Così scrive uno dei nostri interlocutori
alla vigilia della scadenza del tempo concesso dal Papa per
l'adeguamento del Cammino alle norme liturgiche della Chiesa e a ben due
anni dalla diramazione delle direttive date con la lettera del card
Arinze del 1° dicembre 2005:
"Posso assicurarti che la lettera è presa in considerazione più
di quanto non traspaia. E si sta pensando ai modi migliori per
attuarla affinché si permei nella natura della parrocchia"
Cosa dedurre da questo: tergiversare, resistenza ad abbandonare il
proprio rito diverso. Perché?
Non basta recepire quel che è stato detto, cercando soprattutto di
capire il perché, visto che dietro non c'è una semplice superficiale
"forma" ma la sostanza di una teologia diversa? Ma guarda un po' cosa
vanno dicendo... "Modi migliori per attuarla"? Il modo migliore per
attuare le "decisioni del Santo Padre" è obbedire da cima a fondo,
cominciando prima possibile.
Invece, ricordiamo che già lo Statuto era scaduto nel più completo silenzio
della gerarchia...
Nonostante il silenzio della Santa Sede, all'annuncio dell'Avvento,
in ogni comunità è stato ribadito che gli statuti sono già
approvati e che c'è da risolvere solo il problema di come fare la
Comunione. Appena risolto, via libera.
Come già sappiamo tutti, il Cammino Neocatecumenale si fonda sulle
MENZOGNE.
Sono DIECI ANNI che si ripete lo slogan "statuti approvati".
L'unico statuto approvato è stato quello nato MONCO nel 2002 e morto
MONCO nel giugno 2007, senza che mai sia stato pubblicato il "Direttorio
Catechetico" che doveva COMPLETARLO.
"Approvati! Approvato!" Sì, ma cosa?
I neocatecumenali più "avanzati" ricorderanno per esempio che SETTE MESI
FA il signor Kiko Argüello dava per scontata l'approvazione "definitiva"
(intervista sul quotidiano spagnolo La Razón).
Ebbene? Allora? Dunque?
Ripetere un miliardo di volte la menzogna "statuti approvati" non
produce magicamente nessuna approvazione!
e per di più la fatidica "lettera di Arinze" contenente le "decisioni
del Santo Padre" pure è scaduta senza che i neocatecumenali abbiano
obbedito all'ordine di celebrare secondo il Messale Romano e secondo le
norme approvate per tutta la Chiesa.
Quanto poi al "problema di come fare la comunione", anzitutto è solo
UNO dei problemi.
Vogliamo parlare di "problemi neocatecumenali"? Abbiamo l'imbarazzo
della scelta. Abbiamo le tesi ERETICHE mai smentite, anzi,
tuttora insegnate. Abbiamo l'andamento da SETTA mai cambiato.
Abbiamo gli STRAFALCIONI e ABUSI LITURGICI mai corretti.
Abbiamo l'ARROGANZA dei sacri fondatori del Cammino perfino
quando scrivono una lettera al Papa...
Il "problema di fare la comunione" è solo UNO dei problemi, e
consiste nel fatto che il Santo Padre ha preso delle DECISIONI
alle quali si risponde con la DISOBBEDIENZA:
La pazienza del Papa non è infinita. Non durerà certo all'infinito il
suo disperato tentativo di salvare il salvabile - le anime semplici che
vengono inquinate con le distorte dottrine.
La setta neocatecumenale continua a prendere in giro il Papa e la
Chiesa.
Stanno arrivando infatti parecchie testimonianze da varie zone d'Italia:
fino a ieri sera in molte comunità neocatecumenali si è
celebrato come
di consueto, cioè:
- a porte chiuse;
- monizioni e risonanze lunghissime;
- comunione da seduti;
- preghiera eucaristica consueta;
- didascali che hanno fatto la loro brava lezioncina ai bambini nel
corpo della S.Messa;
- hannukiah sulla mensa.
Si aggiunga l'eloquente assenza dei neocatecumenali alla S.Messa di
stamattina in moltissime parrocchie.
Cos'è? Un'ulteriore sfida?
Ma la pazienza del Papa non dura mica all'infinito! Però,
registriamo questi segnali:
Mons. Juliàn Lòpez, Vescovo di Leòn (Spagna), ha presieduto Sabato 24
Novembre scorso una Eucaristia presso il Santuario della Vergine del
Cammino in occasione della firma del Decreto di erezione del Seminario
Diocesano Missionario Redemptoris Mater dedicato alla “Vergine del
Cammino”. [vedi cosa significa]
Com'è possibile che a Statuto scaduto e Direttori non approvati:
- continuano a celebrare a modo loro, scaduto anche il tempo
assegnato dal Papa senza obbedirgli
- continuano a iniziare "catechesi per adulti" come se fossero
normali catechesi parrocchiali,
- addirittura apre un nuovo seminario il che significa che
continueranno a sfornare nuovi preti kikiani con quello che comporta
e NON SUCCEDE NULLA...
Sarà invece come ci scrive Gugliemo? Fino a quando, Signore?Invero, la parabola del fico sterile si presta a commentare
l'argomento sempre in discussione, ovvero la disobbedienza dei
neocatecumenali. È uno stimolo a riflettere sulla minaccia del giudizio
e sull'urgenza del cambiamento.
Il significato profondo della parabola qual è se non che Dio è
paziente, ma la sua pazienza non è infinita? La minaccia della punizione
è sempre presente, pure le possibilità di salvezza sono tuttora aperte:
”Signore, lascialo ancora quest’anno, che io abbia tempo di dissodare e
concimare il terreno” dice il vignaiolo nella parabola. Il tempo si
prolunga perchè è segno di misericordia, ma non è certo assenza di
giudizio. Il tempo viene prolungato per permettere di rimediare, non per
giustificare il rinvio ad oltranza o peggio l’arroganza. Ciò significa
che la pazienza di Dio ha un limite. E il tempo è decisivo, non per la
sua durata, ma perché è ricco di opportunità per un reale e sincero
cambiamento.
