NOTA INFORMATIVA
DELLA CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE
CIRCA GLI ORDINARIATI PERSONALI
PER ANGLICANI CHE ENTRANO NELLA CHIESA CATTOLICA
[Istituito il primo
Ordinariato cattolico]
[Istituito l'Ordinariato della
Cattedra di S. Pietro - USA]
[Aggiornamenti di fine
luglio 2010]
[Rientrano
gli Anglicani del Canada]
[
Rientrano gli Anglicani della Forward in Faith Australia]
[
Dichiarazione congiunta degli
Arcivescovi di Westminster e di Canterbury]
[
Risposta del Primate della TAC (Traditional Anglican
Communion)]
[
Costituzione Apostolica
Anglicanorum Coetibus]
Con la preparazione di una Costituzione Apostolica, la Chiesa Cattolica
risponde alle numerose richieste che sono state sottoposte alla Santa Sede da
gruppi di chierici e fedeli anglicani provenienti da diverse parti del mondo, i
quali desiderano entrare nella piena e visibile comunione.
In questa Costituzione Apostolica il Santo Padre ha introdotto una struttura
canonica che provvede ad una tale riunione corporativa tramite l’istituzione di
Ordinariati Personali, che permetteranno ai fedeli già anglicani di entrare
nella piena comunione con la Chiesa Cattolica, conservando nel contempo elementi
dello specifico patrimonio spirituale e liturgico anglicano. Secondo il tenore
della Costituzione Apostolica la sorveglianza e guida pastorale per tali gruppi
di fedeli già anglicani sarà assicurata da un Ordinariato Personale, di cui
l’Ordinario sarà usualmente nominato dal clero già anglicano.
La Costituzione Apostolica che sarà presto pubblicata, rappresenta una risposta
ragionevole e perfino necessaria ad un fenomeno globale, offrendo un unico
modello canonico per la Chiesa universale adattabile a diverse situazioni locali
e, nella sua applicazione universale, equo per i già anglicani. Tale modello
prevede la possibilità dell’ordinazione di chierici sposati già anglicani, come
sacerdoti cattolici. Ragioni storiche ed ecumeniche non permettono l’ordinazione
di uomini sposati a vescovi sia nella Chiesa Cattolica come in quelle Ortodosse.
Pertanto, la Costituzione determina che l’Ordinario possa essere o un sacerdote
o un vescovo non coniugato. I seminaristi dell’Ordinariato vengono preparati
accanto ad altri seminaristi cattolici, anche se l’Ordinariato potrà aprire una
casa di formazione al fine di rispondere ai particolari bisogni di formazione
nel patrimonio anglicano. In questo modo, la Costituzione Apostolica cerca di
creare un equilibrio tra l’interesse di conservare il prezioso patrimonio
anglicano liturgico e spirituale da una parte, e la preoccupazione che questi
gruppi e il loro clero siano incorporati nella Chiesa cattolica.
Il Cardinale William Levada, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della
Fede che ha preparato tale provvedimento, ha affermato: "Abbiamo cercato di
venire incontro in modo unitario ed equo, alle richieste per una piena unione
che ci sono state sottoposte da parte di fedeli già anglicani provenienti da
varie parti del mondo negli anni recenti. Con tale proposta la Chiesa intende
rispondere alle legittime aspirazioni di questi gruppi anglicani per una
comunione piena e visibile con il Vescovo di Roma, il successore di san Pietro."
Questi Ordinariati Personali saranno istituiti, secondo le necessità, previa
consultazione con le Conferenze Episcopali locali, e le loro strutture saranno
in qualche modo simili a quelle degli Ordinariati Militari, che sono stati
eretti in tanti paesi per provvedere alla cura pastorale dei membri delle forze
armate e dei loro dipendenti nel mondo intero. "Gli anglicani che si sono messi
in contatto con la Santa Sede hanno espresso chiaramente il loro desiderio per
una piena e visibile comunione nella Chiesa una, santa, cattolica e apostolica.
Nel contempo ci hanno parlato dell’importanza delle loro tradizioni anglicane
relative alla spiritualità e al culto per il proprio cammino di fede", ha
affermato il Cardinale Levada.
Il provvedimento di questa nuova struttura è in linea con l’impegno per il
dialogo ecumenico, che continua ad essere una priorità per la Chiesa Cattolica,
in particolare attraverso gli sforzi del Pontificio Consiglio per la Promozione
dell’Unità dei Cristiani. "L’iniziativa proviene da vari gruppi di anglicani",
ha aggiunto il Cardinale Levada. "Essi hanno dichiarato di condividere la comune
fede cattolica, come espressa nel Catechismo della Chiesa Cattolica, e di
accettare il ministero petrino come un elemento voluto da Cristo per la Chiesa.
