Terza Assemblea ecumenica europea - Sibiu, 4-9 settembre 2007
Messaggio Finale
Sabato 8 settembre 2007
Festa della Natività della Beata Vergine Maria
[Versione definitiva]
La
luce di Cristo illumina tutti!
Noi, pellegrini cristiani di tutta l’Europa e oltre, diamo testimonianza del
potere trasformante di questa luce, che è più potente delle tenebre, e la
proclamiamo come speranza che abbraccia tutti gli aspetti per le nostre
Chiese, per tutta l’Europa e per il mondo intero.
Nel nome del Dio Trino, Padre, Figlio e Spirito Santo, ci siamo riuniti
nella città di Sibiu, Romania (4-9 settembre 2007). Questa Terza Assemblea
Ecumenica Europea è stata caratterizzata dalla ricchezza della spiritualità
e della tradizione ortodossa. Ribadiamo e rinnoviamo i seri impegni che ci
siamo già assunti a Basilea e a Graz e siamo spiacenti che, finora, non
siamo riusciti a tenere fede ad alcuni di essi. Tuttavia, la nostra fiducia
nel potere trasformante della luce di Cristo è più forte dell’oscurità della
rassegnazione, del fatalismo, della paura e dell’indifferenza.
La nostra Terza Assemblea Ecumenica Europea è
cominciata nel 2006 a Roma ed
è continuata nel 2007 a Wittenberg. Nel quadro di questo pellegrinaggio
ecumenico sono stati organizzati numerosi incontri regionali, oltre a quello
delle Chiese ortodosse a Rodi e quello dei giovani a St. Maurice*.
Accogliamo con gioia l’impegno dei giovani e il contributo che hanno offerto
all’Assemblea. Assistita e motivata dalla
Charta Oecumenica, la nostra
Assemblea ha portato avanti il lavoro iniziato nelle assemblee precedenti e
ha rappresentato un’occasione per uno scambio di doni e di arricchimento
reciproco.
Non siamo soli in questo pellegrinaggio. Cristo è con noi e nella schiera
dei testimoni (Eb 12, 1), i martiri contemporanei ci accompagnano: la
testimonianza della loro vita e della loro morte ci ispira a livello
individuale e come corpo. In comunione con loro, ci impegniamo a fare in
modo che la luce del Cristo trasfigurato splenda per mezzo delle nostre
testimonianze, profondamente radicate nella preghiera e nell’amore. Questa è
la nostra umile risposta al sacrificio delle loro vite.
La luce di Cristo nella Chiesa
La luce di Cristo ci porta a vivere per gli altri e in comunione fra di noi.
La nostra testimonianza a favore della speranza e dell’unità per l’Europa e
per il mondo sarà credibile soltanto se proseguiamo il nostro cammino verso
l’unità visibile. Unità non significa uniformità. C’è un enorme valore nel
tornare a sperimentare quella koinonia e nello scambio di quei doni
spirituali che hanno dato forza al movimento ecumenico sin dall’inizio.
A Sibiu abbiamo sentito di nuovo la dolorosa ferita della divisione fra le
nostre Chiese. Questo riguarda anche la nostra comprensione della sua unità.
Gli evidenti sviluppi storici e culturali nel cristianesimo orientale e
occidentale hanno contribuito a queste differenze, e la loro comprensione
esige la nostra urgente attenzione e un dialogo permanente. Siamo convinti
che la famiglia cristiana allargata debba affrontare le questioni dottrinali
e debba anche cercare un consenso più ampio riguardo ai valori morali
derivati dal Vangelo e uno stile di vita credibile che testimoni nella gioia
la luce di Cristo nel nostro esigente mondo laico moderno, nella sfera
privata così come in quella pubblica.
La nostra spiritualità cristiana costituisce un tesoro prezioso: una volta
aperto, rivela la varietà delle sue ricchezze e apre i nostri cuori alla
bellezza del volto di Gesù e alla potenza della preghiera. Soltanto se siamo
più vicini al nostro Signore Gesù Cristo ci possiamo avvicinare di più fra
di noi e sperimentare la vera koinonia. Non possiamo non condividere queste
ricchezze con tutti gli uomini e le donne che cercano la luce in questo
continente. Gli uomini e le donne spirituali cominciano con la propria
conversione e questo porta alla trasformazione del mondo. La nostra
testimonianza nei confronti della luce di Cristo corrisponde a un impegno
fedele ad ascoltare, vivere e condividere le nostre storie di vita e di
speranza che ci hanno modellati come discepoli di Cristo.
