Riflessioni e suggestioni sul silenzio come imprescindibile
completamento della parola: canto, preghiera, immagini e poesie
hanno corredato gli interventi dei relatori intervenuti giovedì 3
maggio all’incontro organizzato dall’Ufficio comunicazioni sociali
della diocesi di Roma, in collaborazione con la Pontificia
Università Lateranense e l’associazione Comunicazione e cultura
Paoline onlus, per celebrare a livello diocesano la 46ª Giornata
mondiale delle comunicazioni sociali sul tema «Silenzio e parola,
cammino di evangelizzazione».
Nella splendida cornice della Sala degli Affreschi del monastero
di Trinità dei Monti, spazio quindi all’analisi «sull’importanza del
silenzio nella comunicazione - ha spiegato in apertura don Walter
Insero, incaricato dell’Ufficio comunicazioni sociali della diocesi
- per noi che crediamo e che abbiamo il compito di dare la vera e
bella notizia, quella che ha il potere di cambiare il cuore
dell’uomo». In questo annuncio, ha continuato don Insero, «siamo "in
rete" prima di tutto perché membra di un unico corpo, la Chiesa».
Gioia per la bellezza del «lavorare con e per la Chiesa nella
ricerca della Verità» è stata espressa da fratel Matteo Briozzi, del
monastero di Trinità dei Monti, nel saluto di accoglienza presentato
a nome della propria comunità, i Fratelli e le Sorelle di
Gerusalemme.
Convergenti, seppure generati da esperienze e ambiti d’azione
differenti, i contenuti delle riflessioni proposte da Daniella
Iannotta, docente di Filosofia del linguaggio all’Università Roma
Tre, e da padre Stefano Albertazzi, della Comunità dei figli di Dio
di don Divo Barsotti. Se la prima ha individuato nel silenzio il
preludio all’ascolto e nell’ascolto dell’altro la condizione
necessaria per fornire una risposta, «realizzando in tal modo
l’autentica comunicazione», il secondo ha definito il silenzio
«realtà finalizzata alla relazione d’amore». Ancora, Iannotta ha
rilevato il paradosso della nuova comunicazione: «Internet e la rete
aiutano a creare legami ma mettono a tacere l’altro nell’anonimato e
nel non-incontro»; padre Albertazzi, da parte sua, ha letto nello
scambio di informazioni «sempre più rapido ed efficace» un modo di
comunicare «arido e vuoto». Entrambi hanno fatto in questo senso
riferimento alle parole di Benedetto XVI che nel suo messaggio per
la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali di quest’anno, che
la Chiesa celebrerà il prossimo 20 maggio, scrive: «Là dove i
messaggi e l’informazione sono abbondanti, il silenzio diventa
essenziale per discernere ciò che è importante da ciò che è inutile
o accessorio». Daniella Iannotta e padre Stefano Albertazzi hanno
infine auspicato la capacità di saper comunicare «oltre la
chiacchiera e il rumore», cogliendo sempre più, invece, il valore di
un «silenzio abitato».
Ha raccolto queste suggestioni monsignor Dario Edoardo Viganò,
preside del Pontificio istituto pastorale Redemptor hominis
che, a conclusione dell’incontro, ha delineato per tutti un impegno:
«Vivere il fascino dell’esperienza di Dio e raccontarlo, perché
l’annuncio del Vangelo è l’unico obiettivo del ministero della
Chiesa». Le conclusioni sono arrivate da don Fabio Rosini, direttore
del Servizio per le vocazioni del Vicariato di Roma, che ha
sottolineato quanto oggi più che mai ci sia necessità «non di
spartiti su carta ma di veri esecutori». A lui, ideatore del
progetto di catechesi de «I dieci comandamenti», è stato infine
consegnato il premio «Paoline Comunicazione e cultura 2012» per il
«costante impegno esercitato a servizio della Parola».
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[Fonte: RomaSette 4 maggio 2012]
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