! Il gregge neocatecumenale, a frotte, seguirà i pastori inquadrati da Kiko.

Se si andrà avanti di questo passo, i vescovi non andranno più a Roma dal Papa per fare la loro visita ad limina apostolorum, ma andranno in Galilea da Kiko!

I principali elementi costitutivi della Sinagoga sono: la Bimah (chiamata Tevah dai sefarditi) che è il pulpito da cui viene letta la Torah e l'Arón, Arón ha-Kodes: "armadio sacro". È l'armadio posto sulla parete orientale della sinagoga, volta verso Gerusalemme. Vi sono custoditi i rotoli della Torah, rivestiti dei loro ornamenti. Ebbene, guardate le due foto che seguono!

Che dire quindi dell'esistenza, nella Domus, del Santuario della Parola (l'Arón ha-Kodes), e della grande enfasi che lo accompagna? Basti pensare, ad esempio, alle celebrazioni con Rabbini che danzano intorno alla Torah compiaciuti per lo stile antico-testamentario della costruzione. Dobbiamo tener  conto che il giudaismo dei tempi di Gesù, centrato sul Tempio e sul sacrificio dell’agnello pasquale, è scomparso col Tempio; e dal II secolo dopo Cristo, è stato sempre più decisamente sostituito dal “culto della Torah”. Questa importanza data alla Parola è tipica del popolo Ebraico ed inoltre l'uso dell'adorazione della Parola in luogo di quella del Santissimo, di cui non riconosce la Presenza, è tipica di una certa parte del Protestantesimo. La nostra non è una “religione del Libro”, e la divinizzazione di un Testo, bensì è Fede nel Verbo fatto Uomo, il Signore Gesù, che non ci sembra trovi adeguata dignità in mezzo a tanti orpelli e in tutta questa immaginifica costruzione fatta di un'accozzaglia di simboli tratti dall'ebraismo, di sapore qabbalistico. È il motivo per cui sentiamo l'urgenza di dover promuovere una adeguata opposizione religiosa innanzitutto, ma anche culturale a questo, a dir poco, 'confusionismo'.

Nella foto a lato, a destra,  vi mostriamo anche la Bimah della Domus Galileae. Questo elemento trova riscontro anche nei Seminari Redemptoris Mater. Lo dimostra una foto pure pubblicata più in basso in questa stessa pagina. Vi rimandiamo, per ulteriori interessanti approfondimenti, alle pagine del sito dedicate proprio alle manie pseudo-ebraiche da noi già ampiamente stigmatizzate... 
[Uso improprio di simboli ebraici] e 
[Appunti sulla mania dell'ebraismo nel CNC]

 

C'è un altro elemento architettonico che diventa 'luogo' simbolico e che suscita la nostra inquietudine e il nostro sconcerto per la sua presenza nella Domus, perché contribuisce a completare l'idea di realtà 'altra', di separatismo dalla Chiesa che i neocatecumenali rappresentano, perché sono francamente troppi sia i contenuti dottrinali che le prassi a differenziarli. Lo potete vedere nella foto qui a lato. Viene indicato come il luogo in cui "En esas escaleras que bajan se irán poniendo los nombres de todos los que vayan acabando el Camino". 
Dobbiamo pensare a qualcosa come i 144.000 salvati dell'Apocalisse?

Immagine della Cappella del Santissimo. Non mancano i tappeti; in compenso la usuale totale assenza di inginocchiatoi, che eloquentemente dimostra come l'Adorazione sia durante che dopo la celebrazione è comunque bandita. Del resto è risaputo che i neocatecumenali rimangono inesorabilmente in piedi anche durante la Consacrazione... 

