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Kirkuk |
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Un appello Islamo-Cristiano
alla riconciliazione e alla pace.
Un forte appello alla
pace nazionale, alla riconciliazione,
alla fine della violenza: lo lanceranno
domani da Kirkuk oltre 50 rappresentanti
cristiani e musulmani, invitati a cena
dall’arcivescovo locale, mons. Louis
Sako, in occasione del Ramadan. “Si
tratta – spiega al Sir mons. Sako - di
un gesto di vicinanza verso i nostri
fratelli musulmani. Siamo tutti
fratelli, figli dello stesso Dio.
Dobbiamo rispettarci e cooperare per il
bene del popolo e del nostro Paese”.
“L’Iraq – aggiunge il presule - ha
bisogno di riconciliazione, di dialogo.
I fatti di questi ultimi tempi, con
attacchi e bombe che hanno provocato
centinaia tra morti e feriti, rendono
sempre più urgente il dialogo e la pace.
I gruppi coinvolti in attività criminali
e terroristiche sembrano avere campo
aperto. Il Governo e la polizia cercano
di fare il possibile ma non sono in
grado di controllare la situazione. Per
di più al suo interno l’Esecutivo mostra
delle spaccature e divisioni. La
violenza gratuita di questi giorni ha
scopi politici, è in atto una lotta per
il potere. In questo clima la minoranza
cristiana vive, anch’essa, giorni
difficili: l’odio, la mancanza di
servizi, di futuro spinge molte nostre
famiglie ad emigrare. Tutto questo ci
preoccupa non poco, ma come cristiani
dobbiamo sperare contro ogni speranza”.
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[Fonte: SIR 28 agosto 2009]
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Stato/Chiesa |
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La buona volontà azzittisca
i faziosi.
C'è un'aria brutta nei
rapporti tra credenti e non credenti,
istituzioni cattoliche e laiche in Italia.
Dall'adozione della pillola abortiva Ru486
alla questione degli insegnanti di
religione, gli ultimi guelfi imbracciano gli
archibugi polemici e gli ultimi ghibellini
si trincerano dietro le loro picche. È un
revival grottesco di toni e modi superati:
il Becco Giallo, Podrecca e Galantara, da
una parte, l'anticlericalismo stentoreo che
il Concilio Vaticano II dovrebbe aver
seppellito in ogni coscienza candida.
Dall'altra un ripetersi di anatemi cari ai
microfoni della Guerra Fredda altrettanto
anacronistico. È bene che quest'aria si
dissolva al più presto, con l'afa di agosto.
Ed è bene che uomini e donne di buona
volontà in entrambi i mondi prendano
risolutamente in mano il dibattito, isolando
e smorzando le invettive rauche. Che la
Chiesa cattolica, come tutte le altre
confessioni religiose grandi e piccole,
abbia diritto di predicazione è non solo
sancito dalla storia e dal buon senso, ma
assicurato dalla Costituzione tra i principi
più sacri. E che la Repubblica italiana sia
e debba restare laica è altrettanto scandito
da storia, buon senso e Costituzione.
Purtroppo nei giorni roboanti e davanti alle
tv per un titolo in più si torna alla
guerra. Se la Chiesa parla di diritti dei
lavoratori e di immigrati, applausi da una
parte e fischi dall'altra. Se condanna la
pillola e chiede spazio per la religione a
scuola fronti invertiti e chiasso uguale. La
politicizzazione del dibattito va evitata,
come ha fatto il presidente Fini sulla
Ru486. La Conferenza episcopale guidata dal
pastorale monsignor Bagnasco si sforza di
cancellare ogni traccia di ingerenza,
predica il proprio precetto e segue la
strada di fede. I media cattolici migliori,
su tutti l'Osservatore Romano di Gian Maria
Vian, guidano la discussione con equilibrio.
Da parte laica il Quirinale è stato preciso
nel dare voce laica alla Repubblica,
riconoscendo l'antica tradizione religiosa
di tanti cittadini. Si può trovare una
soluzione che non laceri sulla Ru486 e
sull'ora di religione solo a patto di non
accusare niente meno che l'illuminismo, come
se fosse colpa dell'Enciclopedia di Diderot
e D'Alembert o della tolleranza cara a
Voltaire. E parlare di teocrazia in Italia
fa altrettanto ridere. Fede e stato sono due
mondi troppo seri per lasciarli ai
propagandisti di Ferragosto.
