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Excursus sui documenti ecclesiali che riguardano direttamente il Cammino Neocatecumenale

Premettiamo una breve e schematica storia di tutti i documenti che la Santa Sede ha prodotto sui neocatecumenali

1974. Nota informativa (Notiziae)

Cominciamo con l'articolo apparso sul numero di Notitiae (organo ufficiale della Congregazione per il Culto Divino e la disciplina dei sacramenti) dell'agosto 1974: null'altro che una breve "nota informativa", redatta in latino, che semplicemente si limitava a descrivere ilnuovo movimento sorto da pochi anni. Chi conosce un po' la storia del Cammino, sa che proprio in quegli anni Kiko aveva esportato a Roma dalla Spagna la sua nuova creatura, insediandosi nella parrocchia dei Santi Martiri Canadesi. Poiché ci troviamo nella diocesi del Papa era normale che prima o poi la Curia romana venisse a contatto con questa nuova realtà, soprattutto per il fatto che le neonate comunità romane godevano della simpatia del cardinale Angelo Dell'Acqua, in quel tempo Vicario del Papa (si veda a tal proposito la biografia del porporato edita dal Mulino). Che fa la Congregazione per il Culto divino? si limita a parlare sul suo bollettino di questa nuova realtà ecclesiale, ma senza rilasciare né riconoscimenti né patenti o licenze varie.

1988. Notificazione della Congregazione per il Culto Divino e per la Disciplina dei Sacramenti sulle celebrazioni nei gruppi del "Cammino Neocatecumenale".

Per trovare poi un altro documento che parli delle Comunità dobbiamo aspettare che passino 14 anni, ed arrivare così al 1988. Siamo alla Notificazione della Congregazione per il Culto Divino e per la Disciplina dei Sacramenti sulle celebrazioni nei gruppi del "Cammino Neocatecumenale". La pubblicazione di tale Notificazione fu sollecitata dal fatto che alla Congregazione per il Culto divino erano arrivate tante domande da parte di vescovi, alcuni molto critici, che chiedevano delucidazioni su questa nuova realtà che dalla fine degli anni ’60, cioè da quando era sbarcata a Roma da Madrid, aveva preso molto piede in Italia, riuscendo ad essere presente più o meno in tutte le diocesi del nostro paese.
Che siano stati i vescovi la causa della pubblicazione della nota, lo dice la Notificazione stessa nel suo preambolo.

1990. Lettera “Ogniqualvolta”

Poi c’è la storica data del 1990 (storica per i neocatecumenali) quando Giovanni Paolo II firmò la famosa lettera “Ogni qual volta” indirizzata a Mons. Cordes, a quel tempo responsabile del Pontificio Consiglio per i Laici nonché responsabile ad personam delle Comunità neocatecumenali. Nella lettera il Papa, tra l’altro, scriveva:…«riconosco il Cammino Neocatecumenale come itinerario di formazione cattolica, valida per la società e per i tempi odierni». Apriti cielo, ecco la tanta sospirata approvazione. Ma è proprio così? Diremmo di no! Abbiamo già analizzato questo documento, tra l’altro di natura interna in quanto indirizzato ad un capo dicastero, e non staremo qui a ripetere cose già dette e ridette. Piuttosto vorremmo ricostruirne la genesi, così come ha fatto il venerando Padre Enrico Zoffoli. Secondo questo grande Passionista la lettera fu scritta dallo stesso Mons Paul Cordes, il quale nutriva profonde simpatie verso il Cammino e, con l’aiuto del segretario particolare di Giovanni Paolo II, ugualmente attratto dal Cammino, tale lettera finì sulla scrivania del Papa che la firmò, proprio su consiglio dei due alti prelati.
Quando poi la lettera firmata giunse presso i competenti uffici della Segreteria di stato che ne doveva curare la pubblicazione (come avviene per ogni atto papale), i vertici della Segreteria medesima si misero letteralmente la mani nei capelli, dopo aver letto il documento e averlo trovato eccessivamente sbilanciato a favore della nuova realtà. Ovviamente, la Segreteria di Stato non aveva alcun tipo di pregiudizio negativo verso il neocatecumenato; il problema era semplicemente di un giudizio troppo affrettato e prematuro verso una realtà laicale che non era stata mai sottoposta al vaglio delle competenti Congregazioni vaticane, all’interno del normale iter di riconoscimento giuridico cui tutti i movimenti ecclesiali debbono sottoporsi. In sostanza la preoccupazione della Segreteria era quella di evitare a Giovanni Paolo II di esporsi troppo superficialmente in una vicenda non del tutto chiarita, per non dire nient’affatto chiarita.
Il documento firmato però c’era e dietro non si poteva tornare, cosa fare allora? La segreteria si mosse su due fronti, da una parte cercare di ridurre il più possibile la portata e la valenza del documento, dall’altra non dare eccessiva pubblicità ad una lettera tutto sommato di tipo burocratica.

