Un articolo pubblicato dal sito spagnolo Camineo.info, notoriamente
vicino al Cammino neocatecumenale affronta sotto il profilo giuridico la
validità e l'applicabilità concreta delle norme contenute nella "Lettera
privata" inviata dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina
dei Sacramenti ai Responsabili internazionali del Cammino neocatecumenale
nel Dicembre 2005.
(cfr.
http://www.camineo.info/news/121/ARTICLE/4394/2008-01-28.html )
Il link da oggi 5 febbraio non si apre: il sito è stato
oscurato... oggi, 7 febbraio, rifunziona!
L'articolo costituisce l'ennesimo moto di ribellione al Papa e potrebbe non
essere rilevante il fatto che Catechumenium.it, che ne fornisce la traduzione,
tenti di dissociarsene. Ad ogni buon fine
abbiamo salvato la
pagina
(cfr.
http://www.catechumenium.it/default.asp?cod=&t=21&dett=2009&pag=0 )
Dobbiamo pensare che catechumenium.it, se apparentemente prende le distanze
da López Aguila e da Camineo Info, di fatto se ne fa portavoce e rende un
servizio a quanti nel Cammino usano gli stessi argomenti usati da Aguila per
contestate l'addebito di disobbedienza loro mosso da più parti e soprattutto
dalla Santa Sede, che da qualche mese a questa parte è in continuo contatto
con gli iniziatori del Cammino, i quali ripetutamente parlano di dialettica,
trattative... ma può essere la Verità oggetto di trattative, di tessitura di
'trame'? Molto eloquente anche la pubblicazione delle immagini del Papa che,
quando era cardinale, 'presiede' la loro liturgia; sembra dire: visto che ci
approva? Tuttavia siamo sicuri che quella celebrata dal Papa non era certo
la loro liturgia, a parte tutta la evidente messa in scena, che sicuramente
il Papa in quell'occasione non avrà fatto a meno di notare.
È comunque vergognoso che un organo più o meno ufficiale del Cammino Neocatecumenale tenti di dire che i neocatecumenali non disobbediscono al
Papa in quanto la lettera del card Arinze non è stata mai pubblicata sugli AAS. Il
fatto che essa lettera sia stata pubblicata sull'organo della Congregazione
per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, sia stata oggetto di un'intervista
al Card Arinze da parte di Radio Vaticana, sia stata richiamata ufficialmente
dallo stesso Santo Padre nell’Udienza concessa ai neocatecumenali il 16
gennaio 2006, chiarisce bene che essa traduce la volontà chiara ed
inequivocabile del Papa.
Queste le sue testuali parole: "Proprio per aiutare il Cammino
Neocatecumenale a rendere ancor più incisiva la propria azione
evangelizzatrice in comunione con tutto il Popolo di Dio, di recente la
Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti vi ha
impartito a mio nome alcune norme concernenti la Celebrazione eucaristica,
dopo il periodo di esperienza che aveva concesso il Servo di Dio Giovanni
Paolo II. Sono certo che queste norme, che riprendono quanto è previsto nei
libri liturgici approvati dalla Chiesa, saranno da voi attentamente
osservate. Grazie all'adesione fedele ad ogni direttiva della Chiesa, voi
renderete ancor più efficace il vostro apostolato in sintonia e comunione
piena con il Papa e i Pastori di ogni Diocesi. E così facendo il Signore
continuerà a benedirvi con abbondanti frutti pastorali."
Disobbedire ad essa (pretestuosamente ritenuta una lettera privata)
significa disobbedienza assoluta al Sommo Pontefice. Inutile girare la
matassa ed arrampicarsi sugli specchi. Forse che già in casa neocatecumenale
si senta odore di bruciato e si inizino ad affilare le armi? Abbiamo
l'impressione che anche in questa occasione si ricorra al solito cerchiobottismo neocatecumenale. Catechumenium it afferma di dissociarsi dai
contenuti della insolente presa di posizione di Camineo Info. Intanto però
ne pubblica tutta la traduzione della vibrata protesta contro il Papa e
contro la Chiesa. Come a dire, noi non c'entriamo, ma sappiano tutti che
giuridicamente le cose stanno in questo modo.
Oppure cominciano i dissidi anche in casa, tra "ortodossi" kikiani e chi,
attraverso la ragione, coglie alcune ragioni di perplessità se non di
dissenso... comunque il discorso va approfondito, appaiono elementi nuovi e
anche inquietanti per la subdola strumentale applicazione che potrebbero
farne i neocatecumenali.
Resta sempre da vedere cosa ne pensa il Papa...
