Reazioni alla lettera: “Sono a comunicarVi le decisioni del Santo Padre...”
[Lettera del
tripode al Santo Padre]
Abbiamo già analizzato in un'altra pagina
il contenuto della Lettera
della Congregazione per il Culto Divino al
Cammino Neocatecumenale (a
firma del cardinale Francis Arinze e
destinata a Kiko, Carmen e padre Pezzi).
11 novembre 2005
Kiko, Carmen e Pezzi ricevono
personalmente comunicazioni sulla liturgia
dalla Congregazione per il Culto Divino.
La lettera che verrà inviata venti giorni
dopo farà riferimento a questo incontro e
metterà per iscritto le conclusioni
(cioè le decisioni del Santo Padre, che
possiamo supporre già annunciate in
dettaglio a Kiko, Carmen e Pezzi in questo
stesso 11 novembre).
19 (o 20) novembre 2005
|
L'udienza, in quanto “privata”, non viene citata nella lettera; a giudicare però dai tempi (a pochi giorni dall'incontro dell'11 novembre e a ridosso della lettera di Arinze) è davvero difficile ritenere che non si sia parlato di liturgia.
1 dicembre 2005
Il cardinale Francis Arinze scrive a Kiko,
Carmen e Pezzi la fatidica lettera con le
“decisioni del Santo Padre” (vedi pagina
dedicata su questo stesso
sito).
La lettera non sembra una “lettera
privata”: non contiene indicazioni di
questo genere, contiene decisioni
riguardanti la vita di tutte le comunità
del Cammino, e c'è pertanto da aspettarsi
che in poche settimane verrà pubblicata
dalla Santa Sede su Notitiae.
22 dicembre 2005
La notizia trapela sulla stampa: il
giornalista “vaticanista” (e con molte
conoscenze in Vaticano) Andrea Tornielli
pubblica su “Il Giornale” l'articolo «La
messa è una sola: adeguatevi».
Tornielli parla di «una lettera ancora
riservata» in cui si chiede a Kiko,
Carmen e Pezzi di «modificare alcune
stravaganze liturgiche».
27 dicembre 2005
Articolo su Il Giornale: La
Messa Neocatecumenale e le stravaganze
liturgiche.
Vi è contenuta una risposta di Giuseppe
Gennarini, “incaricato per le relazioni
con la stampa del Cammino Neocatecumenale”,
all'articolo originale di Tornielli, e la
sommessa risposta di Tornielli stesso.
Gennarini è anche responsabile del
Cammino per gli USA, e pertanto è della
cerchia di responsabili più alta,
immediatamente dopo Kiko, Carmen e Pezzi.
Incredibilmente, l'interpretazione di
Gennarini stravolge il contenuto della
lettera. Commentiamo alcune sue
affermazioni:
(la lettera doveva essere) «mantenuta “riservata” per espresso desiderio della Congregazione» |
Questo non si evince dal testo
della lettera. |
«nessun laico delle Comunità Neocatecumenali ha mai fatto l’omelia al posto del sacerdote» |
Questa prima affermazione è
quantomeno allarmante. Se davvero
nessun laico ha “mai fatto
l'omelia”, perché nella
lettera viene ricordato che è
proibito? |
«tutti possono partecipare alle liturgie delle comunità» |
Questa è un'affermazione di
Gennarini, ma la realtà che
conosciamo è purtroppo diversa:
Gennarini sta elevando a regola ciò
che al più è l'eccezione (se lo
chiedano anzitutto i neocatecumenali
che leggono questa pagina: le Messe
della mia comunità sono aperte a
tutti? spesso? raramente? mai?