>vedi
anche... |
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[Fonte: Il Sole 24 ore 13 agosto 2009]
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Castel Gandolfo |
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La
catechesi di ieri di Benedetto XVI è stata
incentrata sulla figura di san Giovanni
Maria Vianney. "Dittatura del relativismo"
«Nella Francia postrivoluzionaria che
sperimentava una sorta di "dittatura del
razionalismo"volta a cancellare la presenza
stessa dei sacerdoti e della Chiesa nella
società», egli «visse prima un'eroica
clandestinità percorrendo chilometri nella
notte per partecipare alla Santa Messa. E da
sacerdote si contraddistinse per una feconda
creatività pastorale, atta a mostrare che il
razionalismo, allora imperante, era in
realtà distante dal soddisfare gli autentici
bisogni dell'uomo e quindi, in definitiva,
non vivibile». «Le sfide della società
odierna - ha continuato Benedetto XVI - non
sono meno impegnative, anzi forse, si sono
fatte più complesse. Se allora c'era la
"dittatura del razionalismo", all'epoca
attuale si registra in molti ambienti una
sorta di "dittatura del relativismo".
Entrambe appaiono risposte inadeguate alla
giusta domanda dell'uomo di usare a pieno
della propria ragione come elemento
distintivo e costitutivo della propria
identità. Il razionalismo fu inadeguato
perché non tenne conto dei limiti umani e
pretese di elevare la sola ragione a misura
di tutte le cose; il relativismo
contemporaneo mortifica la ragione, perché
di fatto arriva ad affermare che l'essere
umano non può conoscere nulla con certezza
al di là del campo scientifico positivo.
Oggi però, come allora, l'uomo "mendicante
di significato e compimento" va alla
continua ricerca di risposte esaustive alle
domande di fondo che non cessa di porsi ».
[...] La sua esistenza fu una catechesi
vivente, che acquistava un’efficacia
particolarissima quando la gente lo vedeva
celebrare la Messa, sostare in adorazione
davanti al tabernacolo o trascorrere molte
ore nel confessionale. Centro di tutta la
sua vita era dunque l’Eucaristia, che
celebrava ed adorava con devozione e
rispetto. Altra caratteristica fondamentale
di questa straordinaria figura sacerdotale
era l’assiduo ministero delle confessioni.
Riconosceva nella pratica del sacramento
della penitenza il logico e naturale
compimento dell’apostolato sacerdotale, in
obbedienza al mandato di Cristo: "A chi
rimetterete i peccati saranno rimessi e a
chi non li rimetterete resteranno non
rimessi" (cfr Gv 20,23).
>Testo
integrale della Catechesi |
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[Fonte: Santa Sede 5 agosto 2009]
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Islamabad |
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Pakistan: il martirio dei
cristiani nel silenzio internazionale
Nonostate sia tornata la calma è ancora
massima allerta a Gojra, la cittadina
pakistana del Punjab, teatro nei giorni
scorsi di un terribile attacco contro la
comunità cristiana da parte di
fondamentalisti islamici. La polizia sta
interrogando duecento persone sospettate
di aver partecipato alle aggressioni che
hanno causato la morte di otto
cristiani. Una organizzazione locale per
i diritti umani ha denunciato il fatto
che le violenze non sono state spontanee
ma premeditate e che dietro c'è Al-Qaeda.
Intanto il ministro degli Esteri
italiano, Franco Frattini, con una
lettera alla presidenza di turno svedese
dell’Ue ha esortato l’Europa a lanciare
un forte segnale contro le violenze
anticristiane nel prossimo Consiglio dei
ministri di settembre. Le aggressioni ai
cristiani - ha affermato - si
moltiplicano in tutto il mondo ed è
arrivato il momento di dire basta. "La
Ue non si può disinteressare – ha
aggiunto - non può chiudere gli occhi".