“Una fede o una liturgia che non conoscano più l’atto di inginocchiarsi, sono ammalate in un punto centrale” (Joseph Ratzinger, “Introduzione allo spirito della liturgia”, pagina 190). 
È rilevabile inoltre dalla posizione dei sedili, anch'essi in puro stile sinagogale con il leggìo al posto dell'inginocchiatoio, che l'Assemblea guarda se stessa e non è 'rivolta' verso il Signore! Ci ricorda l'affermazione di Kiko "Non c'è eucaristia senza Assemblea [...] è da questa festa che sgorga l'Eucaristia" in totale dissonanza con gli insegnamenti della Chiesa: "Si capisce, dunque, quanto sia importante per la vita spirituale del Sacerdote, oltre che per il bene della Chiesa e del mondo, che egli attui la raccomandazione conciliare di celebrare quotidianamente l’Eucaristia, la quale è sempre un atto di Cristo e della Sua Chiesa, anche quando non è possibile che vi assistano fedeli" (Giovanni Paolo II, Ecclesia de Eucharistia, 31).

Vogliamo parlare dell'inaugurazione della biblioteca e dell'enfasi a dir poco inquietante data ai rotoli della legge 'vestiti' alla maniera ebraica ed esposti con la solennità che i cattolici riservano al Santissimo? Che senso ha tutto questo in un contesto che si definisce cristiano? Sotto ancora inseriamo due immagini della avveniristica biblioteca somigliante ad una ardita navicella spaziale...
 



cliccare sulle immagini per ingrandirle

 Che dire anche della struttura, di notte sempre illuminata, che chiamano "Il calice". per non parlare della zona dedicata alle "Tavole della legge"?
 

cliccare per ingrandire

 

Alla faccia della colletta delle povere parrocchie di periferia!!!
 

Che dire poi del particolare visibile nella foto a destra che in qualche modo ci ricorda la segnalazione pubblicata qui sotto, per il 'nero' che caratterizza le porte del Tabernacolo?

Clicca per ingrandire l'immagine   --->

 

Pubblichiamo un interessante e sorprendente contributo di Roberto

Sul sito della parrocchia NC di S. Catalina Labourè

www.archimadrid.es/laboure

c'è una curiosa foto della cappella - che pubblichiamo a lato - (sul sito segnalato è visibile cliccando alla voce "capilla"):

il colore liturgico davanti al leggìo è verde, quello del tempo ordinario, ma la tendina del tabernacolo (il conopeo [1]), normalmente presente quando dentro il tabernacolo sono custodite le particole consacrate e che viene cambiata secondo i tempi dell’anno seguendo la regola dei colori liturgici, è... nera!!! Mai visto! Cosa significa?

In http://it.wikipedia.org/wiki/Colori_liturgici si dice:

"Per la celebrazione delle esequie prima del Concilio Vaticano II si utilizzava il nero [ma mai per il conopeo: vedi nota]. Pur non essendo del tutto scomparso, è ora sostituito dal colore violaceo, anche nelle altre celebrazioni per i defunti (veglia, rosario, commemorazione di tutti i fedeli defunti il 2 novembre).[...]"

Scelta liturgica... "preconciliare"??? Conopeo post-tridentino???

Ma in una cappella non si celebra solitamente la messa dei defunti, per questo c'è la chiesa parrocchiale, né sono visibili nella foto le corone e i cavalletti. Di più ancora: per una foto da pubblicare su internet nessuno sano di mente avrebbe fotografato subito prima o subito dopo un funerale... Il conopeo nero salta all'occhio! E poi perché il colore del leggio è diverso (verde)?

Che sia una scelta? Ed in base a quali criteri? Che significa l'uso del colore nero sul tabernacolo se slegato dall'uso liturgico?

Il conopeo nero non esiste nel culto cattolico. È espressamente vietato da ogni norma liturgica, in ogni tempo, poiché Cristo è il Pane Vivo, non morto.

Da quello che ho letto sul Cammino mi pare che le difformità liturgiche nel CNC rivelino ben più gravi difformità teologiche, e forse qui siamo in presenza di un effetto della dottrina kikiana dell'Eucaristia ('non Presenza' eucaristica fuori dalla Messa).

La mia impressione "a pelle" è che un simile conopeo potrebbe stare tranquillamente in "assemblee tutt'altro che cristiane"... (quelle della croce rovesciata tanto per intenderci): ma forse esagero.

