Il Volto
di Cristo e
la Galassia di volti e suoni
Giovanni Paolo
II, all'Assemblea Plenaria
del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali
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Accolgo con favore il
tema che avete scelto per questa Assemblea Plenaria «I mezzi di
Comunicazione Sociale e la Nuova Evangelizzazione: Attività attuali
e Progetti per il futuro». È infatti essenziale considerare il
nostro impegno con il mondo dei mezzi di comunicazione sociale come
una parte vitale di quella nuova evangelizzazione alla quale
lo Spirito Santo chiama ora la Chiesa nel mondo.
Come ho sottolineato
nella mia Lettera Apostolica Novo
Millennio ineunte, dobbiamo «escogitare un programma
pastorale... che consenta l'annuncio di Cristo, di raggiungere le
persone, plasmare le comunità, incidere in profondità mediante la
testimonianza dei valori evangelici nella società e nella cultura»
(n. 29). Non è sufficiente aspettare che le cose accadano o agire a
caso: è il momento di procedere a una programmazione concreta ed
efficace come quella che state intraprendendo in questa
Assemblea Plenaria. La sfida particolare è di trovare modi per
garantire che la voce della Chiesa non sia marginale o messa a
tacere nella moderna arena dei mezzi di comunicazione sociale.
Dovete svolgere un ruolo nel garantire che il Vangelo non resti
confinato a un mondo strettamente privato. No! Gesù Cristo deve
essere proclamato al mondo; e quindi la Chiesa deve entrare nel
grande forum dei mezzi di comunicazione sociale con coraggio e
fiducia.
Non solo dobbiamo
utilizzare i mezzi di comunicazione sociale per comunicare Cristo al
mondo, ma dobbiamo anche predicare il Vangelo al mondo dei mezzi di
comunicazione sociale. Quanto ho detto a proposito di Internet vale
anche per i mezzi di comunicazione sociale: è «un nuovo forum nel
senso attribuito a questo termine nell'antica Roma, ossia uno spazio
urbano affollato e caotico che rifletteva la cultura dominante, ma
creava anche una cultura propria» (Messaggio
per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali 2002,
n. 2). Questa cultura dei mezzi di comunicazione sociale deve
essa stessa essere evangelizzata!
Siete chiamati a
offrire alla Chiesa l'ispirazione e le idee per quella grande opera,
ricorrendo ai modelli più elevati di professionalità e alle
risorse più profonde della fede cristiana e della tradizione
cattolica.
Questo è un compito
al quale il Pontificio Consiglio si è dedicato con grande energie.
Durante questa Assemblea Plenaria, per esempio, pubblicherete due
importanti documenti che sono in preparazione da anni: «Etica in
Internet» e «La Chiesa e Internet». Essi sono segni non solo
della vostra creatività professionale, ma anche del vostro impegno
di predicare la Buona Novella nel rutilante mondo delle
comunicazioni sociali.
Il Vangelo vive
sempre di dialogo con la cultura, perché la Parola eterna non
smette mai di essere presente nella Chiesa e nell'umanità. Se
la Chiesa si allontana dalla cultura, il Vangelo stesso tace.
Quindi, non dobbiamo temere di varcare la soglia culturale
dell'attuale rivoluzione della comunicazione e dell'informazione. «Come
le nuove frontiere di altre epoche, anche questa è una commistione
di pericoli e promesse, non priva di quel senso di avventura
che ha caratterizzato altri grandi periodi di cambiamento»
(ibidem).
Per la Chiesa
l'impresa consiste nel far sì che la verità di Cristo eserciti
un'influenza su questo nuovo mondo, con tutte le sue promesse e i
suoi interrogativi. Ciò implicherà, in particolare, la promozione
di un'etica autenticamente umana per creare comunione piuttosto
che alienazione fra gli individui (cfr Millennio ineunte,
n.43) e solidarietà piuttosto che inimicizia fra i popoli.
Tuttavia, la
questione fondamentale è : «Da questa galassia di immagini e suoni
emergerà il Volto di Cristo? Si udirà la sua voce?» (Messaggio
per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali 2002, n.6).
In tutta la nostra programmazione, non possiamo mai dimenticare che Cristo
è la Buona Novella! Non abbiamo nulla da offrire se non Gesù,
l'unico mediatore tra Dio e l'uomo (cfr 1 Timoteo 2, 5).
Evangelizzare significa semplicemente permettergli di essere visto e
udito, poiché sappiamo che se non c'è spazio per Cristo, non c'è
spazio per l'uomo.
Quindi, cari fratelli
e care sorelle, vi esorto, in tutta la vostra programmazione, a fare
spazio a Cristo. Nella stampa, nella radio, nella televisione,
nel mondo del cinema e di internet cercate di aprire le porte a Lui
che tanto misericordiosamente è per noi la porta della salvezza.
Allora, quello dei mezzi di comunicazione sociale sarà un mondo di
autentica comunicazione, un mondo fatto non di illusione, ma di
verità e di gioia...
[Da «L'Osservatore Romano», 2
marzo 2002, p.5]
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