Ma per quale motivo in Pakistan i
cristiani sono al centro di queste dure
persecuzioni? Ne parla a Radio Vaticana
Renzo Guolo, professore di sociologia
delle religioni alle università di
Padova e Torino ...continua |
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[Fonte: Radio Vaticana 5 agosto 2009]
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Torino |
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Come preannunciato,
sono in libreria
Iota unum e Stat Veritas, i
capolavori di Romano
Amerio cardini del pensiero cattolico
contemporaneo, sottratti ad una lunga
damnatio memoriae
Così Sandro Magister: Tornano in
libreria due opere capitali della
cultura cattolica. E cade
definitivamente il tabù su uno dei più
grandi intellettuali cristiani del
Novecento. La questione da lui messa a
fuoco è la stessa al centro del
pontificato di Benedetto XVI: quanto e
come la Chiesa può cambiare?
L' edizione è curata dal Prof. E. Maria Radaelli, il più
illustre allievo del grande filosofo,
filologo e pensatore cristiano Romano
Amerio. Quanto a Iota unum essa è
arricchita dalla Prefazione del Card.
Darío Castrillón Hoyos, già presidente della
Pontificia Commissione «Ecclesia Dei» e
dalla postfazione di Enrico Maria
Radaelli: «Tutta la Chiesa in uno iota».
Quella di Stat Veritas è più che
arrichita, completata, dalla postfazione
di Enrico Maria Radaelli: «Stat Veritas,
mendacium fugit»...continua
>E.M Radaelli, Consonanza
con la Caritas in Veritate
>F.Colafemmina,
Iota unum: il trionfo del pensiero
classico |
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[Fonte: InternEtica agosto 2009]
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Chianciano |
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26 luglio - 1 agosto2009
XLVI Sessione di Formazione Ecumenica
Centro Congressi Excelsior - Chianciano
Terme (SI)
“LA PAROLA DELLA CROCE” (1Cor 1,18)
Interrogativi e speranze per l’ecumenismo
e il dialogo
Programma
Prenotazione Atti 2009 |
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[Fonte: SAE luglio 2009]
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Siena |
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Elogio della coscienza. La Verità
interroga il cuore.
Sorprendente Ratzinger. Dignità della persona umana, aborto,
eutanasia, leggi dello Stato, interventi
del magistero della Chiesa: Benedetto XVI spariglia giochi e luoghi comuni. E
scrive L’Elogio della coscienza perché
«la Verità interroga il cuore». Il
teologo, il cardinale, il Guardiano
della Fede, il Papa che più di ogni
altro combatte — da oltre mezzo secolo —
quella che lui stesso definisce «la
dittatura del relativismo» come vera
malattia mortale del mondo
contemporaneo, nel suo ultimo libro
indica un nuovo punto di prospettiva.
Andando dritto verso la trincea estrema,
quella più fortificata e che sulla carta
appare addirittura inespugnabile, di
tutti i relativisti. E cioè la coscienza
di ciascuno e la sua libertà.
Centosettantacinque pagine. Sul tappeto
i temi della vita e della morte, della
procreazione, della pietà verso i
piccoli bambini non nati e verso i
malati terminali. Testi preparati in
dieci anni da Ratzinger, tra il 1991 e
il 2000, per lezioni universitarie,
conferenze, incontri in Italia e
all’estero. Ma che, pubblicati oggi, a
quattro anni dall’elezione al
pontificato, con un lavoro di revisione
e collazione tra le varie parti che ha
comportato un impegno di due anni ed è
continuato fino a un mese fa,
costituiscono un discorso organico e un
compiuto progetto tematico. E assumono
il grande valore di spiegare cosa sia
per lui fare il Papa quando parla dei
temi eticamente sensibili o quando
interviene su materie che magari si
stanno dibattendo nelle aule
parlamentari. Benedetto XVI parla della
coscienza di ciascuno e parla insieme
del ministero del successore di Pietro.
Il libro:
J. Ratzinger, Elogio della coscienza. La
verità interroga il cuore,
Editrice Cantagalli – 175 pagg.-
13,50 euro
Più delle direttive della gerarchia,
è la capacità di orientamento della fede
che porta al discernimento degli
spiriti. Il Papa non impone nulla
dall'esterno ma custodisce il ricordo su
cui si fonda la nostra fede. Il fatto
cristiano deve essere difeso
continuamente dalle minacce della
soggettività e dalle pressioni del
conformismo sociale e culturale. |
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[Fonte:
Cantagalli, 2009]
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