Prima raccomandazione: Raccomandiamo di rinnovare la nostra missione
come singoli credenti e come Chiese per proclamare Cristo come la Luce e il
Salvatore del mondo.
Seconda raccomandazione: Raccomandiamo di proseguire il dibattito sul
riconoscimento reciproco del battesimo, tenendo conto degli importanti
risultati su questo argomento in diversi paesi ed essendo consapevoli che la
questione è profondamente connessa con una comprensione dell’Eucaristia, del
ministero e dell’ecclesiologia in generale.
Terza raccomandazione: Raccomandiamo di trovare dei modi di
sperimentare delle attività che ci uniscano: la preghiera l’uno per l’altro
e per l’unità, pellegrinaggi ecumenici, formazione teologica e studio in
comune, iniziative sociali e diaconali, progetti culturali, sostenere la
vita della società basata sui valori cristiani.
Quarta raccomandazione: raccomandiamo la partecipazione completa
dell’intero popolo di Dio e, in quest’Assemblea in particolare, di prestare
attenzione all’appello dei giovani, degli anziani, delle minoranze etniche,
dei portatori di handicap.
La luce di Cristo per l’Europa
Riteniamo che ogni essere umano sia stato creato a immagine e somiglianza di
Dio (Gn 1, 27) e meriti lo stesso grado di rispetto e amore nonostante le
differenze di credenza, cultura, età, genere, origine etnica, dall’inizio
della vita alla morte naturale. Nella consapevolezza che le nostre radici
comuni sono molto più profonde delle nostre divisioni, mentre cerchiamo il
rinnovamento e l’unità e di capire il ruolo delle Chiese nella società
europea di oggi, ci siamo concentrati sull’incontro con le persone di altre
religioni. Consapevoli, in particolare, del rapporto unico che abbiamo con
il popolo ebraico in quanto popolo dell’Alleanza, rifiutiamo tutte le forme
contemporanee di antisemitismo e, insieme a loro, vogliamo promuovere
l’Europa come un continente libero da ogni forma di violenza. Nella nostra
storia europea, ci sono stati periodi di aspri conflitti ma ci sono anche
stati periodi di coesistenza pacifica tra le persone di tutte le religioni.
Oggi non c’è alternativa al dialogo: non un compromesso, ma un dialogo della
vita in cui possiamo dire la verità nell’amore. Abbiamo tutti bisogno di
imparare di più su tutte le religioni, e le raccomandazioni della
Charta
Oecumenica andrebbero ulteriormente sviluppate. Rivolgiamo un appello ai
nostri confratelli cristiani e a tutti coloro che credono in Dio affinché
rispettino il diritto delle altre persone alla libertà religiosa, ed
esprimiamo la nostra solidarietà nei confronti delle comunità cristiane che
vivono nel medio oriente, in Iraq o in altre parti del mondo come minoranze
religiose e sentono che la loro esistenza è minacciata.
Incontrando Cristo nei nostri fratelli e nelle nostre sorelle nel bisogno (Mt
25, 44-45), illuminati insieme dalla Luce di Cristo, noi cristiani, in
conformità con i comandamenti della Bibbia per l’unità dell’umanità (Gn 1,
26-27), ci impegniamo: a pentirci del peccato dell’esclusione, ad
approfondire la nostra comprensione dell’«alterità», a difendere la dignità
e i diritti di ogni essere umano, ad assicurare la tutela di coloro che più
ne hanno bisogno, a condividere la luce di Cristo che altri portano
all’Europa. Rivolgiamo un appello agli Stati europei affinché pongano fine
all’ingiustificabile detenzione amministrativa illegale dei migranti,
compiano ogni sforzo per assicurare l’immigrazione regolare, l’integrazione
dei migranti, dei rifugiati e di coloro che chiedono asilo, sostengano il
valore dell’unità della famiglia e combattano il traffico di esseri umani e
il loro sfruttamento. Rivolgiamo un appello alle Chiese affinché
intensifichino la loro cura pastorale degli immigrati vulnerabili.
