Cronaca d'inizio Ottobre
Pubblichiamo la risposta data in questi giorni ad una
delle tantissime mail che ci vengono inviate da neocatecumenali, emblematica
dei loro atteggiamenti e delle conseguenti puntualizzazioni.
“Salve, mi sono trovato per sbaglio nel vs
sito … antiNC!”.
Fratello carissimo,
purtroppo la questione è assai delicata, e mi perdonerai perciò di averti
scritto in maniera tanto lunga, ma lo ritenevo purtroppo il minimo
indispensabile per portare sufficiente chiarezza.
Abbi la pazienza di leggere
tutto; ti chiedo di leggere con attenzione e di riflettere onestamente,
anche se qualche termine ti potrà sembrare un po' forte (e che ho usato solo
per non allungare molto di più questo scritto).
Ti assicuro che non troverai neppure una
parola di odio, poiché in quanto cristiano io odio soltanto il peccato.
Anzitutto devo correggerti
fraternamente il primo errore di interpretazione.
Non si tratta di un sito "anti-NC".
Si tratta invece di un sito "verità sui NC".
Spesso la verità può
risultare sgradevole, specialmente per chi ha potuto ascoltare solo una
campana (quella della martellante propaganda ufficiale).
Se nel sito hai trovato
qualche espressione forte, puoi star certo che rappresenta lo stato d'animo
di chi ha a cuore le sorti della Chiesa e non sa esprimere con altre parole
il vedere nel Cammino Neocatecumenale un pericolo per le anime.
“Posso capire se qualcuno
nutre dubbi su questa realtà... ma qui si va molto oltre, dicendo cose molto
gravi... ed anche contraddittorie... e spesso false...”
Per criticare la realtà NC è
bastato osservarla e confrontarla con il Magistero e la Tradizione della
Chiesa.
Visto che la tua accusa è
tanto decisa quanto generica, ti invitiamo a segnalarci con precisione cos'è
che ti sembra contraddittorio, ed a dimostrarci con ancor più precisione
cos'è che ti sembra falso.
Se hai la pazienza di leggere
(e anche il tempo per farlo), troverai nel sito una quantità notevole di
testimonianze e di documentazione, che si vanno ad aggiungere alla vera e
propria montagna di testimonianze e documenti già pubblicati negli scorsi
decenni.
Se accusi noi di aver detto
cose false, stai automaticamente accusando anche papi, cardinali e vescovi
(oltre a preti e laici e consacrati) che hanno detto anni prima di noi - e
molto più severamente di noi - quelle stesse cose.
Ciò che colpisce infatti è la
coerenza di quelle fonti.
Col passare del tempo, e nei
luoghi più diversi del mondo, giungono le stesse obiezioni, si verificano
gli stessi problemi, nascono le stesse tensioni e divisioni a causa del
Cammino.
Con delle testimonianze così
gravi, così precise e così concordi, è subito diventato impossibile pensare
a delle sfortunate coincidenze.
È impossibile pensare a dei
fantasiosi "nemici del Cammino" intenzionati solo a denigrarlo, visto che
tra tali "nemici" ci sono intere conferenze episcopali, cardinali, vescovi,
teologi, sacerdoti... che hanno mosso accuse precise e circostanziate!
Dunque, a meno di grave
ignoranza da parte di chi difende il Cammino, bisogna ammettere che il
Cammino Neocatecumenale ha dei gravi problemi fin dal suo sorgere, problemi
di cui non si è mai liberato, e di cui probabilmente non ha mai tentato di
liberarsi.
“mi sembra strano che in
Vaticano nessuno, compreso il Papa, si sia accorto delle eresie che voi
denunciate”.
Noi non denunciamo solo le
eresie, ma anche le disobbedienze e gli abusi liturgici.
Del resto le distorsioni
della fede (le eresie) finiscono prima o poi per produrre i loro pessimi
frutti anche nelle virtù cristiane (anzitutto l'obbedienza) e nella vita
cristiana (anzitutto la liturgia).
Le eresie neocatecumenali
sono difficili da precisare perché sono nascoste in una selva di ambiguità.
In venti secoli di storia
della Chiesa abbiamo infatti notato che gli eretici non vogliono essere
riconosciuti come tali, ma pretendono di essere guardati come "frutti dello
Spirito". Pertanto farciscono le loro dissertazioni con un gran numero di
ambiguità, in modo da potersi difendere dicendo "avete inteso male, volevo
dire diversamente, non ho detto così".
Se uno si sente ingiustamente
accusato di eresia, può benissimo difendersi rinnegando pubblicamente e
solennemente gli errori di cui viene accusato e pronunciando una pubblica e
dettagliata professione di fede.
Chi non lo fa, vuol dire che
ha qualcosa da nascondere. Vuol dire che alle sue eresie "ci crede".
Negli insegnamenti degli
iniziatori del Cammino esistono numerose ambiguità, numerosi svarioni, e
purtroppo numerose eresie, che non sto qui a catalogarti perché è stato già
fatto tante volte.
