Queste le nostre conclusioni che purtroppo siamo costretti a ribadire:
La comunità cattolica sta vivendo sicuramente un grave disagio a causa del
silenzio delle gerarchie sui fatti ripetutamente denunciati su questo sito e
su altri analoghi.
È evidente che vi è stata una strategia forte dei capi del Cammino per
accreditarsi e mostrarsi mediaticamente come "amici" e supporters del
Pontefice, anche per attutire le resistenze verso i loro statuti e direttori
catechetici, tutti ancora sub iudice, tolti gli ultimi svarioni, come la
convocazione dei Vescovi
europei in Terra Santa e
l'anticipo di GMG con i giovani del Centro America
Come è possibile tanta tolleranza verso un movimento così controverso? È
questa la domanda che angoscia tutti i cattolici più consapevoli di
quanto si 'muove' nella Chiesa anche al di là del Cammino NC!
Non ci si auguravano scomuniche per il Cammino, pur nell'ordine delle
possibilità,
poiché nessuno poteva pensare di mettere mano addirittura ai fondamenti
dogmatici della Chiesa senza esserne messo fuori senza troppi preamboli. Ma
sappiamo quanto il 'segreto' ed altri fattori, ampiamente documentati sul
sito, abbiano giocato per anni a loro favore, compresa la coesistente
ambiguità modernista.
E tuttavia ora ci si aspettava polso, fermezza e chiarezza, in difesa delle
verità di fede, dell'integrità della Chiesa e della stessa comunità dei
fedeli.
Invece, si deve ancora registrare una incomprensibile contraddizione tra i
richiami formali al Cammino ed i comportamenti tolleranti nei suoi confronti,
così da denotare nei fatti apertura e disponibilità verso un movimento
eversivo per il cattolicesimo a causa dei contenuti riscontrati eretici e
blasfemi (pensiamo, tra l'altro, alla
inquietante madonna di Scandicci).
Si ripropone la visione di un cattolicesimo debole: debole verso i movimenti
interni, debole verso le altre religioni, forse anche per un eccesso
interpretativo dell'ecumenismo promosso dal Vaticano II.
Tutto ciò ha generato e continua a generare dubbi, incertezze, confusione e
sconforto tra i credenti. In un simile scenario il non praevalebunt
diventa davvero insufficiente. Ci vuole di più e di altro per rasserenare il
clima all'interno della Chiesa.
Che nel Cammino non si sia mai rispettato lo Statuto, peraltro ora scaduto e
non ancora rinnovato, è stato testimoniato e dimostrato: del resto, la forte
identità e la natura ribelle ed
autarchica del
movimento è tale da porlo in conflitto costante con le gerarchie e con le
regole ecclesiali. Ma questo si finge di non vederlo o di non capirlo.
Anche se fosse approvato uno statuto normalizzato e coerente con la dottrina
della Chiesa, chi mai sarà in grado di controllarne il rispetto da parte dei
neocatecumenali in ogni parte del mondo? Chi mai sarà in grado di arginare
la proliferazione nella Chiesa di pratiche e predicazioni del tutto
contrarie alla sua dottrina e all'insegnamento di Gesù Cristo?
Su questa dolorosa vicenda neocatecumenale - dolorosa per le sofferenze, i
contrasti, i disagi che sta arrecando alla comunità dei fedeli - sorge una
domanda cruciale, nella sempre aperta possibilità di approvazione dello statuto e
alla luce di quanto dichiarato in concomitanza con
Convegno di Rocca di Papa
a proposito dei movimenti e quindi anche del Cammino, che era presente:
MA LA CHIESA HA VERAMENTE BISOGNO DEL CAMMINO NEOCATECUMENALE?
La Chiesa ha certamente bisogno dei fedeli che oggi aderiscono al Cammino,
perchè è necessario riportare nell'Ovile le pecorelle smarrite, recuperarle
alla vera ed unica luce che è quella dell'insegnamento cristiano tramandato
attraverso gli Apostoli e le Scritture.
La Chiesa non ha bisogno di infiltrazioni eretiche, di dottrine eversive e
predicazioni settarie e blasfeme, di spettacolarizzazioni e scenografie, di
mercificazioni consumistiche di simboli sacri per riempire i forzieri.
Soprattutto, non ha bisogno di santoni ed imbonitori travestiti da nuovi
profeti che cerchino di condizionare l'azione del Papa.
La Chiesa ha già un pastore, il Santo Padre, che la rappresenta
universalmente nel nome di Cristo. Ed ha già una dottrina, che da due
millenni è la stessa, perfetta ed immutabile nella sua origine divina.