Quinta raccomandazione: Raccomandiamo che le nostre Chiese
riconoscano che gli immigranti cristiani non sono semplici destinatari di
cura religiosa ma che possono svolgere un ruolo completo e attivo nella vita
della Chiesa e della società; che offrano una migliore cura pastorale per i
migranti, i richiedenti asilo e i rifugiati; che promuovano i diritti delle
minoranze etniche in Europa, in particolare del popolo Rom. Molti di noi
sono grati per aver potuto sperimentare profondi cambiamenti in Europa negli
ultimi decenni. L’Europa è più dell’Unione Europea. Come cristiani,
condividiamo la responsabilità di plasmare l’Europa come un continente di
pace, solidarietà, partecipazione e sostenibilità. Apprezziamo l’impegno
delle istituzioni europee: l’UE, il Consiglio d’Europa e l’OSCE per un
dialogo aperto, trasparente e regolare con le Chiese dell’Europa. I più alti
rappresentanti ci hanno onorati con la loro presenza e hanno in tal modo
espresso un forte interesse nel nostro lavoro. Dobbiamo affrontare la sfida
di immettere energie spirituali in questo dialogo. L’Europa è nata come un
progetto politico per garantire la pace e adesso deve trasformarsi in
un’Europa dei popoli, più che uno spazio economico.
Sesta raccomandazione: Raccomandiamo di sviluppare la
Charta
Oecumenica come linea guida in grado di stimolare il nostro cammino
ecumenico in Europa.
La luce di Cristo per il mondo intero
La Parola di Dio rende inquieti noi e la nostra cultura europea: coloro che
vivono non dovrebbero più vivere per se stessi ma per colui che è morto per
loro ed è stato risuscitato! I cristiani devono essere liberi dalla paura e
dall’insaziabile avarizia che ci spinge a vivere per noi stessi, impotenti,
prevenuti e chiusi. La Parola di Dio ci invita a non sperperare il prezioso
patrimonio di coloro che negli ultimi 60 anni hanno lavorato per la pace e
l’unità in Europa. La pace è un dono straordinario e prezioso. Paesi interi
aspirano alla pace. Interi popoli attendono di essere liberati dalla
violenza e dal terrore. Ci impegniamo con urgenza a rinnovare i nostri
sforzi per questi obiettivi. Rifiutiamo la guerra come strumento per la
risoluzione dei conflitti, per i quali promuoviamo i mezzi non violenti, ed
esprimiamo la nostra viva preoccupazione per il riarmo militare. La violenza
e il terrorismo nel nome della religione sono una negazione della religione!
La luce di Cristo splende sul termine "giustizia", collegandola con la
misericordia divina. Così illuminata, sfugge a qualunque pretesa ambigua. In
tutto il mondo – anche in Europa – l’attuale processo della radicale
globalizzazione del mercato sta approfondendo la divisione della società
umana tra vincitori e perdenti, sminuisce il valore di innumerevoli persone,
ha implicazioni catastrofiche in termini ambientali e, in modo specifico per
quanto concerne i cambiamenti climatici, non risulta compatibile con un
futuro sostenibile del nostro pianeta.
Settima raccomandazione: Esortiamo tutti i cristiani europei di
sostenere con forza gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio delle Nazioni
Unite come provvedimento pratico urgente per alleviare la povertà.
Ottava raccomandazione: Raccomandiamo che, da parte del CCEE e della
KEK, insieme alle Chiese dell’Europa e alle Chiese degli altri continenti,
venga avviato un progetto consultivo che affronti le problematiche della
responsabilità europea nei confronti della giustizia ecologica, davanti alla
minaccia dei cambiamenti climatici; la responsabilità europea nei confronti
di una giusta impostazione della globalizzazione, così come nei confronti
del popolo Rom e delle altre minoranze etniche europee. Oggi più che mai,
riconosciamo che l’Africa, un continente già strettamente intrecciato con la
nostra storia e con il nostro futuro, sperimenta livelli di povertà nei
confronti dei quali non possiamo rimanere indifferenti e inattivi. Le ferite
dell’Africa hanno commosso il cuore della nostra Assemblea.
