CONSULTAZIONE SULL'ECUMENISMO IN EUROPA 
E LA CHARTA OECUMENICA

LETTERA DA OTTMARING


Incontro di leader delle Chiese Cristiane

  Come rappresentanti delle Chiese che fanno parte della Conferenza delle Chiese d'Europa (CEC) e delle Conferenze episcopali membra del Consiglio delle Conferenze Episcopali d'Europa (CCEE), ci siamo incontrati a Ottmaring dal 7 al 10 Settembre 2002 provenendo da 26 paesi, per riflettere sulla ricezione della Charta Oecumenica nelle diverse regioni dell'Europa. Ci siamo riuniti per verificare che cosa sta avvenendo alla Charta, per ascoltarci l'un l'altro e per offrire un contributo alle nostre Chiese che cercano di farla propria e di adattarla fedelmente alle proprie realtà nazionali. Ci siamo sentiti ispirati nel nostro compito dalla vita della comunità ecumenica qui a Ottmaring e dal ricordo della storia di divisione ma anche di riconciliazione testimoniata dalla vicina città di Augusta. Ci siamo sentiti incoraggiati a "dire la verità nella carità" (Efesini 4,15)

  Abbiamo ricordato il 22 Aprile 2001, giornata benedetta da Dio, quando a Strasburgo le Chiese in Europa hanno espresso la loro chiamata all'unità nella fede e l'impegno per la comune proclamazione del Vangelo di Gesù Cristo. Era un impegno ad agire, pregare e continuare i dialoghi insieme per partecipare alla costruzione di un'Europa giusta, alla riconciliazione tra popoli e culture, alla salvaguardia della creazione, al consolidamento dei legami con l'Ebraismo, allo sviluppo delle relazioni con l'Islam e all'incontro con le altre religioni e visioni del mondo. Oggi, riconoscenti al Signore, siamo in grado di vedere che in generale la Charta è stata positivamente accolta in molte Chiese e in molti paesi.

  La Charta è stata definita come "un testo, un processo e un sogno". Siamo stati molto incoraggiati dal sentire notizie sulle varie iniziative avviate nei diversi paesi d'Europa, dove le Chiese si sono impegnate insieme con la Charta nell'approfondimento e nella maturazione delle relazioni, e noi ringraziamo per il lavoro visibile dello Spirito Santo. Siamo consapevoli che l'opera dello Spirito è presente anche nelle difficoltà e nelle sfide che viviamo insieme; questo ci consente di affrontare con realismo i problemi attuali o previsti.

  Tra i temi affrontati durante la Consultazione desideriamo porne alcuni in particolare all'attenzione delle nostre Chiese:

  • · Riconosciamo l'ampio accordo tra le Chiese sull'importanza di alcuni temi di fondo, specialmente la povertà e l'esclusione sociale in Europa, le conseguenze delle migrazioni e le politiche per i rifugiati, l'ambiente e la salvaguardia del creato, senza per questo che si sposi alcuna specifica agenda politica

  • · Sollecitiamo le Chiese a usare la Charta come base per continuare e ampliare il dialogo teologico, in particolare sulla natura e la missione della Chiesa e sul sacramento dell'eucaristia

  • · ci chiediamo se i legami di comunione tra le Chiese in Europa e al di fuori di essa siano sufficientemente forti e come questi dovrebbero influire sulle nostre risposte in regioni martoriate dell'Europa, in Medio Oriente e nel mondo

  • · chiediamo alle Chiese di riconoscere il valore della testimonianza in tutte le nostre tradizioni di coloro che sono morti per Cristo - in particolare nel ventesimo secolo - di modo che possa essere più visibile il fatto che "Gesù Cristo … è la nostra più grande speranza di riconciliazione e di pace" (Charta Oecumenica §12)

  • · Siamo grati per il fatto che la Charta ha incoraggiato le Chiese a intensificare il dialogo con i rappresentanti dell'Ebraismo e dell'Islam, ma siamo divenuti anche più consapevoli dei particolari contesti di difficoltà storica e culturale in cui alcune Chiese cercano di proseguire questi dialoghi.

   In diversi paesi si è ancora all'inizio di questo processo di ricezione ed è in questa luce che abbiamo interpretato il quadro diversificato che è emerso dai nostri rapporti. Tuttavia, adesso è tempo di usare la Charta più che mai come uno strumento adattabile alle necessità delle nostre circostanze particolari. Il processo di ricezione riflette la diversità delle nostre esperienze e la vita delle nostre Chiese insieme. Dove tra le Chiese già da tempo è stata avviata una cooperazione, la Charta può servire come stimolo per aiutare ad evitare l'autocompiacimento e per rivitalizzare la nostra missione e il nostro servizio. Dove le relazioni tra le Chiese sono forse tese o difficili, la Charta può aiutare a riguadagnare fiducia e ad approfondire l'amicizia.

   Invitiamo ad usare la Charta con sensibilità, tenendo conto delle particolarità teologiche, storiche e culturali dei nostri paesi e delle nostre Chiese. Essa diventi riferimento per continuare il dialogo sull'interpretazione della storia, per aiutare la Chiesa a raggiungere un punto di vista comune e per cercare la guarigione delle memorie. Si constaterà che la funzione della Charta cambia a seconda dei diversi contesti in cui è usata e messa in pratica.

   Riconosciamo che in diverse parti dell'Europa la Charta è uno dei pochi documenti che sono stati discussi dalle Chiese e noi desideriamo incoraggiare altri ad utilizzarla come base per discussioni su questioni critiche e come pietra miliare verso nuove tappe nel dialogo. Ci siamo anche resi conto che alcune Chiese si sentono estranee al processo della Charta Oecumenica e noi vorremmo rispondere loro incoraggiandole a usare di più il testo e a svilupparlo. Non consideriamo la Charta come il testo risolutivo del cammino ecumenico, ma come un importante passo in questo viaggio.

   Invitiamo le Chiese a identificare le loro aggiunte alla Charta ed esempi concreti della sua implementazione che possono scaturire dal loro contesto specifico, a discutere questo con le altre Chiese e a informare il CCEE e la KEK. In particolare incoraggiamo le Chiese della tradizione orientale a identificare le loro esperienze e le loro attese verso la Charta in modo che esse la sentano propria e possano utilizzarla pienamente.

   Siamo riconoscenti per il fatto che la Charta è stata utilizzata in modo ampio e concreto per stimolare e sostenere il dialogo tra le Chiese e crediamo che più la si considera come dono offerto e non imposto, più potrà portare frutto in futuro a servizio della nostra comune missione.

   Partendo da Ottmaring alla vigilia del primo anniversario dell'11 settembre preghiamo affinché la Charta contribuisca alla pace e alla giustizia nel mondo. Crediamo che lo Spirito Santo ci guida in molti modi lungo il cammino ecumenico, nel nostro approfondimento in comune e nella realizzazione degli impegni della Charta Oecumenica che cerchiamo di perseguire. Con la nostra preghiera e lavoro qui, speriamo di avere contribuito a un nuovo passo verso l'unità visibile della Chiesa e il compimento della preghiera d Gesù "che tutti siano uno" (Gv. 17,21)

Ottmaring, 10 settembre 2002



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 :: Ottmaring, 7/10.9.2002
    . Lettera da Ottmaring
 :: Telese (Bn), 9.5.2002
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