Nel discorso presente, la 'sterilità del fico-Cammino è di certo
ostinata, dura ormai da alcuni decenni, e la situazione è giunta al
termine, perché sono state date tutte le possibilità di portare frutti
veri e non apparenti, convertendosi alla fede autentica, di cui la
Chiesa è dimora e custode.
Come il vignaiolo della parabola si rivolge alla pazienza del padrone e
domanda ancora una possibilità, impegnandosi a prendere tutte le
iniziative perché l’albero possa produrre frutti, similmente la Chiesa
ha offerto un tempo di misericordia, di pazienza, di grazia - il periodo
ad experimentum - con la speranza che portasse alla conversione
del Cammino nell'obbedienza ed umiltà.
Dunque, vi è stato profondo ed amorevole discernimento nella concessione
del periodo ad experimentum per gli statuti del Cammino. Ciò
perchè ogni Papa sa che Dio sa accogliere i ritardi, sa attendere i
ritardatari e dona la possibilità di riprendersi e ripartire.
Sa che il cambiamento è ancora possibile: Gesù da buon vignaiolo
chiede all’agricoltore, al Padre, di avere pazienza con noi in quanto
peccatori, e dunque con i neocatecumenali in quanto peccatori
particolarmente disobbedienti. Grazie alla preghiera di Gesù, Dio dilata
il tempo della sua misericordia per rendere possibile il cambiamento di
noi uomini, non per rimandarlo sine die. Dio ci concede sempre
fiducia, e la conversione è anche scoperta della grandezza della sua
pazienza verso di noi.
L’inizio di una vera conversione, per i neocatecumenali, come per noi
stessi, è inginocchiarsi in silenzio davanti a Dio, e percepire in
questo silenzio, con umile stupore e commossa devozione quanto Egli
opera di miracoloso in noi, scoprendo nella meditazione e nel
raccoglimento ciò che Egli vuole da noi, ed eseguendo la sua volontà.
Convertirsi significa dunque riconciliarci con la nostra vita quotidiana
impoverita e riscattarla, sicuri che in essa è presente Dio stesso. Ma,
se tutto ciò non avviene, per ostinazione a restare sterili, a
disobbedire, a remare contro la corrente benefica e pacifica che
proviene da Lui, bisogna essere consapevoli: la pazienza di Dio, e
quella della Chiesa, non sono illimitate, né la disobbedienza ostinata e
pervicace priva di conseguenze.
Mi
sentirei molto chiamato alla cautela ed al silenzio in questo momento
che è senz'altro delicato... ma siccome questo è un 'luogo' di
riflessione e di confronto, e quindi né di giudizio né di decisione, mi
sento di poter rispondere al tuo invito in questi termini.
Personalmente non abbiamo l'autorità per inquadrare il Cammino tra il
fico con molte foglie (quindi appetibile e bello a vedersi e basta, come
sembrerebbe) di Luca o quello intrinsecamente sterile di Marco.
Ed in effetti in realtà non sappiamo se il cammino nasca consapevolmente
sterile (nei confronti dell'ecclesialità) o non avesse delle
potenzialità positive rivelatesi alla fine non produttive - certo non
del tipo dei frutti sbandierati, che sono per il cammino stesso e non
per la Chiesa ed è del tutto da verificarne la bontà reale - a causa
della disobbedienza...
Sta di fatto che a questo punto della sua storia, se nella Chiesa
vogliamo vedere il cammino come il fico, ci sembra più possibile
riconoscervi il primo, di Luca, e nel tempo (all’inizio estorto da parte
del Cammino, che ha operato a lungo sotto mentite spoglie, e
successivamente presosi dalla Chiesa), il tempo del dissodamento e della
concimazione del terreno da parte del vignaiolo nella parabola, come
dice Guglielmo...
Purtroppo, nel frattempo, oltre alla concimazione e al dissodamento,
sono intervenute e continuano ad essere presenti anche quelle “forze”
che lo concepiscono e/o lo accettano così com’è, non sappiamo se per non
perfetta conoscenza o per connivenza...
Possiamo fare tutte le riflessioni che vogliamo, ma vediamo un rischio
concreto: la possibilità che vincano le ragioni "politiche", basate
sulle trattative con le gerarchie di cui i NC si vantano, e si arrivi ad un
rinnovo a suon di compromessi, che salvaguarderebbe da effetti eclatanti
e sgradevoli e non voluti da molti... ma renderebbe i cristiani dei veri
"prigionieri in casa" e tutto sarebbe tranne che la salvaguardia delle
Verità di Fede e la tutela dei fedeli.
Infatti forse qualcosa forse cambierebbe esteriormente, ma la
predestinazione, l'elezione e tutto il resto continuerebbero ad essere
l'identità del cammino, che continuerà a sfornare nuove comunità in
tutto il mondo spacciandole per "implantatio ecclesiae" e con
la Chiesa non si integrano mai, costituendo entità completamente
separate ed eterogenee (che corrispondono a gerarchie, prassi,
insegnamenti, simboli, totalmente diversi), miranti a sostituire le
Parrocchie, non ad integrarle a a coadiuvarle; il che non succede mai
neppure quando, in alcune Parrocchie, coesistono insieme ad altre
pastorali diverse...
Intanto la prima domenica del nuovo anno liturgico si apre con le
anomalie di sempre.
Quello che accadrà ora, non dipende da noi: lo mettiamo nelle mani del
Signore e della sua Provvidenza che si manifestano nella Sua Chiesa.