In ogni caso, se apparentemente nulla si muove nella Chiesa, sembra che le
acque comincino ad agitarsi nel cammino... comincia ad apparire una presa di
posizione che non è delle più rassicuranti, perché non
sembra certo deporre a favore della limpidezza e dell'umiltà, ma piuttosto dell'arrogante e subdolo incaponimento...
insomma, invece di obbedire si accampano ragioni e distinguo degni dei più
astuti se non abili legulei...
È probabile che alla base di queste pubblicazioni ostentatamente ribelli
e determinatamente ostili alle disposizioni del card Arinze da parte di alcuni e
di queste "prese di distanze" da parte di altri non vi sia altro che un
gioco sotterraneo per rimproverare alla Chiesa qualcosa, arroccarsi nei
propri errori, trovarne un'autogiustificazione "legale" e poi apparire come
voci dissonanti giusto per confondere le acque.
Se è vero che le gerarchie ecclesiali tacciono facendo crescere l'ambiguità
e il disorientamento, è pur vero che gli ineffabili Kiko e Gennarini sono
tutt'altro che limpidi e chiari nel manifestare le loro visioni (deliranti).
Più tempo passa e più ci si accorge che la questione neocatecumenale per la
Chiesa (cioè per tutti noi) si sta rivelando una tremenda mina vagante.
Tuttavia c'è da pensare che l'estensore dell'articolo su Camineo Info sia
direttamente o indirettamente a conoscenza del fatto che la Santa Sede
rimproveri al Cammino una forma di disobbedienza ormai conclamata e chiara,
altrimenti non si sarebbe scomodato a scrivere il suo delirante pezzo,
manipolando ad usum cammini il codice di diritto canonico.
A quando la fine di questa battaglia tra Santa Sede e responsabili del
Cammino Neocatecumenale, giocata con mezzi termini e ambiguità di ogni
sorta?
Si cita addirittura: "Mons. Bugnini, Prefetto nel 1974, pubblicò in Notitiae
(n°96 pag. 229) uno scritto sufficiente in quel momento per chiarificare i
dubbi e avallare la serietà liturgica del Cammino". È singolare come certi
nomi riemergano a distanza di decenni, guarda caso in relazione al
motu
proprio del papa… e non è citato solo il nome di Bugnini, il Massone che ha
stravolto la liturgia, ma anche quello di
Farnès, il teologo
super-modernista, scoperto da Carmen e che Kiko cita in molte catechesi...
Ed in effetti Bugnini, alla cui scuola è cresciuto il defenestrato Piero
Marini, era e rimane, sia pure solo nel nome, l'antagonista della dimensione
ecclesiale ratzingeriana da cui è nato il
motu proprio.
Nulla è lasciato al caso quando scrivono i neocatecumenali e i messaggi
subliminali (o le minacce?) che essi lanciano si colgono a pienissime mani.
Il defenestrato Piero Marini era considerato il "figlio prediletto" di
Bugnini. È proprio da questi guasti che il Papa sta tentando di risanare la
Chiesa; non a caso sta cambiando il vento in Curia... ma il documento è un
colpo di coda non da poco... o zappa sui piedi... dipende da quel che farà
la Chiesa.
La filippica di Camineo Info (dalla quale apparentemente prendono le
distanze le citate voci italiche) altro non sembrerebbe che un avvertimento
alla Dottrina della Fede e, perchè no? Fors'anche una sfida!
Quella della "lettera privata" era l'interpretazione originaria di Gennarini...
tutto il castello attuale è costruito su questo... ma al di là dei
formalismi, il Papa nella famosa udienza del 12 gennaio, pure citata, ha
parlato testualmente di NORME da lui impartite... privato o pubblico che sia
è un intervento autentico promosso dal Papa e come tale andrebbe accolto da
chi fosse nella Chiesa; per cui dovrebbe avere comunque valore autoritativo
se non altro dal punto di vista morale e spirituale... se si accampano altre
ragioni, vuol dire che di morale o tanto meno di spirituale - almeno nel
senso di 'spirito retto' - c'è ben poco...
E stanno menando il can per l'aia. Come definire "lettera privata" priva per
questo di valore universale, un documento scritto da un'Autorità pubblica
(il card Arinze non scrive a titolo personale, ma a nome della Congregazione
e in definitiva a nome del Papa, che lui stesso afferma di aver dato delle
NORME e chiede siano seguite) a Kiko e Carmen non in quanto persone private,
ma in quanto persone pubbliche, nella veste di responsabili e iniziatori di
una realtà che si dichiara ecclesiale, definita Associazione laicale nello
statuto e quindi anche con una sua figura giuridica... Inoltre i legulei di
Camineo dimostrano di non avere alcuna nozione di Dottrina né di Dogmatica e
di non conoscere che La Chiesa governa sia col Magistero
ordinario che con quello straordinario e governa anche con gli scritti delle
Congregazioni. Altro che (la lettera) "non ha valore ecclesiastico alcuno"!
