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Il Signore ascolti il nostro grido...
Abbiamo più volte parlato del clima che si viveva all'epoca del Concilio
Vaticano II, delle speranze che destava nei novizi ma anche delle ansie
generate da un'interpretazione via via sempre più forzata ed impropria delle
determinazioni stesse del Concilio, di cui il Cammino neocatecumenale è
esempio estremo ed eclatante.
Ricalcando cambiamenti tumultuosi nella società dell'epoca, nella Chiesa
post-conciliare si affermò un rifiuto generalizzato del retaggio passato,
dell'organizzazione gerarchica, della fede istituzionalizzata, del potere
temporale.
Insomma, un rifiuto dell'autorità in quanto tale.
Questo clima di cambiamento nel Cammino ha assunto contenuti radicali ed
estremi, fino a diventare desacralizzazione, degerarchizzazione,
rifondazione dell'intero impianto della chiesa su basi laiciste:
destrutturazione architettonica, riprogettazione degli spazi e luoghi sacri,
reinterpretazione simbolica, reinvenzione della prassi liturgica,
defunzionalizzazione e marginalizzazione del ministero sacerdotale e
sostituzione dello stesso con un ministero laico, e così via.
Quel che si accompagna congenitamente al Cammino appare una sorta di golpe
strisciante, veicolato sotto le spoglie di nuova evangelizzazione e tendente
a sostituire la Chiesa tradizionale con una nuova chiesa riformata
radicalmente.
Per quanto incredibile possa sembrare, a questo progetto stava quasi
riuscendo quel che non è riuscito alla riforma protestante ed ai vari scismi
che hanno segnato la storia del cattolicesimo.
Il segreto del successo iniziale e prolungato di tale operazione è di averla
sviluppata all'interno stesso delle strutture di base della Chiesa,
compresi i seminari (!?), e con la
complicità ignara di ordinati e laici. È stato giustamente notato che, ben
sapendosi cosa si andava a porre in essere, un progetto così radicale ed
eversivo non poteva non avere alla base un odio profondo ed insopprimibile
per la Chiesa gerarchica tradizionale: la Chiesa della liturgia adorante,
della iconografia classica, dei paramenti e simboli sacri, dell'altare non
della 'mensa', del
Sancta Santorum, del Crocifisso al centro della celebrazione, del sacerdote
umile intermediario tra i fedeli e Dio nel sacramento della riconciliazione
e in quello della comunione eucaristica.
La radicalità del progetto eversivo è testimoniata proprio dal fatto che
nessun aspetto della vita religiosa è tralasciato: tutto viene cambiato e
riprogettato affinché risulti mutata l'essenza stessa della fede cattolica. Quel
che tuttora meraviglia è come sia sfuggita ad occhi attenti la portata
involutiva di tale progetto quando se ne aveva sufficiente cognizione. Qui
subentra di certo l'azione (o l'inazione) di complici sciocchi ed ambiziosi
che hanno rallentato l'esatta percezione del fenomeno, minimizzando e
screditando le grida di allarme di alcuni pii sacerdoti.
Tutto quanto vi è di positivo nella vicenda è invece correlato all'elezione
di Benedetto XVI al soglio pontificio e alla sua graduale azione di argine
ai rivolgimenti e di recupero e valorizzazione dei contenuti autentici del
cattolicesimo, surclassati dal predominio dell'interpretazione deviata e
scorretta delle determinazioni conciliari.
Così come è altrettanto positivo che gradualmente molti prelati di rango
stiano rivedendo la propria posizione precedentemente ambigua o defilata,
raccogliendosi attorno al Santo Padre, magari sulla spinta della sua
inaspettata popolarità presso la pubblica opinione nostrana ed
internazionale, dopo il pontificato dell'illustre predecessore.
Tuttavia, dal persistente silenzio della Santa Sede, si potrebbe pensare che si sia propensi a
credere che la soluzione della problematica neocatecumenale più che in
questo o quell'atto specifico, sta nella difesa e valorizzazione complessiva
del depositum fidei da parte del Santo Padre: non vi è dubbio infatti
che è la speciale connotazione del suo magistero a respingere i progetti di
trasformazione esplicita o sommersa della Chiesa.
Purtroppo questa ipotesi, sebbene condivisibile al cento per cento per la
ri-generazione generale che comporta, ci
lascia non poco sgomenti riguardo al Cammino neocatecumenale perché, se la Chiesa pensa di guarire una cancrena come il
Cammino solo con una rafforzamento degli anticorpi, utile di per sé, ma
assolutamente non risolutivo, allora prevarranno loro... perché non solo
continuano e continueranno a fare quel che hanno sempre fatto nella più
totale e arrogante disobbedienza e a gestire e a incrementare il loro
immenso potere, ma continueranno a tenere sotto le loro grinfie tanti 'piccoli',
a fare nuovi adepti - come sta già avvenendo con le nuove catechesi già
iniziate nonostante tutto - e a continuare a creare confusione nella Chiesa.
E quindi non possono che sorgere spontanee alcune domande:
- Lo sa la Santa Sede che il loro 'stile', con sgomento dei fedeli più attenti
e passando letteralmente sopra la testa dei più sprovveduti, si sta
abilmente e impunemente diffondendo anche dove non dovrebbe, innanzitutto in
molti ordini religiosi già pesantemente inquinati?
- È consapevole la Santa Sede che siamo già alla terza generazione di kikiani,
perché ormai è davvero improprio definirli cristiani, che non conoscono
nessuna delle verità di fede della Chiesa cattolica e sono permeati di
mentalità e prassi e "spiritualità" (usiamo questo termine con sgomento) neocatecumenale e non saranno mai cattolici?
- È consapevole la Santa Sede di quanti Fedeli sono già "prigionieri in casa"
nella Chiesa e per andarsi a cercare una S. Messa come Cristo comanda devono
fare kilometri nelle loro città, dovendo rinunciare per forza di cose alla
Messa quotidiana cui diversamente avrebbero l'opportunità di partecipare,
perché - specie in alcune zone - sono circondati da parrocchie neocatecumenali o cripto-neocatecumenali?
- Vogliamo parlare della
validità delle loro celebrazioni, del
ruolo dei sacerdoti
all'interno del Cammino, dei loro
Seminari?
- Si pensa che la Verità possa essere oggetto di "trattative"?
Vogliamo aspettare che con la nostra generazione se ne vadano gli ultimi
testimoni dell'autentico cattolicesimo?
Se è questo che vogliono, non possiamo che dire: si accomodino, dato che
nulla può dipendere da noi se non questo grido per chi ancora è in grado di
ascoltare e che crediamo vada dritto anche al Trono dell'Altissimo portato
dal Suo Angelo Santo...
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