Sullo stesso sito c'è la foto della chiesa parrocchiale (tempio): nessun colore liturgico sull'ambone (dove campeggia un'icona kikiana) e il tabernacolo non sembra proprio che ci sia: quasi uno shock per chi come me non è abituato alle sinassi kikiane 

[1] Conopeo di tabernacolo. Copertura in stoffa del tabernacolo contenente la riserva eucaristica. Generalmente è una semplice tendina posta davanti allo sportello, di colore bianco, laminato d'oro o d'argento, o del colore liturgico, eccetto il nero sostituito dal viola o dal rosso. (Dal Thesaurus del corredo ecclesiastico di culto cattolico)
Riceviamo questa precisazione da un lettore, che pubblichiamo volentieri: Mi permetto un piccolo commento: nell'articolo sulla Domus Galileae c'è una piccola rettifica che mi permetto di fare. Il conopeo nero: secondo il Vetus Ordo (Messale Preconciliare, per capirci) nelle messe pro defunctis si usavano i paramenti neri ad esclusione del conopeo che rigorosamente doveva essere viola, poiché il nero è il colore della morte ma colui che è risorto illumina la morte della speranza della risurrezione quindi il conopeo è viola poiché rappresenta solo il dolore del distacco terreno illuminato dal Signore della Vita e la penitenza per l'anima dei defunti. Grazie per quello che fate.
Un ricordo nella Preghiera in Cristo Davide Rastello

Che dire dell'uso della Bimah, come nelle Sinagoghe?

Lo abbiamo già mostrato per la Domus Galileae, ma ne abbiamo un ulteriore esempio: nella foto pubblicata qui sotto è visibile la Bimah del seminario Redemptoris Mater di Macerata. Fa parte delle manie pseudo-ebraiche che abbiamo già ampiamente stigmatizzato... [vedi] e [inoltre]

Un'altra "stranezza", che poi è ancora estraneità...

Vi invitiamo a guardare quest'altra immagine, tratta ci dicono dalla cripta della Parrocchia della SS. Trinità di Piacenza. Che sia una Cappella ce lo fanno pensare tanti simboli liturgici: il cero pasquale, in primis; la 'mensa' - anche se non è l'altare - per le celebrazioni; la grande icona della Trinità che campeggia sullo sfondo. Ma mi dite che c'azzeccano in un'assemblea cattolica le due enormi menorah ai lati? 

Notate, inoltre, sulla sinistra, la grande 'croce astile' (vedi sopra) neocatecumenale disegnata da Kiko e presente in tutti i suoi incontri? Che senso dobbiamo darle, visto che è presente e visibile, a destra, un crocifisso?

E ancora...

Guardate, ancora, l'altra immagine qui sotto (un momento del megaraduno di Marsiglia, febbraio 2006): è sparito l'altare sostituito dall'ipertrofica 'mensa';  tappeti; in compenso totale assenza di inginocchiatoi, che eloquentemente dimostra come l'Adorazione sia durante che dopo la celebrazione è comunque bandita. Del resto è risaputo che i NC restano inesorabilmente in piedi anche durante la Consacrazione... “Una fede o una liturgia che non conoscano più l’atto di inginocchiarsi, sono ammalate in un punto centrale” (Joseph Ratzinger, “Introduzione allo spirito della liturgia”, pagina 190).

Oltre alla mancanza di inginocchiatoi, notate la disposizione delle panche che orientano l'Assemblea verso se stessa, e non verso il Signore, anche perché manca l'altare sostituito dalla grande 'mensa'. Questo orientamento delle panche, rigorosamente senza inginocchiatoi e tra l'altro tipicamente sinagogale (è una vera mania, abbiamo visto in una foto sopra anche la bimah), è una costante di TUTTE le chiese neocatecumenali. C'è contrasto evidente col pensiero del Papa e della Chiesa: "Nella liturgia eucaristica il sacerdote guida il popolo nelle preghiera ed è rivolto, insieme ai fedeli, verso il Signore..." (Joseph Ratzinger, Prefazione a: Uwe Michael Lang, Rivolti al Signore - l'orientamento nella preghiera liturgica, ed Cantagalli 2004)

