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Le braccia incrociate di Kiko tra
disobbedienza e messaggi in codice
di Gianluca Barile su Petrus, 28 aprile 2008
CITTÀ DEL VATICANO - A braccia conserte. È così
che l’iniziatore del Cammino Neocatecumenale, Kiko Arguello, si è presentato
al cospetto del Papa al momento di ricevere la Comunione, Domenica mattina,
nella Basilica di San Pietro, durante la Messa per l’ordinazione di 29 nuovi
sacerdoti della Diocesi di Roma. Una vergogna. L’ennesima. Che Kiko non
rispettasse l’Eucarestia, facendola amministrare ‘allegramente’ con canti e
balli dai preti allevati nei seminari ‘Redemptoris
Mater’ e ricevere dai fedeli del suo movimento nelle mani mentre stanno
comodamente seduti, era arcinoto; ma che il ‘nostro’ potesse arrivare a
tanto, a mancare di deferenza al Corpo di Cristo e al Santo Padre in questo
modo, neanche il suo critico più accanito avrebbe osato immaginarlo
lontanamente.
Eppure è accaduto. E poco importa che dopo la Cerimonia, a favore di
telecamera, Kiko, affiancato dalla fedelissima Carmen Hernandez, si sia
fatto inquadrare mentre si spellava le mani per applaudire Benedetto XVI.
No, è troppo comodo così: è giunta l’ora che Arguello risponda delle proprie
azioni.
Si trattasse di una persona qualunque, si potrebbe pensare ad un attimo di
emozione, ad una ‘dimenticanza’, sia pur grave ma umana, davanti alla
persona del Papa, ma parliamo del fondatore dei Neocatecumenali, di uno che,
per quanto non la rispetti nelle sue catechesi, conosce benissimo la
Liturgia e la Dottrina di Santa Romana Chiesa e da anni conosce Joseph
Ratzinger. Dunque, come è possibile che Kiko abbia deciso di comunicarsi con
le braccia incrociate davanti a Benedetto XVI?
Escluse la disattenzione e la negligenza, le ipotesi sono tre: per
minacciare uno scisma a causa della mancata approvazione da parte della
Santa Sede degli Statuti del Cammino, il cui periodo di sperimentazione è
scaduto ormai lo scorso Giugno, e allora Arguello sarebbe un estorsore; per
fare pressioni su Benedetto XVI per convincerlo a dare quanto prima il
proprio imprimatur agli Statuti, e allora Arguello sarebbe uno stupido,
perché sa che Joseph Ratzinger non è uomo pronto a scendere a compromessi
con nessuno, costi quel che costi; per ribadire che a suo avviso, e ad
avviso di tutti i Neocatecumenali, nell’Eucarestia non c’è realmente Nostro
Signore Gesù Cristo e che essa rappresenta solo un ‘memoriale’ della sua
morte e risurrezione, cosicché si possa ricevere anche come se si tratti di
una semplice caramella, malgrado a portela sia il Pontefice in persona, e
allora sarebbe un protestante, nel senso religioso del termine. In nessuno
di questi casi, comunque, Kiko ne uscirebbe con una bella figura.
Anzi, l’impressione è che l’iniziatore del Cammino più discusso nella storia
della Chiesa abbia rimediato l’ennesima imperdonabile figuraccia. Errare è
umano, si sa, ma perseverare è diabolico. Così, il modo in cui Kiko si è
presentato al cospetto di Pietro (già, caro Kiko, lo chiamiamo Benedetto ma
il Papa - lui e non tu, fattene una ragione - è a tutti gli effetti Pietro),
altro non fa che aggravare il mancato adeguamento dei Neocatecumenali alla
Liturgia ufficiale della Chiesa, così come richiesto ufficialmente il 7
Dicembre 2005 dal Cardinale Francis Arinze, Prefetto della Congregazione per
il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, a nome del Santo Padre.
Conoscendo le potenti coperture su cui può fare affidamento Arguello
all’interno stesso della Chiesa, siamo certi che l’ennesimo atto di
disobbedienza al Pontefice passerà sotto silenzio e senza alcun richiamo
ufficiale; siamo altrettanto certi che i Neocatecumenali più integralisti,
come già accaduto in circostanze precedenti, ci tempesteranno di e-mail
cariche di veleno, ingiurie e minacce, a dimostrazione che le catechesi
studiate per loro da Kiko, oltre a non rispecchiare gli insegnamenti
plurisecolari della Chiesa, poco educano a rispettare il prossimo (in
particolar modo quando dice verità scomode).
Sconvolti e disgustati dalla pubblica e palese mancanza di rispetto di Kiko
Arguello al Santissimo Sacramento - ricevuto, lo ripetiamo, a braccia
conserte - e al Papa, noi di ‘Petrus’ invitiamo i nostri lettori a scrivere
lettere ed e-mail di civile e pacifica protesta ai responsabili del Cammino
Neocatecumenale, nell’attesa - e con l’auspicio - che in Vaticano l’atto di
disobbedienza di Kiko non passi sotto silenzio malgrado amicizie influenti e
coperture potenti. Per quanto ci riguarda, non possiamo far altro che far
sentire la nostra voce e confermare a Sua Santità Benedetto XVI la nostra
filiale devozione e la più totale obbedienza. Intanto, chi volesse vedere la
foto di Kiko Arguello mentre riceve il Corpo di Cristo dalle mani di
Benedetto XVI a braccia conserte,
può collegarsi al seguente indirizzo
Internet
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