Kirkuk
Un appello Islamo-Cristiano alla riconciliazione e alla pace.
 
Un forte appello alla pace nazionale, alla riconciliazione, alla fine della violenza: lo lanceranno domani da Kirkuk oltre 50 rappresentanti cristiani e musulmani, invitati a cena dall’arcivescovo locale, mons. Louis Sako, in occasione del Ramadan. “Si tratta – spiega al Sir mons. Sako - di un gesto di vicinanza verso i nostri fratelli musulmani. Siamo tutti fratelli, figli dello stesso Dio. Dobbiamo rispettarci e cooperare per il bene del popolo e del nostro Paese”. “L’Iraq – aggiunge il presule - ha bisogno di riconciliazione, di dialogo. I fatti di questi ultimi tempi, con attacchi e bombe che hanno provocato centinaia tra morti e feriti, rendono sempre più urgente il dialogo e la pace. I gruppi coinvolti in attività criminali e terroristiche sembrano avere campo aperto. Il Governo e la polizia cercano di fare il possibile ma non sono in grado di controllare la situazione. Per di più al suo interno l’Esecutivo mostra delle spaccature e divisioni. La violenza gratuita di questi giorni ha scopi politici, è in atto una lotta per il potere. In questo clima la minoranza cristiana vive, anch’essa, giorni difficili: l’odio, la mancanza di servizi, di futuro spinge molte nostre famiglie ad emigrare. Tutto questo ci preoccupa non poco, ma come cristiani dobbiamo sperare contro ogni speranza”.
 


  [Fonte: SIR 28 agosto 2009] 



 Bagdad
Scuole cattoliche. Educazione e formazione indispensabili per il futuro dell'Iraq
 
"Il futuro dell'Iraq deve partire dalla scuola. Formazione ed educazione sono indispensabili per costruire una nuova società. Il nostro scopo è formare cristiani e musulmani insieme, sotto lo stesso tetto. Formare la gioventù e favorire la convivenza tra diverse etnie e religioni sono ingredienti indispensabili per un Iraq pacifico e democratico". Lo ha detto a "L'Osservatore Romano", l'arcivescovo di Kerkuk dei Caldei, monsignor Louis Sako, in merito alla restituzione di tre scuole cattoliche alla Chiesa caldea dopo la lunga confisca operata dal regime di Saddam Hussein. "La qualità delle nostre scuole -sottolinea l'arcivescovo Sako- è veramente eccelsa, grazie all'impegno delle suore tantissimi musulmani frequentano il nostro istituto. Questo per noi è motivo di grande soddisfazione e ci fa ben sperare per il futuro della nostra Chiesa. Recentemente abbiamo chiesto di aprire una scuola elementare mista a Kirkuk e spero che ciò possa avvenire in tempi brevi. Dobbiamo partire dalla scuola per formare le nuove generazioni. Cristiani e musulmani devono convivere serenamente, non possiamo permetterci di assistere ancora a episodi di violenza. Dobbiamo mettere da parte odi e rancori e pensare al futuro del nostro Iraq. Questo è possibile puntando sulla formazione dei bambini e dei giovani. Far capire loro che l'odio e la guerra non portano da nessuna parte. In questi giorni ho incontrato diversi politici ai quali ho spiegato che occorre lavorare insieme per raggiungere questi obiettivi....continua
 


  [Fonte: Osservatore Romano 19 agosto 2009] 



 Stato/Chiesa
La buona volontà azzittisca i faziosi.
 
