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Terni, 5 - 7
giugno 2006 Terzo Convegno Ecumenico Nazionale
Dal 5 al 7 giugno si svolge a Terni il terzo Convegno ecumenico nazionale,
organizzato congiuntamente dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia,
dalla Commissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo della Conferenza
episcopale italiana, e dalla Sacra arcidiocesi ortodossa d'Italia. Dopo i
convegni ecumenici di Perugia sul Padre Nostro (1999) e di Viterbo sulle
Beatitudini (2003), il tema affrontato a Terni sarà quello della Carta
ecumenica, firmata a Strasburgo nel 2001 dai rappresentanti della Conferenza
delle chiese europee (KEK) e del Consiglio delle conferenze episcopali europee (CCEE).
Il convegno sarà aperto da S.E. Zervos, metropolita della Sacra arcidiocesi
ortodossa d'Italia, da mons. Vincenzo Paglia, presidente della Commissione per l’ecumenismo
e il dialogo della CEI, e dal pastore Jean-Arnold De Clermont, presidente della
KEK.
Le relazioni introduttive saranno tenute da Angelo Maffeis, Fulvio Ferrario e
Renato D’Antiga, mentre Luca Maria Negro, Aldo Giordano e Giorgio Feliciani
parleranno della Carta ecumenica sotto vari aspetti.
Tra i momenti liturgici sono previsti una messa presso la cattedrale, una
meditazione biblica presso la locale chiesa metodista e i vespri ortodossi
presso la chiesa di Sant’Alò.
Il convegno sarà chiuso dalla consegna della
Carta ecumenica a una delegazione
di giovani
Alcuni frutti della Carta Ecumenica nelle Chiese italiane
“L’aspetto più evidente del recepimento della Carta ecumenica a Milano
è il desiderio di stare insieme ed uno dei frutti è stato
il pellegrinaggio in Terra Santa, guidato dai cardinali Carlo Maria Martini e
Dionigi Tettamanzi, a cui hanno preso parte cristiani di diverse
confessioni (a Milano è presente il Consiglio ecumenico, in cui sono
rappresentate 16 chiese, n.d.r.)”. È stato Ibarra Pérez Martin, della
Federazione chiese evangeliche in Italia (Fcei), a raccontare quest’esperienza,
nel gruppo di lavoro su “La Carta ecumenica nelle chiese italiane”,
promosso nell’ambito del III convegno ecumenico nazionale, che si
concluderà oggi a Terni. “Vista l’esperienza positiva – ha aggiunto
Pérez Martin – stiamo pensando di organizzare un viaggio in Russia”.
Anche a Vicenza si stanno facendo grandi passi. “Nel territorio della nostra
diocesi – ha detto Flavia Pendin, segretaria della Commissione diocesana per
l’ecumenismo e il dialogo – ci sono 33 sale di preghiera gestite da
africani, evangelici o pentecostali. A fine aprile abbiamo organizzato un
incontro con l’obiettivo di approfondire la conoscenza e far sentire loro la
nostra vicinanza”. In futuro, “ci proponiamo di promuovere altri incontri
per rinsaldare la comunione, coinvolgendo anche i nostri parroci”. A Vicenza
sono presenti cattolici, ortodossi, evangelici, sikh, indù, Baha’i, Hare
Krishna, musulmani. “Si sta pensando, perciò – ha concluso Pendin –,
anche di avviare un forum delle religioni”.