e da quando hanno smesso di essere
chiuse ai non neocatecumenali?) |
«l'articolo svisa completamente il contenuto della lettera, che non è “un richiamo” alle comunità per delle presunte “stravaganze liturgiche” ma...» |
Il testo della lettera smentisce
completamente Gennarini. |
«...ma costituisce invece il punto d’arrivo di un processo durato diversi anni e che si è concluso molto positivamente per la prassi liturgica del Cammino Neocatecumenale proprio grazie a Benedetto XVI e alla sua stima per le Comunità Neocatecumenali» |
Il punto d'arrivo di questo “processo”
concluso “molto positivamente per
la prassi liturgica” consiste in
una serie di decisioni
restrittive con il solo
prolungamento temporaneo di
un indulto temporaneo su un
fattore liturgicamente non di
primaria importanza (il momento
dello scambio della pace). |
(la stima di Benedetto XVI) «fin da quando era ancora professore a Tubinga... si adoperò per introdurre il Cammino Neocatecumenale in Germania... e testimoniata in molti dei suoi libri» |
L'argomento è del tutto fuori
luogo, ed addirittura
controproducente. |
(la lettera è) «un documento di grande importanza che accetta ufficialmente alcune varianti presenti nella prassi liturgica del Cammino» |
Leggendo la lettera, si vede che
l'unica “variante” accettata è
il momento dello scambio della pace. |
«la grande novità della lettera è che essa riconosce il principio fondamentale - fino a oggi da molti contestato - della piena legittimità di celebrazioni speciali nel Dies Domini per le comunità neocatecumenali» |
Qui Gennarini sembrerebbe
dimostrare definitivamente di non
aver letto la lettera: le “celebrazioni
speciali” sarebbero le Messe del
Cammino con tutti gli abusi
connessi, che la lettera non va a
“legittimare” ma a correggere. |
«la richiesta di partecipare una volta al mese alle celebrazioni generali della parrocchia è già pratica diffusa nelle Comunità Neocatecumenali, dato che in occasione del Natale, dell’Epifania, della Missa in Coena Domini, della festa Patronale, dell’Immacolata e di molte altre solennità le comunità celebrano con tutta la parrocchia». |
Divertente argomento di Gennarini:
la richiesta di partecipare “una
volta al mese” (oops! e
quell'almeno che fine ha
fatto? nella lettera si parlava di
“almeno una volta al mese”...)
significherebbe esattamente dodici
presenze all'anno in parrocchia,
ma i neocatecumenali “hanno già
dato” marcando presenza
a Natale (la Messa della notte? o
una di quelle del giorno?),
all'Epifania, alla Missa in Coena
Domini (e il resto della
settimana santa no?),
all'Immacolata... |
«sono state permesse le monizioni prima delle letture e la «risonanza» prima dell’omelia, anch’esse da molti contestate» |
Gennarini prosegue questa sua
interpretazione “sindacale” del
testo della lettera, affermando che
siano state “permesse” le
monizioni e le “risonanze”
(cioè le testimonianze). |
«il modo di distribuzione della comunione viene permesso per un tempo lungo che, se pur ad experimentum, dimostra che non si tratta di una pratica irrispettosa» |
Qui le contorte menzogne
(volontarie o involontarie) di
Gennarini toccano il vertice. |
«se si pensa che siamo di fronte all’unico caso di una realtà ecclesiale alla quale vengono permesse alcune importanti varianti liturgiche...» |
No, non si può “pensarlo”,
perché l'unica variante liturgica
ammessa (e neanche importante) è il
momento dello scambio della pace,
ammessa già da tempo, ammessa solo
temporaneamente. |
Pertanto restano due ipotesi: o Gennarini
ignorava completamente il testo della
lettera (e allora perché si azzarda a
spiegarla? e perché dopo tanti giorni e
tante interviste ancora insiste con la
stessa interpretazione, sempre senza
leggerla?), oppure la conosceva bene (e
allora perché ne stravolge furiosamente
il contenuto?)
27 dicembre 2005
Nello stesso giorno della pubblicazione
della risposta di Gennarini a Tornielli su
Il Giornale, Sandro Magister (giornalista
de L'Espresso che pure vanta molte fonti
in Vaticano), pubblica
e commenta la lettera sul suo sito,
in italiano ed inglese.
Il giornalista sintetizza affermando:
«dei sei punti in cui si articolano le
direttive del Papa, uno solo concede ai
neocatecumenali di continuare come fanno
(...) Su tutti gli altri punti il Cammino
Neocatecumenale dovrà azzerare gran parte
delle sue innovazioni liturgiche».