C'è un'aria brutta nei rapporti tra credenti e non credenti, istituzioni cattoliche e laiche in Italia. Dall'adozione della pillola abortiva Ru486 alla questione degli insegnanti di religione, gli ultimi guelfi imbracciano gli archibugi polemici e gli ultimi ghibellini si trincerano dietro le loro picche. È un revival grottesco di toni e modi superati: il Becco Giallo, Podrecca e Galantara, da una parte, l'anticlericalismo stentoreo che il Concilio Vaticano II dovrebbe aver seppellito in ogni coscienza candida. Dall'altra un ripetersi di anatemi cari ai microfoni della Guerra Fredda altrettanto anacronistico. È bene che quest'aria si dissolva al più presto, con l'afa di agosto. Ed è bene che uomini e donne di buona volontà in entrambi i mondi prendano risolutamente in mano il dibattito, isolando e smorzando le invettive rauche. Che la Chiesa cattolica, come tutte le altre confessioni religiose grandi e piccole, abbia diritto di predicazione è non solo sancito dalla storia e dal buon senso, ma assicurato dalla Costituzione tra i principi più sacri. E che la Repubblica italiana sia e debba restare laica è altrettanto scandito da storia, buon senso e Costituzione. Purtroppo nei giorni roboanti e davanti alle tv per un titolo in più si torna alla guerra. Se la Chiesa parla di diritti dei lavoratori e di immigrati, applausi da una parte e fischi dall'altra. Se condanna la pillola e chiede spazio per la religione a scuola fronti invertiti e chiasso uguale. La politicizzazione del dibattito va evitata, come ha fatto il presidente Fini sulla Ru486. La Conferenza episcopale guidata dal pastorale monsignor Bagnasco si sforza di cancellare ogni traccia di ingerenza, predica il proprio precetto e segue la strada di fede. I media cattolici migliori, su tutti l'Osservatore Romano di Gian Maria Vian, guidano la discussione con equilibrio. Da parte laica il Quirinale è stato preciso nel dare voce laica alla Repubblica, riconoscendo l'antica tradizione religiosa di tanti cittadini. Si può trovare una soluzione che non laceri sulla Ru486 e sull'ora di religione solo a patto di non accusare niente meno che l'illuminismo, come se fosse colpa dell'Enciclopedia di Diderot e D'Alembert o della tolleranza cara a Voltaire. E parlare di teocrazia in Italia fa altrettanto ridere. Fede e stato sono due mondi troppo seri per lasciarli ai propagandisti di Ferragosto.

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  [Fonte: Il Sole 24 ore 13 agosto 2009] 



 Castel Gandolfo
La catechesi di ieri di Benedetto XVI è stata incentrata sulla figura di san Giovanni Maria Vianney. "Dittatura del relativismo"

«Nella Francia postrivoluzionaria che sperimentava una sorta di "dittatura del razionalismo"volta a cancellare la presenza stessa dei sacerdoti e della Chiesa nella società», egli «visse prima un'eroica clandestinità percorrendo chilometri nella notte per partecipare alla Santa Messa. E da sacerdote si contraddistinse per una feconda creatività pastorale, atta a mostrare che il razionalismo, allora imperante, era in realtà distante dal soddisfare gli autentici bisogni dell'uomo e quindi, in definitiva, non vivibile». «Le sfide della società odierna - ha continuato Benedetto XVI - non sono meno impegnative, anzi forse, si sono fatte più complesse. Se allora c'era la "dittatura del razionalismo", all'epoca attuale si registra in molti ambienti una sorta di "dittatura del relativismo". Entrambe appaiono risposte inadeguate alla giusta domanda dell'uomo di usare a pieno della propria ragione come elemento distintivo e costitutivo della propria identità. Il razionalismo fu inadeguato perché non tenne conto dei limiti umani e pretese di elevare la sola ragione a misura di tutte le cose; il relativismo contemporaneo mortifica la ragione, perché di fatto arriva ad affermare che l'essere umano non può conoscere nulla con certezza al di là del campo scientifico positivo. Oggi però, come allora, l'uomo "mendicante di significato e compimento" va alla continua ricerca di risposte esaustive alle domande di fondo che non cessa di porsi ». [...] La sua esistenza fu una catechesi vivente, che acquistava un’efficacia particolarissima quando la gente lo vedeva celebrare la Messa, sostare in adorazione davanti al tabernacolo o trascorrere molte ore nel confessionale. Centro di tutta la sua vita era dunque l’Eucaristia, che celebrava ed adorava con devozione e rispetto. Altra caratteristica fondamentale di questa straordinaria figura sacerdotale era l’assiduo ministero delle confessioni. Riconosceva nella pratica del sacramento della penitenza il logico e naturale compimento dell’apostolato sacerdotale, in obbedienza al mandato di Cristo: "A chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete resteranno non rimessi" (cfr Gv 20,23).

>Testo integrale della Catechesi
 


  [Fonte: Santa Sede 5 agosto 2009] 



 Islamabad
Pakistan: il martirio dei cristiani nel silenzio internazionale
 
Nonostate sia tornata la calma è ancora massima allerta a Gojra, la cittadina pakistana del Punjab, teatro nei giorni scorsi di un terribile attacco contro la comunità cristiana da parte di fondamentalisti islamici. La polizia sta interrogando duecento persone sospettate di aver partecipato alle aggressioni che hanno causato la morte di otto cristiani. Una organizzazione locale per i diritti umani ha denunciato il fatto che le violenze non sono state spontanee ma premeditate e che dietro c'è Al-Qaeda. Intanto il ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini, con una lettera alla presidenza di turno svedese dell’Ue ha esortato l’Europa a lanciare un forte segnale contro le violenze anticristiane nel prossimo Consiglio dei ministri di settembre. Le aggressioni ai cristiani - ha affermato - si moltiplicano in tutto il mondo ed è arrivato il momento di dire basta. "La Ue non si può disinteressare – ha aggiunto - non può chiudere gli occhi". Ma per quale motivo in Pakistan i cristiani sono al centro di queste dure persecuzioni? Ne parla a Radio Vaticana Renzo Guolo, professore di sociologia delle religioni alle università di Padova e Torino...continua
 


