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Una vicenda emblematica: Kiko "ci prova" con gli Ortodossi russi.

Da un lato il Patriarcato ortodosso di Mosca, dall’altro il Cammino Neocatecumenale di Kiko Arguello e Carmen Hernandez. Prove di dialogo ecumenico, con un viaggio a Mosca e una sorta di intervista che si rivela un vero boomerang, con precipitosa marcia indietro e inevitabile brutta figura. Planetaria. Tutta colpa dei giornalisti, dirà qualcuno: il solito comodissimo alibi, adatto a nascondere altrui ingenuità, se non peggio. Ad ogni modo una vicenda che merita di essere ricostruita, anche per le conseguenze che – nella situazione attuale – potrebbero derivarne nei rapporti fra la Chiesa di Roma e quella di Mosca. Mai sottovalutare casi come questi. Ecco i fatti.

IL VIAGGIO - Poco dopo la metà di ottobre i responsabili del Cammino Neocatecumenale, i già citati Kiko e Carmen, oltre a padre Mario Pezzi, si recano a Mosca per un incontro con i vertici della chiesa ortodossa. Il 19 ottobre 2006 incontrano Kirill, il metropolita di Smolensk e Kaliningrad, presidente del Dipartimento per i Rapporti Esterni del Patriarcato (DECR) della capitale russa. Lunedì 23 ottobre, quando i tre hanno ormai lasciato la Russia, l’agenzia cattolica Zenit getta luce su quell’incontro (qui il lancio integrale) rendendo noto che nell’occasione fra Cammino Neocatecumenale e Patriarcato di Mosca è stato raggiunto “un accordo” in base al quale il Cammino “mostrerà ai sacerdoti ortodossi il processo di evangelizzazione” comunemente utilizzato presso le realtà neocatecumenali.

A “rivelarlo” sono – secondo il lancio di Zenit – lo stesso Kiko e padre Mario, e proprio ad Arguello è attribuita la precisazione secondo cui l’accordo include in una prima tappa l’insegnamento dei principi di evangelizzazione del Cammino Neocatecumenale e in una seconda l’abilitazione dei sacerdoti ortodossi: “Nel nostro incontro con il metropolita Kirill” – dice Kiko ‘virgolettato’ da Zenit – “gli abbiamo spiegato che il Cammino vuole che la fede della gente cresca affinché avvenga in lei un cambiamento e possa allora amare. Siamo venuti in Russia per mostrare il nostro amore”, mentre “in Europa gli uomini stanno abbandonando Cristo e la società è sempre più intrisa di individualismo”. “Nelle chiese rimane poca gente” – continua Kiko con argomentazioni a lui molto care – “e per questo Dio prepara una nuova evangelizzazione: la Chiesa ortodossa russa sa che bisogna lavorare ad un modo diverso di catechizzare. La Russia, come l’Europa, ha bisogno di Cristo: qui ci sono milioni di persone alcolizzate o che si suicidano perché non lo conoscono. Bisogna annunciare il Vangelo” – conclude dunque Kiko – “ed evangelizzare”.

“Nessun proselitismo”, garantiva dal canto suo padre Mario nella stessa circostanza, preoccupandosi di rimarcare il fatto che il cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, che cura le relazioni ufficiali e bilaterali della Santa Sede con Mosca, era stato messo al corrente della loro visita a Mosca.

LA SMENTITA – Passa un giorno e da Mosca arriva una secca smentita a quanto sostenuto da Kiko e rilanciato da Zenit. A raccoglierla e renderla pubblica è l’agenzia di stampa indipendente Interfax (qui l’articolo originale), che ascolta il parere di Igor Vyzhanov, segretario del Dipartimento per i Rapporti Esterni del Patriarcato di Mosca (DECR): “Nessun accordo è stato raggiunto in quell’incontro, anche se abbiamo comunque riservato grande attenzione alle proposte del Cammino Neocatecumenale. Esso a mio parere resta però un’organizzazione molto contraddittoria”. Contenuti chiari, rafforzati da una ulteriore precisazione: “La posizione del Patriarcato di Mosca riguardo ai risultati della riunione del 19 ottobre era stata resa nota nel comunicato stampa DECR di quello stesso giorno, in cui è segnalato che Sua Eminenza Kirill, nel colloquio con il Cammino Neocatecumenale, ha puntato l’attenzione sulla necessità di uno sguardo ravvicinato alle differenti tradizioni spirituali, per valutare anzitutto se le idee degli odierni movimenti religiosi corrispondono alla tradizione teologale della Chiesa ortodossa. Nessuna proposta è stata presentata ai responsabili del Cammino Neocatecumenale”.

LA MARCIA INDIETRO – Passano altre 24 ore, il tempo di far arrivare le notizie a destinazione e riordinare le idee, ed ecco che i responsabili del Cammino Neocatecumenale concordano con Mosca: l’accordo non c’è e non c’è mai stato. In Russia l’agenzia Interfax registra e rilancia, comunicando così il dietro-front attuato dai responsabili del Cammino (qui il lancio integrale). La lettera di cui si parla in quel testo è un comunicato stampa emesso dal Cammino Neocatecumenale (per inciso: comunicato ovviamente assente dal sito ufficiale del Cammino, che peraltro non viene probabilmente aggiornato da anni…). e che ora potete trovare qui, su un sito internet non ufficiale della galassia neocatecumenale oppure qui, in versione italiana, pubblicata proprio dall'agenzia Zenit.