È più corretta l'interpretazione “azzerare”
di Magister, o l'interpretazione di
Gennarini sopra citata?
1 gennaio 2006
L'agenzia di stampa Zenit pubblica il
testo della lettera (solo
in lingua italiana) ed un'intervista a
Giuseppe Gennarini sia in
italiano che in
inglese sul contenuto della
lettera.
Il titolo dell'intervista lascerebbe ben
sperare: «il Cammino
Neocatecumenale accoglie con entusiasmo le
disposizioni della Santa Sede».
Diamine, se c'è entusiasmo, vuol
dire che le liturgie del Cammino si sono
allineate subito a quelle di tutta la
Chiesa!
E invece no, ci sbagliavamo. Quel termine
«entusiasmo» è la prima menzogna. Su
due pagine consecutive di Zenit compaiono
il testo della lettera ed il suo
stravolgimento, non dissimile dallo
scritto in risposta a Tornielli sopra
citato.
Vediamo alcune affermazioni di Gennarini
(riportate fedelmente anche nella
traduzione inglese dell'intervista):
«è la prima volta che si accettano alcune variazioni presenti nel modo di celebrare l'Eucarestia nel Cammino»... (si accetta) «il principio che le comunità Neocatecumenali tengano delle celebrazioni speciali il sabato sera»... «le liturgie del cammino sono aperte a tutti»... |
Stesse menzogne della lettera
pubblicata su Il Giornale pochi
giorni prima. |
(le monizioni, nella lettera, sono state trasformate) «da una pratica straordinaria ad una d'uso ordinario. Anche le “risonanze” prima dell'omelia sono state accettate» |
Ancora menzogne: la lettera
ribadisce il carattere eventuale,
“straordinario” (e non “ordinario”)
di monizioni e testimonianze,
ribadendo anzi le numerose
restrizioni già pubblicate. |
(alla domanda che la lettera della Congregazione per il Culto Divino sia «come una correzione e un rifiuto da parte di Benedetto XVI nei confronti del Cammino», Gennarini risponde...) «niente di più lontano dalla realtà» |
Crediamo di aver già abbondantemente documentato i motivi per cui l'interpretazione «più lontana dalla realtà» sia quella di Gennarini. |
«chi vuole mettere Benedetto XVI
contro Giovanni Paolo II sta
alterando la realtà»... |
Mistificazione. |
«è in questo contesto che bisognerebbe capire questi permessi» |
Piccolo scivolone di Gennarini:
le restrizioni che lui definisce “permessi”
(cioè le decisioni del Santo Padre)
dovrebbero essere... «capite».
«Bisognerebbe... capire... questi
permessi»...? |
Gennarini mistifica ancora. Perché?
Verrà presto scoperto (è stato già
effettivamente scoperto), lo sapeva, ma è
andato avanti lo stesso: perché? Chi
vuole prendere in giro?
Le domande ci sorgono spontanee: lo avrà
fatto autonomamente? Kiko e Carmen e Pezzi
non hanno avuto nulla da ridire? Gennarini
avrà mai pubblicato una correzione o una
smentita? Kiko e Carmen e Pezzi
gliel'avranno mai chiesta? Nell'ambiente
dei neocatecumenali è più nota e
seguìta l'intervista di Gennarini o il
testo della lettera stessa? Tra i
neocatecumenali che hanno letto la
lettera, nessuno è rimasto perplesso
dello stravolgimento che ne ha operato
Gennarini?
A tutt'oggi, a molti mesi di distanza dai
fatti, sul sito ufficiale del Cammino
campeggia la mistificazione
di Giuseppe Gennarini
rilasciata all'agenzia Zenit, ma non
la lettera, e neppure il link alla
lettera stessa (il testo
su Zenit lo conteneva).
3 gennaio 2006
Il blogger cattolico americano Jimmy Akin
pubblica sul suo sito un articolo Neocatechumenal
Spin (letteralmente: «il
raggiro neocatecumenale»).