Le difformità cultuali, le difformità catechetiche, le strutture, metodi, gerarchie, ruoli, simboli, totalmente 'altri' rispetto alla Chiesa cattolica, non fanno che avvalorare l'ipotesi che Kiko più che 'riformare' la Chiesa, abbia inteso e intenda 'rifondarla'. Non dimentichiamo il messianismo della Galilea delle genti e quanto evidenziato in altre parti di questa pagina... e in tutte le altre!


A proposito dei tappeti...

"... vedendo la sala coperta di tappeti sa che appartiene a Dio e non al mondo. I tappeti riflettono la regalità e, contemporaneamente, l’appartenenza. Tutti i re possiedono tappeti nei loro palazzi, ne sono adornati, e quando i re partono per una visita, al metter piede fuori dal palazzo gli viene steso un largo tappeto che impedisce che i suoi piedi vengano contaminati come quelli della gente mondana. L’uomo che è stato creato dalla Bellezza ed è stato fatto per la Bellezza… l’uomo ha bisogno dell’estetica per reincontrarsi con Dio."
[Kiko, dalla catechesi sul cammino dell'"ostiario", colui che prepara la sala per le celebrazioni]

Anche questo elemento contribuisce a creare 'appartenenza' e contemporaneamente 'distinzione': (noi - gli altri)

Ci è stata inviata la foto che pubblichiamo qui sotto, con l'indicazione che è stata scattata nella chiesa Notre-Dame de Bonne Nouvelle a Parigi, il cui parroco ha conosciuto il Cammino circa 30 anni fa e ha lavorato per lo sviluppo delle comunità neocatecumenali in Francia. Elemento ricorrente, l'ipertrofica 'mensa' al posto dell'altare... E non c'è traccia del Tabernacolo! Davanti al vecchio altare, spoglio e abbandonato, campeggia la loro croce; infatti non manca, in fondo a sinistra, l'inquietante croce astile [vedi]...

 

Altre eloquenti immagini della davvero ipertrofica (!) mensa, tratte da Porto S. Giorgio, la prima e da Namur, la seconda, con in primo piano la channukkiàh [vedi]:

Cliccare sulle immagini per ingrandirle

C’è da chiedersi il perché della creazione nonché dell'uso esclusivo, uniforme per ogni comunità, di simboli nuovi, soprattutto se ci si definisce 'realtà ecclesiale' come nel caso dei NC nel cui ambito si è introdotti e si vive in un 'ambiente' - luogo di culto compreso - in cui tutto parla di Kiko e della sua suggestiva e personalissima costruzione, inventata e voluta sia nei nuovi oggetti di arte sacra che nei dettagli architettonici. Vedi i nuovi canoni dell'architettura delle chiese che, in luogo dei simboli millenari che riproducono il tempio gerosolimitano,  acquistano una bizzarra mappatura ginecomorfa. Infatti, la navata simboleggia il corpo di una gestante, gravida dei suoi figli rinati; "la testa" è l'ambone che ha totalmente prevalso sul presbiterio, dove il leggio è "la bocca". Il vecchio altare sparisce e più giù c'è "lo stomaco", una grande tavolata quadrata su cui si dice messa e si fa la comunione con focacce non lievitate e gran numero di calici di vino. E più giù ancora "l'utero", la vasca scavata nel pavimento, dove il battezzato si immerge per uscirne fatto uomo nuovo.