Questo comunicato stampa informa che nell’incontro avuto il 19 ottobre con Kirill gli iniziatori hanno spiegato “le origini del Cammino” e il percorso di “riscoperta della iniziazione cristiana e del catecumenato per adulti” che esso rappresenta, in "piena sintonia con lo spirito del Concilio Vaticano II". “Kiko ha assicurato” – continua il comunicato – “che non si vuole compiere alcuna azione di proselitismo verso i fedeli ortodossi, ma solamente offrire questo itinerario di formazione nella fede come servizio all’interno della Chiesa ortodossa russa”. Proseguendo nella ricostruzione dell’incontro, la nota neocatecumenale dopo aver confermato che “Kirill ha rilevato la necessità di un maggiore approfondimento delle rispettive tradizioni spirituali, per verificare se le idee dei moderni movimenti religiosi corrispondano alla tradizione teologica della Chiesa ortodossa”, annuncia di fatto che al “reverendo Igor Vyzhanov, segretario per le relazioni interreligiose del Patriarcato di Mosca” (è proprio il personaggio che aveva candidamente ammesso il giorno prima che ‘il Cammino Neocatecumenale resta un’organizzazione molto contradditoria’…), è stato affidato il compito di “continuare il dialogo per poter approfondire il tema”. E qui il passaggio decisivo: “In un secondo momento, se questa prima tappa avrà esito positivo, si esaminerà la possibilità di effettuare gli adattamenti necessari” per poter proficuamente lavorare sul sentiero ecumenico percorso tanto da Giovanni Paolo II che da Benedetto XVI. Dunque, quello che era un accordo già raggiunto in appena 48 ore degrada a semplice esame della possibilità che qualcosa accada in un secondo tempo: mica male. Davvero.

Ma c’è di più, perché il comunicato – come a prendere le distanze dall’agenzia che aveva riportato la prima notizia - conclude così: “Ci dispiace che sia potuto sorgere un fraintendimento circa le notizie rese note sull’incontro: concordiamo pienamente con il comunicato del Patriarcato di Mosca sul fatto che non sia stato raggiunto alcun accordo finale” e confidiamo nella possibilità di “continuare questo dialogo di approfondimento”.

A vederla da fuori, è una resa senza condizioni, inevitabile e obbligata, vista la reazione ferma e dura avuta dal patriarcato moscovita. Una precisazione sollecitata verosimilmente anche dal Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, che con il cardinale Kasper ha più volte potuto constatare la cautela che è d'obbligo in campo ecumenico. Per quanto riguarda Kiko Arguello, invece, troppa gioia, o troppo entusiasmo, o scarsa capacità di valutare la realtà, o completo fraintendimento di quanto concordato, o semplice bonaria ingenuità, o voglia di ingigantire le proprie azioni: davvero tante le possibili spiegazioni. Ognuno, verosimilmente, ha già in mente la sua.

In conclusione: avevamo una notizia, la notizia di un accordo fra la chiesa ortodossa russa e il Cammino Neocatecumenale. Quella notizia non c’è più. Anzi, non c’è mai stata.

CONCLUSIONE - Abbiamo visto l'articolo su Kiko in Russia in inglese: una pessima figura, un brutto colpo per la sua credibilità, un rischio per i rapporti tra cattolici e ortodossi. Insomma, l'abbiamo pescato a dire le bugie...

In sostanza è fallito clamorosamente e anche con ignominia il tentativo di Kiko di diventare l'evangelizzatore di tutte le Russie...

Cosa pensare della seguente dichiarazione pubblicata in testa al Comunicato stampa, successivamente e nonostante la netta smentita, in segnideitempi.it“L’incontro con il Metropolita Kirill è stato molto cordiale e positivo”, ha detto Kiko Arguello. “Abbiamo accordato di iniziare dei contatti che, sperando nella Provvidenza del Signore, siano di beneficio al gran compito della Nuova Evangelizzazione anche nella Chiesa Ortodossa.” 

Lo stesso deve dirsi a proposito del sito Catechumenium che, in concomitanza con l'evento (26 ottobre), pubblica un articolo dal titolo: "Apostoli di unità. Conosciamo meglio i primi evangelizzatori dei popoli slavi, i Santi Cirillo e Metodio". L'articolo è denso di riferimenti storici e, alla fine, in origine era pubblicata la foto del 'tripode' del cammino - ora sostituita con una immagine di Cirillo e Metodio - con la didascalia:


"Nella foto, da sinistra : Padre Mario Pezzi, Carmen Hernandez
e Kiko Arguello, i nuovi "apostoli dell'unità".


Non sappiamo se attribuire la cosa all'umiltà dei tre personaggi o al 'culto della personalità' che caratterizza los kikos. Da rilevare tuttavia che questa nostra critica, inserita nelle news di ottobre, ha provocato la sparizione della foto sostituita con una immagine di San Cirillo... Ma la nostra informazione corretta ne conserva la 'storicità'.

Possibile che nell'ambito NC non ci sia una 'lettura' obiettiva di fatti del genere, invece della solita enfatizzazione di tutti i 'detti e fatti' di Kiko?

Il cammino neocatecumenale si rivela per quello che è: ideologia e propaganda. Così sono ottenuti i tanto sbandierati "frutti"!

Che Nostro Signore Gesù Cristo e Maria Santissima proteggano la Santa Chiesa cattolica ed apostolica.

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