Si tratta di questioni
talmente gravi che il Direttorio Catechetico ancora non è stato pubblicato
(sussiste così la grave anomalia di uno Statuto approvato che rinvia ad un
Direttorio non approvato! abbiamo un Cammino che si pone nelle parrocchie
senza dare alcuna garanzia su ciò che va insegnando!)
Sulle eresie c'è il problema
dell'ambiguità.
Ma sulle disobbedienze e
sugli abusi liturgici, che sono dei gesti concreti, visibili,
inequivocabili, chiunque può notare, chiunque può vedere e obiettare.
Un padre dice al proprio
figlio: "va' a lavorare nella vigna", e il figlio risponde: "vado!" e poi
non ci va. Questo è l'atteggiamento tipico dei neocatecumenali, di fronte al
quale i neocatecumenali non hanno praticamente alcun argomento per
difendersi.
Se leggi più attentamente le
pagine del sito, ti accorgerai che Giovanni Paolo II e Benedetto XVI,
nonostante la pioggia di incoraggiamenti che hanno fatto al Cammino, hanno
comunque parecchie riserve. Riserve che esprimono con le parole, con i gesti
e con i silenzi.
Per esempio, già nel 1983 i
problemi dei neocatecumenali erano evidenti.
L'11 febbraio 1983, papa
Giovanni Paolo II (quello che voi citate sempre) già ammoniva i
neocatecumenali dicendo: «Celebrate l'Eucaristia e, soprattutto, la Pasqua,
con vera pietà, con grande dignità, con amore per i riti liturgici della
Chiesa, con esatta osservanza delle norme stabilite dalla competente
autorità, con volontà di comunione con tutti i fratelli...»
Già all'epoca, dunque, i
neocatecumenali non celebravano con vera pietà, ma celebravano senza
dignità, celebravano disprezzando i riti liturgici della Chiesa (adattandoli
al gusto degli iniziatori), infischiandosene delle norme stabilite
dall'autorità della Chiesa.
Già all'epoca i
neocatecumenali erano noti per il disprezzo della comunione con i fratelli
"non neocatecumenali". Da un quarto di secolo, non è cambiato praticamente
nulla.
Ancora Giovanni Paolo II,
nello stesso discorso: «...Non chiudetevi in voi stessi, isolandovi dalla
vita della Comunità parrocchiale o diocesana (…) Pertanto le norme
giuridiche, come anche quelle liturgiche, vanno osservate senza negligenze e
senza omissioni» (riportato sull'Osservatore Romano, 11 febbraio 1983,
pagine 1 e 2).
Chiusi in sé stessi, andando
avanti per conto loro ("isolati dalla vita della parrocchia e della
diocesi"), i neocatecumenali se ne infischiavano delle norme giuridiche e
liturgiche.
Inoltre, il 9.12.1985, Giovanni Paolo II così diceva ai
sacerdoti neocatecumanli: "La prima esigenza che vi s'impone è di sapere
mantener fede, all'interno delle Comunità, alla vostra identità sacerdotale.
In virtù della sacra Ordinazione, voi siete stati segnati con uno speciale
carattere che vi configura a Cristo Sacerdote, in modo da poter agire in suo
nome (cfr. Presbyterorum Ordinis, 2). Il ministro sacro quindi dovrà
essere accolto non solo come fratello che condivide il cammino della
Comunità stessa, ma soprattutto come colui che, agendo "in persona Christi",
porta in sé la responsabilità insostituibile di Maestro, Santificatore e
Guida delle anime, responsabilità a cui non può in nessun modo rinunciare. I
laici devono potere cogliere queste realtà dal comportamento responsabile
che voi mantenete. Sarebbe un'illusione credere di servire il Vangelo,
diluendo il vostro carisma in un falso senso di umiltà o in una malintesa
manifestazione di fraternità. Ripeterò quanto già ebbi occasione di dire
agli Assistenti Ecclesiastici delle Associazioni Internazionali Cattoliche:
"Non lasciatevi ingannare! La Chiesa vi vuole sacerdoti, e i laici che
incontrate vi vogliono sacerdoti e niente altro che sacerdoti. La confusione
dei carismi impoverisce la Chiesa, non la arricchisce"
E come è andata a finire?
Nel febbraio 1983 il Papa
raccomandava di seguire le norme liturgiche, e nel dicembre 2005 e gennaio
2006 (lettera di Arinze e discorso alle Famiglie in missione) il nuovo Papa
raccomandava di seguire le norme liturgiche.
Nel 1985, Il Papa raccomandava ai sacerdoti di vivere il
proprio ministero ed essi a tutt'oggi continuano ad essere assoggettati
all'autorità dei "catechisti", laici formati da kiko e non dalla Chiesa,
mentre la formazione sacerdotale avviene secondo le prassi e i contenuti del
Cammino... anche se quest'ultima è una anomalia (e forse qualcosa di più e
di peggio) autorizzata perché autorizzati sono
i loro seminari... ma non
sempre le autorizzazioni garantiscono la bontà dei contenuti
Ventitré anni di
disobbedienza, documentata da due pontefici (e quella disobbedienza nella
liturgia, lo sappiamo tutti, continua ancor oggi).
Se io fossi neocatecumenale,
mi interrogherei molto seriamente su questo argomento.
