Appare
oggi 18 febbraio, su
Korazym.org un
articolo con questa motivazione: "la nuova puntata relativa all’approvazione
definitiva degli Statuti del Cammino neocatecumenale... merita comunque di
essere raccontata, se non altro perché ormai praticamente di dominio
pubblico" (cioè ormai non se ne può proprio fare a meno - ndR),
dall'eloquente titolo: "Cammino neocat: e quella degli statuti diventa
una telenovela".
Ciò
nonostante nostri lettori ci segnalano che tanto a Roma quanto ad Empoli, Presbiteri neocatecumenali,
hanno data per certa l'approvazione degli Statuti. Uno di loro ha aggiunto ai
parrocchiani che ascoltavano: "Non vorrei che adesso ve ne andate dalla
parrocchia"! Oltre al danno anche la beffa! Fino a quando, Signore?
I Tuoi sacerdoti (ma dono davvero i Tuoi?) si prestano a fare da portavoce al
loro "iniziatore" che non sei Tu, per diffondere cose che lui dice prima
ancora che il Papa parli. E noi dovremmo tacere?
Iniziamo con qualche commento su quanto pubblicato da Korazym.
Superato il fastidio per il solito cerchiobottismo degli articoli, di cui è
evidente la tendenza alla minimizzazione, c'è però un indubbio merito.
Almeno sono state fatte pubbliche scuse! Come pubbliche e imprudenti
furono le "notizie" (false) diffuse! Ma anche in queste doverose scuse, si
minimizza!
Ci si
continua a chiedere come, da giornalisti professionisti quali sono, abbiano potuto pubblicare comunque notizie senza fonte! Questo è un errore
basilare e non solo un "incidente di percorso", in mancanza di un riscontro
istituzionale e pubblico riguardo alle ventilate approvazioni in corso. Tra
l'altro, alla luce del Diritto, nemmeno sarebbe stato lecito formulare
semplici ipotesi in senso positivo per il CNC, visto che si era davanti ad
una mancata approvazione (ed è un fatto!) e ad un silenzio di mesi da parte
della Santa Sede! Senza prendere in considerazione l'unica ipotesi
plausibile, per logica, di essere in presenza
di problemi riguardo l'approvazione statutaria del CNC!
Che
facciano l'articolo per dire che "non fanno parte del Cammino" e non
"parteggiano", ci fa pensare: "excusatio non petita, accusatio manifesta"!
Tra l'altro se "non parteggiano" e se sono "super partes", perchè agire in
quel modo così sconsiderato e anti-giornalistico, ben sapendo che anche loro
fanno parte dei Mezzi di comunicazione e per di più di diffusione così
vasta? Inoltre, prima dicono "non siamo dei loro"; ma poi si affrettano a
dire che "hanno partecipato ai buoni frutti NC"! "Abbiamo partecipato (e
con frutto) ad esperienze neocatecumenali, a catechesi, riti, liturgie,
ritiri organizzati dal Cammino, ma nessuno di noi ne fa direttamente parte."
Il
fatto che vi abbiano partecipato "con frutto" e senza rilevare nulla di nulla, se non
dimostra la loro appartenenza al cammino - della quale comunque non
dovrebbero render conto a nessuno - dimostra se non altro il loro scarso 'sensus
ecclesiae'... perché basta ascoltare una catechesi o partecipare ad una
celebrazione per accorgersi di molte
cose 'stridenti' con quanto insegna la Chiesa...
Inoltre
ci colpisce che quando parlano delle voci critiche le definiscono
"tifoserie" come se, per esempio noi, stessimo qui a "fare il tifo" per
l'abolizione del cammino e non ci stessimo battendo per la eliminazione
delle sue astruserie e difformità con gli insegnamenti e le prassi della
nostra Chiesa. E siamo più tifosi noi, che portiamo testimonianze
documentate a lume di Magistero, o loro che si sono fatti portavoce della
propaganda (falsa) dei capi del cammino NC?
E ora ci si scusa ma si minimizzano i problemi! Infatti, dopo anche i
"lati oscuri" appena accennati nell'articolo (troppi ve ne sarebbero!), come
si fa a continuare a dire "c'è del buono" da "separare"? I "lati oscuri",
ahinoi, sono troppi! E quelli "chiari" troppo pochi! Preservare quelli
"chiari" si può solo facendo una linea netta!
