La Chiesa cattolica e le Chiese ortodosse stanno facendo progressi in vista di
un 'completo' riconoscimento reciproco come 'Chiese sorelle' che permetta
loro di raggiungere l'unità nella diversità, secondo un modello già tratteggiato
da papa Benedetto XVI con la sua decisione di accogliere 'in blocco' comunità
anglicane che potranno mantenere le loro identità e tradizioni.
E' quanto emerso in questi giorni dall'incontro a Vienna della Commissione
teologica mista per il dialogo tra cattolici e ortodossi, sul tema del "Primato
del vescovo di Roma nel primo millennio". Le due delegazioni di teologi erano
guidate rispettivamente dal metropolita Giovanni di Pergamo, rappresentante del
Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, e di mons. Kurt Koch, da quest'estate
presidente del Pontificio consiglio per l'unità dei cristiani. Erano presenti
anche il metropolita Hilarion, "ministro degli esteri" del Patriarcato di Mosca
- la più popolosa tra le Chiese ortodosse - e l'arcivescovo di Vienna, card.
Christoph Schoenborn, ospite dell'incontro. In una conferenza stampa congiunta
con il metropolita Giovanni, mons. Koch ha spiegato che il modello di unità
futura tra le Chiese è '"la grande domanda" che dovrà essere affrontata nel
futuro del dialogo, e che la via da seguire per il futuro è una che sappia
accogliere la "diversità" nell'unità: "Credo che anche il pensiero del papa vada
in questa direzione", ha detto l'arcivescovo. "Abbiamo visto i temi che dovremo
discutere" - ha spiegato mons. Koch secondo quanto riferisce il blog FaithWorld
-: "il primato papale e la sinodalità. La Chiesa cattolica ha un forte primato
ma probabilmente non ha sviluppato la sinodalità quanto la Chiesa ortodossa. La
forza della Chiesa ortodossa è nella sua sinodalità, ma la dottrina del primato
non è così forte. Possiamo arricchirci l'un l'altro", perché "il principio base
dell'ecumenismo è lo scambio dei doni".
"Unità - ha detto poi Koch - significa considerarsi entrambi come Chiese
pienamente sorelle. Proprio come la Chiesa (cattolica) di Vienna è sorella della
Chiesa di Basilea, la Chiesa ortodossa sarà una Chiesa sorella per noi'".
"Credo che anche il pensiero del papa vada in questa direzione - ha quindi
aggiunto -. Ha detto agli anglicani che vogliono tornare che potranno conservare
la loro tradizione e celebrare la loro liturgia. Quindi ha detto che ci dovrebbe
essere diversità. Questo sarà un secondo passo, anche se è troppo presto per
chiederci quando lo potremo fare assieme". Il metropolita Giovanni, dopo aver
premesso che "non ci sono nuvole di sfiducia tra le nostre due Chiese" ha
indicato che in futuro il dialogo cattolico-ortodosso assumerà un carattere più
"teologico", distaccandosi dall'indagine storica sulla Chiesa del primo
millennio - prima quindi dello scisma tra Chiesa d'Oriente e d'Occidente del
1054 - che lo ha caratterizzato fino ad ora.
"Quanto abbiamo deciso a Ravenna
(sede dell'incontro che nel 2007 ha portato alla firma di un
documento comune
che riconosce la necessità di un 'primato' nella Chiesa ai suoi vari livelli,
locale, nazionale e universale, ndr) sembra essere confermato dalla storia del
primo millennio".
Quanto al futuro, Giovanni ha premesso che non c'è alcun "modello
precostituito": il risultato "sarà il frutto di un certo... - non la chiamerei
riforma, è troppo forte - ma di un adattamento da entrambe le parti". Se gli
ortodossi da una parte rafforzano ''la loro unità universale e il loro concetto
di primato" e i cattolici invece la loro "dimensione sinodale", "il risultato -
per il metropolita - si avvicinerà ad una concezione della Chiesa che è
unificata nel modo giusto nella sua struttura fondamentale".
"Certo - ha proseguito - dobbiamo essere uniti nella fede. Ci sono certe cose
fondamentali in materia di fede che vanno chiarite. Ma il resto può essere
lasciato alla diversità. Ci sono abitudini, abitudini liturgiche e altre
abitudini, che possono essere lasciate ad ogni Chiesa perché le organizzi
liberamente''. Difficilmente, però, dall'incontro di Vienna che si concluderà
domani uscirà un documento come quello di Ravenna: ''La carta è paziente'', ha
detto mons. Koch. La prossima plenaria della Commissione potrebbe riunirsi tra
uno o due anni.
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v. anche:
nel 2005,
nuove attese dalla Russia
nel 2005,
attese dal Fanar
nel 2005, al Fanar
nel
2006, a Belgrado
nel
2006, cattolici e ortodossi per l’Europa
nel
2007, a Ravenna
nel 2009
a Paphos, Cipro
nel 2010 a Vienna
>Progressi
tra cattolici e ortodossi uniti nella
diversità
>Gelo
da parte del Patriarcato di Mosca
>com'è
andata davvero a Vienna. Avanti adagio