Non posso dichiararmi
cristiano se seguo un Cammino che si fa sgridare due volte da due Papi sullo
stesso argomento (delicatissimo argomento: la liturgia).
Lo spirito di disobbedienza e
di menzogna comincia dagli stessi iniziatori del Cammino.
Il 17 gennaio 2006 Kiko
Argüello scrive al Papa: "siamo contentissimi delle norme" (della lettera di
Arinze).
Il 14 giugno 2008 lo stesso
Kiko Argüello, commentando lo Statuto ottenuto il giorno prima, diceva
pubblicamente in conferenza stampa che la lettera di Arinze era "una
catastrofe!" e che quando l'hanno ricevuta si dissero: "siamo persi! qui
finisce tutto!"
Ora, se io fossi stato un
neocatecumenale, avrei smesso di esserlo un attimo dopo aver sentito queste
affermazioni (le puoi leggere da fonte insospettabile: sul sito Korazym,
notoriamente favorevolissimo ai neocatecumenali).
Come si può dire al Papa:
"siamo contentissimi delle norme" e poi, una volta ricevuto lo Statuto,
affermare che quelle norme erano "una catastrofe"?!?!
Come si può seguire un
Cammino il cui iniziatore è stato capace di mentire al Papa?!?!
A questo punto, diventa ovvio
che tutte le disobbedienze attribuite ai neocatecumenali, cominciano dagli
iniziatori del Cammino.
Tutte le eresie dei
neocatecumenali, sono state insegnate dagli iniziatori del Cammino.
Tutte le corbellerie
liturgiche dei neocatecumenali, sono state istituite dagli iniziatori del
Cammino.
Ti chiedo di meditare su
queste cose, che stanno davanti ai tuoi occhi, che le hai sentite
"interpretare" a scopo di propaganda, ma su cui probabilmente non ti sei mai
seriamente interrogato!
L'unico motivo per cui il
Papa ancora non ha condannato il Cammino, è che tenta disperatamente di
salvare le anime ignoranti che ne sono state inglobate.
Infatti, se ci fai caso, lo
Statuto del Cammino non è affatto un "premio", ma è solo l'ennesima
indicazione di ubbidienza: per essere gradito alla Chiesa, il Cammino deve
cominciare ad obbedire.
“A mio avviso, mancate di
credibilità perché non raccogliete nessuna esperienza positiva ma solo
negative”.
Se dici questo, è perché
probabilmente non hai ancora chiara l'entità del problema.
Il Cammino Neocatecumenale è
fondato su elementi che sono in contrasto con la Chiesa, quantomeno al
livello liturgico e al livello dottrinale.
Come ci ha insegnato il
Catechismo di quando eravamo bambini, non si può sperare di fare del bene
partendo dal male; solo il Signore, e solo in via del tutto eccezionale, può
tirare fuori frutti buoni da un albero cattivo.
Ma l'albero cattivo, per sua
natura, non può produrre frutti buoni. E ti ricordo la massima di S. Tommaso
d’Aquino: “bonum est ex integra causa, malum autem ex
singularibus defectibus” il bene nasce da una causa buona, il male da
qualunque difetto, anche in una buona causa
“Il CN ha dato qualche buono
frutto in questi anni? Perché non parlarne? Avete mai sentito esperienze di
persone lontane da Dio e dalla Chiesa che grazie al CN si sono riavvicinate
ai sacramenti?”.
Purtroppo non possiamo
parlare di frutti "buoni" del Cammino.
Certamente, abbiamo sentito
parlare di persone lontane da Dio e dalla Chiesa che si sono riavvicinate ai
sacramenti del... Cammino Neocatecumenale.
Ai sacramenti del Cammino!
Questo "attrarre i lontani"
sarebbe una cosa buona se aprisse a tutta l'esperienza della Chiesa, come
avviene per altri movimenti e associazioni (non crederai mica che il Cammino
ha l'esclusiva dell'attrarre "i lontani", o quantomeno un posto alto nella
hit-parade delle conversioni?). Invece, il Cammino ingloba i lontani, senza
"aprirli" alla Chiesa. La stessa cosa che fa con i "vicini", quando ingloba
i parrocchiani sottraendoli definitivamente alla vita della parrocchia.
Quel che è peggio, è che nel
Cammino ci sono delle vistose aberrazioni in fatto di liturgia, più volte
condannate dalla Chiesa, e addirittura in maniera ufficiale con la "lettera
di Arinze" che oggi è parte integrante dello Statuto approvato a giugno
scorso dal Pontificio Consiglio per i Laici.
Nell'articolo 13, comma 3,
nota 49, viene comandato infatti ai neocatecumenali di obbedire alla
"lettera di Arinze".
Ma nelle celebrazioni
neocatecumenali del sabato sera si continua a disobbedire (la tua e-mail è
stata inviata alle quattro del mattino (di domenica): forse vuol dire che sei stato
impegnato in comunità fino a notte fonda?).
Nelle liturgie del Cammino si
continua a disobbedire alle norme più elementari!
