In certi frangenti occorre franchezza e nessuno può realisticamente
aspettarsi l'autocorrezione da parte di Kiko. Qualunque auspicio in tal
senso è illusorio e fuori dal mondo.
Su questo sito è stato ampiamente e lucidamente analizzato il progetto
neocatecumenale ed evidenziato come, trattandosi di un programma di riforma
radicale della Chiesa, non contempli aggiustamenti o correzioni di sorta.
È ingenuo aspettarsi professioni di sottomissione e di umiltà da parte
dei capi del Cammino, al di fuori di strategie opportunistiche e
circostanziali adottate di volta in volta. Semplicemente perchè, dal loro
punto di vista ogni cambiamento, ogni trasformazione da loro progettata è
coerente con il programma generale di riforma, affinato e modulato man mano
lungo un arco quarantennale.
Pertanto, le affermazioni che fanno generico riferimento a "qualcosa che
non va" nel Cammino, al dovere di sentirsi fratelli con i NC, ad un
embrassons nous molto cristiano ma anche molto ingenuo e superficiale
non tengono conto della radicalità del progetto NC. La vera posta in gioco è
la sopravvivenza stessa della Chiesa cattolica apostolica romana per come
consolidata nei millenni.
La grande, inusitata abilità dei capi neocatecumenali è stata
indubbiamente quella di inoculare il germe del cambiamento eversivo in modo
silenzioso e sotterraneo, cercando di acquisire adepti e simpatie il più
possibile prima di essere scoperti.
Ciò che inquieta tutti noi, il silenzio ostinato delle gerarchie
sull'intera vicenda, è esattamente il risultato di una infiltrazione che
oggi è arrivata a coinvolgere un numero talmente alto di alti prelati,
vescovi, sacerdoti e fedeli - e il caso della
visita collettiva attuale alla
Domus è emblematica - da porre non pochi problemi al vertice della Chiesa,
Papa in primis, non diciamo a scomunicare esplicitamente la palese eresia
neocatecumenale ma neppure ad adottare severe sanzioni.
Tale purtroppo è lo stato delle cose, e fino a che non emergerà nel corpo
ancora sano della Chiesa una vasta, corale ed autorevole presa di posizione
contro lo stato di cose provocato dalla diffusione del neocatecumenato nel
mondo cattolico, nulla si potrà contro il pericolo micidiale che esso
rappresenta, neppure da parte del nostro pur vigile Papa Benedetto.
Al momento, è troppo forte lo squilibrio tra la forza palese dei
neocatecumenali e quella di chi li respinge in nome dei più sacri valori
della Chiesa.
Certo, la situazione è molto complessa. Ma il radicamento del Cammino
gioca molto sulla parzialità e ambiguità su cui si muove. E sul solito colpo
al cerchio e alla botte per espandersi. È "eresia" nel senso più vero del
termine. Prende "Parte" della Verità... distorcendola per attuare il proprio
piano.. Ma questo getta fumo negli occhi dei piccoli...
Forse bisognerebbe guardare ad altri aspetti reconditi in questa triste e
disgraziata vicenda, in parte già richiamati. In fondo, il problema non è
solo Kiko e il suo progetto. Il problema è chi se ne è lasciato attrarre e
sedurre, pur avendo gli strumenti intellettivi, spirituali, culturali per
respingerlo.
Non c'è peggiore battaglia di quella perduta prima di essere iniziata, e
la situazione della Chiesa attuale ricorda quella di quelle antiche
roccaforti, le quali, pur munite di difese imponenti, viveri e soldati,
all'apparire dei barbari all'orizzonte non hanno trovato di meglio che
aprire le porte e gettarsi nelle loro braccia, procurandosi con le loro
stesse mani il martirio, che senza tale resa, ci poteva essere oppure no,
secondo la volontà di Dio. Il quale, come è noto, aiuta chi si aiuta e non
chi si vuole perdere, per stanchezza, disaffezione, noia e magari il
desiderio di rinvigorire la propria fede con qualche novità interessante, si
avventura per sentieri sconosciuti senza minimamente accorgersi di essere
finito nelle sabbie mobili.
In sintesi è interessante e singolare la notazione sulla Chiesa che
avrebbe investito nel CN. Ciò da una parte conferma una certa reattività dei
NC quando dicono di sentirsi "dentro" la Chiesa. Dall'altra conferma che i
seminari RM non sono piovuti dal Cielo, ma rientrano in quell'
"investimento". Che poi si sia trattato di un investimento sbagliato, a
perdere come si dice, lo si è scoperto molto dopo.
Comunque, abbiamo davanti tre ipotesi di soluzioni:
- il Papa smentisce se stesso, approva Kiko e le sue liturgie.
