-
Dal Pontefice un invito anche alle
famiglie: «I genitori hanno il diritto e il dovere di garantire
un uso prudente di questi strumenti, formando la coscienza dei
figli»
-
Benedetto XVI: i mezzi di
comunicazione non promuovano violenza, pratiche anti-sociali e
banalizzazione della sessualità
-
«La bellezza ispira e vivifica i
cuori e le menti giovanili mentre bruttezza e volgarità
deprimono atteggiamenti e comportamenti»
[Testo
integrale del messaggio di Benedetto XVI]
Quello sguardo a 360 gradi sul comunicare
Salvatore Mazza, su
Avvenire 24 gennaio 2007
Dal 1967 ogni anno il Magistero
si sofferma su un volto particolare del mondo dei media
Può vantare un primato unico. La
Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, infatti, è l'unica
tra tutte le molte «giornate» che la Chiesa propone a livello
universale ad essere stata stabilita dal Concilio ecumenico
Vaticano II. A istituirla è stato infatti il decreto
Inter mirifica,
che al numero 18, per «rendere più efficace il multiforme
apostolato della Chiesa con l'impiego degli strumenti di
comunicazione sociale», suggeriva che «ogni anno in tutte le
diocesi del mondo, a giudizio dei vescovi, venga celebrata una
"giornata" nella quale i fedeli siano istruiti sui loro doveri in
questo settore, invitati a speciali preghiere per questo scopo e a
contribuirvi con le loro offerte».
Nella forma attuale viene celebrata dal 1967. Fu
Paolo VI a
spiegarne le ragioni nel primo Messaggio scritto per la
giornata, nel quale sostanzialmente introduceva tutti i temi
legati al «vasto e complesso fenomeno dei moderni strumenti di
comunicazione sociale», con una particolare attenzione «alle
giovani generazioni, che cercano, non senza difficoltà e talora
con apparenti o reali smarrimenti, un orientamento per la loro
vita di oggi e di domani, e che debbono poter operare le loro
scelte, in libertà di spirito e con senso di responsabilità.
Impedirne, o deviarne la laboriosa ricerca con false prospettive,
con ingannevoli illusioni, con allettamenti degradanti,
significherebbe deluderli nelle loro giuste attese, disorientarne
le nobili aspirazioni e mortificarne i generosi impulsi».
La Giornata viene celebrata in molti Paesi la domenica che precede
la Pentecoste - quest'anno sarà il 20 maggio. Per tradizione, il
tema è solitamente annunciato il 29 settembre, festa degli
Arcangeli Michele, Raffaele e Gabriele (quest'ultimo è il patrono
degli operatori della radiofonia), mentre la diffusione del testo
del Messaggio del Papa per la Giornata avviene il 24 gennaio, in
occasione della della ricorrenza di San Francesco di Sales,
patrono dei giornalisti.
Quello di quest'anno è il secondo Messaggio scritto da Benedetto
XVI per la Giornata. Nel 2006 il tema
proposto da papa Ratzinger era stato I media: rete di
comunicazione, comunione e cooperazione. Una scelta, come
spiegava lo stesso Pontefice all'inizio del testo, dettata dalla
«necessità di utilizzare al meglio» le potenzialità dei
mass-media «a vantaggio dell'intera umanità». [Testo
del Messaggio 2006]
Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali
L'arcivescovo John Foley: «La
grande sfida di oggi è formare a un uso corretto e consapevole»
L'adeguata formazione a un uso
corretto dei media è essenziale «per lo sviluppo culturale, morale
e spirituale dei bambini». Lo ha detto il presidente del
Pontificio Consiglio per le comunicazioni sociali, l'arcivescovo
John Foley, commentando ai microfoni della Radio vaticana il
messaggio del Papa per la Giornata delle comunicazioni sociali.
Benedetto XVI - ha dichiarato Foley - «ha sottolineato in momenti
diversi che oggi i media hanno un influsso enorme nella vita. Ci
sono tanti mezzi di comunicazione, c'è tanta informazione, ma non
c'è abbastanza formazione delle persone per giudicare la validità
di queste informazioni. Questo vale in particolare per i bambini.
Il nostro dicastero - ha proseguito il presidente del Pontificio
Consiglio delle comunicazioni sociali - ha cercato per anni di
promuovere la formazione dei giovani nella comunicazione». La
sfida - ha concluso il presule - è quella di aiutare i futuri
operatori dei mass-media ma anche i loro fruitori a interrogarsi
su «come giudicare, come apprezzare, come scegliere fra le tante
cose disponibili, le cose che sono più importanti per lo sviluppo
della vita umana».