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Qual è la vera identità del Cammino neocatecumenale?

[Può davvero ritenersi superata la lettera del card. Arinze? ...e le altre anomalie]

Un nostro interlocutore neocatecumenale ha postato questa affermazione (i cui principi ritroviamo pari pari nei documenti delle nuove pastorali di molte diocesi italiane, a partire da Campobasso), preceduta da un "Non hai capito", che evidentemente riguarda tutti noi:

Il Cammino Neocatecumenale non è considerato né come una associazione, né come un movimento, né come una aggregazione di persone che stabiliscono fra di loro uno speciale vincolo formale per raggiungere determinati obiettivi nella Chiesa. Chi conosce il Cammino sa bene che nulla di questo corrisponde alla realtà della sua esperienza apostolica; anzi, chi è bene informato comprende che, in questo caso concreto, una opzione canonica di tipo associativo avrebbe alterato gli elementi basilari del Cammino, compromettendo aspetti essenziali del suo dinamismo apostolico. Perciò, più che segnalare una figura giuridica già codificata nel Diritto della Chiesa, questo Statuto si limita a presentare l’espressione giuridica della realtà vissuta nel Cammino, nel contesto, ovviamente, dei postulati e delle esigenze proprie della struttura della Chiesa e del suo ordinamento canonico.

Saremmo interessati, alla luce di quest'affermazione che proviene da una persona non certo delle retrovie del Cnc, comprendere cos'è davvero il Cammino neocatecumenale nonché chiarire il significato esatto che si dà all'espressione "esperienza apostolica".

Dovremmo dedurre, stando alla lettera, "esperienza di apostoli". Affermiamo tuttavia che di Apostolico, nel senso di riferito ai primi Apostoli di Gesù sui quali Egli ha fondato la Sua Chiesa, non riconosciamo molto nel Cammino, che si è lasciato alle spalle tutta la Tradizione Apostolica, per ripartire dal Concilio Vaticano II ed altre circonvoluzioni varie, tutto ampiamente documentato su questo sito.

Resta quindi da chiedersi: esperienza di quali apostoli e apostoli di chi e per che cosa?

Inoltre "Apostoli" significa inviati e, nella Chiesa, ogni Ministero nasce da un 'mandato' conferito dal vescovo o dal sacerdote. Sappiamo che nel Cammino, invece, i catechisti sono 'mandati' da Kiko Argüello e non dalla Chiesa, e pensiamo ai casi di quei vescovi che appoggiano il cammino e che non si fanno alcuno scrupolo di non verificare chi e per che cosa stanno mandando... per di più con la grave incongruenza che il noto “iniziatore” non riconosce in alcun modo la Chiesa come istituzione, salvo poi pretendere il placet da vescovi di cui non riconosce la funzione gerarchica, se non per un fatto di comodo assolutamente formale.

Si afferma: una opzione canonica di tipo associativo avrebbe alterato gli elementi basilari del Cammino, compromettendo aspetti essenziali del suo dinamismo apostolico.

In che senso? E perché? Chiaro che si ripropone la natura di questo "dinamismo apostolico"

Il Cammino Nc è giuridicamente una Associazione Laicale di Fedeli. Non a caso esso risponde al Pontificio Consiglio dei Laici. L'arbitrio con cui, a prescindere da cosa dicano Statuti e Chiesa, i responsabili definiscono il CNC è ulteriore sintomo di prepotenza e di ambiguità ormai non più tanto sommersa.

Se poi vogliamo accettare questa "autogestione" del CNC (e non solo) senza che nessuno dica o faccia nulla (come del resto finora) e accettiamo che il CNC si "autodefinisca" a volte come "movimento" e a volte come "iniziazione" (a seconda della convenienza)... allora facciamo pure...

Ma il punto importante ci sembra questo:

Perciò, più che segnalare una figura giuridica già codificata nel Diritto della Chiesa, questo Statuto si limita a presentare l’espressione giuridica della realtà vissuta nel Cammino, nel contesto, ovviamente, dei postulati e delle esigenze proprie della struttura della Chiesa e del suo ordinamento canonico.

Ci sembra che si possa intuire un nuovo "embrione" di Chiesa ritagliato nelle possibilità canoniche offerte da quella esistente... il che non è affatto rassicurante e poteva gettare -ma così non è stato- molte ombre su un'anomala 'approvazione' di uno Statuto che fa riferimento a Catechesi proprie per la maggior parte 'segrete' e mai pubblicate...
E ancora:

una opzione canonica di tipo associativo avrebbe alterato gli elementi basilari del Cammino

Il cammino non è movimento, non è associazione laicale, non è ordine religioso. Allora che cos'è? Esso si definisce "iniziazione cristiana"; ma questa è una prerogativa ecclesiale, con tutti i dubbi che si possono legittimamente avanzare sul "cristiana", avuto riguardo ai notevoli aspetti giudaici e giudaizzanti, che non coincidono propriamente con un ritorno alle origini, ignorando completamente proprio la “cattolicità” del cristianesimo.