Nona raccomandazione: Raccomandiamo di sostenere le iniziative per la
cancellazione del debito e la promozione del commercio equo e solidale.
Attraverso un dialogo sincero e obiettivo, contribuiamo e promuoviamo la
creazione di un’Europa rinnovata in cui gli immutabili principi e valori
morali cristiani, ricavati direttamente dal Vangelo, assurgono a
testimonianza e ci spingono a un impegno attivo nella società europea. Il
nostro compito consiste nel promuovere questi principi e valori, non
soltanto nella vita privata ma anche nella sfera pubblica. Vogliamo
cooperare con le persone delle altre religioni che condividono la nostra
preoccupazione per creare un’Europa dei valori che prosperi anche
politicamente ed economicamente. Preoccupati per la creazione di Dio,
preghiamo per una maggiore sensibilità e rispetto per la sua meravigliosa
diversità. Lavoriamo per contrastare il suo vergognoso sfruttamento, a causa
del quale tutta la creazione geme aspettando la redenzione (cf. Rm 8, 22-23)
e ci impegniamo ad adoperarci per la riconciliazione fra l’umanità e la
natura.
Decima raccomandazione: Raccomandiamo che il periodo che va dal 1
settembre al 4 ottobre venga dedicato a pregare per la salvaguardia del
creato e alla promozione di stili di vita sostenibili per contribuire a
invertire la tendenza del cambiamento climatico. Rendendo omaggio a tutti
coloro che hanno contribuito a questo cammino, in particolare ai giovani di
Young Oikumene, che hanno esortato i partecipanti di questa Assemblea ad
essere coraggiosi nel vivere il Vangelo, ci uniamo nella preghiera: O
Cristo, la Vera Luce che illumina e santifica ogni essere umano che viene in
questo mondo, fai splendere su di noi la luce della tua presenza, affinché
in essa possiamo contemplare la luce inavvicinabile, e guida i nostri
sentieri per porre in opera i tuoi comandamenti. Donaci la salvezza e
guidaci nel tuo regno eterno, poiché Tu sei il nostro Creatore e Datore di
tutto ciò che è buono. La nostra speranza riposa in te e a te diamo gloria,
ora e per sempre. Amen.
Versione definitiva:
La luce di Cristo illumina tutti!
Noi, pellegrini cristiani di tutta l’Europa e d’altre regioni
del mondo, diamo testimonianza del potere trasformante di questa luce, che è
più forte delle tenebre, e la proclamiamo come speranza che avvolge
completamente le nostre Chiese, tutta l’Europa e il mondo intero.
Nel nome del Dio Trinitario, Padre, Figlio e Spirito Santo, ci siamo riuniti
nella città di Sibiu, Romania (4-9 settembre 2007). Questa Terza Assemblea
Ecumenica Europea è stata segnata in modo speciale dalla ricchezza della
spiritualità e della tradizione ortodossa. Ribadiamo e rinnoviamo i seri
impegni che ci siamo già assunti a Basilea e a Graz e siamo spiacenti che,
finora, non siamo riusciti a tenere fede ad alcuni di essi. Tuttavia, la
nostra fiducia nella forza trasformante della luce di Cristo è più forte
dell’oscurità della rassegnazione, del fatalismo, della paura e
dell’indifferenza.
La nostra Terza Assemblea Ecumenica Europea è
cominciata nel 2006 a Roma ed
è continuata nel 2007 a Wittenberg. Durante questo pellegrinaggio ecumenico
sono stati organizzati numerosi incontri regionali, oltre a quello delle
Chiese ortodosse a Rodi e quello dei giovani a St. Maurice*. Accogliamo con
gioia l’impegno dei giovani e il contributo che hanno offerto all’Assemblea.
Accompagnata e motivata dalla
Charta Oecumenica, la nostra Assemblea ha
approfondito il lavoro iniziato nelle assemblee precedenti e ha
rappresentato un’occasione per uno scambio di doni e di arricchimento
reciproco.
Non siamo soli in questo pellegrinaggio. Cristo è con noi e, nella schiera
dei testimoni (Eb 12, 1), ci accompagnano in particolare i martiri
contemporanei: la testimonianza della loro vita e della loro morte ci ispira
a livello individuale e come corpo. In comunione con loro, ci impegniamo a
fare in modo che la luce del Cristo trasfigurato splenda per mezzo delle
nostre testimonianze, profondamente radicate nella preghiera e nell’amore.
