Udienza
privata per la scrittrice, che si definisce atea devota e,
attraverso i reciproci scritti, da tempo dialoga con lui sulle
questioni più scottanti del nostro tempo.
Il Papa ha ricevuto Oriana Fallaci a Castel Gandolfo. L'incontro,
molto lungo e riservato, è avvenuto sabato scorso. Dalle
indiscrezioni trapelate pare che i due abbiamo conversato spaziando
attraverso molti temi. Il più atteso quello della difesa dei valori
dell'Occidente, l'aspetto che maggiormente unisce la Fallaci al
Pontefice. Molto spazio anche per il problema del dialogo con
l'Islam.
L'atea-devota,
che da tempo pone alla Chiesa lo scomodo interrogativo se sia
possibile o meno per il cristianesimo dialogare con l'Islam, aveva
manifestato il suo desiderio di parlare con Benedetto XVI già subito
dopo la sua elezione. In una recente intervista, in particolare, la
Fallaci aveva affermato di "ammirare molto" questo Pontefice
per il modo in cui difende le basi della cultura europea e le radici
cristiane del continente. E ad alcuni sacerdoti amici aveva
manifestato il desiderio di poterlo incontrare personalmente.
La richiesta d'udienza, partita dagli Stati Uniti dove la scrittrice
vive, è stata subito accolta da Papa Ratzinger. Sull'incontro, che si
è svolto in privato e avvolto dal più assoluto riserbo, sono
trapelate indiscrezioni a Roma e negli Usa. Sembra che i due abbiano
affrontato un tema caro ad entrambi: quello della difesa
dell'Occidente.
Per la Fallaci sia il risveglio dell'Islam che il propagarsi del
fanatismo cieco costituiscono una minaccia per la nostra civiltà. Per
questo la giornalista mette in guardia la Chiesa e il cattolicesimo da
un atteggiamento troppo benevolo e condiscendente nei confronti dei
musulmani, sostenendo che il terrorismo islamico non è un avvenimento
isolato e che l'Europa, se continua ad osservare passivamente il
fenomeno come sta facendo senza reagire, rischia di trasformarsi in
"Eurabia".
La ripresa dell'Islam, ha detto più volte la scrittrice, mira a
cancellare l'Occidente e la sua cultura, i suoi principi, i suoi
valori, la sua democrazia, il suo cristianesimo ma anche il suo
laicismo. "Sissignori - ha scritto in un articolo pubblicato due
settimane fa - anche il laicismo. Forse, soprattutto il laicismo. Ma
non l'avete ancora capito che il laicismo non può coabitare con la
teocrazia?".
Altro punto sul quale Oriana Fallaci insiste, è la presenza degli
immigrati musulmani. Una presenza che imporrebbe una riflessione più
complessa e problematica di quanto sia stata fatta sino ad ora dalle
istituzioni laiche e cattoliche. L'autrice di La forza della
ragione sostiene che gli immigrati musulmani anche in possesso di
cittadinanza non possono considerarsi europei, cioè "parte
integrante di una storia e una cultura". Pertanto li definisce
degli "invasori privilegiati", affermando che "sono
ospiti punto e basta". Tuttavia questo non vuol dire espulsione
indiscriminata per un'intera comunità religiosa, ma solo il pugno di
ferro "per i terroristi, i clandestini e i vagabondi che vivono
rubando o spacciando droga".
Se nei confronti di Benedetto XVI mostra di avere una certa sintonia
in tema di difesa delle radici cristiane, la Fallaci non lesina
qualche critica a Giovanni Paolo II per non avere usato con l'Islam la
stessa determinazione mostrata davanti al comunismo. A Wojtyla
riconosce però di essere stato "un grand'uomo, un grande
leader" anche se sulla questione Islam "sbagliava".
Così la fiducia la ripone tutta sul suo successore, Benedetto XVI.
"È troppo intelligente - ha affermato Oriana Fallaci - per non
rendersi conto che il risveglio dell'Islam s'è ingigantito come
all'epoca dell'Impero Ottomano, e che col suo fondamentalismo ha
assunto i contorni di un nuovo nazismo".
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[Fonte: tgcom
30 agosto 2005]
v. anche:
Oriana Fallaci e
le sfide della bioetica - Testo
integrale del suo articolo in formato pdf
Il declino secondo Oriana
Il caso Fallaci: se un libro finisce in tribunale