Ci pare dunque di capire che secondo i responsabili del Cammino - e la cosa non è affatto nuova - i termini "movimento" e "associazione" non si possono applicare ad esso. O meglio vengono applicati quando fa comodo (giusto quando si vuole vendere il "prodotto-cammino" come perfettamente inserito e in armonia con tutti gli altri movimenti frutto del Concilio Vaticano II ecc ecc).

La pratica insegna che qualsiasi vestito giuridico-formale preesistente al cammino è inappropriato. A noi la cosa inquieta ancora di più... perchè ci trasmette la sensazione di qualcosa di poliedrico, che si fa piccolo in attesa dell'approvazione (e finge di essere un movimento qualsiasi), che si fa grande quando fagocita tutto il resto che lo circonda.

Non mancano di ricordarci i nostri interlocutori NC:

il papa (Giovanni Paolo II) salutò Kiko dicendo ecco che "Movimento giovane hai portato nella chiesa.... e Kiko: Santità io non ho portato nessun movimento nella chiesa perchè il cammino è la chiesa in movimento

Ma il cammino NON è la Chiesa in movimento, al massimo potrebbe rappresentare una parte di essa, un approccio, una visione pur sempre "particolare" delle cose. Non è giusto identificare il cammino con la Chiesa stessa. E questa è una forma di arroganza che spaventa sempre di più e conferma ancora una volta il carattere assolutista del CNC ed è bene ribadire che cammino non coincide con la chiesa, anche se tende a sostituirvisi. A distanza di anni le perplessità permangono e aumentano, sia in ragione delle implicanze della risposta di Kiko al Papa, sia di quello che è successo e continua a succedere!

La Chiesa è TUTTA e sempre in movimento, non solo nei cosiddetti "movimenti"; ma c'è una differenza: i movimenti, così come nascono per le esigenze di un'epoca possono sparire o essere riassorbiti, la Chiesa NO. Inoltre la Chiesa è TUTTA e sempre carismatica e non solo istituzione come erroneamente e pretestuosamente afferma l'Argüello quando gli conviene mettere a raffronto carìsma e istituzione. E il carìsma ha bisogno dell'istituzione, altrimenti chi ne garantisce l'autenticità? Mica chiunque si definisce carismatico lo è poi davvero!

Inoltre la "prerogativa di evangelizzazione" riguarda il vangelo dei due iniziatori - fondato sulla pseudo-teologia sessantottina (Farnès, Bonhoeffer e Rahner con riferimenti dichiaratamente Luterani) maldigerita da Carmen Hernandez coniugata con le suggestioni giudaizzanti e i trascinanti e coinvolgenti psicologismi dell'Argüello - che non è lo stesso Vangelo di Cristo! Purtroppo è così e ce ne dispiace perché è un grosso "vulnus" che la Chiesa finora si è tenuta in seno!

Se la coerenza ha ancora un senso di questi tempi, il CNC è, giuridicamente e praticamente, una Associazione Laicale! Che fa ancora capo (a quanto ci risulta) al Pontificio Consiglio dei Laici! Per cui, se anche la logica umana ha ancora un senso, esso è configurato giuridicamente come "movimento", Associazione retta da uno Statuto.

Se poi vogliamo ignorare la Chiesa, la logica umana, e i fatti, possiamo dire che il CNC è "iniziazione", "pastorale di Iniziazione". Ed a questo punto bisognerebbe chiedersi a cosa possa servire uno Statuto per un "metodo pastorale", la cui responsabilità spetta ai Vescovi Diocesani! Con questa iper-ambiguità giuridica il CNC può anche infischiarsene dello Statuto! A parte il fatto che lo fa già, ma in questo caso a maggior ragione.

Ormai siamo abituati all'Assurdo come "regola", all'anarchia come "norma"; però se vogliamo a questo punto dichiariamolo apertamente... E ci mettiamo con l' anima in pace.. Si fa per dire, naturalmente!

Anche lo Statuto del 2002 - nato incompleto, e morto incompleto - parlava di un "itinerario"... che aveva però degli iniziatori, una struttura interna, una fondazione per raccattare soldi, eccetera. Praticamente, un'associazione che rifiutava di farsi chiamare associazione.

È legittimo chiedersi  cosè realmente il Cammino anche in ragione del nuovo Statuto, dal momento che la definizione di conio neocatecumenale riportata all'inizio della nostra riflessione parla di una non meglio precisata "espressione giuridica della realtà vissuta nel Cammino, nel contesto, dei postulati e delle esigenze proprie della struttura della Chiesa e del suo ordinamento canonico"-

Si tratta di una realtà giuridica che esiste, perché esiste un'organizzazione strutturata che si è data delle gerarchie e delle prassi, comprese quelle liturgiche che, insieme ad un ragguardevole giro di fondi, gestisce la spiritualità e anche la vita di molte persone.

Meraviglia poi che si parli di postulati ed esigenze proprie della Chiesa e del suo ordinamento canonico quando si pretende di essere "iniziazione" a qualcosa che appartiene all'ordine del soprannaturale e di cui è la Chiesa a possedere "le chiavi" e non si comprende in base a quale postulato ed esigenza essa dovrebbe "consegnarle" a qualcuno che si è intrufolato con l'inganno e non le appartiene né strutturalmente né dottrinalmente. Le motivazioni di questa affermazione sono ampiamente contenute nelle varie sezioni del Sito.

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