Il Patriarcato di Mosca gela il cammino ecumenico:
il papa non ha mai
comandato in Oriente
Una nota del metropolita Hilarion, presidente del Dipartimento delle relazioni esterne del patriarcato, contesta la radice stessa del recente incontro della Commissione mista tra cattolici e ortodossi sul ruolo del vescovo di Roma nella Chiesa del primo millennio, negando che il papa abbia mai avuto giurisdizione sulle Chiesa orientali.
Mosca (AsiaNews) – Doccia fredda del Patriarcato di Mosca sui
progressi del cammino ecumenico nell’appena conclusa riunione di
Vienna della Commissione mista tra cattolici e ortodossi (nella
foto). Il metropolita Hilarion, presidente del Dipartimento delle
relazioni esterne del patriarcato, in una nota pubblicata sul sito
del Patriarcato sostiene che “nessun passo avanti è stato compiuto”
sull’oggetto dell’incontro, interamente dedicato al ruolo del
vescovo di Roma nel primo millennio, e contesta la radice stessa
dell’incontro, negando che il papa abbia mai avuto giurisdizione
sulle Chiesa orientali.
I due co-presidenti della Commissione, mons. Kurt Koch e il
metropolita Ioannis Zizioulas, illustrando il 24 settembre i
risultati dell’incontro, erano apparsi ottimisti sui risultati
raggiunti. “Non ci sono nubi di incomprensione tra le nostre due
Chiese”, aveva dichiarato il rappresentante del Patriarcato
ecumenico di Costantinopoli. “Se andiamo avanti come ora - aveva
aggiunto - Dio troverà la strada per superare le difficoltà che
ancora restano”.Zizioulas aveva sostenuto che per raggiungere la piena unità -
quella esistente fino al 1054, quando ci fu lo scisma tra Oriente e
Occidente - ortodossi e cattolici aveva bisogno “non di una riforma,
ma di un adattamento da entrambe le parti”. Per gli ortodossi, ha
spiegato, ciò significa riconoscere che una universale Chiesa
cristiana è a un livello più alto delle loro Chiese nazionali e che
il vescovo di Roma ne è il tradizionale capo. Per i cattolici ciò
comporta il rafforzamento del principio di sinodalità, ossia del
ruolo che i sinodi di vescovi hanno nei processi decisionali.
Hilarion contesta tutto. A partire dal documento elaborato
l’anno
scorso a Cipro, nel corso del precedente incontro della Commissione
(al quale il patriarcato di Mosca non partecipò per la presenza
della Chiesa ortodossa estone, che esso non riconosce), che egli
definisce mero “instrumentum laboris”, cioè documento di lavoro “che
non ha alcuno status ufficiale”.
Quel documento, aggiunge, “ha natura strettamente storica e,
parlando del ruolo del vescovo di Roma, quasi non menziona i vescovi
delle altre Chiese locali del primo millennio, il che crea un
equivoco su come era distribuito il potere nella Chiesa antica. Di
più, il documento non contiene una chiara e precisa affermazione del
fatto che la giurisdizione del vescovo di Roma nel primo millennio
non si estendeva a Oriente. E’ da sperare che queste lacune e
omissioni siano colmate nella elaborazione finale del testo”.
“Per gli ortodossi, è ovvio che nel primo millennio la giurisdizione
del vescovo di Roma era estesa solo all’Occidente, mentre nei
territori orientali era divisa tra quattro patriarcati –
Costantinopoli, Alessandria, Antiochia e Gerusalemme. Il vescovo di
Roma non aveva diretta giurisdizione sull’Oriente, malgrado il fatto
che in alcuni casi i vescovi orientali lo hanno chiamato come
arbitro in discussioni teologiche. Questo fatto non aveva natura
sistematica e in nessun modo può essere interpretato nel senso che
il vescovo di Roma fosse visto a Oriente come il titolare di una
autorità suprema nell’intera Chiesa universale”.
v. anche:
nel 2005,
nuove attese dalla Russia
nel 2005, attese dal
Fanar
nel 2005, al Fanar
nel
2006, a Belgrado
nel 2006,
cattolici e ortodossi per l’Europa
nel
2007, a Ravenna
nel 2009
a Paphos, Cipro
nel 2010 a Vienna
>Progressi
tra cattolici e ortodossi uniti nella
diversità
>Gelo
da parte del Patriarcato di Mosca
| home | |
inizio pagina |
|
|