Questa è la nostra umile risposta al sacrificio delle loro vite.
La luce di Cristo nella Chiesa
La luce di Cristo ci porta a vivere per gli altri e in comunione fra di noi.
La nostra testimonianza a favore della speranza e dell’unità per l’Europa e
per il mondo sarà credibile soltanto se proseguiamo il nostro cammino verso
l’unità visibile. Unità non significa uniformità. C’è un enorme valore nel
tornare a sperimentare quella koinonia e nello scambiare quei doni
spirituali che hanno dato forza al movimento ecumenico sin dall’inizio.
A Sibiu abbiamo sentito di nuovo la dolorosa ferita della divisione fra le
nostre Chiese. Questo riguarda anche la comprensione della Chiesa e della
sua unità. I diversi sviluppi storici e culturali nel cristianesimo
orientale e occidentale hanno contribuito a queste differenze, e la loro
comprensione esige la nostra urgente attenzione e un dialogo permanente.
Siamo convinti che la grande famiglia cristiana debba affrontare le
questioni dottrinali e debba anche cercare un ampio consenso riguardo ai
valori morali derivati dal Vangelo e uno stile di vita credibile che
testimoni nella gioia la luce di Cristo nel nostro esigente mondo laico
moderno, nella sfera privata così come in quella pubblica.
La nostra spiritualità cristiana costituisce un tesoro prezioso: una volta
aperto, rivela la varietà delle sue ricchezze e apre i nostri cuori alla
bellezza del volto di Gesù e all’efficacia della preghiera. Soltanto se
siamo più vicini al nostro Signore Gesù Cristo ci possiamo avvicinare di più
fra di noi e sperimentare la vera koinonia. Non possiamo non condividere
queste ricchezze con tutti gli uomini e le donne che cercano la luce in
questo continente. Gli uomini e le donne spirituali cominciano con la
propria conversione e questo porta alla trasformazione del mondo. La nostra
testimonianza nei confronti della luce di Cristo corrisponde a un impegno
fedele ad ascoltare, vivere e condividere le nostre storie di vita e di
speranza che ci hanno modellati come discepoli di Cristo.
Prima raccomandazione: Raccomandiamo di rinnovare la nostra missione come
singoli credenti e come Chiese per proclamare Cristo come la Luce e il
Salvatore del mondo.
Seconda raccomandazione: Raccomandiamo di proseguire il dibattito sul
riconoscimento reciproco del battesimo, tenendo conto degli importanti
risultati su questo argomento in diversi paesi ed essendo consapevoli che la
questione è profondamente connessa con una comprensione dell’Eucaristia, del
ministero e dell’ecclesiologia in generale.
Terza raccomandazione: Raccomandiamo di trovare il modo per sperimentare
attività che ci uniscano: la preghiera l’uno per l’altro e per l’unità,
pellegrinaggi ecumenici, formazione teologica e studio in comune, iniziative
sociali e diaconali, progetti culturali, sostegno della vita della società
basata sui valori cristiani.
Quarta raccomandazione: raccomandiamo la piena partecipazione dell’intero
popolo di Dio alla vita della Chiesa e, in questa Assemblea in particolare,
prestiamo attenzione all’appello dei giovani, degli anziani, delle minoranze
etniche, dei portatori di handicap.
La luce di Cristo per l’Europa
Riteniamo che ogni essere umano sia stato creato a immagine e somiglianza di
Dio (Gn 1, 27) e meriti lo stesso grado di rispetto e amore nonostante le
differenze di credenza, cultura, età, sesso, origine etnica. Nella
consapevolezza che le nostre radici comuni sono molto più profonde delle
nostre divisioni, mentre cerchiamo il rinnovamento e l’unità e la
comprensione del ruolo delle Chiese nella società europea di oggi,
rivolgiamo la nostra attenzione sull’incontro con le persone di altre
religioni. Consapevoli, in particolare, del rapporto unico che abbiamo con
il popolo ebraico in quanto popolo dell’Alleanza, rifiutiamo tutte le forme
contemporanee di antisemitismo e, insieme a loro, vogliamo promuovere
l’Europa come un continente libero da ogni forma di violenza. Nella nostra
storia europea, ci sono stati periodi di aspri conflitti ma ci sono anche
stati periodi di coesistenza pacifica tra le persone di tutte le religioni.
