con grande gioia vi porgo il mio cordiale
benvenuto in occasione dell’Assemblea
Plenaria del Pontificio Consiglio delle
Comunicazioni Sociali.
Desidero anzitutto esprimere la mia
gratitudine a Mons. Claudio Maria Celli,
Presidente del vostro Pontificio Consiglio,
per le cortesi parole che mi ha rivolto a
nome di voi tutti. Estendo il mio saluto ai
suoi collaboratori e a voi qui presenti,
ringraziandovi per il contributo che offrite
ai lavori della Plenaria, e per il servizio
che rendete alla Chiesa nel campo delle
comunicazioni sociali.
In questi giorni vi soffermate a riflettere
sulle nuove tecnologie della comunicazione.
Anche un osservatore poco attento può
facilmente costatare che nel nostro tempo,
grazie proprio alle più moderne tecnologie,
è in atto una vera e propria rivoluzione
nell’ambito delle comunicazioni sociali, di
cui la Chiesa va prendendo sempre più
responsabile consapevolezza. Tali
tecnologie, infatti, rendono possibile una
comunicazione veloce e pervasiva, con una
condivisione ampia di idee e di opinioni;
facilitano l’acquisizione di informazioni e
di notizie in maniera capillare e
accessibile a tutti.
Il Pontificio Consiglio delle Comunicazioni
Sociali segue da tempo questa sorprendente e
veloce evoluzione dei media, facendo tesoro
degli interventi del magistero della Chiesa.
Vorrei qui ricordare, in particolare, due
Istruzioni Pastorali: la
Communio et
Progressio del Papa Paolo VI e la
Aetatis
Novae voluta da Giovanni Paolo II. Due
autorevoli documenti dei miei venerati
Predecessori, che hanno favorito e promosso
nella Chiesa un’ampia sensibilizzazione su
queste tematiche. Inoltre, i grandi
cambiamenti sociali avvenuti negli ultimi
vent’anni hanno sollecitato e continuano a
sollecitare un’attenta analisi sulla
presenza e sull’azione della Chiesa in tale
campo. Il Servo di Dio Giovanni Paolo II
nell’Enciclica
Redemptoris missio (1990)
ricordava che "l’impegno nei mass media, non
ha solo lo scopo di moltiplicare l’annunzio:
si tratta di un fatto più profondo, perché
l’evangelizzazione stessa della cultura
moderna dipende in gran parte dal loro
influsso".
Ed aggiungeva: "Non basta, quindi, usarli
per diffondere il messaggio cristiano e il
magistero della Chiesa, ma occorre integrare
il messaggio stesso in questa ‘nuova
cultura’ creata dalla comunicazione moderna"
(n. 37.c). In effetti, la cultura moderna
scaturisce, ancor prima che dai contenuti,
dal dato stesso dell’esistenza di nuovi modi
di comunicare che utilizzano linguaggi
nuovi, si servono di nuove tecniche e creano
nuovi atteggiamenti psicologici. Tutto
questo costituisce una sfida per la Chiesa
chiamata ad annunciare il Vangelo agli
uomini del terzo millennio mantenendone
inalterato il contenuto, ma rendendolo
comprensibile grazie anche a strumenti e
modalità consoni alla mentalità e alle
culture di oggi.
I mezzi di comunicazione sociale, così
chiamati nel Decreto conciliare
Inter
Mirifica, hanno oggi assunto potenzialità e
funzioni all’epoca forse difficilmente
immaginabili. Il carattere multimediale e la
interattività strutturale dei singoli nuovi
media, ha, in un certo modo, diminuito la
specificità di ognuno di essi, generando
gradualmente una sorta di sistema globale di
comunicazione, per cui, pur mantenendo
ciascun mezzo il proprio peculiare
carattere, l’evoluzione attuale del mondo
della comunicazione obbliga sempre più a
parlare di un’unica forma comunicativa, che
fa sintesi delle diverse voci o le pone in
stretta reciproca connessione. Molti fra
voi, cari amici, sono esperti in materia e
possono analizzare con più grande
professionalità le varie dimensioni di
questo fenomeno, incluse soprattutto quelle
antropologiche. Vorrei cogliere l’occasione
per invitare quanti nella Chiesa operano
nell’ambito della comunicazione ed hanno
responsabilità di guida pastorale a saper
raccogliere le sfide che pongono
all’evangelizzazione queste nuove
tecnologie.
Nel
Messaggio per la Giornata Mondiale delle
Comunicazioni Sociali di quest’anno,
sottolineando l’importanza che rivestono le
nuove tecnologie, ho incoraggiato i
responsabili dei processi comunicativi ad
ogni livello, a promuovere una cultura del
rispetto per la dignità e il valore della
persona umana, un dialogo radicato nella
ricerca sincera della verità, dell’amicizia
non fine a se stessa, ma capace di
sviluppare i doni di ciascuno per metterli a
servizio della comunità umana. In tal modo
la Chiesa esercita quella che potremmo
definire una "diaconia della cultura"
nell’odierno "continente digitale",
percorrendone le strade per annunciare il
Vangelo, la sola Parola che può salvare
l’uomo. Al Pontificio Consiglio delle
Comunicazioni Sociali tocca approfondire
ogni elemento della nuova cultura dei media,
a iniziare dagli aspetti etici, ed
esercitare un servizio di orientamento e di
guida per aiutare le Chiese particolari a
cogliere l’importanza della comunicazione,
che rappresenta ormai un punto fermo e
irrinunciabile di ogni piano pastorale.
Proprio le caratteristiche dei nuovi mezzi
rendono, peraltro, possibile, anche su larga
scala e nella dimensione globalizzata che
essa ha assunto, un’azione di consultazione,
di condivisione e di coordinamento che,
oltre a incrementare un’efficace diffusione
del messaggio evangelico, evita talvolta
un’inutile dispersione di forze e di
risorse. Per i credenti la necessaria
valorizzazione delle nuove tecnologie
mediatiche va sempre però sostenuta da una
costante visione di fede, sapendo che, al di
là dei mezzi che si utilizzano, l’efficacia
dell’annuncio del Vangelo dipende in primo
luogo dall’azione dello Spirito Santo, che
guida la Chiesa e il cammino dell’umanità.
Cari fratelli e sorelle, quest’anno ricorre
il 50.mo anniversario della fondazione della
Filmoteca Vaticana, voluta dal mio venerato
predecessore, il Beato Giovanni XXIII, e che
ha raccolto e catalogato materiale filmato
dal 1896 a oggi in grado di illustrare la
storia della Chiesa. La Filmoteca Vaticana
possiede pertanto un ricco patrimonio
culturale, che appartiene all’intera
umanità. Mentre esprimo viva gratitudine per
ciò che è già stato compiuto, incoraggio a
proseguire tale interessante lavoro di
raccolta, che documenta le tappe del cammino
della cristianità, attraverso la suggestiva
testimonianza dell’immagine, affinché questi
beni siano custoditi e conosciuti. A voi qui
presenti ancora una volta grazie per
l’apporto che offrite alla Chiesa in un
ambito quanto mai importante, com’è quello
delle Comunicazioni Sociali, e vi assicuro
la mia preghiera perché l’azione del vostro
Pontificio Consiglio continui a portare
molti frutti. Invoco su ciascuno
l’intercessione della Madonna ed imparto a
tutti voi la Benedizione Apostolica.
© Copyright 2009 - Libreria Editrice
Vaticana
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