E, in riferimento alle testuali parole del Papa, Prima Sedes a nemine iudicatur!
Potrebbe addirittura apparire comico, se non fosse così grave, che chi ha
spacciato per decenni la lettera interna - la famosa “Ogniqualvolta”, quella
sì non ufficiale, di Giovanni Paolo II a Cordes - come approvazione ufficiale
del Cammino per rendere più efficace "l'aggancio" di nuovi adepti, ora si
appigli al fatto che la lettera del papa non fosse pubblicata sugli Acta
Apostolicae Sedis (copiando in pratica l'argomento che Padre Zoffoli gli
aveva usato contro e che loro hanno sempre ignorato) Maestri nel rigirar la
frittata e del mentire con immensa faccia tosta. Intanto siamo già a due
mesi ufficiali disobbedienza del Cammino.
E continuano a citare il codice di diritto canonico usando come
abbreviazione le seguenti lettere CDC, per il
quale si usa la dicitura CJC che significa Codex Juris Canonici... è Latino!
Crediamo che la lingua ufficiale della chiesa sia ancora il latino e non lo
spagnolo, o no?
Possiamo comunque pensare che la disobbedienza è tale solo se e quando la
Chiesa lo dichiara esplicitamente oppure esiste e anzi viene tollerata - fin quando
non sappiamo - nella ormai remota speranza che possa tramutarsi in
obbedienza?
E chi, usando la logica distorta di Kiko, che permea ogni pensiero e atto
dei "suoi", butta le mani avanti per dimostrare un'obbedienza aggrappata a
norme giuridiche, peraltro maldestramente usate, è obbediente o sta
mostrando il volto della sua ribellione? E la presa di distanza di Catechumenium può essere convincente se si continua a obbedire a Kiko
anziché al Papa? Il che lascia pensare si tratti di una presa di distanza
solo a parole, non certo nei fatti.
Ma veniamo con ordine. Anzitutto Lopez parla di unicità della possibilità
di intervento della congregazione dei riti. Sostiene infatti che la lettera
è il prodotto della verifica della congregazione sul cammino, quindi, non
sarebbe più possibile dire altro. Questo è un pio desiderio di Lopez, il
quale tenta goffamente di dire: "la chiesa può dire solo una cosa, se
dimostro che la cosa l'ha detta male, ho preso in castagna la chiesa". Ma
nessuno ha mai detto che la chiesa non possa emettere decreti contro i
neocatecumenali se e quando lo ritiene opportuno. Il fatto che abbia mandato
una lettera, come si sottolinea, nell'ottica della ricognizione sull'experimentum,
non implica che essa sia anche l'unica. È una ovvietà.
La congregazione dei riti, per mano di Arinze, in modo discreto (la
pubblicazione della lettera fu fatta senza il consenso della santa sede)
comunicava le decisioni del papa sui problemi liturgici urgenti, dicendo
espressamente invece che sarebbe poi seguito il resto. Per Lopez tutte le
questioni della chiesa sono in quella lettera, che lui dimostrerà essere
invalida. E molti neocatecumenali, la cui comunicazione interna è
notoriamente pilotata, tireranno sospiri di sollievo.
Ora, l'escamotage che Lopez, l’estensore dell’articolo di Camineo, tira
fuori, è che una legge per avere valore deve essere promulgata ed essa viene
promulgata con la pubblicazione nei bollettini ufficiali. Dato che la
lettera non lo è, essa è carta straccia, sebbene sia l'ordine del papa.
Evviva.
Facciamo notare che esistono leggi che hanno valore precettivo immediato,
prima ancora della pubblicazione negli Acta, per la loro stessa natura. Se
una legge risolve una questione di principio, non è la promulgazione che la
rende vigente, ma l'emanazione stessa. Infatti, se una norma chiarisce una
verità, non è che quella verità diventa vera dopo la pubblicazione e prima è
falsa. È evidente, anche se non a Lopez.
Ma Lopez, essendo neocatecumanale, è convinto che "tutto ciò che non ci
viene espressamente (e aggiungiamo noi, validamente, a questo punto...)
vietato con decreto in cui ci siano i nomi e cognomi dei soggetti
interessati, è lecito"; tipico ragionamento neocatecumenale. Perchè ballate
attorno all'altare? C'è forse un documento che lo vieta?
Discorsi sentiti mille volte riguardo alla loro convinzione che mettere la
Chiesa di fronte al fatto compiuto, sia pure anomalo, equivalga a farlo
entrare 'nell'uso' quel fatto e continuare a perpetuarlo.
