L'ebraismo nel Cammino neocatecumenale
Ci scrive un nostro lettore:
"Vorrei seguire quell'astensione dalle parole e dalle immagini che ha
raccomandato Benedetto XVI per la quaresima. Tuttavia la sensazione che si
ha da questa ed altre vicende è che ci sia qualcosa di non detto e forse non
dicibile ancora per molto, di cui il fenomeno Necocatecumenale con o senza statuto
rappresenta una parte forse persino marginale. Ci si chiede cioè se davvero
il cristianesimo sia ormai da considerare «una trascendente fioritura
messianica dell’ebraismo del primo secolo» in accordo con una certa
teologia." Segue il
link ad un articolo di Blondet
di alcuni anni fa, cui accenneremo.
Anche noi vorremmo seguire la stessa astensione dalle parole e dalle
immagini e lo faremo per quanto è possibile. Tuttavia, nel rimanere di
vedetta, ci limitiamo a raccogliere la provocazione senza richiamarci
direttamente all'articolo citato, in quanto non ne condividiamo le
conclusioni, che disegnano scenari prodotti da una visione unilateralmente
estremizzata della realtà; ma ricordiamo come ci siamo trovati a riconoscere
nel Cammino Neocatecumenale un messianismo con connotazioni talmente vicine
all'ebraismo da dovervi rilevare anche l'aspetto, molto marcato, di vera e
propria "ebraicizzazione" del cristianesimo. Aspetto, finora trascurato -
forse troppo - anche da chi ha da svariati anni denunciato le storture
teologiche e dottrinali alla base degli insegnamenti kikarmenki... e non
sappiamo quanto conosciuto da chi del Cammino raccoglie unicamente le
suggestioni e le acrobazie apologetiche con enfasi su 'frutti' eclatanti
che, a ben vedere, risultano 'avvelenati' e non si rivelano più frutti se si
conosce cosa c'è dietro...
Iniziamo il
nostro approfondimento con la riflessione di larga massima che segue, 'mossa' dalle suggestioni offerte dall'articolo citato, ricordando altre
pagine del sito in cui si approfondisce l'uso arbitrario di simboli ebraici
da parte del Cammino: gli Appunti
sulla mania per l'ebraismo dei neocatecumenali, nonché alcune
osservazioni
ricavate dalla Domus Galileae e guardando anche
cosa dice Magister a
proposito della loro frequentazione dei Lubavitcher
La cosa principale da notare, a nostro avviso, è che Blondet disegna uno
scenario internazionale che riguarda l'ordine politico, nel quale l'ordine
teocratico che riscontra tendenzialmente nell'ebraismo e alcuni dati da lui
messi insieme e interpretati in un certo modo, lo inducono a ipotizzare un
complotto ebraico che coinvolgerebbe anche lo stato d'Israele, a ben vedere,
però,
nato dal Sionismo più che dall'Ebraismo in sé. Anche le sue
numerose citazioni del cosiddetto "Maestro di Martini", il gesuita Rossi De Gasperis, vengono estrapolate da studi molto più articolati e complessi e ne
andrebbe verificata la reale portata.
A prescindere dal fatto che affermazioni del genere sono una rischiosa
anticamera per l'antisemitismo, il dato principale che rileviamo è l'assoluta
trascuratezza,
da parte dell'Autore, dell'ebraismo come fede e quindi anche la non conoscenza
dei profondi legami tra ebraismo e cristianesimo, molto più profondi e veri
di quanto nel corso dei secoli siano diventati meno espliciti a noi
cristiani, ma solo perché non vengono evidenziati... In fondo Blondet parla
dell'ebraismo dall'esterno, come tanti atei devoti o meno parlano del
cristianesimo, prendendo delle toppe solenni, proprio perché non lo
conoscono dal "di dentro" e lo vedono solo in alcuni aspetti che sono più
culturali e mancano dell'aggancio con la fede... Inoltre Blondet parla di
religione applicata alla politica che crea scenari abbastanza apocalittici,
i cui risvolti sono al di fuori dalla nostra portata e dalle nostre
conoscenze della politica, a livelli globali e con implicazioni complesse, così come lui la presenta.
Il nostro discorso, infatti, non riguarda la politica ma le Verità di fede cattoliche
così pesantemente messe in discussione dalla realtà di cui ci occupiamo e da
tante altre "tendenze" del nostro tempo...
Per quanto ci
riguarda, quindi, oltre all'osservazione di fondo in ordine all'ebraismo - nel quale il
cristianesimo
non solo
affonda le sue radici, ma
ha in sé anche molto dell'humus
vitale, sia pure imprescindibilmente a partire dal Signore Risorto - permane
l'affermazione dello scempio che nel cammino NC viene fatto anche
dell'ebraismo.