Mons. Paglia (CEI), “Il ruolo dei cristiani per
un'Europa e un mondo più solidali”
“Unire l’impegno di chi è più avanti negli anni, dei più giovani, dei
fedeli di diverse confessioni cristiane per un’Europa più solidale. Oggi,
il Vecchio Continente ha bisogno più che mai di concordia al suo interno per
avere più efficacia nelle altre parti del mondo”: questo l’obiettivo che
si propone il cammino ecumenico. È quanto ha spiegato, questa mattina, a
Terni, mons. Vincenzo Paglia, presidente della Commissione Cei per l’ecumenismo
e il dialogo, consegnando ai giovani delle scuole della città la
Carta ecumenica, in occasione del III convegno ecumenico nazionale. Agli
studenti e ai presenti è stato donato anche un portachiavi, che “simboleggia
l’Europa legata dall’amore, in cui ci sono 25 stelle per i 25 Paesi dell’Unione
europea, la croce e le tre onde, che rappresentano le tre grandi tradizioni
cristiane: cattolica, ortodossa ed evangelica”. “Mentre gli Stati – ha
aggiunto mons. Paglia – cercano di affossare l’Europa per difendere i
propri diritti nazionali, noi dobbiamo muoverci in senso opposto, promuovendo
la riconciliazione tra tutti”. Oggi, infatti, ha osservato il vescovo, “c’è
il rischio di creare steccati psicologici e religiosi. Come cristiani abbiamo
una responsabilità nei confronti dell’Europa: lottare per un mondo più
giusto e solidale a partire dall’unica fede che viviamo”.
“Necessario il dialogo tra le
Chiese sulla laicità, tema nodale dell'Europa di oggi”
“Senza dubbio il tema della laicità è uno dei temi
nodali non solo per quel che concerne il rapporto tra le Chiese, ma anche per
quel che riguarda la presenza delle comunità cristiane nella vita del nostro
Paese”: è il commento di mons. Vincenzo Paglia, presidente della
Commissione Cei per l’ecumenismo e il dialogo, rispetto alla questione
sollevata ieri, durante il III convegno ecumenico nazionale, in corso a Terni,
dalla diversa visione della laicità da parte di cattolici e ortodossi da un
lato e protestanti dall’altro. “Oggi viviamo in una società ‘post
secolare’ e dire che la rilevanza della dimensione religiosa, delle
religioni e delle Chiese nella società è – ad avviso di mons. Paglia - un
fatto storico e incontrovertibile”. Questa nuova realtà storica “impone
una riflessione su cosa vogliano dire laicità e fede. Oggi – osserva mons.
Paglia –, a differenza di tanti anni fa, la fede non è più solo un fatto
privato. Questa nuova dimensione chiede anche alla laicità di ripensare se
stessa. Quella laicità che voleva spingere il fatto religioso nel privato è
contestata dalla storia stessa”.
"Testimoni di
speranza in Europa e nel mondo"
"Non basta la dottrina per essere uniti. È l’amore
grande e quasi impossibile che ci dona Cristo ad aiutarci a raggiungere l’unità".
Lo ha detto, ieri sera, mons. Vincenzo Paglia, presidente della Commissione
della Conferenza episcopale italiana per l’ecumenismo e il dialogo e vescovo
di Terni-Narni-Amelia, durante la celebrazione eucaristica, che è seguita al
termine dei lavori della prima giornata del 3° convegno ecumenico nazionale,
in corso a Terni fino al 7 giugno, sul tema "I cristiani e l’Europa".
"L’unità – ha aggiunto il presule -, prima che essere un nostro
sforzo, è un dono di Dio. È l’unità della Trinità che esce da se stessa.
La missione, perciò, è parte essenziale della nostra fede". Di qui uno
sguardo sul panorama internazionale: "L’Europa sembra ripiegarsi su se
stessa, dividendosi in gruppi, nazioni, popoli, quasi a sottolineare l’interesse
e il primato di se stessi. Noi cristiani dobbiamo trovare una comunione che
dia un’anima nuova a quest’Europa, che deve ritrovare la generosità, e ad
un mondo, sempre più diviso ed egocentrico". "Mentre in questi
giorni – ha continuato mons. Paglia – riflettiamo sulla Carta ecumenica e
sul Dio uno e trino, sentiamo il grido di aiuto che viene dall’Europa e dal
mondo. Il Signore ci dia la forza di essere suoi testimoni di speranza e di
pace".
