Charta Oecumenica 

Ökumenischer Kirchentag 
Berlino, 
28 maggio - 1 giugno 2003


Costruire l’Europa delle identità riconciliate
Versione del Notiziario ANSA



Costruire l’Europa delle identità riconciliate

Le diversità dell’Europa e lo sforzo per costruire una comunità sono percepibili anche tra le Conferenze episcopali europee. Tuttavia la Chiesa cattolica è già una comunità e vive al suo interno una unione globale di realtà locali. È infatti una realtà universale. Così anche l’incontro dei Segretari generali delle 30 Conferenze episcopali europee che si sono riuniti a Berlino rappresenta un contributo speciale per la costruzione dell’Europa.

Nei giorni berlinesi ci si è confrontati su temi “interni” alla vita della Conferenza episcopale: come strutturare un segretariato, come è regolato il rapporto con lo Stato, come una Conferenza può vivere una spiritualità di comunione, come funziona il dialogo con i mass media.

Si percepisce sempre di più la necessità che le Conferenze, tanto all’est quanto all’ovest, siano luogo non solo di confronto e di scambio, ma di condivisione e di comunione: nell’amicizia, nella ricerca di soluzione comuni ai problemi, ma anche nella fede e nella spiritualità.

Il tema del rapporto con i media è stato particolarmente dibattuto. Chiesa e mass media sembrano obbedire a regole molto diverse: i media vivono dell’immediato, la Chiesa ha la “calma” dell’eternità; i media vogliono trasparenza totale, la Chiesa ha l’esigenza della discrezione; i media cercano sempre la novità, la Chiesa ripete il medesimo messaggio da duemila anni. Questo dialogo delicato è comunque fondamentale: rapporti personali e una formazione adeguata (dei giornalisti e degli “uomini di Chiesa”) sembrano le strade da percorrere per facilitare l’incontro tra queste due realtà. Ci sono esperienze molto positive là dove ci si incontra e ci si conosce.

Nell’incontro con il vescovo di Mainz e presidente della Conferenza episcopale tedesca, il card. Karl Lehmann, il tema è stato la vita della Chiesa in Germania, un paese dove un terzo degli abitanti è cattolico, un terzo evangelico e un terzo appartiene a religioni non cristiane o si dichiara non credente. Il dialogo e la collaborazione tra i cristiani del paese è ormai un fatto ordinario, ma ancora difficile è lo scambio aperto e strutturato con altre comunità religiose. Avere comunità accoglienti e autenticamente cristiane è, secondo il porporato, la chiave per vincere l’individualismo e la diffidenza verso le istituzioni che spesso si respirano. È stato il dr. Stefan Vesper, segretario generale del Comitato dei cattolici tedeschi (ZDK) a raccontare ai partecipanti qualche pagina del lungo processo di preparazione dell’Ökumenische Kirchentag, un evento delle Chiese che porta in questi giorni a Berlino 200.000 persone per esprimere il significato dell’essere cristiani nella cultura attuale, l’impegno a lavorare insieme per la vita sociale, politica ed ecumenica del paese e del continente.

Un vivace scambio ha caratterizzato i temi dell’Unione europea, in particolare l’allargamento e il processo di redazione del Trattato costituzionale. Le proposte della Presidenza della Convenzione, specialmente quelle sullo status e il ruolo delle Chiese contenute nell’attuale articolo 51, sono accolte positivamente dalle Conferenze episcopali. Per il futuro dell’Europa sarebbe altrettanto importante un riferimento nel preambolo del Trattato alle radici religiose e cristiane o alla Trascendenza. La Commissione degli Episcopati della Comunità Europea (COMECE) continuerà nel suo lavoro di monitoraggio del processo della Convenzione, perché la voce delle Chiese e delle religioni continui ad essere presente presso le istituzioni europee.

Nel dibattito conclusivo i partecipanti hanno sottolineato l’importanza di questi scambi ad ampio raggio sulla vita del nostro continente, nel contesto delle attività del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (CCEE). Questo organismo della Chiesa cattolica, nato dal Concilio Vaticano II, vuole essere uno spazio di dialogo, di confronto e di collaborazione, oggi sempre più necessari nell’Europa delle diversità, del pluralismo e dell’unificazione.