Per loro è venuto il tempo di esprimere tale unione implicita in una forma
visibile di piena comunione."
Secondo il Cardinale Levada: "Il Santo Padre Benedetto XVI spera che i chierici
e fedeli anglicani desiderosi dell’unione con la Chiesa Cattolica troveranno in
questa struttura canonica l’opportunità di preservare quelle tradizioni
anglicane che sono preziose per loro e conformi con la fede cattolica. In quanto
esprimono in un modo distinto la fede professata comunemente, tali tradizioni
sono un dono da condividere nella Chiesa universale. L’unione con la Chiesa non
richiede l’uniformità che ignora le diversità culturali, come dimostra la storia
del cristianesimo. Inoltre, le numerose e diverse tradizioni oggi presenti nella
Chiesa Cattolica sono radicate tutte nel principio formulato da san Paolo nella
sua Lettera agli Efesini: "Un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo"
(4, 5). La nostra comunione è quindi rafforzata da simili diversità legittime, e
siamo pertanto felici che questi uomini e donne offrono i loro contributi
particolari alla nostra comune vita di fede."
Informazioni contestuali
Sin dal secolo XVI, quando il Re Enrico VIII dichiarò l’indipendenza della
Chiesa d’Inghilterra dall’autorità del Papa, la Chiesa d’Inghilterra creò le
proprie confessioni dottrinali, usanze liturgiche e pratiche pastorali,
incorporando spesso idee della Riforma avvenuta sul continente europeo.
L’espansione del Regno Britannico, congiunta all’apostolato missionario
anglicano, comportò poi la nascita di una Comunione Anglicana a livello
mondiale.
Nel corso dei 450 e più anni della sua storia, la questione della riunione tra
anglicani e cattolici non è stata mai messa da parte. Nella metà del XIX secolo,
il Movimento di Oxford (in Inghilterra) mostrò un rinnovato interesse per gli
aspetti cattolici dell’anglicanesimo. All’inizio del XX secolo, il Cardinale
Mercier, del Belgio, intraprese colloqui pubblici con anglicani al fine di
esplorare la possibilità di una unione con la Chiesa Cattolica sotto la bandiera
di un anglicanesimo "riunito ma non assorbito".
Il Concilio Vaticano II nutrì ulteriormente la speranza per una unione, in
particolare con il Decreto sull’ecumenismo (n. 13), il quale facendo riferimento
alle Comunità separate dalla Chiesa Cattolica nel tempo della Riforma, ribadì:
"Tra quelle [comunioni] nelle quali continuano a sussistere in parte le
tradizioni e le strutture cattoliche, occupa un posto speciale la Comunione
Anglicana."
Sin dal Concilio i rapporti tra anglicani e cattolici romani hanno creato un
migliore clima di comprensione e mutua cooperazione. La Anglican-Roman Catholic
International Commission (ARCIC) ha prodotto una serie di dichiarazioni
dottrinali nel corso degli anni, nella speranza di creare la base per una piena
e visibile unione. Per molti appartenenti alle due Comunioni, le dichiarazioni
dell’ARCIC hanno messo a disposizione uno strumento nel quale la comune
espressione della fede può essere riconosciuta. È in questa cornice che si deve
inquadrare il nuovo provvedimento.
Negli anni successivi al Concilio, alcuni anglicani hanno abbandonato la
tradizione di conferire gli Ordini Sacri soltanto agli uomini chiamando al
presbiterato e all’episcopato anche donne. Più recentemente, alcuni segmenti
della Comunione Anglicana si sono allontanati dal comune insegnamento biblico
circa la sessualità umana – già chiaramente espresso nel documento dell’ARCIC
"Vita in Cristo" – conferendo gli Ordini Sacri a chierici apertamente
omosessuali e benedicendo le unioni tra persone dello stesso sesso. Nondimeno,
mentre la Comunione Anglicana deve affrontare queste nuove e difficili sfide, la
Chiesa Cattolica rimane pienamente impegnata nel suo dialogo ecumenico con la
Comunione Anglicana, in particolare attraverso l’attività del Pontificio
Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani.
Nel frattempo molti anglicani sono entrati individualmente nella piena comunione
con la Chiesa Cattolica. Talvolta sono entrati anche gruppi di anglicani,
conservando una certa struttura "corporativa". Ciò è avvenuto, ad esempio, per
la diocesi anglicana di Amritsar in India e per alcune singole parrocchie negli
Stati Uniti che, pur mantenendo un’identità anglicana, sono entrate nella Chiesa
Cattolica nel quadro di un cosiddetto "provvedimento pastorale", adottato dalla
Congregazione per la Dottrina della Fede e approvato da Papa Giovanni Paolo II
nel 1982. In questi casi, la Chiesa Cattolica ha frequentemente dispensato dal
requisito del celibato ammettendo che quei chierici anglicani coniugati che
desiderano continuare il servizio ministeriale come sacerdoti cattolici siano
ordinati nella Chiesa Cattolica.