Akin legge l'articolo di Magister (e
dunque la lettera di Arinze), e legge poi
l'intervista di Gennarini su Zenit. E
commenta allo stesso nostro modo, con
termini ancor meno gentili, concludendo
con due ipotesi: o la clamorosa ignoranza
di Gennarini del contenuto della lettera,
o la mistificazione deliberata.
Come mai ci interessa questo blogger
americano, “famoso” solo su alcuni
siti cattolici americani? Abbiamo un
motivo valido: Gennarini legge le sue
pagine, e si è premurato di rispondergli.
6 gennaio 2006
Gennarini scrive una lunga
e-mail ad Akin (in inglese,
e chiedendogli di pubblicarla), per
rimproverargli l'attitudine «ostile» e
ribadire le proprie affermazioni già
contenute nell'intervista a Zenit.
Su diversi argomenti vediamo Gennarini
arrampicarsi sugli specchi: per esempio,
quanto alle celebrazioni attorno ad un
altare ridotto a tavola imbandita, afferma
che Giovanni Paolo II avrebbe concelebrato
in almeno due occasioni a Messe del genere
(ma davvero? e quando? e questo sarebbe
sufficiente per stabilire definitivamente
il diritto del Cammino a celebrare così?)
Ma Gennarini riesce a superare sé stesso
tirando quattro importanti conclusioni:
«This is a private letter whose
real contents are known only by
Cardinal Arinze, Kiko Arguello,
Carmen Hernandez and Father Mario
Pezzi. Any use of a private document
to enforce a public policy is
completely illegitimate and improper»: |
Ma davvero? |
«If someone of the above
mentioned people should confirm that
the contents of this letter are
authentic, this does not change its
nature of a confidential and
internal instrumentum laboris
(working instrument)»: |
Ma davvero? |
«This letter is just a moment of
the proceedings of the
Interdicasterial»: |
Ma davvero? |
«The only document approved
conjunctly until now are the
Statutes, which are much more
explicit than the contents of the
letter» (...) «What is for now the
actual norm is the confirmation by
the Holy Father of the liturgical
praxis of the Way»: |
Ma davvero? |
Notiamo che Gennarini, responsabile del
Cammino per gli USA, ha una buona
padronanza della lingua inglese e pertanto
è improbabile che in quella email si sia
espresso male (email peraltro scritta in
modo chiaro ed elegante).
6 gennaio 2006
Nello stesso giorno arriva la documentata risposta
di Jimmy Akin.
Akin premette che non ha nulla contro il
Cammino, non lo conosce, non ha ancora
un'opinione, e che tutta la questione è
attorno all'interpretazione di Gennarini.
Ma prosegue citando la lettera ed
evidenziando i passi salienti, ricordando
che l'incoraggiamento di Giovanni Paolo II
e Benedetto XVI non cambia le carte in
tavola né sugli abusi del Cammino, né
sul contenuto della lettera, ecc.ecc.
In particolare, afferma che non c'è nulla
nella lettera che faccia pensare che sia
un documento privato e personale, e che
questo genere di documenti finisce
tipicamente su Notitiae a stretto
giro di posta.
Ricorda inoltre che Gennarini ha
rilasciato un'intervista a Zenit allo
scopo di spiegare il senso della lettera,
ma Gennarini non era nei destinatari della
lettera. Per di più, se Arinze scrive “sono
qui a comunicarVi le decisioni del Santo
Padre”, vuol dire che non è un mero
strumento di lavoro (come insinuava
Gennarini).
Tralasciamo per brevità le altre
osservazioni di Akin (comicissime per chi
conosce un po' di inglese; per esempio:
“non puoi dire che la lettera di
Arinze è autoritativa quando ti concede
qualcosa e non autoritativa quando ti nega
qualcos'altro”).
12 gennaio 2006
Il 12 gennaio, duecento famiglie
neocatecumenali in partenza per la
missione ottengono udienza dal Papa per
ricevere un saluto ed un incoraggiamento,
e Benedetto XVI rivolge loro questo
discorso.
Negli ambienti neocatecumenali circolerà
la falsa voce che sia stato Benedetto XVI
a “mandarle” in missione, ma l'inizio
del discorso (“Cari fratelli e sorelle!
