Multiculturalismo e Islam: suicidio dell’occidente e dei diritti delle donne
di Samir Khalil Samir, sj su AsiaNews 7 marzo
2007
Il cosiddetto "dialogo con il mondo islamico" e il relativismo giuridico su
matrimonio e poligamia gettano al macero la dignità della donna e la sua
uguaglianza con l’uomo. Il Corano : picchiare la donna è giusto.
[successivi:
multiculturalismo-omosessualità;
multiculturalismo: sharia contro
costituzioni europee;
No al ghetto, sì all'integrazione]
Beirut. L’ideologia del multiculturalismo, cioè della tolleranza
cieca verso qualunque cultura e tradizione, sta distruggendo l’identità europea
e soprattutto cancella i diritti dell’uomo e delle donne. Un primo esempio è la
tolleranza che nei paesi europei sta crescendo verso la poligamia.
In teoria, in Italia e in Europa la poligamia è proibita. Ma è sempre più
comune registrare nel continente europeo un immigrato musulmano come poligamo,
in nome della “multicultura”: se uno è musulmano ed è sposato nel suo paese
d’origine con 4 mogli, non possiamo che accettare questo come un dato di fatto.
Tutto questo va contro leggi e costituzioni europee – che affermano le famiglie
monogame – ma in nome di un mal riposto rispetto delle culture, si accetta
qualunque soluzione.
Tollerare la poligamia?
Alcuni costituzionalisti, per salvare capra e cavoli, suggeriscono che in
Italia si potrebbe riconoscere solo una moglie, mentre le altre vengono
considerate concubine: questo mette a posto la situazione di alcuni musulmani
che hanno già moglie nel loro paese d’origine e qui ne prendono un’altra. Altri
pensano che si possa fare una distinzione fra matrimonio civile (in municipio,
alla presenza di una sola moglie) e uno religioso in moschea, dove può avvenire
il matrimonio poligamico. Naturalmente, per fare questo, essi propongono di non
leggere gli articoli del codice civile italiano (che affermano la monogamia e
l’uguaglianza tra uomo e donna). Una tendenza simile si propaga in Grecia. In
alcune zone dove i musulmani sono in maggioranza, il governo ha accettato il
principio che essi possono autogestirsi con le loro norme. E quindi ad Atene la
poligamia è vietata, ma nelle regioni a maggioranza musulmana è lecita, sempre
in nome del rispetto culturale.
Il multiculturalismo sta facendo molti danni. Ma anzitutto al buon senso: se
uno è sposato in Senegal con una donna e in Italia con un’altra, non si può
definire questo una monogamia. Un delitto rimane tale se compiuto sia in Italia
che all’estero. In realtà con questi trucchi si sta suggerendo una via di uscita
legale per la poligamia. Così, se un italiano vuole avere più mogli, basta che
si converta all’Islam!
Ma il multiculturalismo fa danni soprattutto alla dignità della donna. La
poligamia in Italia è vietata perchè contraria al principio dell’uguaglianza tra
uomo e donna. Affermarlo, sarebbe utile anche per l’Islam. Nelle società
islamiche infatti, la donna non può essere poligama (solo il maschio ha questo
“diritto”). Lo stesso è per il ripudio, permesso ai maschi, ma non alle donne
che possono però chiedere al marito il favore di ripudiarle. Affermare la
monogamia è dunque la strada per una più grande battaglia per i diritti delle
donne.
L’imam di Vénissieux e le donne
Per capire l’umiliazione in cui vive la donna nel mondo islamico, voglio
ricordare un fatto che ha suscitato molto dibattito in Francia. Il 20 febbraio
scorso, il ricorso in cassazione dell’imam Abdelkader Bouziane è stato
definitivamente rigettato. Cheikh Abdelkader, algerino non di cittadinanza
francese, imam della moschea di Vénissieux vicino a Lione, poligamo, padre di 16
(sedici) figli dei quali 14 cittadini francesi, viveva dal 1980 in Francia.
Era stato condannato all’ espulsione il 26 febbraio 2004, dal ministro degli
Interni Sarkozy, per i suoi discorsi incendiari e per incitazione all’odio, ma
la condanna non fu eseguita. Il 20 aprile, in seguito ad un’intervista sul
quotidiano “Lyon Mag”, è stato nuovamente condannato all’ espulsione per le sue
affermazioni contro le donne, in particolare per aver detto che “il Corano
autorizza in certi casi un musulmano a battere la propria moglie”, che la donna
doveva essere sottomessa al marito e non era uguale all’uomo.