- il Papa reagisce in modo eclatante alla disobbedienza, magari con
una scomunica.
- il Papa (la Chiesa) decide di non decidere e lascia il tutto in un
limbo indefinito.
Sembra la situazione di un malato di cancrena: mentre la malattia
continua a progredire, non si provvede ad amputare, si continuano a
somministrare palliativi e nel frattempo ci si affida alla Divina
misericordia.
Nel riflettere ci siamo detti che Dio aiuta chi si aiuta... ma sono
decenni che le anomalie vengono denunciate, hanno parlato sacerdoti e
vescovi, gli stessi Papi non hanno mancato di dare direttive, sono fioccate
testimonianze da ogni dove, ora anche la base più consapevole si sta
sensibilizzando... ma NULLA SI MUOVE, si GRIDA NEL DESERTO e forse la nostra
Chiesa sta rischiando la desertificazione - perché realtà come il Cammino NC
sono gramigna, non piante commestibili e salutari - a meno che non
intervenga un soccorso speciale, che è giusto invocare dal cielo ma senza
mai stancarsi di fare del nostro meglio...
Al momento il nostro meglio sembra proprio questo continuare a fare le
sentinelle, al posto dei 'pastori addormentati' e dei 'cani muti', senza
stancarci di denunciare e GRIDARE NEL DESERTO!
Considerazioni conclusive sui 160 vescovi e 9 cardinali alla Domus
Galileae
Come previsto, il soggiorno in Galilea ha prodotto nuovi
indottrinamenti di alti prelati, di cui la "testimonianza" del vescovo
Scanavino (che sul settimanale on line della sua diocesi, Perugia, ha
pubblicato una osannante relazione dell'evento) è tipico esempio. Ne
abbiamo letto con raccapriccio le espressioni, evidente frutto della
realtà ostentata che gli hanno presentato in Galilea, non di quella
vera, che purtroppo conosciamo bene!
La macchina propagandistica del Cammino, perfettamente rodata ed oliata
nel corso dei decenni, produce proprio i risultati attesi dai capi
neocatecumenali: l'adesione acritica di alti prelati, i quali sposano la
causa neocatecumenale o da perfetti ignoranti del rovescio della
medaglia del cammino o ricacciando in qualche anfratto remoto della
propria coscienza eventuali dubbi nutriti prima della visita al centro
mondiale d'irragiamento dell'eresia kikiana, abbagliati e soggiogati
definitivamente dalla messinscena trionfalmente dispiegata per fare
colpo sugli illustri ospiti.
Ovviamente, essendo questi vescovi ignari delle svariate aberrazioni
correlate al cammino (nessuno di loro può conoscere le catechesi
originali che costituiscono la "tradizione orale" del Cammino NC
e nemmeno i drammi umani di tante vite e famiglie distrutte), non
si rendono neppure conto che abbracciarne la causa li trasforma in
rinnegati della fede cattolica e traditori del giuramento di fedeltà al
Papa.
Un'altra conseguenza della laicizzazione progressiva della Chiesa
iniziata con il Vaticano II e proseguita nei decenni successivi: ciò che
sarebbe stato impedito ad un religioso, spostare ed attrarre la Chiesa
verso un'altra teologia, è stato invece consentito ad un laico...
Siamo dunque in presenza di una vera ed incompresa rivoluzione questo
sopraggiunto predominio dei laici sui religiosi, di cui Kiko Argüello è l'esempio
massimo, riuscendo in tale condizione a cooptare ed irretire centinaia
di porporati.
Naturalmente, fa parte della strategia del leader NC continuare a
dimostrarsi e dichiararsi compunto e servile verso la Chiesa quando
nella realtà dei fatti la Chiesa, attraverso alcuni suoi prìncipi, si inchina
a lui ammutolita e soggiogata.
La resa, perchè di resa si tratta, avviene allorquando ogni prelato si
convince che, se un tipo come l'Arguello riesce ad essere più trainante
e convincente del proprio bagaglio teologico e dottrinale, una forza
trascendente deve necessariamente operare in lui, dunque è giusto
inchinarsi a questa supremazia.
E così il cerchio dell'eresia e della sovversione si chiude
inesorabilmente.
Se in Vaticano sta ancora a cuore l'integrità della Chiesa cattolica, si
dovrebbe agire senza ulteriori indugi, perchè ogni giorno che passa è a
favore della grande eresia neocatecumenale.
Per la prima volta nella storia vi è il fondato pericolo che anziché
essere la Chiesa a svuotare e neutralizzare l'ennesima spinta al
mutamento eversivo, sia quest'ultima a svuotare ed incorporare
lentamente la Chiesa.