Oggi non c’è alternativa al dialogo: non un compromesso, ma un dialogo della
vita in cui possiamo dire la verità nell’amore. Abbiamo tutti bisogno di
imparare di più su tutte le religioni, e le raccomandazioni della Charta
Oecumenica andrebbero ulteriormente sviluppate. Rivolgiamo un appello ai
nostri fratelli cristiani e a tutti coloro che credono in Dio affinché
rispettino il diritto delle altre persone alla libertà religiosa, ed
esprimiamo la nostra solidarietà nei confronti delle comunità cristiane che
vivono nel Medio Oriente, in Iraq o in altre parti del mondo come minoranze
religiose e sentono che la loro stessa esistenza è minacciata.
Incontrando Cristo nei nostri fratelli e nelle nostre sorelle nel bisogno (Mt
25, 44-45), illuminati insieme dalla Luce di Cristo, noi cristiani, in
conformità con i comandamenti della Bibbia per l’unità dell’umanità (Gn 1,
26-27), ci impegniamo: a pentirci del peccato dell’esclusione, ad
approfondire la nostra comprensione dell’«alterità», a difendere la dignità
e i diritti di ogni essere umano, ad assicurare la tutela di coloro che più
ne hanno bisogno, a condividere la luce di Cristo che altri portano
all’Europa. Rivolgiamo un appello agli Stati europei affinché pongano fine
all’ingiustificabile detenzione amministrativa dei migranti, compiano ogni
sforzo per assicurare l’immigrazione regolare, l’integrazione dei migranti,
dei rifugiati e di coloro che chiedono asilo, sostengano il valore
dell’unità della famiglia e combattano il traffico di esseri umani e il loro
sfruttamento. Rivolgiamo un appello alle Chiese affinché intensifichino la
loro cura pastorale degli immigrati vulnerabili.
Quinta raccomandazione: Raccomandiamo che le nostre Chiese riconoscano che
gli immigranti cristiani non sono semplici destinatari di cura religiosa ma
che possono essere protagonisti attivi nella vita della Chiesa e della
società; che offrano una migliore cura pastorale per i migranti, i
richiedenti asilo e i rifugiati; che promuovano i diritti delle minoranze
etniche in Europa, in particolare del popolo Rom.
Molti di noi sono grati per aver potuto sperimentare profondi cambiamenti in
Europa negli ultimi decenni. L’Europa è più dell’Unione Europea. Come
cristiani, condividiamo la responsabilità di plasmare l’Europa come un
continente di pace, solidarietà, partecipazione e sostenibilità. Apprezziamo
l’impegno delle istituzioni europee: l’UE, il Consiglio d’Europa e l’OSCE
per un dialogo aperto, trasparente e regolare con le Chiese dell’Europa. I
più alti rappresentanti ci hanno onorati con la loro presenza e hanno in tal
modo espresso un forte interesse nel nostro lavoro. Dobbiamo affrontare la
sfida di immettere energie spirituali in questo dialogo. L’Europa è nata
come un progetto politico per garantire la pace e adesso deve trasformarsi
in un’Europa dei popoli, piuttosto che solo uno spazio economico.
Sesta raccomandazione: Raccomandiamo di sviluppare la Charta Oecumenica come
guida capace di stimolare il nostro cammino ecumenico in Europa.
La luce di Cristo per il mondo intero
La Parola di Dio rende inquieti noi e la nostra cultura europea: coloro che
vivono non dovrebbero più vivere per se stessi ma per Colui che è morto per
loro ed è stato risuscitato! Come cristiani dobbiamo essere liberi dalla
paura e dall’insaziabile avarizia che ci spinge a vivere per noi stessi,
impotenti, prevenuti e chiusi. La Parola di Dio ci invita a non sperperare
il prezioso patrimonio di coloro che negli ultimi 60 anni hanno lavorato per
la pace e l’unità in Europa. La pace è un dono straordinario e prezioso.