Il 23 aprile, il tribunale amministrativo di Lione sospende la decisione di
espulsione e rigetta la richiesta del Ministero. L’imam torna in Francia il 22
maggio. Il 5 ottobre 2004, il Consiglio di Stato annulla la sospensione
dell’espulsione, e l’indomani l’imam è di nuovo espulso verso Orano in Algeria.
Il 21 giugno 2005 il tribunale di Lione lo dichiara di nuovo libero, ma il 14
ottobre viene condannato in assenza. L’imam fa ricorso, ma il 6 febbraio 2007 la
corte di cassazione rigetta definitivamente il ricorso.
L’Associazione “Régards de femmes” di Lione, che si era costituita parte
civile ha dichiarato: “Il diritto alla dignità, al rispetto, all’integrità del
suo corpo appartiene a tutte le donne che vivono in Francia. D’ora in poi non
sarà più possibile legitimare le violenze contro le donne col pretesto della
religione”.
L’intervista dell’imam
Ecco alcuni estratti della (famosa) intervista di Cheikh Abdelkader sul
rapporto uomo-donna:
A suo parere, la donna è uguale all’uomo?
No. Esempio: non ha il diritto di lavorare insieme agli uomini, perché
potrebbe essere tentata d’adulterio.
La donna deve essere necessariamente sottomessa all’uomo?
Sì, perché il capo famiglia è sempre l’uomo. Ma deve rimanere equo con sua
moglie: non deve batterla senza motivo, né considerarla come una schiava.»
È
per questo che Lei è favorevole alla poligamia?
Sì, un musulmano può avere più mogli. Attenzione
però, non più di quattro!
E poi ci sono delle condizioni.
Ma perché la donna non può avere più mariti?
Perché non si saprà più chi è il padre dei figli !
Lei è favorevole alla lapidazione
[1] delle donne ?
Si, perché battere la propria moglie è autorizzato dal Corano, ma a certe
condizioni, in particolare se tradisce suo marito. Attenzione però: l’uomo non
ha il diritto di batterla ovunque: non nel viso, ma sotto, alle gambe, lo
stomaco, le natiche. Può batterla forte per farle paura, affinché non ricominci!
Il Corano: è lecito picchiare la donna
Qualcuno dei lettori si è ribellato, ma alla fine l’imam si è difeso dicendo
che questo è il Corano. E ha ragione. Se prendiamo il Corano (Sura 4, versetto
34) si legge:
“Gli uomini hanno autorità sulle donne a causa della preferenza che Allah
concede agli uni rispetto alle altre, e perchè spendono [per esse] i loro beni.
Le [donne] virtuose sono le devote, che proteggono nel segreto quello che Allah
ha preservato [il sesso – ndr].
[2] Quanto a quelle di cui temete
l’insubordinazione, ammonitele
[3], lasciatele sole nei loro
letti, battetele. Se poi vi obbediscono, non fate più nulla contro di esse.
Allah è altissimo e grande”.
La settimana scorsa su al-Jazeera ho ascoltato un altro imam che
spiegava le quattro condizioni per picchiare una moglie: non al viso; non deve
uscire sangue; non deve rompere le ossa; non si deve farlo in presenza dei
figli. Se tutto ciò non basta, bisogna arrivare al castigo estremo, cioè privare
la moglie del rapporto sessuale.
Anche sulla superiorità dell’uomo sulla donna, il Corano è esplicito (Corano
2:228 = la Vacca):
“Le donne divorziate osservino un ritiro della durata di tre cicli, e non è
loro permesso nascondere quello che Allah ha creato nei loro ventri, se credono
in Allah e nell'Ultimo Giorno. E i loro sposi avranno priorità se, volendosi
riconciliare, le riprenderanno durante questo periodo. Esse hanno diritti
equivalenti ai loro doveri, in base alle buone consuetudini, ma gli uomini sono
superiori. Allah è potente, è saggio”.
L’edizione dell’UCOII (l'Unione delle comunità ed organizzazioni islamiche in
Italia) aggiunge una lunga nota a proposito dell’espressione « ma gli uomini
sono superiori », nota assente dall’edizione online :
« In un penoso sforzo di omologare l’Islàm alla cultura occidentale, alcuni
commentatori modernisti hanno scritto che la superiorità riguarda solo il
diritto dell’uomo al ripudio della moglie, facoltà che non gode di reciprocità.