  [Fonte: Radio Vaticana 5 agosto 2009] 



 Torino
Come preannunciato, sono in libreria Iota unum e Stat Veritas, i capolavori di Romano Amerio cardini del pensiero cattolico contemporaneo, sottratti ad una lunga damnatio memoriae
 
Così Sandro Magister: Tornano in libreria due opere capitali della cultura cattolica. E cade definitivamente il tabù su uno dei più grandi intellettuali cristiani del Novecento. La questione da lui messa a fuoco è la stessa al centro del pontificato di Benedetto XVI: quanto e come la Chiesa può cambiare?
 

L' edizione è curata dal Prof. E. Maria Radaelli, il più illustre allievo del grande filosofo, filologo e pensatore cristiano Romano Amerio. Quanto a Iota unum essa è arricchita dalla Prefazione del Card. Darío Castrillón Hoyos, già presidente della Pontificia Commissione «Ecclesia Dei» e dalla postfazione di Enrico Maria Radaelli: «Tutta la Chiesa in uno iota». Quella di Stat Veritas è più che arrichita, completata, dalla postfazione di Enrico Maria Radaelli: «Stat Veritas, mendacium fugit»...continua

>E.M Radaelli, Consonanza con la Caritas in Veritate
>F.Colafemmina, Iota unum: il trionfo del pensiero classico

 


  [Fonte: InternEtica agosto 2009] 



 Chianciano

26 luglio - 1 agosto2009

XLVI Sessione di Formazione Ecumenica

Centro Congressi Excelsior - Chianciano Terme (SI)

“LA PAROLA DELLA CROCE” (1Cor 1,18)
Interrogativi e speranze per l’ecumenismo e il dialogo

Programma

Prenotazione Atti 2009

 


  [Fonte: SAE luglio 2009] 


 
 Siena
Elogio della coscienza. La Verità interroga il cuore.
 
Sorprendente Ratzinger. Dignità della persona umana, aborto, eutanasia, leggi dello Stato, interventi del magistero della Chiesa: Benedetto XVI spariglia giochi e luoghi comuni. E scrive L’Elogio della coscienza perché «la Verità interroga il cuore». Il teologo, il cardinale, il Guardiano della Fede, il Papa che più di ogni altro combatte — da oltre mezzo secolo — quella che lui stesso definisce «la dittatura del relativismo» come vera malattia mortale del mondo contemporaneo, nel suo ultimo libro indica un nuovo punto di prospettiva. Andando dritto verso la trincea estrema, quella più fortificata e che sulla carta appare addirittura inespugnabile, di tutti i relativisti. E cioè la coscienza di ciascuno e la sua libertà. Centosettantacinque pagine. Sul tappeto i temi della vita e della morte, della procreazione, della pietà verso i piccoli bambini non nati e verso i malati terminali. Testi preparati in dieci anni da Ratzinger, tra il 1991 e il 2000, per lezioni universitarie, conferenze, incontri in Italia e all’estero. Ma che, pubblicati oggi, a quattro anni dall’elezione al pontificato, con un lavoro di revisione e collazione tra le varie parti che ha comportato un impegno di due anni ed è continuato fino a un mese fa, costituiscono un discorso organico e un compiuto progetto tematico. E assumono il grande valore di spiegare cosa sia per lui fare il Papa quando parla dei temi eticamente sensibili o quando interviene su materie che magari si stanno dibattendo nelle aule parlamentari. Benedetto XVI parla della coscienza di ciascuno e parla insieme del ministero del successore di Pietro.


Il libro:
J. Ratzinger, Elogio della coscienza. La verità interroga il cuore, Editrice Cantagalli – 175 pagg.- 13,50 euro
Più delle direttive della gerarchia, è la capacità di orientamento della fede che porta al discernimento degli spiriti. Il Papa non impone nulla dall'esterno ma custodisce il ricordo su cui si fonda la nostra fede. Il fatto cristiano deve essere difeso continuamente dalle minacce della soggettività e dalle pressioni del conformismo sociale e culturale.

 


 
[Fonte: Cantagalli, 2009] 







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