Charta Oecumenica: 
prospettiva e recezione in Campania

Resoconto del Convegno ecumenico regionale svoltosi a Telese il 9 maggio 2002


Si è svolto a Telese (Bn) il 9 maggio scorso, il convegno Ecumenico della regione Campania sul tema: "Charta Oecumenica: Prospettive e recezione in Campania". Al convegno, che ha visto la partecipazione di circa duecento persone, di varie confessioni cristiane, provenienti da tutta la regione, hanno partecipato il prof. Paolo Ricca e Mons. Aldo Giordano segretario del CCEE (Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee). Ha presieduto mons. Michele De Rosa, Vescovo delegato per l’Ecumenismo della Conferenza Episcopale della Campania. Ha presieduto la preghiera d’introduzione al convegno l’Archimandrita Georgios Antonopoulos della Chiesa Greca-Ortodossa. Durante il convegno vi sono stati alcuni momenti di pausa allietati da gruppi musicali e teatrali.

Sia Aldo Giordano che Paolo Ricca, hanno sottolineato nei loro interventi il carattere aperto della "Charta Oecumenica", il fatto cioè che i principi e gli impegni assunti dalle chiese europee all’atto della sua firma avvenuta a Strasburgo il 22 aprile del 2001 possono essere liberamente accettati da chiunque lo voglia. 

La Carta così crescerà in autorità man mano che crescerà la sua ricezione a livello di base, di singole chiese locali come sta avvenendo soprattutto nel sud del paese come ha ricordato Paolo Ricca nel suo intervento. È stata anche sottolineata, sia da Aldo Giordano che dal sindaco di Telese che ha portato il saluto al convegno, l’importanza che la Carta può avere nella fase di stesura della costituzione europea i cui lavori sono da poco iniziati. «Le istituzioni europee - ha detto mons. Giordano - chiedono alle chiese soprattutto un contributo sulle questioni etiche». 

Per le chiese c’è invece il tentativo di riscoprire "le radici cristiane dell’Europa". Base della Carta e sua chiave di lettura sono le citazioni della sacra scrittura di cui è intessuto il testo. Mons. De Rosa nella sua relazione, ha sottolineato come la Carta sia stata oggetto in Campania di un convegno regionale della Chiesa Cattolica ma anche di una sua diffusione durante la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani in particolare in due diocesi, quella di Avellino e quella di Cerreto Sannita. 

Ed è proprio sull’esperienza svolta ad Avellino che si è sviluppato gran parte del dibattito conclusivo della conferenza a seguito dell’intervento di Padre Antonio Pupo, parroco della parrocchia di San Tommaso di Avellino che ha dato vita con la Chiesa Libera di Avellino ad iniziative ecumeniche durante la settimana di Pasqua. Iniziative più uniche che rari e che, come ha sottolineato molto positivamente Paolo Ricca, hanno messo in pratica uno dei punti forse più delicati della Carta, quello della conoscenza reciproca delle rispettive liturgie, con celebrazioni comuni e con scambio di visite sia nella Domenica delle Palme, sia nelle giornate di Giovedì e Venerdì Santo. 

L’altro aspetto di cui si è discusso con calore, è la necessità di andare oltre gli incontri istituzionali, seppure importanti, fra le chiese. 

Alcuni interventi hanno chiesto maggiore decisione nella realizzazione di quello che Paolo Ricca ha chiamato "ecumenismo di popolo", espressione dell’unica fede condivisa in Gesù Cristo, che mette insieme i cristiani in quanto tali, al di la della propria confessione di appartenenza. «Bisogna amare la propria chiesa - ha detto Paolo Ricca - ma nessuna chiesa deve essere una prigione. Bisogna superare l’autosufficienza delle chiese con l’obiettivo di realizzare la chiesa ecumenica che è la prospettiva per cui lavorare».

Gli ha fatto eco mons. Giordano, rilevando che «Chi avrà il coraggio del perdono darà forza all’unità e all’ecumenismo che è una sofferenza da portare per dare risposte alla storia, soprattutto sui temi della pace e della salvaguardia del creato». «Due miliardi di cristiani - ha detto mons. Giordano - non sono in grado di essere facitori di pace». Quella della pace è il terreno su cui il movimento ecumenico deve proseguire il suo cammino e la Carta Ecumenica può essere la base di partenza, condivisa da tutte le chiese europee, per positivi passi avanti in tal senso.

Venerdì, 17 maggio 2002


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