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Ortodossia e
Islam, Benedetto XVI prepara il viaggio in Turchia.
Sandro Magister, su
espressonline.it 16 giugno 2006
Ha dedicato un'intera
catechesi a sant'Andrea, l'apostolo della Chiesa “sorella” di
Costantinopoli, e ha auspicato l'insegnamento della religione islamica nelle
scuole europee, a precise condizioni. Dal pensatore musulmano Khaled Fouad
Allam una proposta in sintonia col papa
Dopo Simon Pietro, Andrea.
Proseguendo nel ciclo di catechesi che dedica settimanalmente alla Chiesa delle
origini, Benedetto XVI ha tracciato lo scorso mercoledì un profilo di
quest'altro apostolo.
Di Andrea, papa Joseph Ratzinger ha messo in rilievo che “fu il primo degli
apostoli ad essere chiamato a seguire Gesù. Proprio su questa base la liturgia
della Chiesa Bizantina lo onora con l'appellativo di Protóklitos, che significa
appunto 'primo chiamato'. Ed è anche per il rapporto fraterno tra Pietro e
Andrea che la Chiesa di Roma e la Chiesa di Costantinopoli si sentono tra loro
in modo speciale Chiese sorelle”.
Il papa ha ricordato che “per sottolineare questo rapporto, il mio
predecessore Paolo VI, nel 1964, restituì l’insigne reliquia di sant’Andrea,
fino ad allora custodita nella Basilica Vaticana, al vescovo metropolita
ortodosso della città di Patrasso in Grecia, dove secondo la tradizione
l'apostolo fu crocifisso”.
Ma sul vincolo tra le Chiese di Roma e di Costantinopoli Benedetto XVI ha detto
di più:
“Pietro da Gerusalemme attraverso Antiochia giunse a Roma per esercitarvi la
sua missione universale. Andrea, suo fratello, fu invece l’apostolo del mondo
greco. Essi appaiono così in vita e in morte come veri fratelli – una
fratellanza che si esprime simbolicamente nello speciale rapporto delle sedi di
Roma e di Costantinopoli, Chiese veramente sorelle”.
È chiarissimo che scrivendo questa catechesi Benedetto XVI aveva in mente il
viaggio che compirà il prossimo 30 novembre, festa di sant'Andrea, a Istanbul,
dove incontrerà il patriarca ecumenico Bartolomeo I.
* * *
Ma in quel viaggio, con tappe ad
Ankara e ad Efeso oltre che a Istanbul, Benedetto XVI entrerà in rapporto anche
con l'islam, in particolare l'islam turco.
E anche a questo proposito il papa ha detto nei giorni scorsi cose di notevole
interesse.
Le ha dette ricevendo lunedì 12 giugno in udienza privata il presidente della
Renania-Vestfalia, Jürgen Rüttgers, il quale le ha poi riferite in
un'intervista alla Radio Vaticana.
Nella Renania-Vestfalia vivono circa un milione di musulmani, per la maggior
parte venuti dalla Turchia.
Jürgen Rüttgers ha detto che Benedetto XVI “ritiene molto importante che i
bambini musulmani possano avere la possibilità di frequentare nelle nostre
scuole un’ora di religione musulmana in lingua tedesca, con insegnanti
formatisi in Germania e sotto la vigilanza della scuola”.
Non solo: “il Santo Padre ha richiamato con vigore l’attenzione sulla
necessità che ogni società viva in base a dei valori. Si tratta degli stessi
valori contenuti nella costituzione tedesca, e che poggiano sulle fondamenta
dell’Occidente ebraico-cristiano e dell’Illuminismo”. Una positiva
integrazione delle nuove generazioni musulmane “presuppone un riconoscimento
delle regole della Repubblica federale”.
È interessante collegare queste affermazioni di Benedetto XVI alle polemiche
innescate lo scorso marzo da una dichiarazione del cardinale Renato Martino
favorevole all'insegnamento della religione musulmana nelle scuole, in Europa.
Anche Benedetto XVI si dice favorevole a questo insegnamento. Ma lo vincola a
precise condizioni, che invece Martino aveva
taciuto.
Sono le stesse condizioni che il cardinale Camillo Ruini aveva richiamato
intervenendo in quella polemica: “in particolare occorre che non vi sia
contrasto nei contenuti dell'insegnamento rispetto alla nostra costituzione, ad
esempio riguardo ai diritti civili, a cominciare dalla libertà religiosa, alla
parità tra uomo e donna e al matrimonio”.
Che papa Ratzinger veda nell'insegnamento un veicolo decisivo di integrazione
dei musulmani nella società occidentale, si sa. L'ha detto con parole
chiarissime il 20 agosto 2005 a Colonia, incontrando rappresentanti dell'islam
in Germania:
“Voi guidate i credenti nell’islam e li educate nella fede musulmana. L’insegnamento
è il veicolo attraverso cui si comunicano idee e convincimenti. La parola è la
strada maestra nell’educazione della mente. Voi avete, pertanto, una grande
responsabilità nella formazione delle nuove generazioni. Insieme, cristiani e
musulmani, dobbiamo far fronte alle numerose sfide che il nostro tempo ci
propone”.
Per coincidenza, nei giorni scorsi in Italia un autorevole pensatore musulmano
di origine algerina recentemente eletto nel parlamento italiano, il professor
Khaled Fouad Allam, ha lanciato una proposta che ha molto in comune con le
attese di Benedetto XVI.
Ha detto Allam in un'intervista al quotidiano “il Foglio” del 14 giugno:
“È necessario pensare a un futuro ciclo di formazione di studenti musulmani
italiani ed europei che hanno a cuore la loro fede. Non una fede esportata, ma
riformulata: perché vivere a Roma o Venezia non è la stessa cosa che vivere
nei paesi d'origine. Penso a una teologia islamica che ha fatto propri i
principi dell'umanesimo e della modernità occidentale: la teologia su cui da
anni riflette in Turchia, un paese che si affaccia sull'Europa, un intellettuale
come Abdennour Bidar. Si può immaginare la creazione di un insegnamento
triennale in Italia e in Europa, e biennale di specializzazione in uno dei paesi
musulmani che aderiscono all'iniziativa”.
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