Il problema che
riscontriamo è che nel
Cammino, così come si offrono insegnamenti che prendono come base parole del
Vangelo e aspetti rituali cattolici ma poi essi acquistano una interpretazione
arbitraria e personale da parte kikarmenka, così avviene per gli
insegnamenti talmudici, targumici e quant'altro viene ripreso a massicce
dosi anche dall'Antico Testamento, come pure per l'uso, completamente arbitrario e
rivisitato, della pletora di simboli ebraici di cui è infarcito il
cammino... Un elenco essenziale che necessiterà di ulteriori approfondimenti
punto per punto:
-
nella catechesi
Cristo "appare" non "è nato": l'Incarnazione, la Figliolanza Divina,
anche noi non siamo figli di Dio: testuali parole di Kiko
"Bella questa! Non è vero che
tutti siano figli di Dio. Gli uomini sono creature di Dio, ma non
figli... figlio è colui che ha realmente la natura divina dentro. È vero
che Dio in Cristo ha chiamato tutti gli uomini alla divinità, alla
natura divina, a diventare figli di Dio, ma in potenza". (I Scrut
pag. 96-97)
-
il Sacrificio negato.
L'unico richiamo la Pasqua ma vissuta come haggadah ebraica...
Ultima Cena come iniziazione attraverso la "Lavanda dei piedi". La
Risurrezione senza passare dalla Croce...
-
sottolineatura dei
gruppi di 50…(moltiplicazione pani; 2Re 2, 7-11)
Re 2 - Capitolo 2
..[7]Cinquanta uomini, tra i figli dei profeti, li seguirono e si
fermarono a distanza; loro due si fermarono sul Giordano. [8]Elia prese
il mantello, l'avvolse e percosse con esso le acque, che si divisero di
qua e di là; i due passarono sull'asciutto. [9]Mentre passavano, Elia
disse a Eliseo: «Domanda che cosa io debba fare per te prima che sia
rapito lontano da te». Eliseo rispose: «Due terzi del tuo spirito
diventino miei». [10]Quegli soggiunse: «Sei stato esigente nel
domandare. Tuttavia, se mi vedrai quando sarò rapito lontano da te, ciò
ti sarà concesso; in caso contrario non ti sarà concesso». [11]Mentre
camminavano conversando, ecco un carro di fuoco e cavalli di fuoco si
interposero fra loro due. Elia salì nel turbine verso il cielo...
Magari qualcuno che ha finito il Cammino potrebbe dire qualcosa in più,
se non fosse legato al "segreto". È chiaro che non si va al Giordano
solo a rinnovare le promesse battesimali, considerata la estrema
segretezza che abbiamo sempre incontrato rispetto al viaggio finale in
Israele.
-
nella
croce astile il
Cristo (non Gesù Cristo) appare con il segno della legatura di Isacco
sulla Merkavà, il carro di Ezechiele, il carro di fuoco di Elia...
-
il vangelo viene
definito come l'ultimo libro della Torah, quello di Elia!
-
la Torah (i rotoli
della Bibbia more ebraico) viene inserita nel "Santuario della
Parola" (così viene chiamata la cattolica "Cappella del Santissimo") e ha più onori delle Sacre Specie nelle quali non viene
riconosciuta la Presenza del Signore oltre la celebrazione, tant'è che
in tutte le parrocchie neocatecumenali i "residui" della celebrazione
- secondo testimonianze dirette e plurime - vengono gettati
nel bagno (a S. Giovanni in Laterano, nelle ordinazioni diaconali,
vengono calpestati sotto i piedi dei danzatori)
-
l'uso di 'accompagnare'
il Vangelo all'altare - cioè alle mensa - con il "velo omerale", dalle
regole liturgiche cattoliche destinato ad accompagnare le "Sacre Specie"
-
insegnamenti basati
più su Torah targumim talmud midrash cabbala che sul Vangelo, le
cui parole peraltro sono di volta in volta usate staccate dal contesto e strumentalizzate ai
fini del "passaggio o tappa" di turno e liberamente interpretate
dall'iniziatore del cammino a titolo personale, arrogandosene l'autorità
in quanto si autodefinisce "inviato" e del tutto sganciate sia dal Magistero
che da ogni interpretazione ecclesiale...
-
pletora di simboli
ebraici sia tra l’oggettistica che negli insegnamenti
Guardate cosa dice di fare il Cammino neocatecumenale: ritrovare i significati dei simboli
che sarebbero stati perduti e/o che nessuno conosce né vive più. Vale per i
simboli cristiani, e vale anche per quelli ebraici. Però questi simboli sono
scelti non casualmente e non tanto in rapporto al significato che il loro
contesto offre (ammesso e non concesso che il simbolo in questione abbia
perduto il suo contesto o lo abbia snaturato), ma in rapporto al significato
originario della "rivelazione kikiana". Ecco perché viene
spontaneo dire che certi simboli sono fuori dal loro contesto e sono entrati
in un contesto "altro", "nuovo", quello costruito da Kiko, hanno un
significato che è lo stesso ma nello stesso tempo "altro"...
In questo senso parlavamo
di ebraizzazione del cristianesimo, che è già di per sé connotato dalle
solide radici ebraiche coniugate con il più elevato ellenismo. Quello che ne
viene fuori, nel cammino, è una nuova realtà spuria - cui si aggiungono
anche elementi luterano gnostici - che non è né cristianesimo né ebraismo ma
alla fine è la scimmiottatura di entrambi... e ce lo si vorrebbe
rifilare come "iniziazione cattolica"!