In questo contesto, gli Ordinariati Personali istituiti secondo la suddetta
Costituzione Apostolica possono essere visti come un ulteriore passo verso la
realizzazione dell’aspirazione per la piena e visibile unione nella unica
Chiesa, che è uno dei fini principali del movimento ecumenico.
20.10.2009
DICHIARAZIONE CONGIUNTA
dell'Arcivescovo di Westminster e dell'arcivescovo di Canterbury
L'annuncio di oggi della Costituzione Apostolica è una risposta di Papa
Benedetto XVI ad una serie di richieste fatte alla Santa Sede nel corso degli
ultimi anni da parte di gruppi di anglicani che desiderano entrare in piena e
visibile comunione con la Chiesa cattolica romana, e sono disposti a dichiarare
che condividono la comune fede cattolica e ad accettare il ministero petrino,
come voluto da Cristo per la sua Chiesa.
Papa Benedetto XVI ha approvato, all'interno della Costituzione Apostolica, una
struttura canonica che prevede l'erezione di Ordinariati personali, per
permettere a ex anglicani di entrare in piena comunione con la Chiesa cattolica,
pur mantenendo gli elementi del patrimonio spirituale tipicamente anglicano.
L'annuncio di questa Costituzione Apostolica pone fine a un periodo di
incertezza per questi gruppi, che hanno nutrito la speranza di nuovi modi di
abbracciare l'unità con la Chiesa cattolica. Sarà ora compito di coloro che
hanno fatto le loro richieste alla Santa Sede di rispondere alla Costituzione
Apostolica.
La Costituzione Apostolica è un ulteriore riconoscimento della sostanziale
identità (substantial overlap) nella fede, nella dottrina e nella spiritualità
tra la Chiesa cattolica e la tradizione anglicana. Senza i dialoghi degli ultimi
quarant'anni, questo riconoscimento non sarebbe stato possibile, né ci sarebbero
potute nutrire speranze della piena unità visibile.
In questo senso, la presente Costituzione Apostolica è una conseguenza del
dialogo ecumenico fra la Chiesa cattolica e la Comunione anglicana.
Il dialogo ufficiale in corso tra la Chiesa cattolica e la Comunione anglicana
fornisce la base per continuare la nostra cooperazione. Gli accordi della
Commissione internazionale tra la Chiesa Anglicana e Cattolica Romana (ARCIC) e
della Commissione Internazionale Anglicana - Cattolica Romana per l'Unità e la
Missione (IARCCUM) rendono chiaro il percorso che seguiremo insieme.
Con la grazia di Dio e la preghiera siamo decisi a far sì che il nostro costante
impegno reciproco e mutua consultazione su queste e su altre questioni
continuino a rafforzarsi. A livello locale, nello spirito della IARCCUM, ci
auguriamo di poter continuare a percorrere costruttivamente il sentiero delle
riunioni condivise tra la Conferenza Episcopale di Inghilterra e Galles e la
House of Bishops della Chiesa di Inghilterra mettendo a fuoco la nostra missione
comune. Giornate di riflessione e di preghiera in comune sono state avviate a
Leeds nel 2006 e proseguite a Lambeth nel 2008, e altri incontri sono in
preparazione. Questa stretta cooperazione continuerà come crescere insieme in
unità e la missione, nella testimonianza del Vangelo nel nostro paese, e nella
Chiesa in generale.
Londra, 20 ottobre 2009
+ Vincent Gerard Nichols + Rowan Williams
La Risposta della
Traditional Anglican Communion
Il Primate della TAC (Traditional Anglican Communion) John Hepworth ha
diramato questa risposta ufficiale "a caldo" all'annuncio delle strutture
ecclesiastiche che il Papa ha voluto predisporre per il ritorno dei vari
gruppi anglicani che cercano l'unità con la Sede di Pietro.
Ho trascorso questa sera, parlando a vescovi, sacerdoti e laici della
Traditional Anglican Communion in Inghilterra, Africa, Australia, India,
Canada, Stati Uniti e Sud America.