Paesi interi aspirano alla pace. Interi popoli attendono di essere liberati
dalla violenza e dal terrore. Ci impegniamo con urgenza a rinnovare i nostri
sforzi per questi obiettivi. Rifiutiamo la guerra come strumento per la
risoluzione dei conflitti ; per la loro soluzione promuoviamo i mezzi non
violenti, ed esprimiamo la nostra viva preoccupazione per il riarmo
militare. La violenza e il terrorismo nel nome della religione sono una
negazione della religione!
La luce di Cristo splende sul termine “giustizia”, collegandola con la
misericordia divina. Così illuminata, sfugge a qualunque pretesa ambigua. In
tutto il mondo – anche in Europa – l’attuale processo della radicale
globalizzazione del mercato sta approfondendo la divisione della società
umana tra vincitori e perdenti, sminuisce il valore di innumerevoli persone,
ha implicazioni catastrofiche in termini ambientali e, in modo specifico per
quanto concerne i cambiamenti climatici, non risulta compatibile con un
futuro sostenibile del nostro pianeta.
Settima raccomandazione: Esortiamo tutti i cristiani europei a sostenere con
forza gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio delle Nazioni Unite come
provvedimento pratico urgente per alleviare la povertà.
Ottava raccomandazione: Raccomandiamo che, da parte del CCEE e della KEK,
insieme alle Chiese dell’Europa e alle Chiese degli altri continenti, venga
avviato un progetto consultivo che affronti le problematiche della
responsabilità europea nei confronti della giustizia ecologica, davanti alla
minaccia dei cambiamenti climatici; la responsabilità europea nei confronti
di una giusta impostazione della globalizzazione, così come nei confronti
del popolo Rom e delle altre minoranze etniche europee.
Oggi più che mai, riconosciamo che l’Africa, un continente strettamente
intrecciato con la nostra storia e con il nostro futuro, sperimenta livelli
di povertà nei confronti dei quali non possiamo rimanere indifferenti e
inattivi. Le ferite dell’Africa hanno commosso il cuore della nostra
Assemblea.
Nona raccomandazione: Raccomandiamo di sostenere le iniziative per la
cancellazione del debito e la promozione del commercio equo e solidale.
Attraverso un dialogo sincero e obiettivo, contribuiamo e promuoviamo la
creazione di un’Europa rinnovata in cui i principi immutabili e i valori
morali cristiani, ricavati direttamente dal Vangelo, assurgono a
testimonianza e ci spingono a un impegno attivo nella società europea. Il
nostro compito consiste nel promuovere questi principi e valori, non
soltanto nella vita privata ma anche nella sfera pubblica. Vogliamo
cooperare con le persone delle altre religioni che condividono la nostra
preoccupazione per creare un’Europa dei valori, che prosperi anche
politicamente ed economicamente.
Preoccupati per la creazione di Dio, preghiamo per una maggiore sensibilità
e rispetto per la sua meravigliosa diversità. Lavoriamo per contrastare il
suo vergognoso sfruttamento, a causa del quale tutta la creazione geme
aspettando la redenzione (cf. Rm 8, 22-23) e ci impegniamo per la
riconciliazione fra l’umanità e la natura.
Decima raccomandazione: Raccomandiamo che il periodo che va dal 1 settembre
al 4 ottobre venga dedicato a pregare per la salvaguardia del creato e alla
promozione di stili di vita sostenibili per contribuire a invertire la
tendenza del cambiamento climatico.
Rendendo omaggio a tutti coloro che hanno contribuito a questo cammino, in
particolare al “giovane ecumenismo”, che ha esortato i partecipanti di
questa Assemblea ad essere coraggiosi nel vivere il Vangelo, ci uniamo nella
preghiera:
O Cristo, vera luce che illumina e santifica ogni essere umano che viene in
questo mondo, fa splendere su di noi la luce della tua presenza, affinché in
essa possiamo contemplare la luce inavvicinabile, e guida i nostri sentieri
per realizzare i tuoi comandamenti. Salvaci e guidaci verso il tuo Regno
eterno, poiché Tu sei il nostro Creatore e Datore di tutto ciò che è buono.
La nostra speranza riposa in te e a te diamo gloria, ora e sempre. Amen.
* Il messaggio di St. Maurice è allegato