Sul
fronte particolare della nostra 'vigilanza' e attenzione, riscontriamo che
nel mondo neocatecumenale e nella chiesa nei confronti di esso, qualcosa si
sta muovendo. È fuor di dubbio e lo confermano i seguenti segnali:
-
il
silenzio blindato da parte dei vaticanisti "maggiori";
-
l'articolo su
Camineo Info,
ripreso dal sito Catechumenium
-
gli
articoli odierni su Korazym.org, sopra citati, senza capo né coda;
-
le
continue voci alimentate dall'iniziatore a ritmo ormai costante e
ricorrente in questi ultimi mesi.
Un
fatto è chiaro, checché ne dica Korazym e checché ne dicano i suoi
sostenitori: il Cammino neocatecumenale, al di là dei "lati oscuri"
ampiamente documentati, è nella disobbedienza più ostinata e
plateale alla Chiesa, avendo non solo
disatteso in questi ultimi cinque anni
e persino da giugno ad oggi gli statuti che era stato costretto a
presentare, ma avendo addirittura considerato lettera assolutamente morta le
prescrizioni date dal Papa attraverso il card Arinze.
È necessario che su tale ostinata e arrogante disobbedienza – che investe
anche il ‘cuore’ della vita di fede rappresentato dalla Liturgia – la Chiesa
debba dare riscontro in un modo o nell'altro, anche se non è da escludere il
rischio che qualche ‘sponda interna’ dei non pochi tessitori di trame possa
minimizzarla o addirittura farla passare per adeguamento che, riguardo ai
siti, è solo camaleontica mimetizzazione e, nelle prassi e nella tradizione
orale garantite dai catechisti, è testimoniato da molte fonti come
assolutamente inesistente.
Sull’altro fronte, allargato alla situazione generale, riscontriamo che
proprio sulla Liturgia il Santo Padre ha dovuto verificare l'esistenza di
una cordata eterogenea di prelati e porporati accomunati dal rifiuto più o
meno esplicito delle sue direttive.
L'abbiamo scritto e riscritto più volte: la conseguenza più devastante del
clima riformista post-conciliare è stata la distruzione del principio di
autorità, il fatto che a fianco della morte di Dio proclamata dagli atei
marxisti nella società secolare si sia affermata una morte del 'padre'
all'interno della Chiesa, inteso come gerarchia, tradizione, autorità.
Che in tale obbrobrio sia incorso un movimento laico spurio, eclettico e
transreligioso come quello neocatecumenale, è comprensibile, considerate le
premesse ambigue e fallaci. Ma che in esso siano incappati ministri della
Chiesa ad ogni livello, è incomprensibile e inaccettabile, se non alla luce
di un corrompimento collettivo degli intelletti.
I modernisti-manager in tonaca, anzi in clergymen, hanno confuso chiesa e
società, si sono convinti che le istanze di cambiamento, di svecchiamento,
di riforma drastica e radicale potessero accomunare i due àmbiti. Del tutto
dimentichi che se varie questioni della vita di fede sono suscettibili di
analisi e discussioni, vi sono princìpi-cardine intangibili perchè mettervi
mano significa distruggere i fondamenti della fede stessa.
Il principio di obbedienza all'autorità del Papa è il fulcro di questi
fondamenti intangibili. Invece, l'ideologia equivoca ed erronea spacciata ed
imposta dalla mentalità modernista-riformista ha messo tutto in discussione.
I
frutti di quella mentalità li teniamo sotto gli occhi: vescovi che
disattendono le direttive papali, cardinali che professano interpretazioni
antagoniste a quelle del Papa veicolandole perfino sui mass-media, sacerdoti
egocentrici che annunciano il proprio adulterio sotto i riflettori mediatici
e pretendono pure di regolarizzarlo continuando ad esercitare il ministero,
altri che criticano apertamente e perfino aggressivamente gli atti del
magistero papale, altri ancora che abbracciano ideologie antitetiche e
controverse, e via dicendo.
Ecco,
sono queste le radici di quel Male e di quel malessere che travaglia la
Chiesa odierna, tanto più letali perchè germinate all'interno di essa.
Per
grazia di Dio, alla guida della Chiesa vi è un Papa che, pur nell'angoscia
del compito immane, non difetta della necessaria sapienza e discernimento
per far fronte a tutto questo, riportando pian piano sui sentieri di una
fede ragionata e consapevole delle proprie certezze sempre più ministri
della Chiesa, dapprima pericolosamente in bilico e ondeggianti.
Un miracolo, diremmo, rispetto a quell'impazzimento. Speriamo che prosegua,
con l'aiuto del Signore.