Siamo profondamente commossi dalla generosità del Santo Padre, Papa Benedetto
XVI. Egli offre con una Costituzione Apostolica le modalità per i "fedeli già
anglicani di entrare nella piena comunione con la Chiesa Cattolica". Egli
auspica che si possa trovare "in questa struttura canonica l’opportunità di
preservare quelle tradizioni anglicane che sono preziose per noi e conformi con
la fede cattolica". Poi calorosamente afferma: "siamo pertanto felici che questi
uomini e donne offrono i loro contributi particolari alla nostra comune vita di
fede".
Vorrei in primo luogo affermare che questo è un atto di grande bontà da parte
del Santo Padre. Ha dedicato il suo pontificato alla causa dell'unità. Questo va
al di là dei sogni che abbiamo osato includere nella nostra richiesta di due
anni fa. Va al di là delle nostre preghiere. In questi due anni, siamo diventati
molto consapevoli delle preghiere dei nostri amici nella Chiesa cattolica. Forse
le loro preghiere osato chiedere ancora di più di quanto abbiamo fatto noi.
Mentre attendiamo il testo integrale della Costituzione apostolica, siamo anche
toccati dalla natura pastorale della Nota pubblicato oggi dalla Congregazione
per la Dottrina della Fede. I miei confratelli vescovi hanno davvero firmato il
Catechismo della Chiesa Cattolica e hanno fatto una dichiarazione circa il
ministero del Vescovo di Roma, che riflette le parole del Papa Giovanni Paolo II
nella sua lettera "Ut Unum Sint".
Altri gruppi anglicani hanno espresso alla Santa Sede un simile desiderio e una
simile accettazione della fede cattolica. Come il cardinale Levada ha indicato,
la presente risposta alle richieste anglicane è di carattere globale. Sarà ora
compito di questi gruppi stabilire una stretta cooperazione, perfino dove tali
gruppi travalicano i confini della Comunione anglicana.
Fortunatamente, la dichiarazione dell'arcivescovo di Canterbury riflette la
comprensione che abbiamo ottenuto da lui che non si mette di traverso a sbarrare
la strada, e comprende le decisioni che abbiamo raggiunto. Sia la sua reazione
che la nostra richiesta sono frutto di un secolo di preghiera per l'unità dei
cristiani, una causa che molte volte deve esser sembrata disperata. Esprimiamo
la nostra gratitudine all'Arcivescovo Williams e gli abbiamo regolarmente
assicurato le nostre preghiere. La Sede di S. Agostino rimane un punto focale
del nostro cammino, come fu nelle passate epoche della fede.
Ho preso un impegno per la Traditional Anglican Communion che cioè le
risposte alla Santa Sede saranno adottate da ciascuno dei nostri sinodi
nazionali. A Roma hanno già approvato il nostro percorso. Ora la Santa Sede ci
stimola a cercare nelle strutture specifiche che sono adesso a disposizione la
"piena e visibile unità, in particolare la comunione eucaristica", per la quale
abbiamo pregato a lungo e di cui abbiamo a lungo sognato. Questo cammino
inizierà subito.
Nella preghiera mattutina dell'Ufficio anglicano, il grande inno di
ringraziamento, il Te Deum, fa parte dell'ordinario quotidiano.
È con sincero ringraziamento a Dio
Onnipotente, Signore e la fonte di ogni pace e unità, che quest'inno è oggi
sulle nostre labbra. Questo è un momento di grazia, forse anche un momento della
storia, non perché il passato è annullato, ma perché il passato è trasformato.
Londra, 20 ottobre 2009.
John Hepworth
Primate della Traditional Anglican Communion
Da Cantuale Antonianum:
Ecco la traduzione del comunicato di Forward in Faith, la principale
associazione anglo-cattolica che raccoglie aderenti in tutto il mondo anglicano
tradizionale. Per farvi un'idea nel solo Regno Unito aderiscono ad essa 1600
parrocchie! Si sente la soddisfazione e la chiamata a raccolta dei membri che
per decenni hanno aspettato questo momento e ora, sicuramente, ne
approfitteranno.
È stata una speranza più volte espressa e un fervente desiderio dei cattolici
anglicani di essere messi in grado in qualche modo di entrare in piena comunione
con la Sede di Pietro pur mantenendo la propria integra identità in ogni aspetto
del retaggio anglicano che non è in contrasto con l'insegnamento della Chiesa
cattolica.
Ci rallegriamo che il Santo Padre abbia ora l'intenzione di creare delle
strutture all'interno della Chiesa, che rispondano a questo accorato desiderio.
Forward in Faith si è sempre impegnata a cercare l'unità nella verità e quindi
accoglie con entusiasmo queste iniziative come un'ora decisiva nella storia del
Movimento cattolico nella Chiesa d'Inghilterra. Ut unum sint!
+ John Fulham
Geoffrey Kirk