Allora, diremmo a Lopez, che forse non ha capito che è vero che la lettera
non è una legge, perchè è un richiamo ad un'altra legge, in vigore dal 1969
per tutta la chiesa latina, che si chiama Messale Romano. Il quale specifica
chiaramente quali siano le norme liturgiche. Solo che lo sbadatone di Paolo
VI, nel promulgarlo, si era dimenticato di inserire anche nella cost. ap. "Missale
Romanum" anche i nomi e cognomi di tutti i neocatecumenali che avrebbero
dovuto ubbidirvi. Per cui, in mancanza di un documento (ennesimo) che
specifichi ad ognuno che la legge vale anche per loro, loro se ne
infischiano e lo dicono espressamente che il Magistero della Chiesa non li
riguarda. Fondando e ribadendo la loro specificità su tre 'indulti' male
interpretati che riguardano tre comportamenti marginali e non il resto più
sostanzioso cui si riferisce la lettera in discussione, che riguarda il
rispetto della liturgia, e non è un fatto formale, perché dietro "quella"
celebrazione, che non possiamo certo definire Santa e Divina Liturgia, c'è una teologia distorta e non cattolica, ampiamente
documentata.
Il papa infatti non ha detto loro "vi ordino di dire messa stando su una
gamba sola", il che sarebbe stata una norma nuova (e diremmo, in virtù della
autorità apostolica, immediatamente precettiva), ha detto, vi ordino di
ubbidire alla legge generale della chiesa, ossia i libri liturgici. L'unica
cosa che fa il papa, è concedere un indulto di 2 anni per l'adeguamento
completo. Indulto che Gennarini definì approvazione, ma che nel diritto
significa che siccome sono in stato di grave abuso, si concede la
sospensione del giudizio per 2 anni, per permettere di rimuoverlo del tutto.
Se Lopez avesse ragione, e la lettera non fosse legalmente valida, allora
anche l'indulto di 2 anni - peraltro ora scaduto - sarebbe nullo, e pertanto sarebbero tenuti
istantaneamente all'uso rigoroso del Messale Romano, con giudizio sulla
violazione di questa legge in modo grave e sostanziale per 38 anni. E poiché
è provato che Kiko ordinava ed ordina la celebrazione stravolta, vi sarebbe
del dolo grave.
Concordiamo sul superamento dei pronunciamenti degli anni 70-80, non essendo
essi atti ufficiali, ma soprattutto concordiamo sulla visione stupidamente
perfetta della situazione penale del Cammino. Diremmo che 38 anni di rifiuto di
obbedienza, di scisma, di creazione di un nuovo rito, ecc, siano abbastanza
gravi da implicare la pena massima, la scomunica. [Questo è un punto di
vista certamente non autoritativo, che ci costa esprimere - e lo facciamo
con rammarico ma nella nostra coscienza di credenti, rimettendoci pienamente
alla Santa Sede, felici se dovessimo ricrederci]
Siamo compiaciuti del fatto che il Lopez riconosca come certa la gravità del
comportamento neocatecumenale, di fronte alla validità della lettera, che si
premura di definire come non valida. Ma siccome il suo ragionamento è
frivolo ed erroneo, ha in realtà perfettamente ragione: sono in stato di
grave violazione della legge e ci asteniamo dalla conclusione.
Ci pare quindi che non vi sia nessuna novità, rimangono i soliti ignoranti,
che cercano di sfuggire al loro destino, arrampicandosi su questi specchi,
ma facendo ancora di più la figura di chi intende pretestuosamente
persistere nel suo errore .
Si potrebbe anche pensare che tutto ciò stia portando all'interno del
cammino neocatecumenale a formarsi due fronti: quello degli ingannati in buona fede che
vorrebbero sentirsi in comunione con ciò che emana la Santa Sede e quelli
che in mala fede, con fanatismo e fermezza lottano insieme al suo fondatore
per la ostinazione della sua ribellione.
L'ipotesi è probabile; ma le decisioni degli ingannati in buona fede che,
se sono in buona fede credono di essere chiesa anche se non sanno quale, si
sa, in quel contesto, non contano nulla. In una realtà totalitaria e verticistica come il cammino non c’è diritto di cittadinanza né spazio per
pareri o decisioni difformi da quelle degli iniziatori... La scelta alla fine
non potrà che essere individuale, ma questo sarà possibile solo se la chiesa
si decide a pronunciarsi, altrimenti saremo sempre punto e a capo...
ambiguità e ancora ambiguità, ma solo per chi vuol lasciarsi ingannare o
proprio non vuol vedere o chissà perché gli fa comodo così.