Padre Lombardi alle
Giornate Nazionali delle
Comunicazioni a Fatima
Il direttore della
Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico
Lombardi, SI, considera che il momento
attuale apra molte possibilità alla
comunicazione ecclesiale. In questo senso,
ha esortato a strutturare correttamente gli
uffici stampa nelle istituzioni della
Chiesa.
Padre Lombardi è intervenuto questo giovedì
a Fatima (Portogallo) alle Giornate
Nazionali delle Comunicazioni Sociali, in
svolgimento fino a venerdì sul tema "Uffici
Stampa: lusso o necessità?".
Il portavoce vaticano, riferisce l'agenzia
Ecclesia, ha sottolineato che chi lavora in
un ufficio stampa "non ha immediatamente, e
in primo luogo, un compito di comunicazione
destinato a un vasto pubblico", quanto "un
dovere di comunicazione verso i comunicatori
sociali, che a loro volta - per tappe
successive - raggiungono il pubblico più
ampio".
Il sacerdote ha affermato che "non dobbiamo
partire dal presupposto che i giornalisti
siano insidiosi o malintenzionati".
"Dobbiamo essere coscienti che ci sono
giornalisti di tutte le tendenze e di tutti
gli atteggiamenti e che dobbiamo cercare di
dare a ciascuno un aiuto perché possa
compiere un passo nella giusta direzione: da
parte nostra, dobbiamo metterlo nelle
condizioni di poter dare una buona
informazione, se è disposto a farlo".
Per padre Lombardi, i professionisti della
comunicazione della Chiesa non sono "persone
che fanno propaganda politica, difensori di
interessi particolari o semplici
professionisti del giornalismo".
"Siamo, in primo luogo, credenti e
cristiani. Ciò che ci interessa di più è che
il Vangelo di Gesù Cristo sia conosciuto e
compreso attraverso la parola e la
testimonianza della Chiesa. Se questo non
avviene stiamo perdendo tempo".
Circa il magistero della Chiesa nel campo
della comunicazione sociale, il gesuita ha
segnalato che "è stato sempre positivo, fin
dall'inizio; anche se prudente e realista
circa le possibili ambiguità e i rischi, li
ha sempre affrontati come strumenti utili
per l'annuncio del Vangelo in ambiti molto
vasti, superiori a quelli che ciascuno di
noi può raggiungere attraverso il contatto
diretto con le persone".
Parlando delle caratteristiche del servizio
degli uffici stampa, padre Lombardi ha detto
che "non dobbiamo mai smettere di insistere
sull'uso di un linguaggio chiaro, semplice e
comprensibile, non troppo astratto e
complicato, o tecnico".
La rapidità dell'informazione è un altro
avvertimento lanciato dal portavoce
vaticano: "è opportuno essere disponibili e
rispondere - personalmente o attraverso un
delegato - quando ci cercano per telefono o
per e-mail".
"Quanto prima si dà la risposta o
l'informazione corretta, meglio. In
generale, se ne siamo capaci, è meglio
essere noi a orientare l'informazione,
dandola per primi, piuttosto che correre
dietro a informazioni non corrette".
Allo stesso modo, padre Lombardi ha aggiunto
che non si deve avere "una visione troppo
centralista della Chiesa: dobbiamo
equilibrare l'universalità con la capacità
creativa locale".
"Dobbiamo essere capaci di incoraggiare le
iniziative locali, saper far circolare le
esperienze positive e condividerle, cercare
di coordinare e integrare i contributi per
la comunicazione dei vari livelli, ma
valorizzando i contributi informativi e
comunicativi che la Chiesa universale ci
offre".
© Zenit 11 settembre 2009
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