Al via la plenaria
del Pontificio Consiglio delle
Comunicazioni Sociali
Allo studio un nuovo documento pastorale che sostituisca l'"Aetatis
Novae"
Si è aperta questo
lunedì in Vaticano la plenaria del Pontificio Consiglio delle
Comunicazioni Sociali, che si chiuderà il 29 ottobre.
Al centro dei lavori una nuova Istruzione apostolica nel campo
delle comunicazioni sociali, che dovrebbe sostituire l’“Aetatis Novae”, pubblicata nel 1992, come ha sottolineato questa mattina
il Presidente di questo Pontificio Consiglio, l’arcivescovo
Claudio Maria Celli, nel suo discorso inaugurale.
Mons. Celli, che per la prima volta si trova a presiedere la
plenaria del suo Dicastero, ha riferito che una prima bozza del
documento è stata sottoposta a “vari periti accademici dell’arte
della comunicazione”, mentre dall’attuale plenaria dovrebbero
emergere “prospettive pastorali per il futuro”.
Secondo quanto riferito dalla Radio Vaticana, il presule ha
evidenziato il “grande successo” ottenuto dal sito web
“pope2you”, attivato lo scorso maggio. Dopo 15 giorni, gli
accessi sono stati contati in 5 milioni e a tutt’oggi, ha
riferito, si è creato un gruppo di 30-40 mila giovani per i
quali sono allo studio migliorie grafiche e di contenuto del
sito.
Guardando al futuro, infine, mons. Celli ha detto che, dopo il
Congresso sulle TV cattoliche del 2006 e dopo quelli sulle
università e le radio cattoliche, degli anni successivi, “mi
sembra giunto il momento di rivolgere uno sguardo attento alla
stampa cattolica al mondo Internet”, facendo tesoro delle
esperienze già accumulate da molte diocesi in entrambi i
settori.
Ai microfoni dell'emittente pontificia, l'Arcivescovo Celli ha
affermato che “l’Assemblea non ha un suo tema specifico, perché
il tema di fondo sarà quello di studiare insieme, per cercare di
capire in maniera sempre più approfondita la problematica creata
dalle nuove tecnologie del mondo di oggi” e la cosiddetta
“cultura digitale”.
“La grande sfida che la Chiesa deve affrontare oggi – ha
continuato – non è quella di acquisire mezzi più potenti di
trasmissione, ma quella di essere capace di dialogare con questa
nuova cultura”.
“Il nostro sogno è che in questo villaggio globale, creato dalle
nuove tecnologie – ha proseguito – , la Chiesa e i discepoli di
Gesù possano avere la loro tenda, la Sua tenda, la tenda di Gesù,
perché l’attenzione sarà rivolta agli
uomini e alle donne, a tutti coloro che
passano per le strade del mondo.
Comunicazione e Chiesa. L’editoriale di
padre Lombardi
Si è tenuta, in questi giorni a Roma,
l’Assemblea plenaria del Pontificio
Consiglio delle Comunicazioni Sociali,
presieduta dall’arcivescovo Claudio
Maria Celli. Sull’importante evento,
culminato nell’udienza del Papa giovedì
scorso, ascoltiamo il commento di padre
Federico Lombardi per Octava Dies, il
settimanale informativo del Centro
Televisivo Vaticano:
"La Chiesa è comunicazione”; “la
comunione è frutto di comunicazione”.
Affermazioni forti e dense, che sono
state rilanciate spesso durante la
recente assemblea del Pontificio
Consiglio per le Comunicazioni Sociali.
Infatti ogni riflessione ed ogni
progetto deve partire non tanto dal
fascino di nuovi strumenti di
comunicazione, ma dalla stessa natura e
missione della Chiesa, che nasce
dall’annuncio della Parola di Dio e
cresce come comunità, chiamata a sua
volta ad annunciare. La comunicazione
pervade tutta la vita della Chiesa,
l’attività dei suoi membri, siano essi
pastori o fedeli. E se si vuole che il
messaggio arrivi alle persone del nostro
tempo, in particolare oggi anche ai
giovani – ai “nativi digitali” come
ormai si chiamano – la comunicazione
della Chiesa deve incarnarsi con
coraggio nei linguaggi nuovi, deve saper
tenere conto delle tecniche nuove e
degli atteggiamenti psicologici nuovi.
Lo ha detto il Papa nel suo discorso
conclusivo, parlando della sfida di
“mantenere inalterato il contenuto” del
Vangelo, ma di “renderlo comprensibile
con strumenti e modalità consoni alla
mentalità e alle culture di oggi”.
Usare dunque le nuove tecnologie e
modalità mediatiche nel villaggio
globale; e farlo con tanta più passione
e intelligenza, con tanto più impegno,
quanto più si è convinti di avere una
Parola preziosa da comunicare; una
Parola così inesauribile e bella, che
potrà ispirare senza fine ogni nuova
espressione creativa e dare dignità ad
ogni nuovo linguaggio. E’ importante che
oggi, in questa società della
comunicazione, tutti nella Chiesa ne
prendiamo coscienza.
© Copyright Radio Vaticana 30 ottobre
2009
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