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Ecumenismo: Convegno S.A.E. (Segretariato Attività Ecumeniche) a Chianciano, Cristiani Ebrei e Musulmani sul tema della fede

"Se aveste fede quanto un granello di senape…" è il tema scelto dal Segretariato Attività ecumeniche (Sae) per la 42ª Sessione di formazione ecumenica, che si svolgerà a Chianciano Terme, dal 23 al 29 luglio. Come di consueto, anche quest’anno è prevista la partecipazione di studiosi di diversa provenienza confessionale e geografica: cattolici, protestanti, ortodossi, ebrei, musulmani. In programma anche una “cattedra dei giovani” alla quale prenderanno la parola giovani rappresentanti delle chiese cristiane (cattolico, evangelico ed ortodosso), un ebreo e un musulmano. Il tema offre l’occasione per fare “una riflessione molto ampia” – dice il presidente del Sae, Mario Gnocchi – sul “fondamento profondo che unisce tutti i cristiani” ma anche sulle “differenze e distanze che ancora devono essere colmate”. “Un’attesa che permea il movimento ecumenico” – prosegue Gnocchi – “ è poter giungere alla condivisione eucaristica. Anche nei nostri incontri si avverte da una parte l’intensità della comunione che già ci lega ma al momento della celebrazione eucaristica si avverte anche la contraddizione che intorno alla stessa mensa non si spezza insieme il pane”. A Chianciano si parlerà anche delle implicazioni della fede nella questione della pace perché – spiega Gnocchi – “bisogna arrivare a concepire la fede nella sua autenticità, liberandola da ogni rischio di degenerare in assolutismo ideologico”.

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Sae, il dialogo come vocazione
Riccardo Maccioni, su Avvebire del 23 luglio 2005

Ci sono teologi e biblisti, certo. E quindi, meditazioni sulla Scrittura, tavole rotonde, liturgie. Ma accanto ai momenti ufficiali, ecco gli incontri che nascono a colazione, nei gruppi di studio, lungo la passeggiata del dopocena. L'ecumenismo dei gesti semplici, quotidiani, è da sempre la nota distintiva, la «cifra» per comprendere le sessioni estive del Sae. L'appuntamento di quest'anno, in programma a Chianciano Terme da stasera al 29 luglio, va all'origine dell'essere credenti. Il tema guida della settimana è infatti «Se aveste fede quanto un granello di senape...». «Sentiamo l'esigenza di scavare alle radici della vocazione cristiana - spiega Mario Gnocchi, presidente del Sae - e quindi di ritrovare le motivazioni di fondo dell'impegno ecumenico, che a quella vocazione è connaturato. Nella fede, d'altra parte, si fonda l'indistruttibile comunione di tutti i credenti in Cristo».
Come di consueto, è prevista una ricca partecipazione di diversa provenienza confessionale e geografica: cattolici, ortodossi, protestanti, ebrei, musulmani. Molti di loro saranno presenti per l'intera sessione. Al di là dei momenti ufficiali, come si diceva, il dialogo matura attraverso il rapporto personale. «Certamente - commenta Gnocchi -. Come ha detto il cardinale Walter Kasper "l'ecumenismo non progredisce principalmente con documenti e azioni, ma grazie alle amicizie che superano le barriere confessionali"; amicizie "che vanno al di là di una semplice simpatia umana" e nell'apertura del cuore preparano e favoriscono il dialogo teologico».
Il ventaglio degli ospiti è molto ricco. Dal decano dei teologi italiani Luigi Sartori, ad altri protagonisti consolidati del confronto interconfessionale. Come Paolo Ricca, Giovanni Cereti, Piero Stefani, Simone Morandini, Traian Valdman e tanti altri. La loro presenza sarà occasione per fare il punto sulla stagione dell'ecumenismo. «Il panorama è complesso: credo che ad ogni livello convivano spinte diverse e contrastanti. A livello di base una crescente sensibilità ecumenica si scontra con risorgenti confessionalismi e preoccupazioni identitarie; a livello istituzionale non mancano dichiarazioni e iniziative promettenti, ma si avverte il bisogno di gesti concreti che sblocchino certe situazioni. Ostacoli considerevoli permangono in particolare sul terreno ecclesiologico e etico».
Quarant'anni fa, con il Vaticano II la Chiesa cattolica sceglieva ufficialmente il cammino ecumenico. Impegno che sulla scia di Giovanni Paolo II, Benedetto XVI ha dichiarato, sin dal primo giorno del suo Pontificato, di voler rispettare e promuovere con tutte le forze. «Le dichiarazioni programmatiche di Benedetto XVI sono motivo di speranza: soprattutto il suo impegno a operare gesti concreti sulla via dell'unità. Preghiamo che lo Spirito del Signore lo sostenga nell'adempimento di questi propositi».
Ma nel 2005 si festeggia anche un altro anniversario: i 10 anni dell'enciclica «Ut unum sint». «Un documento importante e fecondo - commenta Gnocchi - non ancora pienamente assimilato nella realtà ecclesiale. Tra i punti notevoli dell'enciclica, oltre alle aperture sul tema del ministero petrino, penso che spicchino certe affermazioni sulla reale comunione esistente tra tutti i cristiani, anche al di là dei confini istituzionali e sulla insondabile ricchezza della verità, che può rivelarsi in diverse forme espressive».
La ricerca di unità nella diversità è del resto lo specifico dell'impegno ecumenico. Uno stile che nella sessione estiva del Sae si coniugherà anche in dodici gruppi di studio e nella cosiddetta «Cattedra dei giovani» cui parteciperanno un ragazzo cattolico, un protestante, un ortodosso, un ebreo e un musulmano. «Il nostro specifico di associazione laica e interconfessionale è lavorare per una formazione ecumenica realizzata nel dialogo autentico, nella relazione personale, nella libertà e fedeltà della testimonianza. Per essere poi - conclude Gnocchi - fermento ecumenico nelle situazioni locali».

[Il dialogo giorno per giorno]

   
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