In realtà si tratta di qualcosa di molto più importante e fondamentale per il
mantenimento dell’equilibrio, individuale, famigliare, sociale.
“L’uomo e la donna sono due realtà complementari imprescindibili l’una
dall’altra. Se così non fosse, Allah (gloria a Lui l’Altissimo) non avrebbe
formato Eva dalla costola di Adamo, avrebbe fornito entrambi i generi di
apparati riproduttivi completi ecc. ecc.
“La struttura fisica dell’uomo è capace di grandi sforzi e di exploit
significativi, quella della donna, di fatica mediamente ripartita e grande
sopportazione del dolore.
“La sensibilità maschile è tutta esteriore, proiettata in un ambito
extrafamigliare che tende a diventare pubblico e politico. Quella femminile è
interiore, attenta a sé stessa, tesa alla protezione di quanto acquisito o
all’acquisizione di semplici mezzi di sostentamento e di sicurezza.
“La psicologia maschile è immaginifica, creativa, sperimentale, amante del
rischio, desiderosa di novità, di affermazione dell’io, il più delle volte ampia
e superficiale. Quella femminile è concreta, tradizionale, nemica dell’azzardo,
desiderosa di certezze, di conservazione del “mio”, il più delle volte profonda
e limitata.
“Nell’ambito famigliare il rispetto della Legge di Allah e della Sunna
dell’Inviato fa sì che non si creino situazioni tali da esigere un’affermazione
di potere che mortifichi la complementarietà dei coniugi. Ma oltre alla
complementarietà c’è un problema di leadership, nella famiglia e nella società,
che non significa predominio, oppressione o disconoscimento della prevalenza
femminile in una quantità di settori e circostanze. Allah (gloria a Lui
l’Altissimo) affida questo ruolo dirigente al maschio.
È un compito
gravoso e difficile, di cui l’uomo farebbe spesso volentieri a meno, e di cui è
tenuto a rispondere davanti ad Allah”.
Questo commento apologetico, scritto da un italiano convertito all’islam,
rispecchia l’opinione degli ulema tradizionalisti, evitando i loro eccessi.
Assegna dei compiti specifici all’uomo e alla donna, immutabili perché voluti da
Dio, che pretendono corrispondere alla natura dell’uno e dell’altra.
È ovvio che una
tale distribuzione dei ruoli, stabiliti da Dio fin dall’eternità e validi per
tutti i tempi e le culture, è difficilmente compatibile con la mentalità
occidentale e spesso incompatibile con le leggi e le costituzioni dell’Europa.
Conclusione
In nome del rispetto delle culture e della tolleranza religiosa, è possibile
accettare quest’insegnamento? È
la domanda seria che si pone a tutti i Paesi occidentali.
Non so se gli sbandieratori del multiculturalismo si rendono conto di quanti
danni umani provocano. In realtà si riconosce sempre più che la cosiddetta
tolleranza multiculturale è solo acquiescenza e una sottile forma di razzismo.
In nome della differenza culturale, infatti, si lascia che tutto proceda su
binari paralleli, senza immaginare alcun progresso, integrazione o miglioramento
in nome della dignità dell’uomo.
Per l’Europa è tempo di capire che la legge religiosa non può avere il
sopravvento su quella civile e che al di sopra di ogni tolleranza vi è la
costituzione di un Paese. Se questo non avviene, si dà all’Islam carta bianca
per una colonizzazione dei nostri costumi.
NOTE :
1) L’imam, che viveva da 24 anni in Francia, non ha capito la parola «
lapidazione », che ha interpretato come « battere ». Onde la sua risposta.
2) Nella traduzione dell’U.C.O.I.I., generalmente attribuita a Hamza Piccardo
(Imperia 1994), si legge la nota seguente: «Questo l’ideale della donna
credente: “paziente e pudica”. Dice il Profeta (pace e benedizioni su di lui):
“La migliore delle donne è quella che si rallegra del tuo sguardo, che ti
obbedisce, che custodisce la sua persona e i beni dello sposo in sua assenza”.
3) La versione italiana ha trascurato questo verbo!
Vedi anche:
Multiculturalismo e Islam: coppie di fatto e omosessualità
Multiculturalismo e Islam; la sharia contro le costituzioni europee
Multiculturalismo e Islam: musulmani in Europa, no al ghetto, sì
all’integrazione
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