Un grande silenzio, pieno di attenta
meditazione e preghiera ha accolto le parole di Benedetto XVI alla fine della
profonda omelia da lui pronunciata durante la messa nella basilica di san
Pietro, nella solennità dell’Epifania. È una delle novità portate da
questo papa per cui la liturgia è incontro con il mistero di Gesù, non
spettacolo a cui assistere. In effetti le parole del papa sono una
costruzione di dottrina e di bellezza che lascia senza fiato e creano attorno
un silenzio stupito. Terminata la Messa il Papa si è affacciato
alle 12.00 dalla finestra del suo studio privato per l’Angelus. Il suo
pensiero è andato “in modo particolare agli amati fratelli e sorelle delle
Chiese Orientali che, seguendo il Calendario Giuliano, celebrano oggi il santo
Natale”: e ad essi ha rivolto “i più cordiali auguri di pace e di bene
nel Signore”.
Il Papa ha poi ricordato la Giornata Mondiale della Gioventù di Colonia
che aveva come tema le parole dei Magi riferite a Gesù: “Siamo venuti per
adorarlo”. E ha ribadito il suo appello lanciato durante “quel memorabile
evento che – ha detto - ha rappresentato un’autentica epifania”:
“Spalancate il vostro cuore a Dio – dicevo loro e ripeto quest’oggi a
tutti -, lasciatevi sorprendere da Cristo! Aprite le porte della vostra
libertà al suo amore misericordioso! Esponete le vostre gioie e le vostre
pene a Cristo, lasciando che egli illumini con la sua luce la vostra mente e
tocchi con la sua grazia il vostro cuore. Vorrei che in tutta la Chiesa si
respirasse, come a Colonia, l’atmosfera di “epifania” e di autentico
impegno missionario suscitato dalla manifestazione di Cristo, luce del mondo,
mandato da Dio Padre per riconciliare e unificare l’umanità con la forza
dell’amore”.
E “in questo spirito – ha detto – preghiamo con fervore per la piena
unità di tutti i cristiani, affinché la loro testimonianza diventi fermento
di comunione per il mondo intero”.
>Per chi vuol gustare e
meditare il testo integrale dell'omelia