Il paradosso è che la loro mania per l'ebraismo si manifesta in tanti dettagli, ma non coglie l'essenziale e cioè che la disposizione architettonica delle chiese, più vicina alla tradizione giudaica, è quella tradizionale: il tempio di Gerusalemme era costituito da cortili concentrici ed in successione, in modo che si dovessero attraversare, per avvicinarsi al sancta sanctorum. Si attraversavano in modo graduale, a seconda dell'appartenenza: il primo cortile, dei pagani, era frequentato da tutti; ad esso corrisponde l'atrio delle basiliche cristiane (un tempo di tutte le chiese, ora sostituito dal sagrato), in cui potevano entrare tutti, anche i catecumeni; la seconda divisione era data dal cortile delle donne, in cui potevano stare uomini e donne israeliti, ma non altre persone; ad esso corrisponde la navata della chiesa, in cui possono stare tutti i battezzati, maschi e femmine (un tempo gli ostiari avevano il compito di fare uscire fuori dalla navata i non battezzati, prima della celebrazione sacrificale); vi era poi il cortile di Israele, in cui potevano transitare solo i leviti, prospiciente al tabernacolo dell'alleanza, sede della presenza di Dio (in questo cortile si trovava l'altare dei sacrifici sopraelevato); ad esso corrisponde il presbiterio, separato dagli altri ambienti dalla balaustra (o da altre strutture, e sopraelevato). In questo luogo si trova l'altare per il sacrificio, sopraelevato da terra. Oltre il cortile di Israele, si trovava il tabernacolo dell'alleanza, accanto al quale ardevano incessantemente le lampade ad olio, ed era coperto da un velo (squarciato dalla morte di Cristo). Poteva entrarvi solo il sommo sacerdote (non i leviti) e solo per la festa dell'espiazione. L'omologo è ovviamente il tabernacolo, accanto a cui ardono incessantemente le lampade, davanti al quale vi è il velo del conopeo, simbolo tangibile dell'identità della chiesa cattolica con il Tempio di Gerusalemme, figura dei templi cristiani. Tempio del sacrificio cruento e preparatorio, senza grazia, ma figura del tempio in cui avviene il vero sacrificio, con la grazia. Poiché l'eucaristia è sempre un sacrificio propiziatorio ed espiatorio, è sempre possibile per il sacerdote (un tempo di norma solo per lui), aprire il tabernacolo. Ovviamente anche nel tabernacolo vi è la presenza di Dio: mentre nel sancta sanctorum era simbolica e figurale, in questo caso è reale e sostanziale.

La perfetta identità tra tempio ierosolimitano e chiesa, è talmente evidente che ogni commento è superfluo. È solo per ottusa superbia da parte dei "dotti " liturgisti, che si è pervertita una tradizione risalente a Salomone, ma nei suoi archetipi addirittura a Mosè. 3500 anni di tradizione buttati via, perchè qualche emerito signor nessuno preferisce un tavolino con sopra fiori sparsi, candelabri ebraici (ma non la Croce)!!!

Le difformità cultuali e architettoniche, quelle catechetiche, le strutture, metodi, gerarchie, ruoli, simboli, totalmente 'altri' rispetto alla Chiesa cattolica, non fanno che avvalorare l'ipotesi che Kiko più che 'riformare' la Chiesa, abbia inteso e intenda 'rifondarla'. Non dimentichiamo il messianismo della Galilea delle genti enfatizzato nella Domus Galileae, frutto di un sincretismo davvero ‘anomalo’, nella quale recentemente è avvenuto il raduno di 150 vescovi asiatici (una visita ad limina?) e quanto evidenziato in altre parti di questa pagina... e in tutte le altre!

Abbiamo appreso con dolore e rammarico che Kiko ha guidato a Firenze, nella scorsa estate, uno stage per architetti, illustrando loro la sua ‘nuova estetica’ e i suoi nuovi canoni da seguire per la costruzione di Chiese!