Per esempio, la lettera di
Arinze (che ora è parte integrante dello Statuto) richiede che l'omelia
debba essere tenuta da un ministro ordinato (diacono o sacerdote).
Invece nelle messe
neocatecumenali si assiste al fiume di parole, fiume in piena, in cui -
prima e dopo le letture - ogni laico fa la sua omelia.
I neocatecumenali obiettano
che il Messale permette di fare "monizioni" e "risonanze", ma lo fanno senza
conoscere (se non addirittura detestando) la normativa completa, che dice
anzitutto che le "eventuali" monizioni devono essere "brevi" (così come
ribadito dalla "lettera di Arinze"), e che non parla di "risonanze" (che non
sono assolutamente ammissibili nella celebrazione della Messa, ma trovano la
loro sede appropriata in una diversa celebrazione a sé stante, magari di una
Liturgia della Parola, una Lectio, ecc.)
Cosa significa "eventuale"?
Che normalmente non ci dovrebbe essere!
Cosa significa "breve"
monizione? Se la prima lettura richiede un tempo di 40-50 secondi, le
"monizioni" potranno forse totalizzare più di 20-30 secondi?
Si può mai dare alla parola
degli uomini più spazio della parola di Dio?
Si può mai rubare tempo,
nella celebrazione, al tempo spettante al celebrante per l'omelia?
E che dire delle altre norme
della "lettera di Arinze", che i neocatecumenali hanno già da tempo
dimenticato?
"Almeno una domenica al mese,
a messa in parrocchia": ma quanti neocatecumenali che tornano a casa alle
tre della domenica mattina hanno voglia di alzarsi alle nove per andare alla
messa parrocchiale? Ed avranno mai una vera stima per la messa della
parrocchia, sprovvista di balletti e di comunione "self-service"?
Ed ancora: "non usare sempre
la seconda preghiera eucaristica" (che è la più breve) e quella che accenna
più sommariamente al Sacrificio di Cristo: quanti sacerdoti neocatecumenali
hanno per esempio utilizzato la prima preghiera eucaristica? (il "Canone
Romano", preghiera lunga e insistente sul concetto di messa come
"sacrificio").
Quanto spesso lo hanno fatto,
rispetto alla seconda?
La lista potrebbe continuare
a lungo, ma mi fermo qui, poiché penso che tu abbia già molto chiaro il
fatto che spesso i neocatecumenali credono che per apprezzare il Cammino sia
necessario disprezzare tutto ciò che si fa ordinariamente nelle parrocchie,
come se queste fossero la sentina di ogni vizio.
Anche se potresti non volerlo
ammettere, penso che anche per te sia chiaro che la messa della comunità
neocatecumenale non si è mai veramente adeguata al Messale Romano, e che gli
abusi liturgici siano sempre stati giustificati con improbabili "permessi
orali" (che non valgono niente finché non sono confermati dalla
pubblicazione di un documento ufficiale), e con "interpretazioni" di comodo
da parte dei catechisti!
“in un periodo di crisi
vocazionale quante vocazioni arrivano dal CN?
Innumerevoli ragazze che
entrano nei monasteri di clausura di clarisse, benedettine, carmelitane...
moltissimi sacerdoti... persone che avevano pensato al suicidio e che si
sono ravvedute, altre in crisi matrimoniale hanno salvato il loro
matrimonio, persone povere, alcolizzate, drogate, disperate e fallite hanno
trovato una luce... e chi le avrebbe raccolte? Non ho mai visto la
Parrocchia che perde la faccia e va a cercarle...”.
Senza offesa: la tua visione
del mondo ecclesiale è un po' ristretta.
Non esistono solo "le
parrocchie" (in crisi) ed "il Cammino" (in espansione).
Esistono movimenti e
associazioni e comunità religiose che danno proprio i frutti che annunci tu,
ma non ne parlano come se fosse merito loro (come fanno invece i
neocatecumenali).
Potrei citarti innumerevoli
esempi. Un libro che ho letto riguardava la vita di santità di una giovane
morta in un incidente stradale, cresciuta in un movimento ecclesiale molto
più serio del Cammino. L'autore del libro, appartenente a quello stesso
movimento, si domandava come poter imitare quell'esempio di santità. Anziché
dire che quella santità era merito del movimento, era convinto che è il
movimento a dover trarre insegnamento da quell'esempio! Questa è umiltà, non
gli slogan del Cammino...!
Mi suona poi alquanto
umoristica la tua ricostruzione dello slogan.
Parli di innumerevoli ragazze
in vari ordini religiosi, mentre i ragazzi rientrano nell'unica categoria
"sacerdoti".
Come mai le vocazioni
maschili provenienti dal Cammino entrano solo nei seminari Redemptoris
Mater, oppure - per minor parte - nei seminari diocesani?
Come mai il Cammino non dà
frutti di vocazioni maschili alla vita monastica, o ai tanti ordini
religiosi contemplativi?
Questa strana discrepanza
dimostra la falsità dello slogan. Oppure, se lo slogan fosse vero, dimostra
l'assurdità della spiritualità neocatecumenale.
Come vedi, hai ripetuto uno
slogan preconfezionato, sul quale non hai mai realmente riflettuto.