Maffeis (Diocesi di Brescia), il compito delle Chiese D’Europa è “Annunciare
insieme il Vangelo”
“Il movimento ecumenico ha modificato in modo profondo le relazione tra
le Chiese nel XXI secolo, anche se non in un progresso lineare: le Chiese si
sono avvicinate, ma anche allontanate; alcuni problemi del passato sono stati
risolti, ma ne sono sorti di nuovi”. Questo lo stato dell’ecumenismo oggi,
come fotografato da don Angelo Maffeis, docente di teologia presso il
seminario diocesano di Brescia, oggi pomeriggio, durante il primo giorno del
III convegno ecumenico nazionale, in corso a Terni, fino al 7 giugno. In
particolare, “la fascia giovanile delle comunità cristiane non hanno al
vertice dei loro interessi l’ecumenismo, in quanto alcuni sono convinti che
le urgenze per l’azione della Chiesa e la riflessione della teologia stanno,
ad esempio, nel confronto con le questioni sollevate dal pluralismo religioso
o nell’urgenza di cercare nuove vie e linguaggi per la testimonianza del
Vangelo; altri, invece, sembrano attratti dalla rassicurante affermazione
della propria identità, definita mediante la distinzione e l’esclusione”.
Se la nuova generazione ha perso “la passione” per l’ecumenismo, il
compito delle Chiese d’Europa oggi, “in un contesto segnato dal pluralismo
religioso e culturale”, è “annunciare insieme il Vangelo”, impegno che
“impone ai cristiani la necessità di rendere riconoscibile il centro e l’essenziale
dell’annuncio evangelico, senza che le differenze nel modo di comprenderlo e
nelle forme storiche, in cui il messaggio ha trovato espressione, possano
oscurarlo”. Nel pomeriggio sono intervenuti anche il valdese Fulvio Ferrario
e l’ortodosso Roberto D’Antiga.
Mons. Giordano (CCEE), “Interroghiamoci di fronte alla
domamnda di senso, illuminati da Cristo”
“Oggi c’è una ricerca di Dio, della verità, una
domanda di senso e sulla bellezza, di cosa significa vivere, morire e
soffrire. Siamo alla ricerca di un segreto per vivere insieme, soprattutto
perché nel mondo ci sono grandi tragedie in atto, come in Africa”. Da
questa riflessione sulla situazione attuale in Europa è partito, stamattina,
mons. Aldo Giordano, segretario generale del Ccee (Consiglio delle Conferenze
episcopali europee), nel suo intervento al III convegno ecumenico nazionale,
in corso a Terni. Con queste domande si deve confrontare anche il cammino
ecumenico. “Abbiamo bisogno di una luce – ha evidenziato mons. Giordano -
per affrontare le problematiche ecumeniche. Per la Carta ecumenica abbiamo
trovato un punto di partenza condiviso nella Parola di Dio. A
Sibiu, per la terza Assemblea ecumenica, partiremo, perciò, da un tema
cristologico: ‘La luce di Cristo illumini tutti’. È la luce di Cristo,
infatti, che vuole guidare tutto il cammino”. La sfida di Sibiu, ha spiegato
mons. Giordano, è “tenere unito il tema cristologico e quelli di attualità
e storici, come le migrazioni. La novità sarà parlare a Sibiu di migrazioni
non solo dal punto di vista sociologico e politico, ma anche teologico”.
Obiettivo della terza Assemblea ecumenica, ha precisato mons. Giordano, è “contribuire
al cammino ecumenico e, al tempo stesso, alla costruzione della nuova Europa”.
“Sia la Carta ecumenica sia l’Assemblea di Sibiu – ha aggiunto mons.
Giordano – sono dei processi, una sorta di pellegrinaggio. Sibiu è un
evento a quattro tappe: nella
prima a Roma, a gennaio 2006, Benedetto XVI ha incoraggiato l’Assemblea;
adesso, auspichiamo che anche gli altri leader facciano altrettanto”. L’Assemblea
darà molti frutti, per Giordano, se “in ogni città e diocesi si
organizzassero degli incontri per Sibiu”. Un altro aspetto di cui tener
conto è che “la Carta ecumenica e Sibiu sono portati avanti da tutti i
cristiani d’Europa, infatti, sono promossi da Kek e Ccee: questo collaborare
insieme fa sì che si sia creata una rete che non ha eguali in altri
continenti. Ovviamente, non siamo detentori dell’ecumenismo, ma abbiamo una
rete al suo servizio”. Il cammino verso Sibiu ha “un segreto” per mons.