Berlino, maggio 2003

[Fonte:http://www.calabriaecclesiamagazine.it]

Notiziario ANSA

(ANSA) - BERLINO, 29 MAG - Mentre a Berlino cattolici e protestanti discutevano su come accorciare le distanze che li separano nell'ambito del Kirchentag ecumenico, in una chiesa luterana della capitale tedesca un anziano prete cattolico di Saarbruecken ha sfidato il divieto del Papa di celebrare una comunione comune con i protestanti. Lo strappo, che avrà sicuramente ripercussioni negative sul non facile cammino ecumenico tra cattolici e luterani, è avvenuto nel pomeriggio nell'ottocentesca chiesa del Getsemani, nel quartiere di Prenzlauer Berg, sede storica del movimento di giovani che ha portato alla caduta del Muro di Berlino.

In questa chiesa di fine ottocento il 69enne don Gotthold Hasenhuettl, professore universitario di Teologia sistematica, ha presieduto una liturgia ecumenica con il pastore donna luterano Brigitte Enzner-Probst, 

al termine della quale ha distribuito la comunione a tutte le 2000 persone presenti, a prescindere dalla loro religione. 

Per questo, don Gotthold ora rischia di essere scomunicato per profanazione dell'Eucaristia, uno dei 'delicta  graviora' del diritto canonico.
Fin dalle prime ore del pomeriggio la gente (c'erano tanti giovani) ha cominciato a radunarsi nella chiesa, davanti alla quale c'era una calca di telecamere, fotografi e giornalisti in attesa di documentare lo 'sgarrò alle gerarchie cattoliche.
Alla fine, fra i banchi e sui matronei della chiesa hanno  preso posto in 2 mila, ma in tanti sono rimasti davanti alla porta a seguire la liturgia ecumenica tramite un altoparlante.
Sull'altare, un grande crocifisso, dei veli con i colori dell'arcobaleno e dei calici in terracotta che sarebbero stati poi utilizzati per distribuire il vino consacrato.
Gli organizzatori della cerimonia ecumenica, i protestanti di 'Kirchen von Unten' (Chiesa dal basso) ed i cattolici di 'Wir sind Kirchè (noi siamo la Chiesa) fino all'ultimo non hanno rivelato il nome del sacerdote cattolico che avrebbe celebrato l'Eucaristia. 
"Non è per scortesia", ha spiegato uno di loro. "Lo facciamo solo per proteggere questo sacerdote  coraggioso:  non vorremmo che le gerarchie cattoliche  intervenissero all'ultimo minuto per bloccarlo prima di salire sull'altare".
Un lungo applauso ha accolto don Gotthold quando, indossando una stola bianca sopra il camice, si è avvicinato all'altare.
Per la verità l'anziano prete, che ha pochi capelli e porta gli occhiali, all'inizio aveva l'espressione un pò smarrita, ma poi ha acquisito sicurezza e, al termine di una liturgia animata anche da un'orchestra Jazz, ha distribuito la comunione a tutti insieme con altri pastori luterani, consumando lo strappo per il quale rischia la scomunica e che certamente provocherà la reazione del Vaticano. 
In chiesa la tensione era tanta e chiara era la percezione che stesse accadendo qualcosa di speciale, e dopo la comunione i fedeli hanno gridato, a mò di liberazione, "Wir alle sind eins in Christus Jesus": siamo tutto uniti in Cristo Gesù.
Fino a ieri gli organizzatori del Kirchentag, che hanno detto di non avere nulla a che fare con la cerimonia di oggi a Prenzlauer Berg, avevano detto che la comunione comune non ci sarebbe stata. E proprio questo pomeriggio il Cardinale Joseph Ratzinger, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, ha duramente criticato la decisione di celebrare una comunione mista fra cattolici e protestanti nell’ambito del Kirchentag a Berlino, definendola come una "azione politica per raggiungere qualcosa nella Chiesa". "Usare il sacramento, il vero santo dono del Signore, per un'azione per ottenere qualcosa - ha aggiunto il prelato -  è a mio avviso altamente inappropriato". 

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[Il rispetto delle singole identità, alla base di un vero dialogo e la realtà viva, frutto di tante buone volontà, di costruire l'unità:

  • nella fede nell'unico Signore,

  • nella condivisione della Parola: luogo della sua Presenza e dell'azione del suo Spirito,

  • nella Preghiera,
  • nell'agire in sintonia per trasformare in vita vissuta i valori che scaturiscono da tutto ciò, che è l'inizio di un cammino comune

non dovrebbe consentire banalizzazioni dell'Eucaristia vissuta come Sacramento, Presenza viva del Signore Risorto fino alla fine dei tempi, fonte di luce, gioia e nutrimento di Vita per chi lo accoglie e lo comprende, senza per questo discriminare chi non condivide fino in fondo un mistero così grande, non concettualizzabile, ma intuibile e sperimentabile con gli occhi del cuore Nota della Redazione


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