Quella che segnaliamo non è una vera e propria 'stranezza liturgica'; ma stranezza è certamente. Dobbiamo imparare a decodificare i simboli, specialmente quelli che vengono contrabbandati come simboli cristiani! Prescindendo da ogni considerazione riferita ai valori 'estetici' tanto sbandierati da Kiko, che non ci sembrano presenti nella grafica asimmetrica e forzatamente inserita nella cornice, la scritta del logo riporta, da destra in altro: Nuova evangelizzazione - Comunità - Liturgia - Parola... Osserviamo: la Chiesa Cattolica, Apostolica, Romana alla quale non siamo così sicuri che i neocatecumenali appartengano, in effetti non appare! Ci sembra che, al suo posto, sia indicata la Comunità... Le scale stilizzate raffigurate ai lati del tondo centrale, che conducono ad una 'vasca' con la croce immersa nelle acque (del nuovo battesimo, quello dell'appartenenza alla Comunità, senza la quale, dicono, non c'è salvezza?), fanno pensare alla miqwé, la vasca delle abluzioni purificali praticate dai nostri fratelli ebrei. Un altro dei simboli ebraici 'importati' del tutto impropriamente? Si potrebbe pensare anche agli antichi fonti battesimali; ma la Chiesa ha fatto un cammino di secoli e ci sembra che con la scusa di tornare all'antico, si voglia distruggere la tradizione ecclesiale, creandone una nuova del tutto arbitraria, che mette insieme simbologie ebraiche vetero-testamentarie, reinterpretate dalla immaginifica fantasia dell'iniziatore del cammino... 
Per chi fosse interessato, di questo abbiamo parlato un un'altra pagina.

Stigmatizziamo:

Uso improprio di simboli ebraici
La Cannukkià, il candelabro a 9 luci, simbolo della vittoria su Antioco IV Epifane, diventa... >>>

Stranezze liturgiche
scoperte anche dal Web
>>>

Appunti sulla mania dell'ebraismo del CNC
Chi aggiunge simboli esterni per "ravvivare" la forma religiosa crea "idolatria" >>>

Seminari del CNC
"Redemptoris Mater" 
Una seria minaccia per l'unità della Chiesa cattolica
>>>

Commenti sullo Statuto
da parte di Don Gino Conti >>>

Puntualizzazioni
sul RICA, sui catecumeni e il "neocatecumenato" >>>

Inflazione del volto di Kiko nelle immagini di Cristo
Abbiamo notato con sconcerto ed inquietudine, nei dipinti dell'iniziatore del Cammino. >>>

Sono a comunicarvi le decisioni del S. Padre...
Abbiamo inserito il testo della Lettera del card Arinze, comparato con le nostre osservazioni...>>>

Reazioni alla lettera
. Notazioni di un  nostro collaboratore >>>
. Notazioni ulteriori >>>

Kiko va dal Papa a lamentarsi...
Abbiamo inserito, con commento, il testo della discorso di Kiko, P.za S. Pietro, 3 giugno 2006 >>>

Eucaristia, senso del peccato...
Occorre conoscere le difformità dagli insegnamenti della Chiesa... >>>

Sul Sacerdozio e sulla Riconciliazione...
Occorre conoscere le gravi storture introdotte dal Cammino... >>>

Principali difformità
della dottrina del Cammino dagli insegnamenti della Chiesa, in sintesi >>>

Aspetti critici
Sebbene goda del favore di molti ecclesiastici, il Cammino presenta aspetti problematici in campo, dottrinale, liturgico e pastorale... >>>

Manipolazione mentale
nel Cammino NC?
Viene indotto l'affidamento totale, cieco al cammino abbandonando ogni resistenza; la razionalità e il pensiero logico vengono, a volte anche esplicitamente, condannati come idoli. >>>

Relazione psichiatrica 
Il Prof. Antonio Picano, psichiatra presso l'Ospedale S. Camillo di Roma... >>>

Gergo neocatecumenale
Nei culti totalitari, l'ideologia è interiorizzata come "la verità"... >>>

Giovanni Paolo II e la
croce rovesciata disegnata da Kiko...>>>

Tentativi di dialogo
Alcuni saggi delle difficoltà di dialogo con gli aderenti al cammino NC >>>

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Abbiamo predisposto un questionario che ti preghiamo, se vuoi, di riempire per un contatto iniziale e per dare dignità alla tua storia. >>>

Per sdrammatizzare... «Cronache semiserie della pulce pellegrina»


Ultimo aggiornamento 5 agosto 2007