Grazie di cuore per questa vostra visita,
che mi offre l'opportunità di inviare uno
speciale saluto anche agli altri membri
del Cammino...”) dimostra che non è
stata iniziativa del Papa incontrare le
famiglie, ma è stata iniziativa del
Cammino stesso.
Verso la fine del discorso papa Benedetto
XVI ricorda ai neocatecumenali presenti di
aver “impartito” alcune norme al
Cammino, dicendosi “certo” che saranno
“attentamente osservate”. Riportiamo
testualmente:
«Proprio per aiutare il Cammino Neocatecumenale a rendere ancor più incisiva la propria azione evangelizzatrice in comunione con tutto il Popolo di Dio, di recente la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti vi ha impartito a mio nome alcune norme concernenti la Celebrazione eucaristica, dopo il periodo di esperienza che aveva concesso il Servo di Dio Giovanni Paolo II. Sono certo che queste norme, che riprendono quanto è previsto nei libri liturgici approvati dalla Chiesa, saranno da voi attentamente osservate. Grazie all'adesione fedele ad ogni direttiva della Chiesa, voi renderete ancor più efficace il vostro apostolato in sintonia e comunione piena con il Papa e i Pastori di ogni Diocesi».
17 gennaio 2006
Kiko, Carmen e Pezzi inviano al Papa una
lettera di risposta alla lettera di Arinze,
dicendo che accolgono «contentissimi» le
norme impartite. Il testo di questa
lettera trapelerà
solo il 27 febbraio; il solito Sandro
Magister, il 6 marzo, commenterà con
l'articolo I
neocatecumenali obbediscono al Papa. Ma a
modo loro.
Commentiamo alcuni estratti del testo
della lettera di Kiko, Carmen e Pezzi:
Dopo l'Udienza ci siamo riuniti assieme, da tutte le nazioni, i 700 catechisti itineranti e siamo contentissimi delle “norme” che a Suo nome ci ha impartito il Cardinale Arinze, Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti. Al riguardo noi vogliamo esprimere la nostra gratitudine a Lei, al Cardinale Arinze e alla Congregazione, per quanto è scritto nella lettera. |
Dopo l'udienza ricevuta da papa
Benedetto per la partenza delle
famiglie in missione, i livelli più
alti del Cammino e i catechisti si
sono riuniti per affermarsi
«contentissimi» e «grati» per le
«norme» ricevute. |
Abbiamo rinnovato insieme la disponibilità a seguire in tutto, con grande rispetto e obbedienza, le rubriche del Messale Romano (Gloria, Credo, Lavabo, Orate fratres, Agnus Dei... ). |
Per decenni, con spiegazioni “teologiche”
ampiamente discutibili, i
Neocatecumenali hanno fatto
aggiunte, omissioni, modifiche alla
liturgia della Messa, nonostante le
critiche. |
Con rispetto al primo punto della lettera (“almeno una domenica al mese le Comunità del Cammino Neocatecumenale devono partecipare alla Santa Messa della comunità parrocchiale”), ogni équipe di catechisti itineranti parlerà con il Vescovo di ogni Diocesi per concordare detta partecipazione, soprattutto tenendo conto dei fratelli più piccoli e più lontani. |
I catechisti itineranti «parleranno»
(?) con i Vescovi per «concordare»
(??) detta partecipazione, «soprattutto»
(???) tenendo conto dei fratelli
«più piccoli e più lontani»
(????). |
Vorremmo anche ringraziarLa per la benevolenza, misericordia e bontà che ha mostrato verso i più lontani nel concedere lo spostamento del gesto della pace e i due... |
Lo “spostamento del gesto della
pace” (nulla di liturgicamente
clamoroso) sarebbe davvero un atto
di «benevolenza, misericordia e
bontà che ha mostrato verso i più
lontani»? |
...della pace e i due anni per
adeguare il modo della distribuzione
della Comunione al Corpo e al Sangue
del Signore: noi abbiamo sempre
mostrato a tanti fratelli che
vengono dall’inferno, pieni di
ferite e di disprezzo verso se