Evidentemente le vocazioni
neocatecumenali sono "fabbricate" ed "indirizzate" come una catena di
montaggio (femmine in convento di clausura e maschi nei Redemptoris Mater).
Se tu ci avessi riflettuto,
ti saresti subito accorto che a differenza degli altri ambienti ecclesiali i
neocatecumenali si vantano continuamente di produrre frutto.
Forse che sant'Elena e
sant'Ambrogio si siano mai vantati della conversione di sant'Agostino?
E poi secondo te sarebbe
impossibile che siano virtuosi i coniugi che hanno solo uno o due figli?
Voglio aggiungere la
ciliegina sulla torta: vediamo quanto sono "innumerevoli" le vocazioni del
Cammino.
Partiamo dalle affermazioni
di Kiko Argüello a Loreto l'anno scorso (settembre 2007), quando dice che
duemila ragazzi e milleduecento ragazze si sono "alzati" alla sua chiamata
vocazionale.
Titoloni sui giornali
cattolici: tremiladuecento vocazioni!
Invece, un sito web come
Korazym, che ha sempre ripetuto la propaganda neocatecumenale, afferma che
in realtà le vocazioni erano "molte centinaia, e probabilmente nell'ordine
di un migliaio complessivamente".
Dunque, dai 3.200 di Kiko
siamo scesi ai 1.000 di un sito web favorevolissimo ai neocatecumenali, che
nel suo ottimismo pro-neocatecumenale si è premurato di allargare il "molte
centinaia" ad "un migliaio complessivamente".
Korazym aggiunge, poche righe
più avanti, che in quel migliaio che si sono "alzati" si notano anche
"bambini di poco più di sette anni, e facce che danno l'impressione più di
scherzare che di fare sul serio"!!!
Dunque, dai 3.200 contati da
Kiko, ci riduciamo ai 1.000 contati da Caredda (cioè "molte centinaia"), tra
i quali una vasta fetta di bambini e di gente che si è alzata per scherzo,
solo per fare numero e per far sembrare i neocatecumenali ricchi di
vocazioni!
Altro che le mitiche "alzate"
oceaniche! Oltretutto ottenute con tecniche manipolatorie molto simili al
terrorismo psicologico: ricordi la frase di Kiko a Loreto: "Che aspetti che
a tua madre venga un cancro?"
Di quelle "alzate"
galattiche, di quelle "innumerevoli" vocazioni, occorre dunque scremare
almeno il 90% dei falsi conteggi della propaganda di Kiko e delle false
"alzate" di bambini e buontemponi"; resta poi da
vedere quanti di loro proseguiranno davvero la formazione alla vita
consacrata fino alla fine, vista anche la 'forma' del reclutamento...
Insomma, Kiko ha talmente
esagerato (dovremmo dire "mentito") in maniera così spudorata, che per amor
di decenza un sito pro-neocatecumenale lo smentisce pur ostentando
ottimismo.
Cosa ne pensi?
Io, nei panni di un
neocatecumenale, mi vergognerei tantissimo ad avere come guida un
"iniziatore" capace di mentire su questioni secondarie (come il numero
esatto delle "alzate") e su questioni importanti (come la lettera al Papa
"siamo contentissimi").
Mi sentirei terribilmente a
disagio solo a sospettare di essere guidato da un mentitore...
..ma dimmi un po': come
dovrei sentirmi, nel verificare di persona, che colui che riconoscerei come
"iniziatore" del Cammino, va mentendo a tutti e perfino mentendo al Papa?!??
“famiglie che lasciano tutto
per predicare il vangelo in Cina, come anche in altre parti del mondo,
andando in contro a persecuzioni per la Chiesa Cattolica”.
Dovunque nel mondo, il fatto
stesso che alcuni si qualificano come cattolici è sufficiente perché vengano
derisi e perseguitati, per cui non puoi attribuire al Cammino il "merito"
delle persecuzioni ricevute.
Per esempio padre Furaha è
stato ucciso in odio al cristianesimo; i suoi assassini non erano lì a fare
sottili disquisizioni sulla liturgia e sulla dottrina della Chiesa. Onore al
martire, ma non attribuiamo erroneamente i suoi meriti al Cammino.
Infatti il martirio non rende
ortodossa la dottrina sbagliata, né rende perfetta liturgia la celebrazione
piena di strafalcioni.
Così come lo Statuto non
rende bianco il nero e non rende nero il bianco.
In materia liturgica, l'unico
permesso accordato ai neocatecumenali è lo spostamento del segno della pace.
La comunione sotto le due
specie era già prevista da tempo per tutta la Chiesa, anche se per
delicatezza e per rispetto al sacramento viene utilizzata solo in rare
occasioni, e quasi sempre si fa soltanto per intinzione. In molte
parrocchie, indipendentemente dal Cammino, spesso la Comunione viene
amministrata sotto le due specie.
Invece, tra i
neocatecumenali, c'è tuttora il "self-service eucaristico" (poco rispettoso
del sacramento!) con dei pani inutilmente sovradimensionati che portano il
rischio di dispersione di frammenti (serissimo rischio di continui
sacrilegi!)