Ecco pertanto il grande equivoco ed il rischio gravissimo di accogliere
nella Casa del Signore dei fanatici che con i loro metodi, le loro
teorizzazioni, i loro stravolgimenti simbolici e rituali stanno seminando
confusione e scompiglio tra i credenti, oltre a provocare guasti e
lacerazioni in parecchi dei loro adepti.
È evidente che portare nella Casa del Signore una tale minaccia trova
giustificazione solo in una straordinaria fiducia nella capacità di
modificarne tutti gli aspetti negativi: impresa titanica e dall'esito
dubbio, dal momento che i capi del Cammino non accetteranno mai compromessi
che neutralizzino l'impalcatura da loro messa in piedi in un lungo
quarantennio.
Da tempo insistiamo nell'evidenziare che all'origine del Cammino vi deve
essere stato un odio profondo per la tradizione cattolica, al punto da
spingere a stravolgere ogni aspetto della sua espressione: la liturgia, i
sacri simboli, i templi, la musica.
Niente è sfuggito al lucido piano eversivo.
Di certo, non è pensabile sostituire le debolezze e le crisi che investono
la Chiesa odierna con la "novità" ed i frutti apparentemente buoni ma in
realtà avvelenati del Cammino.
La Chiesa sembra aver bisogno di visibilità, si sta svendendo alla
visibilità e a un certo "desiderio di potenza". Il Cammino può darle questa
visibilità, i soldi raccolti e le vocazioni danno l'impressione di avere un
esercito ricco, forte e numeroso.
Per quanto riguarda la funzione pastorale abbiamo molti dubbi: per una
pecorella recuperata (bisogna vedere poi come e a che cosa) ce n'è almeno un'altra che
disgustata dall'esperienza neocatecumenale esce definitivamente
dall'ovile...
In effetti, un passaggio del recente discorso del Papa riguardo ai
movimenti potrebbe farci ben
sperare: "L'autenticità dei nuovi carismi è garantita dalla loro
disponibilità a sottomettersi al discernimento dell'autorità ecclesiastica.
Già numerosi movimenti ecclesiali e nuove comunità sono stati riconosciuti
dalla Santa Sede, e pertanto vanno senza dubbio considerati un dono di Dio
per tutta la Chiesa." Di fatto il Cammino non è ancora stato
approvato...
ma poi il Papa prosegue: "Altri, ancora in fase nascente, richiedono
l'esercizio di un accompagnamento ancor più delicato e vigilante da parte
dei Pastori delle Chiese particolari. Chi è chiamato a un servizio di
discernimento e di guida non pretenda di spadroneggiare sui carismi, ma
piuttosto si guardi dal pericolo di soffocarli". E ci risulta che nelle
Chiese particolari, [tremendo "vulnus" della collegialità voluta dal
Concilio!] ci si sta preparando ad esaminare e ad accogliere il Cammino,
senza che sia ancora intervenuta la 'conferma' del Papa... ma questo già
succedeva prima e continua ad essere 'avallato'!
Ci si perdoni l'ardire, ma non ci vengono altri termini per qualificare
quel che accade in questo tempo (certo non rivolti al Papa ma alla
situazione ingarbugliata in cui la Chiesa si dibatte): schizofrenia,
confusione, ambiguità... Siamo in perfetta 'continuità' con l'ambiguità
conciliare che ha reso e continua a rendere possibile il pluralismo di
interpretazioni, che per tutto può valere tranne che per i Fondamenti
della Fede. Il Papa mette molto l'accento, e siamo con lui, sui "valori e
principi non negoziabili". Vorremmo sentirlo parlare forte e chiaro anche
sulle Verità di Fede non negoziabili... In effetti ha parlato del "sano
ecumenismo" e anche su questo siamo con lui e c'è il suo luminosissimo e
toccante insegnamento; c’è il Magistero; c'è la "Redepmtionis
Sacramentum" (e molto altro, a proposito dell'Eucaristia); c'è il
Motu proprio (fedeli
assetati, sacerdoti e vescovi sordi e spesso irridenti) di cui gli siamo
immensamente grati; c'è il 'sensus fidei' cattolico; ma chi li incarna, chi
li custodisce, chi li applica, chi li fa valere?
La missione universale della Chiesa nasce dal mandato di Gesú Cristo e si
adempie nel corso dei secoli nella proclamazione del mistero di Dio, Padre,
Figlio e Spirito Santo, e del mistero dell’incarnazione del Figlio, come
evento di salvezza per tutta l’umanità. Sono questi i contenuti fondamentali
della professione di fede cristiana.
