Da Cattolici nel mondo virtuale
(Mons. Celli relaziona al Santo Padre)
C'è un gap da superare prima di poter valutare, nel suo insieme,
quale sia il rapporto tra stampa cattolica e nuove tecnologie. Se è
vero, infatti, che in molti paesi la stampa cattolica svolge un
ruolo importante e che la presenza nel mondo delle nuove tecnologie
è rilevante, è anche vero che in altri contesti sociali la presenza
è più debole, più difficile, e a volte manca persino l'accesso a
internet. In questa ottica sono risultate preziose le giornate del
Congresso internazionale organizzato su questo tema dal Pontificio
Consiglio delle Comunicazioni Sociali.
Lo ha sottolineato questa mattina, giovedì 7 ottobre, l'arcivescovo
Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio, durante
l'udienza concessa da Benedetto xvi ai congressisti. Si è trattato
di giornate, come ha detto l'arcivescovo, vissute in spirito di
sincera fraternità e corresponsabilità da tutti i partecipanti.
L'arcivescovo ha illustrato al Papa le tematiche discusse in questi
giorni da esperti e da operatori del mondo della comunicazione. Tra
gli aspetti più significativi emersi dalla discussione, l'accento,
posto a più riprese, sulla necessità di colmare proprio quel divario
che in molti Paesi del mondo si riscontra tra informazione religiosa
e informazione laica.
Un divario che in alcune realtà si connota addirittura come
discriminazione nei confronti dei cristiani, accentuatosi tra
l'altro proprio con l'entrata in campo delle nuove tecnologie.
Bisogna dunque rimboccarsi le maniche — e su questo sono stati tutti
d'accordo — e agire insieme per poter continuare a diffondere nel
mondo il messaggio evangelico in tutta la sua pienezza e verità,
rendendo un servizio all'uomo.
«I nostri incontri durati quattro giorni — ha spiegato questa
mattina al Papa l'arcivescovo Celli in apertura di udienza — hanno
visto la partecipazione dei rappresentanti di 85 Paesi, scelti dalle
rispettive Conferenze episcopali. Sono state giornate impegnative e
ricche di proposte tematiche, di approfondimenti suggestivi e di
condivisione di esperienze nel campo della comunicazione. Il tutto
vissuto in uno spirito di sincera fraternità e corresponsabilità.
«Ci siamo interrogati su quale deve essere la missione della stampa
cattolica, oggi, nella società e nella Chiesa». Dopo essersi
soffermato sulla difformità delle situazioni vissute nelle diverse
aree del mondo, il presidente del Pontificio Consiglio ha però
assicurato al Papa che «in tutti gli operatori della stampa
cattolica c'è la consapevolezza di essere al servizio del Vangelo e
della Verità in una operosa fedeltà all'uomo e alla donna di oggi».
«Ecco perché — ha proseguito — siamo qui con il Successore di
Pietro: abbiamo bisogno di ascoltare la sua voce perché essa è luce
per il cammino personale e per l'operare nel campo dei media. Non
mancano le difficoltà, le tensioni nella quotidianità del nostro
lavoro: in un contesto di “dittatura del relativismo”, in una “epoca
delle passioni tristi”, dove è problematico trovare una risposta
alla profonda ricerca di infinito, di un senso della vita, abbiamo
bisogno del suo magistero. Questa mattina desideriamo dire la nostra
gratitudine per esserci così vicino, per aiutarci a comprendere la
nostra identità più profonda».
Poco prima dell'incontro con il Papa i lavori in aula si erano
conclusi con un'approfondita discussione sull'importanza della
stampa cattolica locale, uno strumento fondamentale per la
diffusione capillare dell'informazione sulla vita quotidiana della
comunità cattolica e per una costante opera di formazione.
(©L'Osservatore Romano - 8 ottobre 2010)
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