MESSAGGIO
DEL SANTO PADRE
PER LA VIII GIORNATA MONDIALE DELLE
COMUNICAZIONI SOCIALI
Tema:
Le comunicazioni sociali e
l'evangelizzazione nel mondo contemporaneo
Diletti figli e fratelli,
Siamo lieti di
rivolgerci a voi, ancora una volta, in occasione della Giornata
Mondiale delle Comunicazioni Sociali, istituita dal Concilio
Ecumenico Vaticano II.1
Poiché l'importanza
degli strumenti della comunicazione sociale va aumentando incessantemente
nella struttura dell'odierna società e nella impostazione dei
rapporti umani, noi ripetiamo il nostro fermo convincimento che
tutti gli uomini siano chiamati ad offrire il proprio contributo in
questo campo, in modo che tutti i componenti della società siano
effettivamente gli artefici della comunicazione, ciascuno secondo
una retta funzione. Tale apporto può essere esercitato nelle forme
più svariate, che vanno dall'intervento diretto nella
programmazione e nella produzione, alla personale responsabile
decisione circa le scelte, I'accettazione
o meno dei messaggi della comunicazione sociale.
Noi riteniamo
parimenti che i cristiani, in particolare, debbano dedicare sempre
nuova attenzione, formulare sempre rinnovate e aggiornate
valutazioni e concorrere a determinare positivi orientamenti su
questo fenomeno caratteristico della nostra epoca. E quanto essi
intendono fare e promuovere anche con la pausa di meditazione e con
le manifestazioni di questa Giornata, che si celebra ormai da otto
anni.
Quest'anno vi
invitiamo a riflettere su "Le comunicazioni sociali e
l'evangelizzazione nel mondo contemporaneo", tema che
coincide opportunamente con lo studio condotto nei vari Paesi, in
preparazione alla prossima Assemblea del Sinodo dei Vescovi.
"Se davvero la
Chiesa - dicevamo nella
lettera enciclica Ecclesiam suam - ha coscienza di ciò che il
Signore vuole quale essa sia, sorge in lei una singolare pienezza e
un bisogno di effusione, con chiara avvertenza di una missione che
la trascende, di un annuncio da diffondere".2
Questo dovere prende
il volto di ogni periodo della storia, e pertanto nel nostro tempo
si deve compiere anche per il tramite degli strumenti della
comunicazione sociale. "Non sarà obbediente al comando di
Cristo chi non usa convenientemente le possibilità offerte da
questi strumenti per estendere meglio e al maggior numero degli
uomini il raggio di diffusione del Vangelo".3
L'evangelizzazione è
parte costitutiva della missione della Chiesa, inviata da Cristo nel
mondo a predicare il Vangelo a tutte le creature (Mc 16,15).
Essa svolge questo compito soprattutto nella vita liturgica, ma si
sforza di adempierlo anche per tutte le vie e con tutti i mezzi di
cui può usufruire nella sua permanenza tra gli uomini di ogni
continente.
A ben rifletterci, I'intera
vita del cristiano, in quanto conformata al Vangelo, è in
situazione permanente di evangelizzazione in mezzo al mondo. ll
cristiano, vivendo fra gli altri uomini, partecipando alle ansie e
alle sofferenze del mondo, impegnandosi nel promuovere lo sviluppo
dei valori temporali, inserendosi nel dinamismo delle ricerche e del
confronto delle idee, realizza la sua testimonianza evangelica e
offre il suo contributo di fermento e di orientamento.
Nel mondo delle
comunicazioni sociali, questa attitudine del cristiano trova
vastissime prospettive di influsso evangelizzatore.
La nostra attenzione
è sollecitata, in questo settore, da molti urgenti impegni: per
primo, quello di dare all'informazione e allo spettacolo
contemporaneo una linea di sviluppo che faciliti la diffusione della
Buona Novella e favorisca l'approfondimento dei concetti della
dignità della persona umana, della giustizia, della fratellanza
universale: valori che facilitano all'uomo comprensione della sua
vera vocazione e gli aprono la strada al dialogo costruttivo con gli
altri e alla comunione con Dio.
Poi la ricerca per un
rinnovamento dei metodi di apostolato, applicando i nuovi strumenti
audiovisivi e di stampa alla catechesi, alla multiforme opera
educativa, alla presentazione della vita della Chiesa, della sua
liturgia, delle sue finalità, delle sue difficoltà, ma soprattutto
della testimonianza di fede e di carità che la anima e la rinnova.
Infine va considerato
il ricorso agli strumenti della comunicazione sociale per
raggiungere i paesi, gli ambienti, le persone a cui l'apostolato
della parola non può pervenire direttamente a causa di particolari
situazioni per la scarsità dei ministri, o perché la Chiesa non
può esercitare liberamente la sua missione.
Sappiamo che questi
sforzi e questa ricerca sono oggi in atto - anche se non ancora
sufficientemente avanzati - per l'opera generosa e solidale di
vescovi, di sacerdoti, di religiosi e di laici pieni di buona
volontà e di competenza. Seguiamo con attenzione l'attività della
nostra Commissione per le Comunicazioni Sociali, delle Commissioni
Episcopali nei vari Paesi del mondo, delle Organizzazioni Cattoliche
Internazionali e dei professionisti cattolici. Conosciamo le
difficoltà che tutti incontrano per la novità del settore, per le
condizioni ambientali, per la limitatezza
delle risorse.
Giunga a tutti
costoro, e a tutti gli uomini che si servono degli strumenti della
comunicazione sociale per il vero progresso della famiglia umana e
per un domani migliore nel mondo, la nostra parola di incitamento e
di conforto, e la nostra speciale Benedizione Apostolica.
Dal Vaticano, 16 maggio 1974
PAULUS PP. VI
_________________________
NOTE
1
CONCILIO ECUMENICO VATICANO II, Inter mirifica, 18.
2
PAOLO VI, Ecclesiam
suam: AAS, 56, 1964, P. 639.
3
PONTIFICIO CONSIGLIO DELLE COMUNICAZIONI SOCIALI, Communio et
progressio, 126.
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