Raccogliendo questa coscienza di fede, il Concilio Vaticano II insegna:
"Infatti il Verbo di Dio, per mezzo del quale tutto è stato creato, è
diventato egli stesso carne, per operare, lui l’uomo perfetto, la salvezza
di tutti e la ricapitolazione universale. Il Signore è il fine della storia
umana, "il punto focale dei desideri della storia e della civiltà", il
centro del genere umano, la gioia d’ogni cuore, la pienezza delle loro
aspirazioni. Egli è colui che il Padre ha risuscitato da morte, ha esaltato
e collocato alla sua destra, costituendolo giudice dei vivi e dei morti".
(45) "È proprio questa singolarità unica di Cristo che a lui conferisce un
significato assoluto e universale, per cui, mentre è nella storia, è il
centro e il fine della stessa storia: "Io sono l’Alfa e l’Omega, il primo e
l’ultimo, il principio e la fine" (Ap 22,13)".
Perciò, in connessione con l’unicità e l’universalità della mediazione
salvifica di Gesú Cristo, deve essere fermamente creduta come verità di fede
cattolica l’unicità della Chiesa da lui fondata. Cosí come c’è un solo
Cristo, esiste un solo suo Corpo, una sola sua Sposa: "una sola Chiesa
cattolica e apostolica". Inoltre, le promesse del Signore di non abbandonare
mai la sua Chiesa (cf. Mt 16,18; 28,20) e di guidarla con il suo Spirito (cf.
Gv 16,13) comportano che, secondo la fede cattolica, l’unicità e l’unità,
come tutto quanto appartiene all’integrità della Chiesa, non verranno mai a
mancare. I fedeli sono tenuti a professare che esiste una continuità storica
- radicata nella successione apostolica - tra la Chiesa fondata da Cristo e
la Chiesa Cattolica: "È questa l’unica Chiesa di Cristo [...] che il
Salvatore nostro, dopo la risurrezione (cf. Gv 21,17), diede da pascere a
Pietro, affidandone a lui e agli altri apostoli la diffusione e la guida (cf.
Mt 28,18 ss.)
Chi sintetizza questa summa teologica cattolica è Joseph Ratzinger, nella
introduzione alla Dominus Iesus.
Chi contraddice, stravolge e sconfessa, nelle teorizzazioni e nelle prassi,
tali verità di fede, è il Cammino neocatecumenale. Basta consultare i
documentati e circostanziati dossier e testimonianze di questo sito e di
tanti analoghi in tutte le parti del mondo, che sono in possesso della Santa
Sede!
È mai pensabile che Ratzinger possa lasciare che questo movimento così
problematico possa continuare a proliferare, smentendo da Papa ciò che da prefetto per la fede ha
proclamato così solennemente?
È questo il dilemma che agita e scuote oggi le nostre coscienze
nell'attendere una possibile approvazione del Cammino, che per ora non
arriva, ma ciononostante - nelle more - esso continua ad
espandersi e a creare nuove comunità in tutto il mondo che non si
integreranno mai col tessuto ecclesiale.
Noi vorremmo sbagliarci, ma ci sembra che il Papa stia rinunciando ad
esercitare il "Primato petrino" e stia affidando tutto ai Vescovi, alla luce
di quanto accaduto a Rocca di Papa... Non è difficile arrivare a queste
conclusioni anche dal suo
discorso...
Speriamo tanto ancora di sbagliarci. Ma intanto ci telefonano dalla Toscana
per dirci che sarebbe in preparazione la riunione dei vescovi, della quale un parroco NC
ha detto che è importante e bisogna far emergere tutte le positività possibili...
Cari miei siamo alla frutta... dobbiamo solo affidarci al Signore
Ma resta ancora una cosa in sospeso: lo statuto scaduto e non approvato.
Nella prassi si va avanti come se questa realtà non esistesse e si dà per
scontato un carìsma alla prova dei fatti non 'confermato', perché la 'conferma'
di Pietro non c'è. Ma nella Chiesa di oggi può succedere tutto e il
contrario di tutto e sembra che la 'conferma' di Pietro sia diventata
un'optional, o forse neppure questo....
La Chiesa si fa sempre più piccolo gregge, e ciò che in un futuro
prossimo purtroppo accadrà manifesterà l'intenzione del cuore di ognuno che
si dice cattolico.