Su quel "self-service
eucaristico", forzando l'interpretazione delle norme che sono state date dal
Papa, i catechisti neocatecumenali fanno tutto uno strano argomentare sullo
stare in piedi o stare seduti, un argomentare che è finalizzato a insabbiare
la questione del rispetto per il sacramento e la questione dei frammenti
(fin dal primo anno di Catechismo dei bambini si insegna che Gesù è presente
in ogni frammento del pane eucaristico ed in ogni goccia del vino
eucaristico, per cui per fare la comunione è sufficiente un solo frammento o
addirittura una sola goccia!).
Questi svarioni
neocatecumenali sono dovuti alla scarsissima pietà eucaristica degli
iniziatori, che è stata trasmessa a tutti gli aderenti al Cammino, ai quali
(tanto per fare un esempio) non viene mai organizzata un'adorazione
eucaristica silenziosa...
Infatti, nelle liturgie
neocatecumenali, nessuno si inginocchia alla consacrazione, e nessuno può
fare la comunione in modo normale (cioè senza usare le mani).
Del resto, se tu sei stato
alla celebrazione neocatecumenale ieri sera, avrai visto di persona quanti
abusi liturgici ci sono stati.
E stamattina, ogni
neocatecumenale rimasto a dormire, alzandosi soltanto per recitare le lodi
della domenica, senza andare alla messa della parrocchia né di mattina né di
pomeriggio, avrà confermato col suo comportamento gran parte delle nostre
affermazioni sulle disubbidienze neocatecumenali.
“In più tutte le esperienze
personali concrete che Dio dona a chiunque lo cerca con desiderio di
incontrarlo. Non mi sembra che tutti gli ex abbiano fatto un minimo di
esperienza concreta... altrimenti rimarrebbe qualcosa di indelebile”.
In verità, agli "ex
neocatecumenali" qualcosa di indelebile è rimasto.
Ed è l'esperienza di aver
vissuto in una setta, l'esperienza del plagio, la violenza psicologica (ed
economica) subìta prima di trovare il coraggio di uscirne.
Le testimonianze in questo
campo sono tutte concordi. Dovunque nel mondo, e in qualunque anno da almeno
un quarto di secolo (da quando cioè il Cammino è diventato numericamente più
ampio di uno sparuto gruppetto).
Normalmente io non ritengo
indispensabile parlare degli aspetti settari del Cammino, poiché
l'importanza primaria è sui campi dottrinali e liturgici.
Infatti, qualsiasi
aggregazione religiosa che distorce gli insegnamenti e la tradizione della
Chiesa, finisce, presto o tardi, per assumere i connotati di una setta.
E le caratteristiche della
setta sono sempre le stesse: la pretesa di avere in pugno la verità; la
pretesa di essere migliori degli altri (i neocatecumenali si sentono
migliori dei "cristiani della domenica"); la pretesa di costituire un
circolo chiuso, isolato dalle parrocchie (dalle quali però pretendono spazi
e risorse); la pretesa di essere frutto dello Spirito...
Per decenza è meglio che ora
non apriamo anche il triste capitolo delle "confessioni pubbliche" (una
delle caratteristiche "da setta": è successo anche in altre sette, come
Testimoni di Geova e Scientology).
Comunque c'è un altro errore
che commetti, e consiste nel pensare che il Cammino sia "concreta esperienza
di Dio".
È un errore che non può
essere scusato dalla buonafede, ma solo da una grave ignoranza.
Infatti l'unica "concreta
esperienza di Dio" sta nella Chiesa, non nel Cammino.
Può esistere un'esperienza
ecclesiale perfettamente ortodossa quanto a liturgia e dottrina, e però
potrebbe ancora non essere veramente "concreta esperienza di Dio".
Figurarsi il Cammino, che non
è un'esperienza ortodossa né in materia liturgica né in materia
dottrinale... e ciononostante pretende di essere "esperienza di Dio"!?!
Come si può seguire un
Cammino il cui fondatore, parlando delle "catechesi segrete", dice che
contengono "espressioni imprecise o non proprio ortodosse"?!?
Ma come?!
Il fedele neocatecumenale
segue Kiko con passione, lo ascolta, ripete i suoi insegnamenti, addirittura
s'inalbera quando Kiko viene accusato di essere eretico... e tu Kiko ammetti
solo dopo trent'anni (nel maggio 1999) di aver insegnato cose "imprecise" o
addirittura "non ortodosse"?!?!
Dunque per decenni hai
insegnato cose diverse da quelle della Chiesa, hai ingannato i tuoi fedeli
che volevano seguirti per diventare più cattolici, e invece...!
Le "catechesi segrete" erano
state segrete per decenni: fino a pochi anni fa tutti i catechisti, per
ordini ricevuti dagli iniziatori, negavano l'esistenza!
Le catechesi neocatecumenali
dovevano sembrare (attenzione: "sembrare!") ispirate dallo Spirito, niente
di preparato, tutto "ispirato" al momento... e invece erano fabbricate da
Kiko e Carmen, e ripetute a memoria dai catechisti!!!
