ESORTAZIONE
APOSTOLICA
FAMILIARIS CONSORTIO
DI SUA SANTITÀ GIOVANNI PAOLO II
All'Episcopato,
al Clero ed ai Fedeli
di tutta la Chiesa cattolica
CIRCA I COMPITI DELLA FAMIGLIA
CRISTIANA NEL MONDO DI OGGI
INTRODUZIONE
La Chiesa al servizio della
famiglia
1. La famiglia nei tempi
odierni è stata, come e forse più di altre istituzioni, investita
dalle ampie, profonde e rapide trasformazioni della società e della
cultura. Molte famiglie vivono questa situazione nella fedeltà a
quei valori che costituiscono il fondamento dell'istituto familiare.
Altre sono divenute incerte e smarrite di fronte ai loro compiti o,
addirittura, dubbiose e quasi ignare del significato ultimo e della
verità della vita coniugale e familiare.
Altre, infine, sono impedite
da svariate situazioni di ingiustizia nella realizzazione dei loro
fondamentali diritti.
Consapevole che il matrimonio
e la famiglia costituiscono uno dei beni più preziosi
dell'umanità, la Chiesa vuole far giungere la sua voce ed offrire
il suo aiuto a chi, già conoscendo il valore del matrimonio e della
famiglia, cerca di viverlo fedelmente a chi, incerto ed ansioso, è
alla ricerca della verità ed a chi è ingiustamente impedito di
vivere liberamente il proprio progetto familiare. Sostenendo i
primi, illuminando i secondi ed aiutando gli altri, la Chiesa offre
il suo servizio ad ogni uomo pensoso dei destini del matrimonio e
della famiglia («Gaudium et Spes», 52).
In modo particolare essa si
rivolge ai giovani, che stanno per iniziare il loro cammino verso il
matrimonio e la famiglia, al fine di aprire loro nuovi orizzonti,
aiutandoli a scoprire la bellezza e la grandezza della vocazione
all'amore e al servizio della vita.
[...]
Recettori e operatori
della comunicazione sociale
76. Una parola a parte è da
riservare a questa categoria tanto importante nella vita moderna. È
risaputo che gli strumenti della comunicazione sociale «incidono, e
spesso profondamente, sia sotto l'aspetto affettivo e intellettuale,
sia sotto l'aspetto morale e religioso, nell'ambito di quanti li
usano», specialmente se giovani (Paolo PP. VI, Messaggio per la III
Giornata Mondiale delle Comunicazioni
Sociali [7 Aprile 1969]: ASS 61 [1969] 455). Essi, perciò, possono
esercitare un benefico influsso sulla vita e sui costumi della
famiglia e sulla educazione dei figli, ma al tempo stesso nascondono
anche «insidie e pericoli non trascurabili» (Giovanni Paolo PP.II,
Messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali 1980
[1° Maggio 1980]: «Insegnamenti di
Giovanni Paolo II» III, 1 [1980] 1042, e potrebbero diventare
veicolo - a volte abilmente e sistematicamente manovrato, come
purtroppo accade in diversi Paesi del mondo - di ideologie
disgregatrici e di visioni deformate della vita, della famiglia,
della religione, della moralità, non rispettose della vera dignità
e del destino dell'uomo.
Pericolo tanto più reale, in
quanto «l'odierno modo di vivere - specialmente nelle nazioni più
industrializzate - porta assai spesso le famiglie a scaricarsi delle
loro responsabilità educative, trovando nella facilità di evasione
(rappresentata, in casa, specialmente dalla televisione e da certe
pubblicazioni), il modo di tenere occupati tempo ed attività dei
bambini e dei ragazzi» (Giovanni Paolo PP. II, Messaggio per la
Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali 1981, 5 [10 Maggio
1980]: «L'Osservatore Romano», 22 Maggio 1981). Di qui «il
dovere... di proteggere specialmente i bambini e ragazzi dalle
"aggressioni" che subiscono dai massmedia », procurando
che l'uso di questi in famiglia sia accuratamente regolato. Così
pure dovrebbe stare altrettanto a cuore alla famiglia cercare, per i
propri figli, anche altri diversivi più sani, più utili e
formativi fisicamente, moralmente e spiritualmente, «per potenziare
e valorizzare il tempo libero dei ragazzi e indirizzarne le
energie» (Ibid).
Poiché, poi, gli strumenti
della comunicazione sociale - al pari della scuola e dell'ambiente -
incidono spesso anche in notevole misura sulla formazione dei figli,
i genitori, in quanto recettori, devono farsi parte attiva nell'uso
moderato, critico, vigile e prudente di essi, individuando quale
influsso esercitano sui figli, e nella mediazione orientativa che
consenta «di educare la coscienza dei figli ad esprimere giudizi
sereni e oggettivi, che poi la guidano nella scelta e nel rifiuto
dei programmi proposti» (Paolo PP. VI, Messaggio per la III
Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali: ASS 61 [1969] 456).
Con eguale impegno i genitori
cercheranno di influire sulla scelta e preparazione dei programmi
stessi, mantenendosi in contatto - con opportune iniziative - con i
responsabili dei vari momenti della produzione e della trasmissione,
per assicurarsi che non siano abusivamente trascurati o
espressamente conculcati quei valori umani fondamentali che fanno
parte del vero bene comune della società, ma, al contrario, vengano
diffusi programmi atti a presentare, nella loro giusta luce, i
problemi della famiglia e la loro adeguata soluzione. A tal
proposito il mio predecessore di venerabile memoria, Paolo VI,
scriveva: «I produttori devono conoscere e rispettare le esigenze
della famiglia, e questo suppone, a volte, in essi un vero coraggio,
e sempre un alto senso di responsabilità. Essi, infatti, sono
tenuti ad evitare tutto ciò che può ledere la famiglia nella sua
esistenza, nella sua stabilità, nel suo equilibrio, nella sua
felicità.
Ogni offesa ai valori
fondamentali della famiglia - si tratti di erotismo o di violenza,
di apologia del divorzio o di atteggiamenti antisociali dei giovani
- è un'offesa al vero bene dell'uomo (Ibid.).
Ed io stesso, in analoga
occasione, facevo rilevare che le famiglie «devono poter contare in
non piccola misura sulla buona volontà, sulla rettitudine e sul
senso di responsabilità dei professionisti dei media: editori,
scrittori, produttori, direttori, drammaturghi, informatori,
commentatori ed attori» (Messaggio per la Giornata Mondiale delle
Comunicazioni Sociali 1980: «Insegnamenti di Giovanni Paolo II»,
III, 1 [1980] 1044). Perciò è doveroso che anche da parte della
Chiesa si continui a dedicare ogni cura a queste categorie di
operatori, incoraggiando e sostenendo, nello stesso tempo, quei
cattolici che vi si sentono chiamati e ne hanno le doti, ad
impegnarsi in questi delicati settori.
[...]
Dato
a Roma, presso san Pietro, il 22 novembre, Solennità di N. S. Gesù
Cristo Re dell'universo, dell'anno 1981, quarto del Pontificato.
GIOVANNI
PAOLO II
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