stessi, che nella Santa Eucaristia
il Signore fa presente il suo amore,
morendo e risuscitando per loro; non
solo, ma preparando una mensa, un
banchetto escatologico, che fa
presente il Cielo e dove Lui stesso,
pieno di amore, li fa sedere e passa
a servirli: “Li farà mettere a
tavola e passerà a servirli” (Lc
12,37). |
Dunque anche Kiko, Carmen e Pezzi
hanno difficoltà a leggere una
lettera scritta in italiano
(specialmente se proviene da Arinze,
e ancor più se contiene “le
decisioni del Santo Padre”). |
Il Signore sta preparando un popolo per evangelizzare i pagani. Sono milioni gli uomini che oggi non conoscono Cristo. La realtà è che il Signore ci chiama a evangelizzare come comunità cristiane che fanno presente la vita celeste in noi. |
È da venti secoli che il Signore
ha preparato personalmente un popolo
per evangelizzare fino agli estremi
confini della terra. Questo popolo
è la Chiesa. |
Kiko, Carmen e Pezzi mandano una lettera
al Papa dicendo che accolgono «con
gratitudine» le norme impartite loro dal
Papa, affermando però che il loro abuso
liturgico avrebbe condotto «dall'inferno
alla Pasqua» tanta gente. Sembra proprio
di sentire il sottinteso: «caro Papa,
stai sbagliando, e noi pertanto ci
sentiamo liberi di continuare».
Se ci chiediamo quale può essere la
logica di tutto questo, ci viene purtroppo
una sola risposta: il Cammino
Neocatecumenale è un nucleo “completo”
di dottrina, liturgia, aspetti pastorali,
che pretende di essere nato come dono
dello Spirito (e perciò nell'alveo della
Chiesa) e promette di portare a Cristo, ma
è arduo comprendere a quale “Cristo”
e a quale “Spirito” si riferisca,
visti gli attriti con la Chiesa stessa
(per di più occultati o artificiosamente
minimizzati).
Non si può applicare al Cammino neppure
quanto riportato dall'evangelista Luca,
che descrive il dramma di chi umilmente
obbediente alla Chiesa si vede ostacolato
dalla Chiesa stessa:
(Lc 9,49-50) «Giovanni prese la parola
dicendo: “Maestro, abbiamo visto un tale
che scacciava demòni nel tuo nome e
glielo abbiamo impedito, perché non è
con noi tra i tuoi seguaci”. Ma Gesù
gli rispose: “Non glielo impedite,
perché chi non è contro di voi, è per
voi”».
Il Cammino afferma di operare per la
Chiesa, pretende di essere riconosciuto
dalla Chiesa ma non vuole essere corretto
dalla Chiesa, fa buon viso a cattivo gioco
ma prosegue nella propria interpretazione,
addirittura permettendosi agitazioni
sindacali e dichiarazioni velate di
disobbedienza. Somiglia per certi versi
più a Simon Mago (nella pretesa di
vedersi riconosciuti i doni costitutivi
della Chiesa) che al tale che scacciava
demòni in nome di Gesù.
Chi ha un'esperienza cristiana,
necessariamente desidera essere unito alla
Chiesa, corretto dalla Chiesa, guidato
dalla Chiesa: meglio seguire il Pastore
stabilito dal Signore che seguire le
proprie bellissime religiosissime
spiritualissime ispiratissime idee.
Conclusione
Da quanto sopra esposto, abbiamo
ragionevole certezza su questi punti:
la “lettera di Arinze” del 1' dicembre 2005 con le “decisioni del Santo Padre” conferma la presenza di abusi liturgici nel Cammino Neocatecumenale;
la lettera citata condanna gli abusi ricordando tutte le limitazioni esistenti: il Papa esige che il Cammino celebri la Messa allo stesso modo di tutta la Chiesa;
la posizione del Cammino è almeno ambigua; il solo caso Gennarini, corredato dall'assenza di rettifiche da parte di Kiko, Carmen, Pezzi, è già sufficiente a confermarlo ampiamente;
nella lettera spedita al Papa il 17 gennaio, pur dichiarandosi «contentissimi» e «grati» per la lettera, Kiko, Carmen e Pezzi rispondono lasciando intendere che obbediranno a modo loro.