Giordano: “La luce che viene da un Dio che muore in croce per l’unità e
che risorge e resta con noi fino alla fine dei tempi. Mi consola pensare che
Dio è già morto per le nostre divisioni, altrimenti saremmo scoraggiati
dalle nostre lentezze. Ma Cristo ha già dato la vita per queste ferite ed è
Lui che porta avanti il cammino ecumenico. Noi dobbiamo permettergli di stare
tra noi, conoscendoci di più e avendo fiducia tra di noi”.
Negro (KEK), “La CARTA ECUMENICA accolta in modo diverso”, ma “suo
frutto l'art.52 della Costituzione Europea”
“La Carta ecumenica,
uno dei principali frutti dell’Assemblea di
Graz, è un documento originale
in un panorama ecumenico grigio di fine XX secolo ed inizio del XXI”:
esprimendo questo giudizio, Luca Negro, segretario per le comunicazioni della
Kek (Conferenza delle Chiese europee), ha aperto, stamattina, la seconda
giornata di lavori del III convegno ecumenico nazionale, in corso a Terni fino
a domani, sul tema “I cristiani e l’Europa”. Per Negro, “la Carta
ecumenica, essendo rivolta al grande pubblico, è il primo grande best seller
ecumenico non specialistico”. Inoltre, “pur non essendo un testo
dogmatico-magisteriale o giuridico, è vincolante nella misura in cui il suo
‘ritornello’, ripetuto nei 12 paragrafi, è ‘c’impegniamo’. Con i
suoi 26 impegni concreti espliciti, più gli altri che si leggono tra le
righe, si passa dalla fase del dialogo q quella della ricezione nelle chiese”.
Un altro aspetto importante, a giudizio di Negro, è aver trovato “un
equilibrio tra l’aspetto teologico/ecclesiale e quello della testimonianza
per la costruzione della nuova Europa”. Oltre alla novità del documento,
Negro ha anche sottolineato le luci e le ombre nell’accoglimento della Carta
in Europa. In particolare, Negro ha ricordato che, “mentre le Chiese di
alcuni Paesi hanno firmato la Carta (Olanda, Austria, Ungheria, Svizzera,
Germania, ad esempio), in Georgia è stata firmata solo dalle chiese di
minoranza. In alcuni casi, poi, la Carta non è stata accolta positivamente,
come la Chiesa ortodossa russa, che la contesta per quanto riguarda il
proselitismo e i rapporti con l’ebraismo e l’islam”. Se, poi, “in Gran
Bretagna la Carta è stata accolta in modo tiepido perché considerata
scontata”, in altri Paesi, come l’Albania, la Bosnia e l’Armenia, essa
è servita a rompere il ghiaccio in campo ecumenico e ha permesso incontri tra
le diverse chiese”. Particolarmente positivo il giudizio di Negro sulla
Chiesa evangelica luterana italiana, che “ha inserito la Carta ecumenica nel
proprio Statuto, nel gennaio 2004” e sull’iniziativa della comunità di
lavoro delle Chiese svizzere, che “sta elaborando un marchio di garanzia
ecumenico da conferire a quei progetti ecumenici realizzati da almeno due
chiese diverse”. Significativo, infine, per Negro, che, come frutto della
Carta ecumenica, “le Chiese insieme siano riuscite a far inserire nell’articolo
52 della bozza della Costituzione europea che le istituzioni europee
mantengano un dialogo aperto e regolare con le Chiese e le comunità religiose”.
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[Fonte: SIR 5-6 giugno 2006]
v. anche:
:: Roma
la prima tappa del “Pellegrinaggio europeo” che porterà a Sibiu nel
2007
:: Le
Chiese nel 2006 continueranno a "contribuire al cammino di unità"
:: Gesti
concreti di ecumenismo: Meeting internazionale “Kairòs 2005”
:: I
cristiani europei preparano un'assemblea ecumenica a tappe
:: "Osare
la pace per la fede" - Documento di giovani di fedi diverse
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