È una cosa che è andata
avanti per decenni, per cui è evidente che è stata voluta da Kiko fin dal
primo giorno. Altrimenti, non appena Kiko se ne fosse accorto, l'avrebbe
proibita.
E invece no: "catechesi
segrete". Non doveva rimanere niente di scritto, in modo che quando si
insegnavano le "imprecisioni" e si insegnavano le dottrine "non proprio
ortodosse" (cioè eretiche), non rimanesse nulla di scritto, nulla che la
Chiesa potesse verificare e giudicare!
Ecco perché tutti quelli che
le hanno seguite sono stati ingannati!!!
Dietro il facile alibi del
"non dovete sapere nulla delle tappe successive" era nascosta una forma
viscida di indottrinamento, contenente "imprecisioni" ed eresie vere e
proprie (tutto ciò che non segue l'ortodossia della Chiesa, è formalmente
eretico).
Cosa dovrebbe pensare un
neocatecumenale di questo inganno?!?
In questo momento ho in mente
un sacerdote non neocatecumenale che, al termine delle sue catechesi,
afferma: se in qualche punto io avessi per distrazione o ignoranza
contraddetto l'insegnamento della Chiesa, allora seguite la Chiesa e il suo
catechismo, non me.
Questa è onestà!
Questo è "essere al servizio
della Chiesa"!
Altro che le dottrine
"imprecise o non proprio ortodosse"!!!
“raccogliendo testimonianze
di persone che si sono allontanate per motivi che rimangono latenti e che
sicuramente non hanno fatto alcuna esperienza della risurrezione di Cristo”.
Vedi, caro fratello, per
grazia di Dio io non sono mai stato neocatecumenale.
Il sito web che sei accorso a
criticare con veemenza, non è fatto solo da "ex neocatecumenali" come
sospetti tu.
È fatto anche da persone
come me, cioè "mai stato neocatecumenale". Ho conosciuto però molti
neocatecumenali, anche catechisti, anche responsabili. Mi sono confrontato
con loro. Ho visto le loro riunioni. In molti anni mi sono fatto un'idea
precisa.
Ho visto tante esperienze
nascere e lasciarsi correggere e guidare (e perciò migliorare), ed ho visto
tante altre nascere male e morire peggio perché non si sono lasciate né
correggere né guidare.
Il Cammino accetta solo a
parole di essere corretto e guidato, ma in realtà va avanti per conto suo.
Ogni volta con una scusa diversa. Ogni volta "interpretando" a comodo suo
ciò che gli viene comandato.
I neocatecumenali sono
convinti di essere portatori di novità nella Chiesa... e ne sono talmente
convinti, da aver spesso dimenticato l'umiltà.
L'umiltà non è banalmente il
dire "pregate per me", l'umiltà non è banalmente il dire "sono un povero
peccatore".
L'umiltà è accettare che la
Chiesa (non il Cammino, ma la Chiesa) sia la nostra guida, sia quando
comanda quello che ci piace, sia quando comanda quello che non ci piace.
Chi obbedisce più a Kiko che
al Papa, non è cristiano, ma è idolatra.
Chi obbedisce più al Cammino
che alla Chiesa, non segue Cristo, ma segue l'idea che Kiko ha di Cristo...
e può ben essere un'idea sbagliata!
Il Signore, infatti, non ha
certo detto: "tu sei Pietro, e su Kiko fonderò la mia Chiesa".
Tu parli come se
"l'esperienza della risurrezione di Cristo" fosse stata data in esclusiva al
Cammino.
Ma questo, purtroppo, è un
errore.
Dopo aver tanto vantato i
presunti "frutti" del Cammino, cambi completamente registro ed accusi gli
"ex neocatecumenali" di aver sbagliato e di essere stati incapaci di vedere.
Dunque chi apprezza il
Cammino sarebbe buono, e chi non apprezza il Cammino sarebbe un incapace?
È una menzogna troppo
grande, e perciò non può essere farina del tuo sacco. Si tratta
semplicemente di uno slogan che avrai sentito ripetere chissà quante volte,
e perciò ti sei abituato a ripeterlo anche tu: è diventato parte di te,
senza che tu abbia avuto mai occasione di domandarti quanto ci sia di vero
in quelle parole.
Per questo ti invito
caldamente a riflettere a fondo, e con la massima onestà e umiltà, sulla tua
appartenenza al Cammino.
Il Cammino ti inganna, e lo
fa con tante lusinghe: l'apparenza di unità, l'apparenza di crescita,
l'apparenza di "innumerevoli" vocazioni, l'apparenza di "approvazione" della
Chiesa...
Il Cammino ti invita a
minimizzare e trascurare le menzogne dette da Kiko... ti invita a
"interpretare" (a tuo comodo) le critiche, specialmente quando provengono da
ecclesiastici... il Cammino ti invita a banalizzare e ridicolizzare tutto
ciò che non coincide con la propaganda neocatecumenale.
Il Cammino è stato fondato da
uno che pubblicamente ha mentito al Papa: "siamo contentissimi delle norme"
e poi disobbedienza sistematica alle norme, e infine, avendo appena
raggiunto l'obbiettivo dello Statuto definitivo, immediatamente afferma che
le norme erano "una catastrofe! Siamo persi! qui finisce tutto!"