Sul primo fronte si operò così: la lettera venne pubblicata, come d’obbligo, sugli Acta Apostolicae Sedis, in calce al documento però la Segreteria fece aggiungere questa nota(cito testualmente):« La mente del Santo Padre, nel riconoscere il Cammino Neocatecumenale come valido itinerario di formazione cattolica, non è di dare indicazioni vincolanti agli Ordinari del luogo, ma soltanto di incoraggiarli a considerare con attenzione le Comunità Neocatecumenali, lasciando tuttavia al giudizio degli stessi Ordinari di agire secondo le esigenze pastorali delle singole diocesi». Capite qual era la mente (in linguaggio curialesco: intenzione) del Santo Padre? Solo un’esortazione, niente di vincolante.

Per quanto riguarda l’altro versante d’azione, la segreteria decise di non pubblicare la lettera sull’Osservatore Romano che, a differenza degli Acta, costituisce una cassa di risonanza mediatica non indifferente; in questo modo si evitava di fare eccessiva reclam del documento. Chi conosce un po’ come funziona la Curia Romana, saprà certamente che sull’Osservatore vengono ordinariamente pubblicati tutti gli atti del Sommo Pontefice, pensate perfino le lettere in lingua latina che riguardano le nomine dei Cardinali Legati trovano un dignitoso riquadro nel giornale della Santa Sede e chissà perché una lettera così importante (ma lo è davvero?) che riguarda una realtà così “benemerita” non ha avuto nemmeno un angolino dove essere pubblicata. E’ superfluo dire che tutto questo la Segreteria di Stato lo fece «ex audientia SS.mi»

Ora qualcuno dirà: «ecco degli altri che pensano che Giovanni Paolo II era uno sciocco che si faceva manovrare dal suo segretario e dalla Curia». Alt! Non è così; Giovanni Paolo II sapeva quel faceva, non era uno stupido, tuttavia doveva fidarsi e non poteva fare altrimenti, dei suoi collaboratori. Il Papa è un uomo solo al vertice di più di un miliardo di cattolici, tra vescovi, preti, religiosi e laici con i loro molteplici movimenti, è umanamente impensabile che possa conoscere tutto ciò che accade nel mondo cattolico, ecco perché esiste la Curia romana, ecco perché da sempre i Papi si sono circondati di collaboratori fidati che li aiutassero nello svolgimento del loro supremo ufficio.

Nella situazione di cui sopra che doveva fare? Si è fidato dei suoi stretti collaboratori (che magari erano pure in buona fede, non ci permettiamo di giudicare) e, avendo avuto egli stesso dell’esperienze umane sia pure superficiali con la Comunità, tutto sommato positive, non ci ha pensato su molto e ha firmato; d'altronde era pur sempre un documento interno ad usum Curiae. Quando poi si è consultato con la Segreteria di Stato ha capito e ha appoggiato pienamente l’operato della medesima circa il modo in cui ha trattato tutta la vicenda.

2002. Approvazione dello Statuto

Dopo il 1990 dobbiamo aspettare il 2002, anno in cui viene approvato ad experimentum per 5 anni lo Statuto neocatecumenale e siamo così al terzo documento, che presenta la strana anomalia di far riferimento a Direttori non ancora approvati da nessun Dicastero. Il famoso Statuto in scadenza il 29 giugno prossimo...

2005, 1 dicembre. Lettera Congregazione per il Culto divino

Il primo dicembre 2005, dagli uffici della Congregazione per il Culto divino parte la famosa “Lettera Arinze” (la chiamiamo così per comodità) che pone fine a tutte le scempiaggini liturgiche perpetrate dal Cammino nei suoi primi 40 anni di vita; e siamo così giunti al quarto e finora ultimo documento che riguardano direttamente le comunità neocatecumenali.

Questi sono i documenti prodotti dalla Santa Sede da quando è nato il cammino, gli stessi documenti che compaiono nel sito ufficiale dello stesso.

Chiunque tra i neocatecumenali, si ostina - com'è prassi - a parlare di "approvazione" da parte della Chiesa, non potrà produrre alcun altro documento, oltre quelli citati; non perché ne abbia conoscenza, ma semplicemente perché non esiste alcun’altra documentazione.

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