Ora, proviamo a fare alcune ipotesi sul
“caso Gennarini”.
Ipotesi 1: in buona fede.
Gennarini non conosce il testo della
lettera di Arinze se non per
un'interpretazione fornitagli in fretta e
furia da Kiko, Carmen o Pezzi; Gennarini
si scatena a inviare articoli e rilasciare
interviste con la propria interpretazione
tra fine dicembre e inizio gennaio. Due
pagine consecutive di Zenit del 1' gennaio
2006 presentano la lettera e
l'interpretazione della lettera da parte
di Gennarini, da cui però si deduce che
Gennarini continua a non conoscere la
lettera e continua in buona fede ad
interpretarla a modo suo. Nel frattempo
Kiko, Carmen e Pezzi, per sopraggiunti
impegni, non hanno tempo di chiedere conto
a Gennarini del suo operato (che prosegue
infaticabile e sempre ignorando il testo
della lettera), tanto meno di rettificare
alcunché delle affermazioni di Gennarini;
scrivono infine una lettera al Santo Padre
dicendo la loro sulla questione, ma non
soppesano bene le parole e quindi danno
involontariamente l'impressione di aver
intenzione di obbedire a modo loro; nel
frattempo i manutentori del sito ufficiale
del Cammino hanno sempre lasciato on-line
l'intervista di Gennarini a Zenit ma non
hanno mai avuto tempo di pubblicare anche
la lettera.
Ipotesi 2: sull'onda dell'ira.
Gennarini ottiene copia della lettera da
Kiko, Carmen o Pezzi, che rifiutano di
pubblicare qualsiasi loro commento.
Gennarini la legge, s'infuria (poiché non
se l'aspettava che il Papa fosse “Faraone”),
e comincia a rilasciare, spinto dall'umana
ira, interpretazioni di comodo per
difendere il Cammino. Kiko, Carmen e Pezzi
non lo rimproverano né lo approvano,
perché impegnati in altre faccende;
oppure, Kiko, Carmen e Pezzi sono a loro
volta infuriati e non sanno far altro che
dirgli “hai fatto bene”, per cui
Gennarini nei giorni successivi prosegue
imperterrito anche contro l'evidenza: il
Cammino è in pericolo, e Gennarini può
ben sacrificare il suo buon nome per
salvare il prestigio del Cammino. Nel
frattempo, sempre sull'onda dell'ira,
giunge al manutentore del sito ufficiale
del Cammino la direttiva inderogabile di
pubblicare l'intervista di Gennarini ma
non il testo (né il link) della lettera,
lasciando le cose così fino ad oggi.
Ipotesi 3: il complotto dei vertici.
Kiko, Carmen e Pezzi decidono di spargere
disinformazione sulla lettera
(autonomamente o su pressione di Gennarini),
perché nella memoria collettiva dei
neocatecumenali resti un altro “successo”
del Cammino, che i soliti “Faraoni”
tenteranno vigliaccamente di denigrare.
Kiko, Carmen e Pezzi non possono sporcarsi
le mani, non possono fare una figuraccia
mondiale, e mandano in avanscoperta
Gennarini (in modo da poterlo smentire in
caso di necessità), sufficientemente
sconosciuto all'esterno del Cammino,
considerato pressoché infallibile
all'interno del Cammino. Gennarini assolve
stoicamente l'ingrato compito, forse
perfino con entusiasmo. Poco importa cosa
diranno “fuori”, poco importa se i “Faraoni”
e i “Giuda” ci andranno a nozze:
importa anzitutto che le comunità del
Cammino siano tenute all'oscuro del vero
contenuto della lettera, in attesa di
trovare alibi e stratagemmi perché nulla
cambi (tranne qualche apparenza per
qualche breve periodo), e un Gennarini
può ben essere sacrificato per il
prestigio del Cammino. Dopo che il Papa il
12 gennaio rivela la lettera, Kiko, Carmen
e Pezzi non possono più esimersi dal
ringraziarlo «contentissimi» infilando
però una considerazione per dichiarare
che obbediranno comunque a modo loro.