Obbedire al Papa (per giunta
su un campo delicatissimo, quale è la liturgia) è forse una "catastrofe"? Se
si obbedisce al Papa, "qui finisce tutto"?
I neocatecumenali che in
buona fede seguono Kiko, seguono in realtà le sue tante lusinghe.
Non escludiamo che possa
essere piacevole. Ma è ingannevole.
Per la tua salvezza è
necessario che tu ti lasci ingannare? Chieditelo onestamente.
Il Signore si è forse
incarnato per ingannarci? Con dottrine segrete?
Insegnamenti segreti?
Con menzogne intese a fin di
bene? Chieditelo onestamente.
"A mio modo di vedere il CN è
un mezzo che conduce a Cristo, che aiuta a vivere da cristiani in una
società completamente scristianizzata e con una grandissima crisi di fede..."
Purtroppo per te, qualsiasi
cristiano (anche non cattolico) può dire la stessa cosa della sua
esperienza.
Può cioè mostrare la sua
opinione rispetto al suo cammino di fede di cui è contento.
Ma il "Cristo" di cui parlano
i protestanti... è Gesù Cristo, oppure è un'idea sul Redentore ridotta e
sbagliata?
Questo è lo stesso legittimo
dubbio che abbiamo sul Cammino Neocatecumenale.
E il dubbio non è sorto solo
in noi. E' sorto anche in numerosissimi preti, teologi, vescovi, cardinali,
papi.
Può esserci una differenza
nel modo di esporre la questione (si può parlare perfino facendo silenzio),
ma la sostanza è la stessa.
“Le liturgie neocatecumenali
sono strampalate: ecco dunque la "lettera di Arinze" contenente "le
decisioni del Santo Padre".
Noi diciamo a chiare lettere
che le celebrazioni neocatecumenali sono strampalate ed antiliturgiche.
Il papa Benedetto XVI invece
è stato più gentile... ma non certo meno drastico. Ha indicato delle norme
(nella "lettera di Arinze") e subito dopo ha detto a tutti i
neocatecumenali: "sono certo che saranno da voi attentamente osservate".
I neocatecumenali, invece,
hanno tradito la fiducia del Papa, continuando a celebrare a modo loro, e
travisando sia lo Statuto del 2002, sia la lettera di Arinze, sia lo Statuto
del 2008.
E pensare che tutte quelle
disposizioni (Statuto del 2002, Lettera di Arinze, Statuto del 2008) sono
tutti tentativi di ricondurvi sulla retta via!
“una strada, utile
soprattutto per i lontani, come tante altre nell'epoca post conciliare della
Chiesa Cattolica, che ha dato grandissimi frutti...”.
Anche adesso stai parlando
per slogan.
Se un'esperienza ecclesiale è
buona, allora è buona per chiunque.
Il cristianesimo è
"universale", non è "settoriale".
Solo le religioni pagane
erano fortemente "settoriali".
Solo una setta vuole isolarsi
e distinguersi. Solo un cammino “gnostico” procede per gradi e per tappe.
Nella Chiesa non c’è nessun Arcano, la rivelazione è data tutta a tutti;
quello che progredisce e si approfondisce è il grado di comprensione e di
radicamento nel Mistero che è Cristo Signore, man mano che lo si vive e lo
si celebra nella Chiesa.
“che il Vaticano, al
contrario di voi, sicuramente ha tenuto in considerazione nell'approvazione
degli statuti”.
Amico, ti prego di non fare
confusione.
L'approvazione degli Statuti
del 2008 è stata fatta dal Pontificio Consiglio per i Laici, cioè dal
cardinale Rylko.
Il Papa non ha detto niente.
Silenzio. Un silenzio assordante.
Dal 13 giugno ad oggi sono
passati più di tre mesi, e il Papa non ha ancora mai fatto cenno agli
Statuti. Come mai?
Forse farà cenno in futuro, e
sono certo che ne parlerà solo per dire che dovete rispettarli, che dovete
obbedire alle norme liturgiche, che dovete obbedire alla Chiesa (esattamente
le cose che finora voi neocatecumenali non avete mai fatto).
Il cardinale Rylko è
notoriamente amico del Cammino.
Il 29 giugno 2002 Carmen
Hernández disse che il Pontificio Consiglio per i Laici e il cardinale Rylko
avrebbero avuto "un futuro immenso, appoggiando il Cammino Neocatecumenale"
(testuali parole della Carmen, riportate sul sito ufficiale del Cammino fino
a pochi mesi fa). Sembra una minaccia mafiosa.
“Pregate piuttosto affinché
nel mondo ci sia più pace e meno guerre... che è più importante dei danni
causati dal CN”.
I danni causati dal Cammino
Neocatecumenale riguardano la salvezza delle anime, ed è per questo motivo
che ce ne occupiamo.
La questione della fede viene
prima di tutto, prima della pace e delle guerre.
Pace a te, fratello. Per il
tuo bene, ti chiedo di riflettere seriamente: chi e cosa stai seguendo?